Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

lunedì 31 dicembre 2012

SPERO


Spero che l'anno prossimo sia di vita vera.
Spero che saprò apprezzare ogni minuto
Spero di essere cosciente di ogni grazia
Spero di baciare con tenerezza
Spero di attirare le anime al Cielo
Spero di tenere lo sguardo dove conta
Spero di piangere solo quel che basta
per pulire il cuore
Spero di resistere nel dolore
Spero di portare gioia
Spero di sperare
....Spero di AMARE


Speriamo che il cammino sia così!!AUGURI!!!♥♥♥



venerdì 28 dicembre 2012

INUTILITA'

Sorrisi si spengono lenti,
come finestre richiuse piano
da chi si ritira timido
nel suo vivere solo.
Mani si nascondono vergognose
per una carezza mancata,
come bimbi dietro alle gonne
di una mamma sempre accogliente.
Sguardi scivolano nel nulla
lasciati cadere da occhi amati
come lacrime senza un lamento
che rigano il volto e non dicono niente.

Quanta inutilità, Padre
che avevamo pensato amore.
Quanti fiori calpestati
quanto cielo non guardato.

Eppure Tu, domani
farai nascere un fiore,
su quel campo assolato,
ancor più bello e setoso.
Eppure Tu, ogni giorno
ci regali un azzurro
più splendente ed immenso
e ce lo poni per tetto.

Allora io, Padre,
per Te troverò ancora il coraggio
di sorridere piano
e di accarezzare una mano
pur sapendo che forse
a nulla sarà giovato.
Prenderò questa mia inutilità,
questo mio dolore e
verrò a riposare sul Tuo cuore.


giovedì 27 dicembre 2012

LIBERI DALLA SUPERSTIZIONE



“Non passare sotto la scala!!”-“Aspetta ,aspetta : fai attraversare il gatto nero, dopo parti”- “Spezza le candeline dopo aver soffiato altrimenti porta male”.
E quante altre frasi di questo tipo mi capita di ascoltare! C’è chi non vuole incrociare le braccia in Chiesa al momento del segno della pace, chi cammina saltando le righe delle mattonelle, chi trovi a toccare ferro mentre passa una suora, chi si terrorizza se cade uno specchio….e non vado oltre.
Alcune cose ti fanno sorridere, altre meno, ma tutte ti fanno pensare: “Perché?” oppure “Chi lo ha detto?”…(e se trovate chi lo ha detto per  la prima volta vorrei parlarci un momento!!)
A guardare dall’esterno fa pensare a una strana forma di esaurimento nervoso, a guardare dall’interno…mi fa venire in mente una sorta di schiavitù auto-inflitta.
In fondo le persone che rispettano certi riti scaramantici stanno soffrendo, in quanto, se non li rispettassero, aumenterebbe loro l’ansia. Perciò sono prigionieri di questi pensieri che li mettono in uno stato di allerta e li inducono a credere che possano fare qualcosa da soli per salvarsi da certe situazioni virtualmente pericolose!
Quando ero più giovane anch’io avevo alcune paure di questo genere e ricordo che, per esempio, mi facevo tutti i corridoi di corsa…non so bene il perché. A ripensarci mi viene un po’ da ridere , ma se rammento la sensazione di schiavitù che provavo ne perdo un po’ la voglia.
Così mi fermo a riflettere e scopro che è stato Dio a liberarmi! Se Lui è presente nella mia vita, cosa potrà davvero farmi del male?
Se davvero credo che Lui è il mio Dio, metto tutta la mia vita nelle sue premurose mani e so che se incontrerò un pericolo reale, Lui sarà con me a sostenermi, proteggermi o aiutarmi, e se potrò fare qualcosa non sarà un rito scaramantico a salvarmi oppure no, sarà la mia intelligenza unita alla Sua potenza. Ecco cosa esiste davvero.
Quel cercare di risolvere i problemi con dei riti “inventati” da me è come dichiarare che ho sotto controllo la mia vita, che potrei arginare il male con le mie forze e ciò và al di là del mio potere: mi carica le spalle di un peso che non posso portare! Non è in alcun modo vero che io sono in grado, da sola, di difendermi dal male. Siamo troppo piccoli e fragili per assumerci un tale peso. Posso tutelarmi dal male con la stretta collaborazione del Padre eterno che è onnipotente. Onnipotente nel suo sapermi amare, più ancora che nel “fare”, Lui sa quanto Suo amore mi serve, in ogni momento della vita. Se ci riflettiamo…solo questo è indispensabile.
Allora tutto il resto perde automaticamente importanza. Se attraversa un gatto nero davanti a me, mi fermerò per non investirlo e proseguirò serena pensando a quanto sono belli i gatti. Quando mi accorgerò di una suorina che passeggia sul mio marciapiede, coglierò l’occasione per ringraziare Dio che ancora ispira tante vocazioni utili. Se mi cadrà lo specchietto che porto in borsa, la prenderò come una buona occasione per farmi un regalo e comprarmene uno più carino.
Dio è libertà! Libertà dai pensieri negativi; libertà di fare pensieri positivi, pieni di allegria e speranza. La libertà di scoprire che la mia vita, nonostante le difficoltà che potrò incontrare, è costellata dai segni luminosi che mi lascia Dio come tante lucciole nella notte che mi aiutano a tenere lo sguardo verso il Cielo.
“Dio vi ha resi liberi, non vi rimettete il giogo della schiavitù” ,dice San Paolo ai nuovi credenti. Ma lo dice anche a me, a noi tutti! Come potrebbe un qualsiasi rito magico-scaramantico, attirare su di me il benessere allontanando il male? Dio non si fa prendere in giro e non si sottomette a certi giochetti. Nel mio cuore so bene che ciò che attira su di me la beatitudine è fare il bene, praticarlo costantemente, perché il Signore mi guarderà con occhio benevolo e orgoglioso! Solo il bene attira il bene supremo.Nessun giretto intorno alle scale di legno, nessun sale buttato dietro le spalle e neanche la Messa seguita solo perché “porta bene”. Alla messa Gesù mi vuole vedere arrivare felice e ansiosa di prendere il Suo Corpo e abbeverarmi alle Sue parole che mi aiuteranno a vivere durante la settimana. Non è un “rito”, è un bisogno d’amore.
Direste mai a un amico: “Vengo a casa tua perché sei fortunato e spero che la tua fortuna si attacchi un po’ a me”?  Ne resterebbe costernato. Quanto sarebbe felice invece se gli diceste: “Vengo da te perché non vedo l’ora di stare un po’ in tua compagnia!”
L’amore rende liberi e buoni. Dio anche. Non lasciamoci intrappolare più da inutili e tristi schiavitù!

Chi mi tiene al sicuro e mi rende libero....simultaneamente






mercoledì 26 dicembre 2012

COME CI GUARDA DIO

Ci sono dei momenti in cui vorremmo sapere come ci sta guardando Dio. Questo è finalmente il momento adatto per osservarLo. Possiamo farlo tutti.
Andate al Presepe. Lui ci guarda con gli occhi di un bambino, il sorrisino senza dentini, e quando ci vede allunga le manine e fà dei gesti affettuosi per farsi prendere in braccio da noi perchè non desidera altro.
Non servono parole ne a Lui nè a noi per amarsi. Occorre accoglierLo con cura e ninnarLo fissandolo negli occhi puri.
Così ci guarisce Dio: mettendosi nelle nostre fragili mani per farsi amare.



domenica 23 dicembre 2012

LE TRE RISPOSTE DI DIO

Teniamo sempre presente una cosa: Dio ascolta ogni nostra preghiera e ha sempre una risposta a ciò che chiediamo. Le tre Sue probabili risposte sono le seguenti:

1) Sì

2) Non ancora

3) Ho qualcosa di meglio in mente

In base a questo chiediamo e aspettiamo fiduciosi!!




BUON NATALE

Auguro di cuore un giorno di Natale pieno di calore umano, di abbracci accoglienti e comodi, di sguardi che diano riposo all'anima e parole che suscitino speranza. 
Vi auguro di poter scoprire nel silenzio la voce di un Bambino che non chiede altro che di stare con voi...e di sorprendervi a capire che anche voi volevate solo Lui!
Siate lieti...sempre. Di tutto, di niente..ma lieti.
Felice Natale a tutti!!


Auguri a chi crede e tanti anche a chi non crede




venerdì 21 dicembre 2012

Frase 12

"E' santo colui che sa credere nelle ore di gloria come nelle ore tragiche, e sa amare sia che Dio lo copra di fiori o lo adagi sulle spine"


martedì 18 dicembre 2012

AMORE COME IL MARE



L’Amore, come Dio, non si può afferrare e tenerlo saldamente per sé, tanto sicuri da poter dire: “Ce l’ho!”. Perché l’amore è come il mare: lo puoi guardare, te ne innamori, lo puoi navigare e assaggiare, ma per capire davvero cosa è il mare, ti ci devi immergere tutto e lasciar portare. Ma portarlo via non potrai mai.
Lo potrai vivere e chiamare quanta più gente puoi a immergersi e lasciarsi toccare, accarezzare e guarire le ferite col suo sale.
Da dentro il mare, la terra pare un’altra cosa. Tutto quel che puoi ancora intravedere a riva, pare molto più insignificante di prima, di quando cioè toccavi le sue sponde.
Nel mare i rumori della terra si ovattano e nasce un silenzio sazio di chi non ha più bisogno di nulla se non di restare dov’è: nell’Amore.
Se sei costretto a uscirne, il tuo primo pensiero è progettare come fare per rientrarci. Parte di lui è comunque sempre in te: quella forza che basta per riportarti da lui.
Se si fa silenzio, è la sua voce che si ascolta ed è quello che riporta la mente, il corpo e l’anima alle dimensioni reali, alla verità.
Perché la verità, cioè la realtà nostra non è quella di questo mondo ma quella di un altro mondo: il Regno dei Cieli.


venerdì 14 dicembre 2012

LA FEDE: CONCRETA COME MARIA



“La ragione dell’uomo porta insita l’esigenza di ciò che vale e permane” (Benedetto XVI dalla sua Enciclica sulla fede).
Cioè? La verità è che siamo tutti alla ricerca di qualcosa per cui valga la pena vivere e che sia stabile e non cambi in continuazione!
Mai come nei tempi che corrono, si fa chiara alla mente la necessità di trovare qualcosa che abbia un valore assoluto, un punto di riferimento!
Chissà se Battiato non volesse esprimere questo quando cantava “Cerco un centro di gravità permanente…”
Ora che si avvicina Natale e diventiamo un po’ più riflessivi, riscopriamo quest’urgente bisogno di stabilità, sicurezza, in grado di darci una regola per consentire una vita dignitosa, che magari comporti anche dei divieti, perché no!
Come quando da bambini, se qualcosa ci spaventava o confondeva, correvamo fra le braccia della mamma. Ecco il centro di gravità permanente di un bambino: l’amore della mamma!
Una persona che sa dire anche “no” e che lo fa solo per il nostro bene; quell’essere attento e premuroso che mi cucina cibi gustosi e che mi sta accanto quando sono ubbidiente e quando non ne sono capace e dovrà correggermi. Ma che, di certo, non cambierà il suo sentimento per me.
L’uomo cerca, anche da adulto, la dolce stabilità di una madre saggia e colma d’amore.
E se la ricerca è sincera e perseverante…inevitabilmente incontrerà Gesù, dentro il proprio cuore. Si ritroverà in uno splendido viaggio verso il Cielo e alla fine incontrerà anche Maria: la Mamma.
In braccio a Lei, cioè guardando la vita dal Suo punto di vista, scopri qualcosa di veramente nuovo: che la fede è una cosa concreta.
Scopri che Maria, nel suo abbandonarsi alla volontà del Padre ha dovuto immediatamente agire: cambiare tutta la sua vita terrena con le sue abitudini, fare silenzio quando era davvero difficile, mettersi in viaggio, fare i bagagli e scappare. Tutto questo per un’altra azione concreta: partorire al mondo il Salvatore. Il Quale ha poi agito sull’umanità in modo determinante guarendola, portando speranza, facendosi uccidere per questa. Tutte azioni reali che restano nel tempo, nella storia e nel cuore delle persone salvandole.
Scopri, attraverso Lei, che la fede porta ad agire. La Sua vita m’insegna che l’obbedienza a Dio cercando di realizzarne la volontà, anche nel silenzio, è ciò che cambia in meglio il mondo, che fa sentire salvati i fratelli, ciò che mi rende stabile in mezzo a mille difficoltà.
Non è quindi la prepotenza, l’alzare la voce con arroganza o l’opprimere il prossimo che ci rende grandi e valorosi, ma questa potentissima dolcezza attiva di Maria che si alza le maniche per rendere visibile la fede, al punto da far venire al mondo un Bambino di nome Gesù.
Anche noi possiamo dare bellezza e stabilità alla nostra vita e a quella di chi ci vive accanto.
Perché la fede ci farà avvertire come un’urgenza guardarci attorno e soccorrere chi ne ha bisogno, con un pane o una carezza. Perché la fede mi spinge come un’innamorata a parlare di quest’amore per un Dio che mi ha salvato dallo squallore di una vita troppo materiale. Perché la fede, come Maria, mi fa vedere che l’unico senso che ha il mio esistere è amare.
In questo modo il mio passaggio su questa terra è bello, sicuro, appagante, con un centro di gravità permanente. E per quanti eventi difficili e strani mi potranno capitare non perderò l’equilibrio perché resterò saldamente agganciata al Cielo.
Non facciamoci mai più dire che la fede è una sciocca soluzione della mente per sentirsi consolati. Facciamo vedere al mondo che quando si ha fede, per prima cosa, ci si tira su le maniche, come Maria.
Vi auguro un “concreto” e felice Natale.

"Tu sei benedetta fra le donne!"

martedì 11 dicembre 2012

STIGMATE D'AMORE



San Tommaso è l’umanità che soffre di disamore. Sperimentare l’amore e vederselo poi togliere da sotto il naso è terribile. Per difesa personale può capitare di chiudersi dentro costruendo attorno a sé delle barricate alte, in modo che nessuno possa più toccarti il cuore. Ci si chiude nello scetticismo del “ No, non può essere vero, non raccontatemi più niente che poi ci soffro. Ho troppo sofferto, non fatemi soffrire ancora!”.
Tommaso è l’uomo che si sente tradito quando incominciava a sognare e volare di felicità. Quando Gesù lo riprende comparendogli da risorto, lo fa non perché lui mostri di non credere nella Sua resurrezione, ma perché non vuole che la paura di soffrire lo paralizzi impedendogli di credere nell’amore. Perché tale paralisi potrebbe anche indurlo a non amare gli altri.
L’amore, infatti, magari ci lascia delle ferite, ma sopravvive alla morte. Gesù fa toccare le sue ferite a Tommaso quasi per dire questo: “Eccomi, vedi? Sono Colui che è morto per amore; mi hanno massacrato, eppure il mio amore non è morto, ma anzi la sua potenza vitale ha resuscitato la mia carne!”.
E’ vero: credere nell’amore ti riduce un colabrodo di chiodate. Eppure ti resuscita anche. Uccidono la carne, ma danno vita al tuo spirito, solo se seguiti a credere nell’amore e non ti rintani nel tuo castello sicuro ma vuoto.
“Beati coloro che pur non vedendo crederanno”. Già! Quanta gente ama e non vede amore di ritorno, eppure seguita ad amare. Ebbene quelle persone sono beate, perché amare per essere riamati non ha nulla di speciale: è normale. Ma amare pur non avendo amore è soprannaturale: è divino. Perciò siamo beati! Perché diveniamo più simili a Dio, più potenti e in grado di fare quei miracoli che pochi notano, ma che cambiano il cuore delle persone. E’ lo Spirito di Dio che ci rende così luminosi!
Tommaso non è arido ma dolorante, proprio perché amava tanto Gesù. Forse chi si lascia ferire dall’amore, ha talmente tanti buchi e stigmate che alla fine è tutto luce perché dai fori delle ferite, fuoriesce la luce dell’anima fatta di Cielo.
Più amore dato, più fori e perciò….più luce. Le stigmate dell’amore sono la nostra luce.




lunedì 10 dicembre 2012

FARO' MENO RUMORE

E ora sarà silenzio.
Sentirò rumori nuovi,
vedrò cose mai viste,
camminerò e non mi vedranno.

Sarò dove senti l'orologio
scandire le ore: 
farò meno rumore 
del tempo che passa.

Sarò dove ha smesso di piovere 
e le gocce cadono da foglie lavate:
farò meno rumore
di un filo d'erba che beve.

Sentirò il mio respiro aumentare
quando nel silenzio,
scoprirò la Tua voce
e farò meno rumore
di un sospiro d'amore.

Mi tufferò in questo chiasso
che è ormai la vita,
ma non s'accorgeranno di me,
perchè farò meno rumore
di un raggio di sole
che bacia sul viso.

Ora sarò nel silenzio
come non avessi parole,
ma sarò più felice
di un fiore che sboccia,
perché avrò il Tuo muto sorriso
tutto per me.




Frase 11

"Non odiate mai, per nessuna ragione. L'odio è forte nel mondo. Ma ha sempre un limite.L'amore non ha limiti di potenza e di tempo. Amate, perciò, per possederlo a difesa e conforto sulla terra e a premio in Cielo"





martedì 4 dicembre 2012

QUALE TIRANNO?



Dio dice di colmare le valli e spianare i monti.
Nel silenzio del cuore, davanti solo a me stessa devo cercare di riconoscere cosa mi manca per correre verso Dio e cosa devo levare di mezzo per seguitare ad andare avanti senza sbattere negli ostacoli del mio modo di essere.
Devo esaminarmi, è vero, ma con la pace in cuore di sapere che Dio sta aspettando il tempo a me necessario per capire dove e quali sono questi ostacoli, buche e sassi che rendono difficoltoso il cammino verso Lui.
Non c’è bisogno di scoraggiarsi perché è come se dicessi a Dio: “sono talmente imperfetta che neanche Tu mi puoi aiutare”. Sarebbe superbia e mancanza di fede, perché Dio non è meno, ma più potente di me.
In questa indagine e lavoro interiore, la buona volontà deve procedere di pari passo con la fiducia nell’aiuto divino.
L’inevitabile sofferenza dello scoprirsi falliti nei nostri tentativi non è che un sacro fuoco atto a consumare la nostra umanità imperfetta. Qualcosa che già sta erodendo montagne che rovineranno in mille pezzi dentro le valli colmandole. In tal modo l’anima troverà un terreno meno accidentato per camminare verso Dio.
Troppi sospettano che Dio venga nella nostra vita per renderci schiavi delle sue complicate leggi impossibili da mettere in pratica; ma, guarda caso strano, per iniziare la sua vita fra noi, anziché come tiranno, scende in terra nelle vesti di un povero, bellissimo bambino sorridente. Così ci spiazza tutti. Sarebbe quello il tiranno schiavista?
Se solo lasciamo entrare Gesù nel cuore, si fa esperienza di quale dolcezza sia; non è descrivibile. E’ subito chiaro che viene a liberarmi da me stessa, dal mio peccato, dai miei irremovibili vizi, dai pensieri fissi e paure incurabili. Vuole liberarmi dalla morte stessa.
Chiede solo una conversione del cuore che Lui stesso insegna e per la quale mi fornisce le armi per metterla in atto. E’ questo lo schiavista?
Ci sono al mondo tante povere anime, come lo ero io tempo fa, piene di fissazioni, rimuginamenti, crisi di panico, che non sono liberi di niente. Non sono liberi neanche di sentirsi male o di affrontare il pensiero del domani.
Per Gesù, un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno: per Lui conta se quel giorno abbiamo amato e allora vale mille anni di vita ai suoi occhi, mille anni vissuti degnamente che ci guadagnano la vita eterna.
Mentre mille anni vissuti fra fisse, rancori e crisi di panico, non sono che un misero giorno ai suoi occhi.
Così mi ha liberato anche dal tempo: non conta quanto vivo ma come vivo. Ha valore la qualità delle cose che faccio e non la quantità: Sapersi fermare durante il giorno per dare una carezza! Quella è vita meritevole di questo nome!
Perché ci affanniamo? Dov’è questo tiranno? E’ forse un tiranno Colui che dice “ama e non preoccuparti del resto”? Che tiranno è mai questo?


Frase 10

"L'elemosina data con amore, passa dal grado di soccorso materiale a quello di amor di prossimo e attira grazie"




IL CORAGGIO DI VIVERE, SALVA


Sono i momenti più difficili e bui della vita che portano alla luce e alla sapienza!

giovedì 29 novembre 2012

REGALI PER GESU'



Tra  poco è Natale! Uh! Bisogna pensare ai regali! “Che facciamo a zio?”..”Una pipa!”.. “No, no sarebbe la quindicesima! Non và bene: dobbiamo farci venire un’altra bella idea”.
Eccoci che subito partiamo con mille preparativi, duecento cose da fare, uscite affannose per arrivare in tempo a comprare un regalino per tutti i parenti e amici, i volti dei quali già vediamo sorpresi nello scartare il nostro pacchetto. Poi ci assalgono decine di dubbi, ripensamenti di dove abbiamo riposto l’albero e iniziamo a girare vorticosamente per casa, fuori casa e su noi stessi come delle trottole. Travolti inconsciamente da emozioni fanciullesche sulla magia del Natale e simultaneamente da paure repentine sul tempo che manca per le troppe meravigliose cose progettate.
Le massaie poi, hanno un capitolo di “ansia” a parte, tutto loro, riguardante il cibo! Ho visto donne, che nella vita normale hanno qualche difficoltà nel cucinare  anche una pasta in bianco, progettare improvvisamente per il pranzo di Natale, come colte da momentanea follia, dei piatti dal preoccupante nome di “ Tacchino farcito al pistacchio messicano in salsa di mele verdi con contorno di piselli ripieni”. La descrizione del qual piatto vi risparmio perché non sono sicura abbiate a portata di mano un digestivo per resistervi.
Tutto ciò mi fa sorridere ma anche riflettere! Come siamo carini in fondo! Siamo come i bambini che si entusiasmano alla notizia di una bella festa, mettendosi subito in allegria e godendo già di quel clima che promette strapparci dalla normale routine. Nasce Gesù, ed è chiaro che dobbiamo far festa! Perciò entriamo subito in azione e ci muoviamo prontamente in ogni direzione. Ma c’è una cosa che ci sfugge sempre: è il Compleanno di Gesù! E il regalo per Lui? Ci abbiamo pensato?
Ecco che sbuca da uno scatolone una culletta minuscola con sopra attaccato un Bimbo biondo che è dall’anno passato in quella posizione, con le braccine rivolte a noi, un sorrisetto dolce e gli occhietti azzurri supplicanti. Sembra dica: “Sono qua, prendimi in braccio, sono venuto per te. Mi guardi? Mi guardi?”. Cosa potrei regalare ad un Bimbo così?
E’ buffo, ma mi viene da dire: Qualunque cosa. Lui non ha nulla eppure non ha bisogno di cose materiali. Lo guardo e penso che potremmo farlo felice solo facendo quel che Lui ci ha chiesto, in ogni istante, in ogni minima cosa.
Non replicando ad un’offesa; accogliendo con pace anche una calunnia; portando allegria a chi è triste anche quando è a me che vien da piangere. Oppure ascoltando per la tredicesima volta il solito racconto di una nonnina che si ripete e ridere ancora una volta alla battuta finale. Telefonando all’amico che ti ha trattato male e facendo finta di non ricordare le parole amare avute per te.
Di regali ce ne sono tanti per questo Bambino sorridente. Regali silenziosi che costano un denaro prezioso depositato in fondo al nostro cuore e che sale in Cielo in una Banca Speciale e frutta  dove il 30, dove il 60, dove il 100% e riscende su di noi in forma di pace soprannaturale in un mondo di “guerre”.
Pensiamo prima di tutto a Lui, perché la Festa è principalmente Sua. Se faremo così, sarà la nostra vera festa e sarà Natale per ognuno di noi, come non lo è mai stato. Perchè ci ritroveremo fra le braccia senza sapere come,quel Bambino che da duemilanove anni aspetta di essere cullato da tutti noi.
Buon Natale, buoni Regali e..Buona…Ninna Nanna.
Paola Buccheri



mercoledì 28 novembre 2012

ARCOBALENO

Lacrime cadono lente,
una dopo l'altra sul viso
e fanno un solco nel cuore.
Scorrono e scorrono senza sosta
come sangue da una piaga
scossa da un altro colpo mortale.
Ormai è un fiume in piena
che non ha più argine che tenga.
Sulle guance nuovi sentieri
si fanno strada fantasiosi.
L'anima è un mare sotto la pioggia:
acqua su acqua, dolore su dolore,
tutto si uniforma e confonde.
Nulla ha più importanza: 
come ritroveremo la goccia
nel mare che la inghiotte
e la fà tutt'uno con sè?
Tutto sembra inutile,
solo grigiume e squallore,
quanta desolazione sotto queste nuvole.
Ma una voce dolce e soave
mi parla da dentro:
sembra una mamma
che cerca affettuosa
il sorriso del figlio.
"Non ricordi più, figlia?
Il Cielo dopo la pioggia,
regala sempre un arcobaleno!"


Frase 9

" L'amore può comunicarsi a chi ama e tanto sensibilmente da toccare non solo lo spirito, ma i sensi stessi"


lunedì 26 novembre 2012

LATTE DIVINO


                                          
Essere o sentirsi cattivi è brutto perché è come non poter essere se stessi. Noi siamo, infatti, i figli di Dio e Dio è Bontà. La cattiveria si contrappone alla bontà. Per questo quando non resto fedele a questa bontà e seguo cattive aspirazioni e pessimi istinti, il primo a soffrirne sono io perché sto vivendo una forzatura, ciò che non sono, ciò per cui non sono nato.
Per essere veri figli di Dio basterebbe rispettare la propria indole, l’unica che ci realizza pienamente e ci fa sentire davvero felici: un soprannaturale istinto a essere buoni nonostante tutto, nonostante la cattiveria del mondo, nonostante le delusioni.
Mettere in atto la bontà ci dona una gioia eterna e non passeggera, in quanto ci colloca sul trono che ci spetta: da figli di Dio. E’ qualcosa che niente e nessuno ci può togliere.
Essa è come una bevanda dissetante e vitaminica che ci tiene in vita e che solo il Padre può darci da bere. Un po’ come il latte materno dato al neonato! Un latte insostituibile, ricco di anticorpi e sostanze nutritive appartenenti esclusivamente alla madre e importantissime per il figlio. Latte che trasmette al piccolo persino l’amore in una sorta di codice biologico.
Sostanze del Genitore che resteranno per sempre nel figlio e che risulteranno fondamentali per la sua vita futura.
Restare fedeli alla bontà significa saperla ritrovare dentro di sé, riscoprirne il gusto sulle labbra e rinfrancare il corpo con quell’antico e sempre caro sapore.
La Bontà non è altro che il latte divino datoci dal Padre per ritrovare la strada verso Lui. E’ la fonte della mia vita e l’origine di ogni mia gioia.

che buon latte Papà!!


HAMBURGER VEGETALI

Ingredienti:
1 scatole fagioli cannellini
1 porro
1 patata
1 uovo
4 cucchiai pan grattato
2 cucchiai parmigiano grattato
sale, pepe, rosmarino

Procedimento:
Si lessa la patata e la si schiaccia con la forchetta. Si taglia il porro a fettine, si lava e si fà appassire in un pò di olio e sale. Ora si frullano i fagioli con i porri e si mette la crema in una scodella dove aggiungeremo la patata schiacciata e tutti gli altri ingredienti. Viene una pasta morbida ma non molla.
Ora si prende un coppa pasta tondo o un taglia biscotti e lo si usa dentro la padella per dare una forma rotonda e piatta alle cucchiaiate di pasta che metteremo a friggere...così sembreranno più degli hamburgers!!
Si fanno friggere bene a fiamma bassa da una parte e poi si volteranno dall'altra.
Ecco fatto!



venerdì 23 novembre 2012

FIORI DI DIO



Delle cose che ho nella mia vita, è tutto immeritato; tutto è dono di Dio. Come ogni dono che si riceve, è giusto tenerne in gran conto ma non si deve perdere di vista che è un dono e che il più importante è il donatore. In effetti, non è cosa “mia”. Mi è stato dato affinché ne gioissi e lo usassi, solo per questo.
Impossessarsene come cosa “dovuta” mi rende una persona “opaca”: mi diventa difficile riconoscere Gesù, perché guardo sempre il dono e non chi me lo concede. Mi spiego.
Quando qualcuno ci regala un bel mazzo di fiori, la nostra gratitudine e lo sguardo vanno alla gentile persona che ha avuto quel pensiero per noi. I fiori sono stupendi, perciò li sistemeremo in un vaso colmo d’acqua, li metteremo ad adornare la stanza più bella così saranno utili e ne avremo cura. Ma non vivranno per sempre, e quando appassiranno, li getteremo via. Non diventeremo però tristi pensando che con loro è appassito anche l’amore del donatore per noi. Non ci passerà nemmeno per la testa! I fiori erano un tramite di quella persona per ricordarci il suo amore; anche senza fiori sapremo che ci ama.
Così sono i doni di Dio su questa terra: la gioventù, l’intelligenza, la salute e persino le persone care che abbiamo intorno sono tutti i fiori di Dio per noi. Se ci attacchiamo a loro stringendoli con forza perdiamo i fiori ed anche il donatore perché non lo guardiamo e ringraziamo, fino al punto di non riconoscerlo più come l’artefice della nostra gioia.
Gesù ci riempie la casa di fiori di ogni specie ma l’Amante è Lui. Questi fiori sono per noi ma non nostri e non saranno lì per sempre. L’importante è che l’Amato resti in casa. Resterà se manterremo lo sguardo in Lui e la consapevolezza che qualsiasi piccola cosa ci sia concessa è frutto dell’amore di Dio per noi.
Al contrario, se pensiamo che la gioventù o la salute ci siano dovuti, alla fine non ne saremo più neanche contenti. Ci sentiremo annoiati e tristi e ci scandalizzeremo delle loro trasformazioni, del loro appassire e lo attribuiremo a una mancanza d’amore del Creatore. Con il risultato di perdere i fiori di questa vita prima del tempo. Perché “chi lascia la propria vita per Me, la ritroverà, ma chi la cerca qui la perderà”.
In fondo anche la vecchiaia è un fiore. Essa ha altri profumi, altri colori, altri pregi. Eppure non è che un altro dono di Dio da sfruttare e gioirne. Come anche la solitudine! Fiore misterioso.
Tutti sono splendidi fiori di Dio per questa vita, in attesa di andare nel Suo Giardino eterno e ritrovarli tutti nella loro piena bellezza.
Intanto posso tenerli docilmente in mano, senza stringere troppo…



mercoledì 21 novembre 2012

ALBATROS

(Per chi si sente fallito)

Un animale bizzarro!
Perchè mai un uccello
così grande e potente,
nato proprio per volare,
è talmente goffo
da non saper atterrare
nè tanto meno decollare?
Sbandate, testate,
rovinose frenate;
capitomboli impensati
nello sforzo impossibile 
di prendere il volo
o di toccare il suolo.
A dimostrar che la terra 
non è cosa per lui.
Ma compunto e serafico
egli tenta e ritenta,
per nulla provato
da colpi e ferite,
per nulla toccato
da fallimenti continui.
E io penso fra me:
innata umiltà,
spontanea obbedienza
a quella volontà
che lo volle aviatore.
Cosa, in fondo, lo spinge
a perseverar così tanto?
Ma il Cielo! E' sicuro!
Il volo futuro
elegante e beato,
un bagno d'azzurro 
che presto lo affranca
dall'insuccesso passato.
Come l'albatros, allora,
dovrei tentare e tentare,
ponendo lo sguardo
in un blu più profondo
come quello che vedo
negli occhi di Cristo.

Capita di sentirsi...così!!

Frase 8

"Le sofferenze dei giusti hanno la rapidità di una rondine, rispetto alla durata del premio eterno!"


giovedì 15 novembre 2012

L'OBOLO DELLA VEDOVA


"La fede autentica c'è! Non scoraggiamoci!!"
"Il Signore non spegne il lumino"...non ci spegne neanche se valiamo poco
"Ha dato tutto quello che aveva per vivere"...anche noi dovremmo dare tutto per amore e fra di noi dobbiamo darci coraggio!
"Il potere dei segni: la vedova è un segno che converte...e anche noi lo dobbiamo diventare"
"Religione è accorgersi dello sguardo dell'altro"...e amarlo profondamente

lunedì 12 novembre 2012

TRA CIELO E TERRA


  (Quel che si pensa appesi a una croce)

Quando si sta appesi alla croce, si è anche innalzati da terra, perciò lì tutti ti vedono e ogni tanto ti guardano, pensando cose varie, secondo il bene che ti vogliono e del loro cuore.
C’è chi pensa che stia lì perché te lo meriti, perché sei stupido, oppure no. Miriadi di giudizi scorrono la sotto, nelle loro menti, perché s’è fatto evidente il tuo soffrire. Tutti ti vedono, ma in fondo tu sei solo.
Ti rincuora qualche volto, qualcuno che piange piano lì accostato alla tua croce come per tenerti: il loro bene ti consola.
Il fatto è che a un certo punto, in quella posizione scomoda, dove ogni minuto è un’eternità e hai molto tempo per il silenzio, ti accorgi di essere più in alto di tutti e cominci a guardare lontano e a osservare il Cielo.
Mentre le forze umane ti abbandonano, intravedi il Sole dietro alle nuvole, anche se è parecchio nuvoloso e minaccia pioggia. Allora pensi al “dopo”! Cosa c’è dopo? C’è il caldo del Sole, il calore dell’abbraccio di Dio. L’Amore tanto aspettato, desiderato, sognato, cercato. Pare quasi di vederlo già da lassù!
Riguardi i volti delle persone care e vedi quella stessa luce, come se i loro occhi bagnati di lacrime, rivolti a te si facessero specchio per rifletterti il Cielo. Costretti a guardare in alto per osservarti vedi in loro riflessa la tua croce e il cielo che li circonda, mostrandoti l’azzurro che ti fa nascere un sorriso da dentro il dolore. Ecco anche qui in terra il lenimento al tuo soffrire: i tuoi cari come annuncio di Cielo. Ti soffermi su loro e per un po’ si calma il male che hai ovunque.
Sei innalzato su un duro legno, è vero, ma solo per guardare lontano. Per vedere il Cielo. Per scoprire dentro gli occhi, l’Amore. E allora benedetta anche la croce che ti fa vedere dove prima non vedevi nulla.
Se però provassi a raccontare quel che vedi, non sarà facile farsi capire, perché lì dove sei, non è Terra e non è Cielo. Sei fra terra e cielo, innalzato sul dolore, sulla Croce, regno che non è del mondo perché ti ci porta via a forza e non è ancora del Cielo. E’ il luogo, forse, dove si scontano gli errori e si diventa migliori. Un limbo isolato…da dove si vede l’amore….

Il Cielo negli occhi di chi ci guarda con amore


domenica 11 novembre 2012

TI LASCIO FARE



Ti lascio fare.
Come un bambino
Per mano al papà,
cammino arretrata.
Ora affetto il mio passo
Ora mi fermo in ritardo.
Solo Tu sai
Dove stiamo andando.
Ti lascio fare.

Lungo il cammino
Cose e persone, vento e sole.
Mi distraggo per niente,
rallento incurante.
Ma Tu stringi più forte
E mi inviti a continuare.
Ti lascio fare.

Dove andremo non so,
che faremo non so,
ma da quaggiù Ti vedo:
il Tuo volto è raggiante.
La Tua stretta è soave ora,
e io cammino più calma.
Non capisco, Papà,
ma è con Te che voglio stare.
Portami dove vuoi:
Ti lascio fare.

Il Padre ci vede così...