Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

giovedì 28 giugno 2012

SCHIARITE

Vi capita di essere irritabili? oppure di essere pieni di dubbi su cosa fare in situazioni difficili? vi capita, insomma di sentirvi confusi e di non aver più nulla di chiaro in testa? Bhè, credo che succeda a chiunque. La vita è bella, ma non sempre sappiamo risolvere certi nodi che vengono fuori nel percorso. Non dobbiamo spazientirci o pensare che siamo dei buoni a nulla. E' normale non avere tutte le risposte: saremmo dei geni e già santi!
C'è Chi sa  invece cosa ci serve.
Quando mi sento così, corro nel mio angolino , fatto apposta per la preghiera e la meditazione; prendo il Vangelo, lo apro dove capita e leggo qualche riga o un brano intero. Poi faccio silenzio.
Do tutti i miei pensieri a Dio e Lui mi da in cambio tutta la Sua Pace. 
Come se fossi andata a bussare alla sua porta e Lui avesse aperto il Paradiso: entra per forza la pace.
Non penso più ai miei guai per 10 minuti o 15 o mezz'ora.
Rimangono in me le Parole Sante della scrittura e quella porta aperta. 
E' come una "schiarita" del cuore. Non si sentono voci o risposte. Ma alla mente sopraggiunge una pace inaspettata che mette tutto a posto e alla fine....arriva anche la soluzione ai dubbi e le preoccupazioni; alle quali non avreste mai pensato se...non fosse stato per quella "schiarita di Cielo".
Non ci credete? Provateci!

Dipinto mio sul muro delle scale..
...il Trompe l'Oeil che da pace

RECUPERO CALZE SMAGLIATE

Sicuramente avete calze smagliate e state per buttarle: non fatelo! Si possono fare tante cose con queste, basta ridurle a....filo per uncinetto!
Prendete la calza e tagliate via le parti rinforzate (punta, tallone, cavallo). Ora infilate la calza in un rotolo per filo terminato, come nella foto
, e cominciate a tagliarla a striscia, girando il rotolo (tipo a spirale) in modo che risulti tutta intera. Mano mano arrotolate il filo che viene fuori e non abbiate paura di tirarlo perché è resistentissimo.
Fatti i rotolini, uniteli fra loro possibilmente mettendo insieme calze dello stesso colore.
Ora siete pronte per lavorarlo all'uncinetto con maglie basse e alte.
Ci si possono fare fasce elastiche per i capelli, paglie per piatti caldi, cinture e chi più ne ha più ne metta. Basta un pò di pazienza nel tagliarle e non preoccupatevi se non viene una fascetta sempre dello stesso spessore: viene comunque bene.

GALLETTE ECONOMICHE

Stamattina avevo un avanzo di ricotta e spinaci (proprio un cucchiaio) di una ricetta fatta ieri. Così mi sono inventata una pasta che assomiglia alla sfoglia e che può servire sia per fare dei panzerotti ripieni, sia per creare gallette gustosissime senza nulla dentro che potrebbero fare da pane o da salatini per un aperitivo molto semplice ma buono.
Ingredienti:
4 cucchiai di farina 
1 cucchiaio di farina di mais
2 cucchiai di olio di oliva evo
1 pizzico di sale
acqua quanto basta per rendere morbido l'impasto
Si mescolano tutti gli ingredienti e si stende una sfoglia abbastanza sottile. Con uno stampo o un bicchiere si tagliano dei cerchi.
Se vogliamo fare dei panzerotti, basta mettervi al centro un cucchiaino di impasto per poi chiuderli a mezza-luna premendo bene sui bordi. Altrimenti si lasciano così. Ora si frigge il tutto in olio di semi.
Fatto! Buon appetito!

Qui ci ho fatto i panzerotti (avevo fatto anche le gallette ma i figli le hanno già mangiate!)

mercoledì 27 giugno 2012

ANNUNCIAZIONE


E’ buio. La finestra della stanza un po’ socchiusa . Le tende ondeggiano piano per il venticello lieve. Una luce indaco lunare fa intravedere sagome appena accennate di mobili e oggetti. C’è una strana quiete mentre la mente vaga fra un pensiero e l’altro ed una preghiera smorzata dal sonno che a tratti leva i sensi già intorpiditi.
 Poi una Luce intensa, tanto da appiattire ogni sagoma e trasformarla in bagliore accecante. Una voce suadente calma il timore del cuore e un calore forte scende a scaldare dentro ogni organo e il sangue che vi scorre.
Tutto in pochi minuti, neanche il tempo d’abituarsi alla Luce e tornare a vedere qualcosa…e “l’Angelo partì da Lei”. Silenzio di nuovo e una luce argentata sul viso. Rimangono i palpiti veloci del petto, una lacrima che scorre e il sorriso di chi serba già in cuore una grande notizia.
Beata, beata! Tutte le generazioni La chiameranno beata! Ma io che c’entro con Lei? Dove andrò a mettermi in questa stupenda storia di santità e perfezione? Lei è beata e io no. Il Cielo è lassù nella sua luce notturna argentata ma nessun bagliore mi visiterà, nessun calore per me che son nulla. Gli angeli non mi vedono e niente avranno da dirmi…
Non è vero fratelli! Spesso nella notte buia dei nostri problemi, che portano pensieri fumosi, offuscanti , pieni di dubbi e negatività, basta provare a far silenzio e recuperare una preghiera sincera nel profondo, ed ecco l’angelo di Dio arrivare con le sue Luci ad annunciare liete novelle.. Che la vita non muore, ma è appena iniziata, che Gesù si è già calato dentro di noi e si è fatto piccolino per non essere invadente. Che attende alimento dalla mia fede e speranza per diventare un Uomo potente al mio fianco.
Mi si rischiarano i pensieri e mi si illumina l’intelletto. Finchè all’improvviso l’angelo ispiratore se ne và, lasciandomi il sorriso, la consapevolezza di portare in grembo il Figlio di Dio per metterlo in braccio a chi incontro.
Come farò? Come dirò al resto del mondo addormentato che Dio li ama e che Gesù è qui con noi? Non mi crederanno, penseranno che sono pazza e che soffro di allucinazioni. E’ quello che Maria deve aver pensato quando l’angelo partì da Lei, eppure  in seguito fece tutto bene e risolse ogni problema. Perché parlò direttamente col suo piccolo Gesù, già perfettamente Dio dentro di sé. Ecco il suo primo tacito  insegnamento: di fronte ai piccoli o grandi problemi, possiamo sempre chiedere al vicinissimo Gesù e trovare risposta, anche se l’Angelo se ne è già andato.  Ma c’è un’altra cosa che Maria fece immediatamente: premurarsi di farsi Lei annuncio di Gesù! Ogni atto della sua vita, anche ora, volge a portare Gesù agli altri in un’eterna Annunciazione.
Così, che sia notte, o sia giorno o un pomeriggio grigio nella nostra vita e che la Luce di Dio ci rincuori in momenti felici o la pioggia del pianto ci affligga momentaneamente, non smettiamo di sentirci “in attesa”di Gesù. Grazie a questa speciale e dolcissima gravidanza, porteremo sempre la Luce dell’Annunciazione al mondo anche quando noi saremo nella penombra…e al “come fare” affidiamolo con amore, fede e speranza a Dio.
Questo farà di noi dei Beati… perché avremo creduto alle promesse fatte da Dio.
Proprio come Maria: nostra perenne Annunciazione. 



sabato 23 giugno 2012

INVITO A NOZZE: INVITO ALLA GIOIA




Da ormai sei anni partecipo alla preparazione delle giovani coppie in procinto di sposarsi. Mi fu proposto un così importante compito da Padre Giovanni che evidentemente quel giorno era distratto.
Scherzi a parte, queste serate con i ragazzi sono state molto costruttive soprattutto per me e devo sempre ringraziare il Signore che mi usa come una pedina approfittando anche della distrazione momentanea del parroco.
E’ bello entrare nella sala e trovare tante coppiette di ragazzi che si tengono per mano, si bisbigliano affettuosamente all’orecchio qualche parola o sorridono guardandosi senza parlare, complici di chissà quale pensiero già intuito al volo.
Divertente, poi, vederli diventare seri perché entra l’animatore della serata puntualmente osservato con timore e, diciamolo pure, come il produttore di futura noia!
Mi piace lasciarli pensare così per un po’ e vestire i panni della persona seria, un po’ per gioco, un po’ perché faccia più effetto la battuta iniziale fatta nel silenzio sospeso che si crea un attimo prima: “Ma credete davvero che il vostro sposo o sposa si presenterà il giorno del matrimonio?”….un momento di perplessità e poi ecco l’attesa distensiva risata .
Iniziare con la gioia per andare avanti nella gioia. Tutti i matrimoni iniziano nella gioia che nasce da svariati fattori: la festa che arriva; una vita nuova da programmare insieme e le mille cose che si vivranno uniti; la casa nuova; le cose che diventano “nostre” e non più mie o tue; il sogno di un figlio. Tutto condito da speranze fanciullesche di cibarsi d’amore dalla mattina alla sera per il tempo che verrà. Sì: la gioia iniziale è grande ed è vera. Il cuore di ogni essere umano vorrebbe che fosse sempre così e che nulla mai cambiasse, ma un fremito giunge all’anima, un dolore sottile e penetrante come una lama affilata: la paura che non potrà essere così a lungo.
Come alla vista di un nuvolone lontano, si avverte la pioggia, le lacrime e la perdita del Sole nostra fonte di vita, come l’Amore. In un tale momento di gaudio, non si osa dirlo neanche a se stessi, ma il pensiero rimane nel cuore. Dio lo sa, lo vede e lo sente e non vuole restare a guardare. Vuole da subito proporci una grande speranza: Se Stesso.
Il mio compito, quello di Padre Giovanni e degli altri animatori è dare a questi giovani ed entusiasti figli, l’arma giusta per mantenere vivo l’amore nel loro matrimonio e, perché no, nella loro vita. La più potente arma che ci sia, che è questa Speranza.
Gesù fa il suo primo miracolo a una festa di nozze: Le nozze Cana! Come sappiamo, durante i festeggiamenti viene a mancare il vino e Maria (anch’essa invitata) accortasi dell’imprevisto, chiede ai servitori di portare a Gesù delle grosse giare colme d’acqua e di fare come Lui dice. Gesù ubbidisce a Sua Madre: trasforma l’acqua in vino e tutti lodano il padrone di casa perché il vino servito in quel momento è il più buono mai bevuto.
Questo miracolo di Gesù pare insignificante a una prima lettura, ma non è così. Gesù si presenta come Colui che porta il vino, simbolo della festa, della gioia e in particolare di una Festa d’Amore quale può essere l’inizio di una Vita insieme. Nel corso del nostro matrimonio può, in effetti, capitare che quel nuvolone arrivi e che piova su di noi qualche contrarietà o la monotonia inevitabile che annacqua l’amore. Finché tutto sembra diventare insipido e senza colore. A quel punto la nostra Mamma del Cielo, come tutte le mamme, se ne accorge per prima e chiede a Suo Figlio di cambiare le cose. Noi dobbiamo, anche se arreca fatica, prendere tutta questa pesantezza della vita, tutto questo squallore e, con coraggio e speranza,portarlo a Gesù affinché lo trasformi in qualcosa di buono. Ecco allora che la gioia si recupera. Non una gioia qualsiasi, ma una soprannaturale: è il vino di Dio!  Una gioia irresistibile, tutta nuova e inscalfibile.
C’è però qualcosa da non trascurare: che Gesù era stato invitato dagli sposi! Se non s’invita da subito a entrare nelle nostre nozze e in ogni momento della nostra vita, Lui non invaderà di prepotenza le nostre esistenze. Gesù è un Signore, in ogni senso, e non s’impone su nessuno, neanche se si tratta di proporci il suo amore.
Il nostro cuore lo deve volere ardentemente: quella sarà la Partecipazione di Nozze che arriverà immediatamente al cuore di Dio, invitandolo a vivere con noi.
Qual è allora il compito di noi poveri servitori di Dio che ci accingiamo tutti gli anni a tenere i Corsi Pre-Matrimonali? Solo quello di suscitare un desiderio ardente in questi innamorati a volere in casa propria l’Amico più caro che un uomo potrebbe avere: Gesù.
Ci permettiamo, così, di iniziare con una risata per presentare Colui che vuole essere Gioia Infinita. Per questo motivo speriamo che tutte le coppie vogliano concederci qualche attimo per far loro questo regalo di Nozze.
Un “Brindisi” , allora, alla vostra Vita d’Amore…vera Salute!




UNA GAMBA DI DIO


Il sabato è stato fatto per l’uomo e non viceversa.Come dire che la vita è stata fatta per l’uomo e non il contrario. Come un vestito molto prezioso, studiato e cucito per una persona in particolare: taglia, modello e colore adatto a lei. Tutto per renderla bella e gradevole. Quale pazzo si metterebbe a cucire un vestito per poi creare in vitro una persona adatta a metterselo?
Così è la vita che Dio ha creato per noi: bella, con luoghi adatti per la nostra sopravvivenza, ottimi cibi, tutto per noi! Sta a noi trattarla per quello che è: un dono prezioso da custodire e di cui avere un gran rispetto. Senza scordare però, che tutto ciò che appartiene alla vita è solo il “vestito” della mia esistenza. Il mio spirito è la cagione della mia vita; ed è per questo che è da considerare il più importante.
Dovrò quindi curare maggiormente quel che rappresenta la VITA VERA: lo spirito. Altrimenti il mio passaggio su questa terra sarà uno squallido collezionare cose inanimate. Prima vengono le persone, poi tutto il resto.
A darmi conferma di ciò, la mia esperienza in vacanza: al mare c’erano ben due signore senza una gamba. Le guardavo muoversi a fatica ma efficacemente sulla spiaggia, passando dalla sedia a rotelle all’asciugamano o dalle stampelle alla riva del mare a giocare con i figli a far castelli di sabbia. Le osservavo e pensavo: “Come mi sentirei senza una parte di me?”Poi, riflettendo meglio ho realizzato che in verità non avevano perso una parte si sé perché non è nelle membra che risiede il vero “io”. E vista la loro serenità e perseveranza nel vivere normalmente, mi è venuto spontaneo concludere che forse Gesù aveva loro fornito una forza in più…
Ho guardato le mie gambe realizzando improvvisamente quante innumerevoli cose potevo fare essendo fisicamente integra, ma allo stesso momento mi sono sentita rasserenata all’idea che Cristo interviene sulle nostre debolezze regalandoci la sua forza. Molto più di questo però, ho compreso quanto sia vero che ciò che conta davvero e che ci tiene in Vita risiede dentro di noi e non può essere intaccato dal deterioramento fisico e che tutti noi in fondo camminiamo per il mondo con una sola gamba nostra e…. con una di Dio.
Solo allora possiamo considerarci delle persone “in gamba”!





martedì 19 giugno 2012

NON ABBIATE PAURA

Questa è la frase dell'angelo che le donne incontrano quando vanno alla tomba di Gesù e la trovano vuota.
Abbiamo paura della morte. Abbiamo paura anche della resurrezione. Come quelle donne. Paura di ciò che non si conosce e che sembra solo promettere dolore o qualcosa di simile.
Ma c'è una cosa che mi colpisce: siccome avevano paura, quelle donne tornarono a casa e non dissero niente. Ecco il punto.
Quando abbiamo paura desideriamo ardentemente trovarci subito in una situazione di stasi, dove non ci possa accadere niente. Vorremmo solo essere lasciati in pace. 
E' ciò che accade! Se abbiamo paura ci paralizziamo e facciamo in modo che non ci accada niente. La paura paralizza la vita.
Eppure l'angelo è ancora la che ci dice: "Non abbiate paura!", come lo diceva anche Giovanni Paolo II! Perché se non hai paura, forse ti ritrovi sì a soffrire un po' e magari ti sembrerà di morire, ma con sorpresa scoprirai che quella "morte" sarà solo la porta della tua Resurrezione e quella di molti altri.
Se le donne non avessero avuto paura, avrebbero raccontato la bella notizia che Gesù non era più fra i morti, ma fra i vivi!
Così oggi noi, se lasciamo da parte la paura e portiamo la stessa bella notizia ai fratelli, magari passeremo per rispostacce, insulti e delusioni, fino a sentirci finiti e falliti, ma sarà proprio da quella porta che entrerà la resurrezione! E tanti fratelli si sentiranno consolati, riappacificati e speranzosi.
Tutto perché non abbiamo avuto paura.
La paura blocca l'amore. Se non abbiamo paura di dare, di lasciarci "masticare"come del buon pane, allora ci sarà più amore intorno a noi, più forza, più speranza.
Gesù si è lasciato e si lascia mangiare, non ha paura "da chi"...sa che solo cibandosi di Lui, entrerà Luce in noi. Così dovremmo fare noi....
Non abbiate paura! Facciamolo insieme, aiutandoci quando sarà più difficile.
Parlate dell'amore di Dio per ognuno di noi.

giovedì 14 giugno 2012

FIGLI



Grazie Maria per i miei figli e per il loro sorriso

FUNZIONI SPECIALI DI UN'AUTO

Primi giorni di bel tempo. La Primavera, finalmente, fà capolino. Decido di andare a fare una salubre passeggiata. "Non esco quasi mai"-mi dico-"sempre chiusa in casa a lavorare; oggi che c'è il sole conviene uscire e magari approfitto e vado a comprarmi una camicetta estiva, visto che nel mio guardaroba ormai, ci sono solo stampelle vuote."
Pensando così al triste spettacolo di quell'armadio, mi convinco in modo risolutivo e, presa la borsa esco come colta da una folgorazione.
Sì, oggi mi distendo: passeggerò per almeno un'ora sulla via principale della mia città, senza un pensiero per la testa. Una volta tanto, voglio sentirmi libera e senza una cosa precisa da fare.
E' così che mi ritrovo a camminare spensierata e sorridente con un crescente senso di libertà e allegria. Di riflesso si fà strada in me un incalzante e irrazionale affetto verso ogni persona che incrocio. 
La vita mi sorride, perché mai non sorridere alla vita?
Col mio passo rilassato e l'aspetto bonario che intravedo sulle vetrine alle quali mi fermo, devo sembrare una persona gradevole.
In questa ottima predisposizione verso il prossimo, la natura e qualsiasi essere vivente, entro fiduciosa in molti negozi e provo vestiti che so già non mi andranno bene, per via della taglia introvabile (sono un puffo!). Ma al contrario del solito, la cosa non mi indispettisce per niente. Ho deciso che questa sarà una giornata positiva.
Trascorro in questo modo tutta la mia meritata ora d'aria, fino a che mi ricordo della realtà e butto un'occhiata all'orologio: è tempo di tornare a casa!
Col mio sorriso ormai incancellabile, m'incammino verso l'auto, totalmente soddisfatta dei miei acquisti e ricreata dalla  tranquilla passeggiata.
Entro in macchina e sono costretta ad accorgermi che non posso uscire dal parcheggio in quanto ho un'altra auto ferma dietro la mia. La qual cosa non mi smonta per nulla. 
Quella dove mi trovo è una delle vie più trafficate della città e in genere trovare dove lasciare l'auto è un'impresa ardua. Sarebbe più facile e comodo raggiungere il Polo Nord a piedi con i tacchi alti.
Nutro perciò molta comprensione per coloro che percorrendo tale via dopo le 10 del mattino si trovino con l'impellente bisogno di fermarsi 10 minuti ad acquistare un paio di calze o un pacchetto di sigarette.
Solo i mattinieri come me possono sperare di trovare un parcheggio decente per l'auto, senza doverla smontare e metterla in borsa o buttarla così com'è nel Tevere.
Quindi, sulla linea del "voglio bene a tutti", non mi scompongo per niente e con massima serenità provo a fare qualche piccola manovra nell'improbabile tentativo di uscire ugualmente senza dover ricorrere al suono del clacson per chiamare il proprietario dell'auto in seconda fila.
Dopo otto tentativi acrobatici prendo coscienza che non potrei mai uscire da quel posto senza distruggere uno sportello, un cerchione o la fiancata delle auto che mi circondano, oltre a dover rigare tutti i lati della mia.
Non tengo molto allo specchietto di sinistra, potrei anche lasciare che si stritoli sulla carrozzeria dell'auto verde che mi giace accanto, ma lascerei molti vetri rotti in terra e ciò non è educato.
Mi ritrovo con le spalle al muro: devo usare il clacson!
Assolutamente calma, ma dispiaciuta per il disturbo che arrecherò con quel suono, dò un paio di timidi colpetti al clacson e aspetto cercando qualcuno che arrivi correndo.
Nulla.
Ripeto la sofferta operazione, sempre più rammaricata per quel fastidioso rumore, ma la calma pervade tutto il mio essere: non sono affatto spazientita.
Finalmente, guardando nello specchietto retrovisore, noto una ragazza appena uscita da un negozio che si sta tranquillamente dirigendo verso l'auto in questione. Porta degli occhiali scuri e sulla bocca mi pare di vedere un ringhio: non mi sembra molto conciliante.
Mi scende il sorriso e si affaccia in me un flebile tentativo di sgomento. Ma non gli dò peso.
Vedo ora che la fanciulla dice qualcosa in modo concitato, presumo nei miei confronti...così mi sforzo di leggere il labiale e capisco che mi sta dicendo: "Ci esce!"
Cosa ci esce? penso nella mia candida ingenuità da turista per caso di quella via. Non colgo bene il senso, perciò la guardo sicuramente con un'espressione ebete che fà imbestialire la suddetta donzella. Infatti lei sente incalzante il bisogno di esprimersi meglio usando anche una evidente gestualità  e ripete urlando: "Ci esce! Non lo vede che ci esce lo stesso?"
La osservo meglio e comprendo che è decisamente alterata, la qual cosa, più che farmi arrabbiare mi stupisce. Ecco perché la mia mimica facciale deve risultare sempre più idiota e irritante per la signorina che mi sta sbraitando contro.
La poveretta non sa che aleggiavo in sentimenti fiabeschi di positivismo e non può indovinare che sto venendo giù da quello stato con una certa velocità e grande meraviglia.
Non appena atterrata nella realtà, ho un gesto istintivo: chiudermi dentro con la chiusura automatica. Subito dopo faccio un trascurabile tentativo di difesa dicendo con la mimica e la voce che è impossibile uscire da un tale incastro.
Mentre studio le sue reazioni scopro quanto sono contenta che in Italia ci sia ancora bisogno del porto d'armi per tenere una pistola con sè, perchè forse tale legge oggi mi ha salvato la vita: non voglio pensare cosa sarebbe accaduto se la mia stravolta interlocutrice ne avesse avuta una.
Dopo alcuni momenti di suspence nei quali mi sale il dubbio che mi vogliano fare del male, la "ben"predisposta ragazza entra furiosamente nella sua auto e mentre fa questa sudata retromarcia di ben mezzo metro, la scorgo sbraitare e urlare scompostamente, immagino contro la sottoscritta.
Sono troppo sconcertata per arrabbiarmi, ma devo riconoscere che mi viene da piangere.
Mentre torno a casa completamente smontata dal mio ottimismo sfacciato, rifletto sull'accaduto e mi chiedo insistentemente cosa, la signorina, voleva io facessi.
Guardo bene fra i vari pulsanti che ho sul cruscotto e vicino alla radio, li scruto accuratamente approfittando di un semaforo rosso, ma non trovo niente che assomigli alla funzione "salto in verticale dell'auto".
Non avendo questo optional nella mia povera utilitaria, non si spiega come la gentil creatura sosteneva che io potevo uscire comunque.
Ma ci deve sicuramente essere un'altra spiegazione, una diversa da quella che mi si affaccia alla mente insinuandomi che le persone si odiano fra di loro gratuitamente. No, no, non voglio pensarlo.
Domani andrò in un auto-salone della Wolswagen e pretenderò che mi mettano questa funzione nella mia auto.
Sì, lo farò. 
Con questo pensiero, torno a sorridere, accendo la radio, mi rimetto gli occhiali da sole e.....lascio la chiusura automatica innestata...
La mia utilitaria con...l'optional

lunedì 11 giugno 2012

PELLEGRINAGGI IN "CASA"

Pensavo al fatto che molte persone vanno volentieri nei luoghi dove ha vissuto una persona famosa.
Per esempio in Austria sono andata nell'appartamento che era di Mozart e mi sono molto emozionata. Camminavo a rallentatore guardandomi in tutte le direzioni e toccando le pareti. Osservavo la sua poltrona, trattenendo la tentazione di sedermici.
Credo che un pò tutti abbiamo questo istinto quasi fanciullesco di "toccare" per sentire quel che sente l'altro; di vedere quello che vedeva l'altro. E' una sorta di ricerca dell'immedesimazione dell'altro.
come se riuscire a infilare i panni di quella persona, ce la potesse far capire meglio o renderla più vicina a noi. 
In fondo è così. Soprattutto se si ama quella persona, si desidera mettersi quasi al suo posto, entrando in qualche modo dentro di lei, per vivere ciò che lei vive. Vogliamo essere partecipi, sapere tutto, o comunque tutto ciò che conta sapere per capire il cuore di quella persona.
Pensando poi a Gesù, mi viene sempre in mente il momento della sua nascita e come mi sarebbe piaciuto esserci; vederlo, prenderlo in braccio, baciargli il visetto, guardare i suoi genitori cosa facevano...trovare oggi la grotta.
Sembra tutto irraggiungibile, invece con Lui non lo è! 
Ci ho riflettuto molto. Lui è l'unica Persona al mondo che ci consente di rimettere i piedi dove Lui li ha messi, che ci permette di passare per dove Lui è passato, di sentire ciò che Lui ha detto e...persino di accarezzargli il viso. 
Quando io amo chi non mi ama più, io sono sulle orme di Cristo. Quando soffro per gli insulti o un male fisico irrimediabile e mi è difficoltoso camminare perché qualcosa mi pesa addosso, sono sulla via del Calvario. Quando sono scoraggiata e qualcuno mi parla di una speranza nuova, sono accanto a Lui. Quando mi consegnano l'Ostia in mano, sto accarezzando Gesù e quando la porto alla bocca, con un misterioso bacio, ecco che mi ritrovo dentro di Lui a vedere con i Suoi occhi, sentire con le Sue orecchie....amare col Suo cuore.
E' un "pellegrinaggio"quotidiano. Un pellegrinaggio che mi porta nei luoghi di Dio senza uscire di casa, ma anzi....che mi porta alla mia vera casa: quella del Padre.
Con Gesù, la vita, è semplicemente meravigliosa!




sabato 9 giugno 2012

TORTA COCCO, CACAO E CUORI

Oggi mio figlio voleva fare una crostata con l'interno più morbido e cremoso, ma senza marmellata, così, dopo tante ricerche su libri vari di cucina...ho deciso di inventarla. E' venuta buonissima! Perciò ecco la ricetta e la foto:
Per la base:
6 cucchiai di farina
5cucchiai di farina di cocco
5 cucchiai di zucchero
1 uovo intero
100 gr di burro
Impastare bene gli ingredienti insieme e se occorre aggiungere un pò di farina. Mettere in frigo per 10 minuti e intanto fare la farcia.
Per la farcia:
1 cucchiaio di cacao in polvere
1 busta di preparato per budino al cacao
1/2 bicchiere di latte
2 cucchiai colmi di panna da cucina.
Si mescola bene tutto.
Ora imburrare bene una teglia media sui 23 cm di diametro e si fodera con l'impasto della base. Versare subito sopra la farcia al cioccolato e terminare decorando con gli avanzi del composto di base tagliato a forma di cuoricini.
Mettere in forno a 180 gradi per 45 minuti.
Lasciare raffreddare un pò in forno e un pò fuori.
Eccola qui!


venerdì 8 giugno 2012

COME CUCINARE MANICARETTI

Quando vi dovete mettere per l'ennesima volta ai fornelli e non vi và, o non avete fantasia o siete stanchi, fate un pensiero molto semplice che vi vado a illustrare.
Chi consumerà quel cibo? sono forse il marito, i figli, i nipoti, amici? bhè, questo è vero a metà.
Nell'altro, chiunque esso sia c'è una parte divina, c'è Gesù stesso e non perché me lo sono inventato io, ma per quel che ha detto Gesù: "Quel che farete a uno di questi piccoli, l'avrete fatto a Me"
Se siamo coerenti e ci crediamo, allora nell'amico, nel marito, nel figlio, c'è Lui.
Ora io vi chiedo: Se venisse a pranzo il Figlio di Dio, che cosa cucinereste? Con che animo lo fareste? Quale cura mettereste nella preparazione di un piatto o della tavola stessa?
Rispondetevi da voi, non occorre che ve lo dica io.
Ecco, fratelli, tutte le volte che vi sentirete demotivate nell'accostarvi ai fornelli e tentati dal lasciarvi trasportare dalla routine,...ricordatevi che state aspettando Gesù per pranzo o cena!
Vedrete che manicaretti vi troverete a inventare!!
In quel piatto, per quanto semplice sia, ci sarà un amore umano e un amore divino; darete da mangiare ai vostri cari, un ingrediente insuperabile:  l'amore.
Quando cucino così, anche la pasta bianca riscuote un notevole successo e mi sento domandare:"Ma che cosa ci hai messo?"
Non ci credete?.....fatelo voi.


giovedì 7 giugno 2012

SE NON RITORNERETE COME BAMBINI



Perché le persone non sono più semplici? Perché andare a cercare un modo “adulto” di comportarsi? Forse perché così possiamo stare al mondo, possiamo stare al gioco e resistere in un ambiente tanto invecchiato, smaliziato e disilluso?
Allora voglio essere una bambina.
Voglio ascoltare gli altri parlare e capire solo quello che stanno dicendo senza chiedermi se avessero voluto dire altro o se mi stessero prendendo in giro: problemi non miei.
Voglio guardare in volto le persone con sguardo limpido e cercare nei loro occhi il profondo della loro anima. Tirar fuori così la loro sincerità se ci riesco e se non fosse possibile, continuare a guardarli con amore.
Voglio sorridere a tutti, anche e soprattutto a coloro che non mi considerano per scoprire se sanno ancora fare un sorriso.
Non voglio fare discorsi complicati, perché non mi piacciono. Esprimere i miei pensieri in modo lineare, semplice, comprensibile a tutti per non tagliar fuori nessuno dal mio universo.
Voglio seguitare a credere che tutti sono propensi al bene e che questo vincerà comunque.
Voglio fare come i bambini che accolgono il prossimo con le manine aperte, lo sguardo pulito e un sorriso sulle labbra, perché non c’è altra maniera per “accogliere” il prossimo.
Voglio tornare bambina da qui, da dove sto, dalla mia condizione di adulta che sa bene come nel mondo ci sia malizia, malvagità e disperazione; perché voglio riiniziare da me a cambiare quel che posso di un mondo triste e malato.
Sarà più faticoso, sarà come rinascere da un punto diverso, ma sento che si può fare. Andrò incontro a dolore e delusione ma mi appellerò alla mia esperienza di adulta per non buttarmi giù o singhiozzare.
Sarà un’impresa ardua, ma ho sempre voluto fare qualcosa che contasse davvero in questa mia esistenza e trovo che questa fatica…ne valga la pena.
Tante brave persone lottano e hanno lottato per un mondo migliore dando persino la vita per questa nobile causa. Le ho sempre ammirate e ho segretamente desiderato diventare in gamba come loro.
Improvvisamente ora comprendo che per essere “grandi”, occorre essere “piccoli”; ed essere piccoli comporta virtù da grandi!
Improvvisamente comprendo quanto sia vero e concreto che per essere un “grande nel Regno dei Cieli, bisogna tornare bambini” qui e ora stesso.
Perché il mondo, se è malato, ha bisogno di salute, se è malizioso, gli manca la purezza, se è falso, necessita di sincerità e se soffre per mali di ogni genere, dobbiamo fornirgli bene di ogni genere in quantità cospicue!
Questa bella lotta, per quanto dura sia, ci farà entrare in quel Regno dei Cieli che si manifesterà in mezzo a noi, nel profondo del nostro cuore, quando ci sorprenderemo a far sogni da bambini, ad agire come bambini e a trattare gli altri come farebbe un bambino. Un Regno dove la pace resta anche nel dolore più acuto, dove le lacrime sono raccolte dal Padre per farne diamanti sulla nostra vita, un Regno che non ci sarà tolto da nessuno.
Ecco un altro buon motivo per ritornare bambini: entrare in quel Regno di gioia e aiutare gli altri a entrarci con me.



sabato 2 giugno 2012

BARBARA ANN....di mia figlia!


Questa è mia figlia che canta a varie voci e suona! Anche nel fotomontaggio è lei! e anche il fotomontaggio è suo!!!