Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

lunedì 30 luglio 2012

IL ROSARIO SPARATO

( Dolci vecchiette a sorpresa-Come fare un rosario in meno di 7 minuti-Invidiabile forma fisica delle oranti, me esclusa)

Questa mattina mi sono recata a Messa col gioioso desiderio di arrivare in tempo anche per la recita del Rosario pensando: "Oggi non lo farò da sola, ma in compagnia di quelle dolcissime nonnine sempre pronte a far scorrere i grani della corona nelle loro stanche e ruvide mani."
Tutto procede nel migliore dei modi perché arrivo in Chiesa proprio mentre stanno sistemando il microfono per iniziare col segno della croce.
Le nonnine oggi sono solo due e mi dispiace rimanere in disparte come mio solito; quindi prendo entusiasmo e mi avvicino a quella che mi sembra avere più difficoltà: colei senza microfono. Eccomi pronta a interpretare il ruolo del "pubblico che  risponde".
Sono molto serena e soddisfatta di me e, tutta presa da sentimenti di fratellanza e amore, tiro fuori dalla borsa con grande cura la mia corona preferita: quella violetta regalatami da mia madre in un piovoso giorno in Vaticano.
Mentre lo faccio e già i ricordi mi stanno cullando altrove, la recitazione del Rosario inizia come se qualcuno avesse dato il "Via!"con una pistola da starter.
Qui i centometristi non ci sono, ma ci sono due nonnette che darebbero del filo da torcere ai suddetti.
Sto cercando di agguantare la pallina del Padre Nostro, ma non so come, siamo già arrivati alla terza Ave Maria, così mi adeguo ed inizio anche io a rispondere alle preghiere.
Mi rendo subito conto che la centometrista accanto a me ha una tecnica tutta sua nell'insediarsi col "...Santa Maria, Madre di Dio.."non appena l'altra termina la sua parte. E' una tecnica decisamente interessante basata, penso, su anni di studio. Trattasi di un elemento di sorpresa che lei si gioca sugli altri esseri umani indifesi e all'oscuro di tali studi accurati.
Fatto sta che non riesco mai ad attaccare quando attacca lei. Lei ci riesce sempre prima gettandomi un'occhiata vispa accompagnata da uno strano luccichio degli occhi, come volesse deridermi o perlomeno vantarsi del fatto che non la prenderò mai.
Ma forse è solo la mia immaginazione.
Mi concentro sulla statua della Madonna e cerco di riacciuffare almeno il mio raccoglimento, visto che la nonnina è fuori dalla mia portata.
Dico le Ave Maria come so, cercando ogni tanto di recuperare in velocità come uno che non si è mai allenato, creando un effetto audio simile a un disco mandato troppo in fretta. Noto , tra l'altro, con stupore, che mi serve prendere fiato e perciò non posso fare a meno di perdere alcuni istanti necessari per l'entrata dell'aria nei polmoni. Dico "stupore" perché è ormai ovvio che le signore non ne hanno bisogno!
Hanno quarant'anni più di me e sono in grado di recitare un'Ave Maria in apnea, con voce forte e sicura, a una velocità da record olimpico!
Come si saranno nutrite le dolci nonnine?
Sono io anemica o sono loro ad avere dei super-poteri?
Fra le due è una botta e risposta notevole e gli attacchi di frase una all'altra sono così stretti da mettere paura, tanto che istintivamente ogni tanto salto e mi volto a guardarne una e poi l'altra.
Mi sento in mezzo a due fuochi, e onestamente comincio ad assomigliare più a una che assiste a un set di tennis che a una fedele che parla con Maria!
Anche se cerco di raccogliermi disperatamente in preghiera, fra gli attacchi a sorpresa e le corse senza fiato, c'è materiale sufficiente per distrarsi.
Il mio stato d'animo alterna ilarità e spazientimento..
Arrancando (solo io!) si giunge alle Litanie.
Mi ritrovo a dire "Prega per noi.."come uno che ha scalato il Monte Bianco di corsa durante una tempesta: sono in iperventilazione!
Inspirazione e espirazione si sono totalmente imbrogliate durante le ultime preghiere: il ritmo respiratorio è ormai compromesso, forse per sempre.
Il segno finale della croce potrebbe essere l'ultimo che faccio, almeno è quella la sensazione che avverto li per li; ma in fondo ho solo quarant'anni e sono convinta che ce la posso ancora fare.
Incredibile, ma le due dolci nonnine non ansimano per niente: sono in ottima forma e se ne andranno sulle loro gambe!
Invece io devo restare seduta ancora una mezz'oretta per ristabilire il mio equilibrio fisico.
Pregare dovrebbe tenere in buono stato l'anima, ma oggi scopro che potrebbe essere anche uno splendido e alternativo modo di allenare il fisico a livelli agonistici.
 Chi resiste si ritroverà su un podio!

La Super-Nonnina di "Cappuccetto Rosso e gli insoliti sospetti"


domenica 29 luglio 2012

UN EVENTO

( articolo scritto due anni fa)

Dopo trentacinque anni che dipingo, alternati da lunghi periodi di pausa, due mesi fa, mi ritrovo seduta a firmare un foglio dove si dice che parteciperò a una mostra pittorica per strada. Ebbene sì! Prendo questa folle decisione di esporre i miei quadri! Un po’ per gioco, un po’ perché voglio che i miei figli godano della mia allegria e un po’ perché voglio che da me imparino anche a combattere per ciò in cui credono.
Eccomi allora, a trasportare quadri e ad appenderli al mio stand con grosse difficoltà!Mi accorgo subito di essere alta quanto un puffo e in seguito di avere bisogno dei bicipiti di Iron Man. Meglio se riuscissi a procurarmi le ragnatele di Spider Man e soprattutto, sotto il sole mi cade in terra la pressione per cui devo mettere i miei figli a cercarla urgentemente. Questo perché la mostra è all’aperto, vicino al lungo mare, nel tardo pomeriggio, nei giorni più roventi di tutto l’anno: quelli in cui se ti fermi sull’asfalto con i tacchi, affondi fino alla caviglia!
La cosa, tuttavia, mi entusiasma e affronto barcollamenti e cadute dei dipinti sugli stinchi con grande coraggio e allegria. Convinta nel profondo di essere lì anche per qualche altro motivo! Sì, perché nella vita, se ci si mette a disposizione di Dio, tutto Lui usa di noi per portare la Sua luce.
Rallegrata ancor di più da questo pensiero, mi metto seduta e osservo le persone che “osservano”i miei quadri. Non passa neanche un’ora che mi ritrovo, non so bene come, a parlare di Spirito Santo e di santità con alcuni colleghi. “La Santità è un diritto! Noi abbiamo tutti il diritto di essere separati dal male e uniti al Bene per l’eternità!”. Mentre dico queste parole, si affolla più gente alla mia panchina e tutti dicono la loro, ma senza astio, senza litigio, solo per ascoltarsi.
Mi sembra davvero un miracolo in vari sensi: anime in cerca del Signore che riescono a discorrere senza attaccarsi, che espongono i loro dubbi senza rischiare di sentirsi criticati e poi le parole che mi escono che sento per la prima volta anch’io e che in seguito andrò ad appuntare su un notes perché è evidente che non le ho pensate io! Gli sguardi degli interlocutori che si accendono di speranza mentre indovino il loro pensiero: “Allora Dio vuole anche me! Mi ama e mi aspetta!”
Tutto è un evento!E’ un evento star lì seduti a parlare con degli sconosciuti e sentirsi come in famiglia. E’ un evento vedere le anime mettersi a nudo e poter dare loro la carezza del Padre. E’ un evento ascoltare il fratello dire che qualcosa nel suo cuore è più chiaro o che avverte una nuova serenità. E’ un evento confessare che i miei quadri sono angoli della mia anima che espongo nella speranza che qualcuno ci trovi Dio. Cosa non è un miracolo in tutto questo?
In seguito il fratello che non hai mai visto, ti presta i suoi venti centimetri in più di altezza e ti attacca un quadro. Mentre tu presti i tuoi occhi e la schiena ancora quasi giovani per fissarne uno troppo in basso al vicino in difficoltà. E’ un evento! L’evento che attende il Padre da noi: di amare l’altro come te stesso.
Pare tanto difficile e pare strano ciò che dico, ma s’inizia da cose semplici, mettendo per primo Dio.S’inizia da Maria e si passa a Marta con un santo ordine mentale. Qualsiasi cosa vogliamo fare nella vita, dovremmo iniziarla con la preghiera, con l’osservare Gesù in quel che dice e che fa, col meditare quel che ha detto e fatto per poi dire e fare le cose che vogliamo.
In questo modo faremo grandi cose, anche più grandi di quel che ha fatto Gesù, perché avremo dalla nostra parte lo Spirito di Dio e tutto diventerà un evento davanti ai nostri occhi ancora increduli. Vedremo che è possibile amarsi e lo faremo! Metteremo in pratica ciò che Gesù sogna, anche quando staremo mettendo in pratica un nostro sogno!...E’ questo il vero Evento del quale volevo parlarvi!
Il progetto di Dio è fattibile e sta alla portata delle nostre fragili mani. Che segno deve mandarci ancora Dio? Ogni nostro giorno è utile per realizzarlo..allora facciamo di ogni giorno un grande Evento e dipingiamo sopra di noi il Cielo che tanto cerca il nostro cuore.

Il mio stand!





  

sabato 28 luglio 2012

LA FELICITA' è IL BENE



...e l'amore per l'altro è più del riposo...comunque il mondo, va proprio letto a testa in giù!

INDIFFERENTI,SENZA UNA RAGIONE


Mi hanno odiato senza una ragione….non c’è parola del Vangelo che non diventi improvvisamente nostra. Quando meno te lo aspetti ti ritrovi a sussurrarla guardando distrattamente in terra, come se avessi trovato il bandolo della questione, come se avessi ritrovato il perché della vita. Solo le parole di Dio possono far ritrovare un senso a tante sofferenze impossibili da descrivere a chiunque. “Senza una ragione”…così ci si sente quando non fai che amare e cercare la felicità degli altri e ti ritrovi insultato, frainteso, ostacolato, criticato…ignorato come se non fossi davanti ai loro occhi. Eppure l’unica cosa che vuoi è vivere nell’amore e dare amore copiosamente imitando Cristo così come puoi.
Odio non è solo il meditare offese e rispostacce verso il prossimo. Odio diviene anche l’indifferenza nei confronti di chi ti ama. Gesù dice che non gli piacciono i tiepidi e che chi non sta con Lui sta contro di Lui. E’  questo l’odio anche: non avere fegato per prendere le sue parti, per prendere le parti di chi ti sta amando o non sprecarsi a dimostrare questo amore perché lo si ritiene una cosa troppo faticosa da fare o forse “scontata”, troppo scontata per dimostrarla ancora! Ancora devo amare e buttar via le mie forze con questa persona che conosco da tanto??ancora? non lo sa a memoria che io l’amo? Che altro devo fare? Ormai posso anche ignorarla e non dire una sola parola per mesi!
Anche questo è odio in fondo. Amare è fatica, è attenzione continua per tutti coloro che Dio mi presenta. Non abbiamo il cuore a scomparti o come un cassettone! Non ci sono solo alcuni cassetti e poi basta: non c’è più posto! No! Siamo figli dell’Eterno e dell’Infinito, perciò il nostro cuore può contenere tanto amore quanto me ne manda la vita, magari di livelli diversi, ma come fratelli posso amare tutti!un cuore tanto piccolo e insignificante capace di contenere l’Infinito! Questo già dovrebbe dimostrare ai più scaltri filosofi l’esistenza di Dio! Ma lasciamo perdere. Il fatto è che amare è un impegno, una fatica e non si fa…
Così ti ritrovi a fare pensieri che non danno alcuna pace, del tipo: “Forse mi merito questo…forse sono i miei antichi sbagli che Dio ancora non mi ha perdonato…Forse mi ha perdonato ma ora devo patire questo perché comunque è il prezzo..forse ho sbagliato tutto nella vita e non c’è niente che si salvi di ciò che ho fatto..” Tutto può essere, ma niente dà pace e perciò in nessuna di queste supposizioni c’è Dio. Mentre già scende la prima di molte lacrime, una persona fuori dal contesto ti dice: “Mi hanno odiato senza una ragione…” e ricordi che solo Gesù ha parole di vita eterna. E’ vero: è senza ragione! Alzi allora lo sguardo e vedi quello dei tuoi figli dove c’è un Cielo azzurro illuminato dal sole e capisci che in quel momento  nei tuoi occhi ci sono solo le nuvole e che in fondo in fondo dietro alle nuvole c’è quel Cielo assolato.
Forse sono davvero le colpe passate, e probabilmente non c’è niente di più giusto che pagare per le stesse finchè si è in tempo. Ma se hanno odiato Cristo senza una ragione, perché mai penso di esimermi da una tale sorte io?E se dietro a quella incomprensione e a questo disamore  crescente verso di me, c’è quell’azzurro di Dio…allora può anche piovere ora: pulirà il mio Cielo dalle nuvole…e chissà che dopo non venga un arcobaleno…



giovedì 26 luglio 2012

NEI PANNI DEGLI ALTRI


Oggi sono successe un paio di cose che mi hanno fatto meditare e giungere a una conclusione che vorrei comunicare a più persone possibili.
Penso che tutti abbiamo una croce: un malanno, una marea di pensieri che ci angosciano. La carenza del lavoro. Le problematiche dei familiari anziani che ci pesano sia fisicamente che moralmente. L’idea che i nostri figli si ritrovano in un mondo dove amore ce n’è ben poco, a prima vista. E tante altre cose che portano dolore e difficoltà alle nostre giornate.
Lo penso sempre quando guardo in volto le persone. Alcune sono corrucciate, altre solo serie e tristi, altre..sorridono ugualmente. Ma tengo sempre presente che ognuno ha i suoi problemi nel corso della giornata.
Li guardo e penso a loro come a dei fratelli. Come guardereste un fratello, o un padre, o una cara zia, vedendoli navigare nelle loro preoccupazioni?
Sicuramente vi mettereste a escogitare un modo per strappar loro una risata, o per distrarli dal pensiero cupo passato nei loro occhi. O li fareste sfogare, perché tirando fuori il problema e parlandone insieme…si scopre che qualcosa si può fare!
E se fossero isterici al punto di trattarvi male e rispondervi come se avessero davanti un acerrimo nemico? Anche questo può succedere! Allora dovremmo proprio ricordarci che sono persone che stanno soffrendo al punto che sono in fase di difesa assoluta e dovremmo continuare ad amarli. Magari non rispondendo o evitando di rincarare la dose del loro nervoso mettendoci a litigare.
Io credo fermamente che le persone, al giorno d’oggi, siano fondamentalmente sole e che abbiano tanta paura degli altri. Credo però anche che è proprio in questi momenti di difficoltà che dovremmo essere più uniti e solidali gli uni con gli altri. Scordarci ogni tanto dell’amor proprio per aiutare il prossimo.
Ci trattano male? Pazienza…succede ogni tanto nella vita: non cerchiamo a tutti i costi di dimostrare che abbiano ragione e mettiamoci nei panni dell’altro, facendo quello che è meglio per lui. Si sentirà perdonato, amato, tollerato e allora, calmandosi si renderà conto dei suoi nervosismi e gli si aprirà una porta nel cuore: la speranza che “l’altro” non è necessariamente sempre un nemico, ma potrebbe essere un fratello...
Come dicevo all’inizio, abbiamo tutti i nostri guai, grandi o meno, ma li abbiamo perché è la nostra condizione su questa terra, e non è colpa di qualcuno in particolar modo. Quello che possiamo fare per rendere la vita migliore è far sentire il nostro “vicino” di casa su questo pianeta, un po’ meno sconsolato, un po’ meno solo. L’unione fa la forza e il sentirsi almeno tollerato o addirittura compreso, diminuisce il peso del nostro soffrire di un 60%!
Questo si può fare, è in nostro potere. Se qualcuno sta male (di qualunque male sia e chiunque sia) mostriamoci vicini, comprensivi, pazienti. Fare il contrario, cioè litigare, essere insofferenti e pignoli, forse ci otterrà la “giusta ragione” dalla nostra parte, ma caricherà il prossimo di un peso in più. Allora a quel punto a che servirà avere ragione?
Vedete che Dio in questo mondo è “misericordia” perché non fulmina nessuno quando sbaglia e molti dicono di Lui (giudicandoLo) che non è giusto! è vero....ma secondo voi perché fa così? Perché Lui sa bene che converte ed edifica di più una misericordia per niente meritata che un giusto fulmine per traverso.
Se Lui si è messo nei nostri panni…perché non lo facciamo noi con gli altri?
Così nel mondo ci sarà più amore…..il tuo!

E' riposo, far riposare gli altri

mercoledì 25 luglio 2012

BISCOTTI E CEREALI...DI FONDO DI BAULE

Avete presente quei biscotti per il latte che rimangono nel vaso e che nessuno più vuole mangiare perché diventati molli? Oppure quei cereali che sono li da troppo tempo e che stanno pure per scadere? Ecco, io non costringo nessuno a ingerire cose che non attirano, ma neanche mi rassegno a gettare via "la grazia di Dio" che è ancora buona (ovvio che non parliamo di cibo andato a male!)
Così ho trovato un modo per rendere biscotti "di fondo di baule" (come li chiama mio padre per ridere) e cereali dimenticati, un qualcosa ancora ottimo da mangiare.
Semplicemente li metto nel frullatore, li riduco in polvere e aggiungo un pochino di burro e vi fodero una tortiera (coperta con carta forno). Quindi metto in frigo e poi farcisco con ricotta e cacao o altro a piacere.
Oppure la uso come farina per una torta diminuendo le dosi della farina nella ricetta.
Daranno un gusto speciale ai dolci e se li litigheranno pure!
A me è successo di sentirmi dire: "Ma cosa ci hai messo che ha questo buon sapore?"



FACILE COME BERE UN BICCHIER D'ACQUA

Ascoltate che meraviglia! E' incantevole quello che si può fare con dei bicchieri d'acqua...


martedì 24 luglio 2012

IL MIO INCANTO PATRONUS

Vi descrivo ciò a cui penso quando il nero della vita tenta entrare. E' una cosa preziosa per me e la condivido con tutti coloro che leggeranno perché credo che le ricchezze vadano messe in comunione col prossimo.
Si tratta di un ricordo che non so posizionare nel tempo per via della mia tenera età, ma che è nitido nella mia mente in quanto mi ha segnato positivamente come nessun altro.
Ecco il mio Patronus:
"E' una bella giornata, fa molto caldo, le cicale cantano e sono appena arrivata, salendo in auto per una collina, ad un convento arroccato là sopra. Passo per uno splendido giardino in fiore e busso alla porta. Mi apre una giovane suorina sorridente, tutta vestita di bianco con un cordone per cintura. Entro e mi trovo subito in un luogo silenzioso con un fresco che ristora il corpo e una soprannaturale pace che rinfranca l'anima. Devo seguire la suorina e mi ritrovo a camminare per un corridoio ampio, tutto fatto di finestre da un solo lato, con persiane calate a metà che impediscono al caldo di entrare ma non alla luce di creare disegni sul pavimento di marmo bianchissimo.
Cammino lenta e vedo le luci salirmi sui piedi, mentre ascolto il soave fruscio della veste bianca e respiro un forte profumo di pulito.
Non so dove stiamo andando, ma so che per me va bene...è come se mi stessero portando in un Luogo dal quale non c'è motivo di andarsene!"

Nel mio ricordo era più bello!







TIMBALLO PANE E FUNGHI


Questo è un piatto unico perciò è una buona soluzione quando si ha fretta di organizzare un pranzo (o una cena) e si hanno poche cose in casa. Io avevo i funghi e la fantasia mi ha suggerito questo!
Ingredienti:
10 fette pancarrè
1/2 cipolla
3 fettine pancetta arrotolata
1 noce di burro
Olio evo
1 busta funghi surgelati (o quelli che avete)
1 mozzarella (o qualche sottiletta)
1 uovo
Latte
Prezzemolo
Procedimento:
Si trita la cipolla con la pancetta e si fa soffriggere poco con olio e burro. Quindi si uniscono i funghi, un pò di sale e se volete un po’ di peperoncino. Si lasciano cuocere per 15 minuti, si spegne e si aggiunge un po’ di prezzemolo tritato.
Intanto si tagliano a cubetti le fette di pancarrè e se ne mette uno strato in una pirofila, irrorandole con pochissimo latte.
Ora si versa sopra metà dei funghi, poi un po’ di mozzarella (o altro formaggio filante) e di nuovo pane, funghi e mozzarella. Terminare col pane avanzato. Ora cospargere di un battuto di latte, uovo e sale. Concludere con una spolverata di parmigiano e un filo d’olio.
Infornare a 180 gradi per 30 minuti.

Qui è piaciuto molto!è delicato e saporito


Varianti: al posto della pancetta dei wurstel tritati messi dopo un po' che cuociono i funghi. Nel battuto finale mettere 2 cucchiai di panna da cucina al posto del latte! Viene più ricco e gustoso.


lunedì 23 luglio 2012

QUANDO AMI


(A mia sorella Francesca e mio cognato Antonio)

Quando ci si vuole bene, il riposo è stare insieme;
le parole son carezze sulle rughe della fronte.
Non servono spiegazioni,
perché non ci sono malintesi.

Quando si vuole bene, il tempo è sempre bello;
la pioggia è divertente e il sole ristoratore.
Non servono ripari,
Perché non esistono fastidi.

Quando si vuole bene, la pace è persistente;
il dolore si sopisce: tutto sembra meno grave.
Si fa caso a un fiore giallo,
perché tornano i colori.

Ti riposi, passa in pace ogni minuto,
e capisci che la vita,
non ha altra dimensione,
se non quella dell’amore…
Non importa quanto soffri,
non importa quanto vivi,
conta solo quando ami….







venerdì 20 luglio 2012

MARGHERITA

Oggi è il compleanno di mia figlia Margherita! 19 Anni!
Lei è proprio "bella come una perla" come dice il suo nome! La sua bellezza è sia interiore che esteriore ed è scesa dal Cielo per rendere la nostra vita piena di semplice gioia, di umorismo, di serenità e amore... grazie Dio!



giovedì 19 luglio 2012

GIOCHIAMO? DAI!


Con il mio "lavoro", sto spesso a contatto con i ragazzi di età fra i 12 e i 35 anni e ultimamente ho notato una cosa alquanto significativa: non giocano più! Non come si giocava una volta. Ora ci sono molti giochini elettronici che ti sfidano personalmente in prontezza di riflessi e velocità, ma sembra in calo la capacità di giocare insieme a tante altre persone usando solo la corporalità, compresa la mente. Diciamo che si è un pò dimenticata la bellezza dello stare concretamente e fisicamente con l'altro.
Secondo me questo leva la spensieratezza tipica dei ragazzi. Gli fà perdere l'esperienza del gioco vero e proprio. Attraverso il gioco si raggiunge l'altro in maniera positiva e si coltiva la voglia di comunicare con lui sempre più profondamente.
Anche durante le feste fra giovani va al più presto ripristinato il momento del gioco! Vedo giovani fare feste che neanche i nonni sopporterebbero, perché non si fa niente a parte smangiucchiare qualcosa, fare qualche gavettone e girare per la stanza con aria frustata.
Poverini! Hanno ragione! Ci vuole un coraggioso che dica: "Giochiamo? dài!!"
Non è necessario organizzare cacce al tesoro complicatissime, basta un gioco di società dove tutti siano seduti a circolo (per potersi guardare negli occhi!)...ne propongo qualcuno: Il "cofare", il gioco del "se fosse", il gioco del "vocabolario", oppure quello dei cucchiai di legno e persino il vecchio e super usato gioco del telefono senza i fili!
Ve li descrivo velocemente:
Cofare: esce una persona dalla stanza e le altre decidono un verbo (per esempio Ballare); poi rientra il prescelto che a circolo chiederà a ognuno una cosa tipo "Cofi con le mani?"e a seconda delle risposte si farà un'idea di che verbo è. Dovrà dare la risposta entro la fine del giro, altrimenti si cambia persona.
"Se fosse": lo sanno tutti credo. Come il cofare, solo che si deve scegliere una persona del gruppo e colui che rientra chiederà cose tipo "Se fosse un animale cosa sarebbe?" o "Se fosse un mobile cosa sarebbe?". Questo gioco lo uso molto a catechismo perché aiuta a entrare in confidenza e comunione in maniera carina e soft.
"Il vocabolario": servono carta e penna per tutti e un vocabolario di italiano. A turno si sceglie una parola che nessuno conosce (vi assicuro che ce ne sono tantissime!!) e ognuno scrive sul suo pezzo di carta una definizione plausibile che potrebbe sembrare vera. Anche chi ha il vocabolario segna quella giusta sul suo pezzo di carta. Tutti consegnano i foglietti a chi è col vocabolario e questi si munisce di un'alta dose di buona recitazione e legge tutte le definizioni senza ridere. Gli altri votano quella che credono giusta. Se indovinano prendono 3 punti, se invece votano la definizione fasulla, è colui che l'ha scritta che prende 1 punto.
Si procede a circolo. Vince chi ottiene più punti. In questo gioco si ride da morire e si fa un notevole esercizio di fantasia!
"I cucchiai di legno": occorrono due cucchiai di legno da cucina e una benda. Sempre tutti in circolo. Uno si benda e deve tenere in mano i cucchiai usandoli come mani (con cautela!!!). Verrà portato al centro del cerchio e fatto girare su se stesso per confondersi le idee e non capire più dove sta (altrimenti potrebbe ricordare la disposizione delle persone).
A questo punto deve avvicinarsi alla prima persona seduta (silenziosa!) e toccarla con i cucchiai cercando di capire chi è. Appena indovina una, quella scoperta dovrà essere bendata. E' divertente e scioglie molto il ghiaccio!
Mi direte che sono troppo infantili, ma io vi dico che ognuno di noi è ancora bambino dentro e il gioco è necessario come il pane! Riporta il sorriso ed è un canale per imparare ad amare. Un canale poco conosciuto dai grandi eppure tanto efficace!
Perché escluderlo?
Ho 46 anni, mia sorella 50, eppure quando ci vediamo c'è sempre un momento in cui giochiamo a qualcosa. L'ultima volta abbiamo fatto "Tabù" (che ve lo consiglio proprio: divertente e interessante se avete un grande affiatamento con qualcuno) e poi abbiamo cantato imitando gli strumenti.
Si deve poter giocare a ogni età! Crea un clima di confidenza serena e porta ad aprire il cuore all'altro. Dopo il gioco, vi troverete a parlare di cose profondissime e edificanti.
Giochiamo? Eddai!!!

Dentro siamo proprio così!


mercoledì 18 luglio 2012

INCANTO PATRONUS



Vi capita mai di incontrare dei “dissennatori”? Sì…quelle persone che vedono tutto nero, che prevedono ancora più nero e che vorrebbero che anche tu vedessi solo nero.
Quei fratelli oscurati che di qualsiasi cosa si parli finiscono col dimostrarti che tutto ciò che tenti di fare è inutile, che l’uomo è cattivo e che presto moriremo tutti di ogni malattia esistente sulla terra.
Purtroppo per loro, ci sono delle persone così tanto scoraggiate nella vita che trovano il loro unico piacere nel trasmettere al prossimo tutto il loro sconforto. Forse perché pensano di scaricarsi da tanto buio, o forse perché cercano occultamente aiuto.
Fatto sta che dopo un po’che parli con loro hai un crescente senso di disagio, un morso alla gola e la netta sensazione che non potrai mai più essere felice. Allora sai che sei in presenza di un vero e proprio dissennatore. La parola lo dice: ti sta togliendo le facoltà mentali! Infatti, come si può vivere senza l’idea o la speranza di una situazione felice nella propria esistenza? Noi siamo nati per la gioia e per non morire mai, ma vivere eternamente: è questa la nostra unica predestinazione…sappiatelo!
Come puoi resistere sano di mente se ti levano ciò che è l’essenza della vita: la felicità?
Attenzione fratelli, perché un dissennatore può essere alquanto pericoloso. Potremmo provare ad aiutarlo cercando di dire come la pensiamo e contrastando il loro pessimismo portando esempi positivi del nostro vissuto, ma non sempre funziona.
Allora possiamo cercare di salvare noi stessi dal loro buio persistente e fare come Harry Potter: ricorrere al pensiero più positivo e pieno di vita che ci viene in mente.
Per una mamma può essere il ricordo della nascita del figlio; oppure il progetto di una cosa che vogliamo fare da tanto e che presto faremo; il momento in cui ci siamo sentiti perdonati da Dio. Qualsiasi cosa ci riporti luce al cuore.
Se non avremo potuto rallegrare il fratello, almeno non ci porteremo via il suo pessimismo! Che, se non fosse fuori di se, neanche lui vorrebbe ci portassimo dietro.
Non sto dicendo che dobbiamo cantare sempre come dei passerrotti, ma sicuramente non dobbiamo farci portare via la fonte della nostra vita: sperare in un’immensa, eterna e inscalfibile condizione di Vera Felicità.
Tenete presente che la gioia provata qui, è solo una piccolissima parte della Gioia che verrà e che qualsiasi terribile dolore si provi ora sarà considerato insignificante come intensità e durata se paragonato alla Felicità che andremo a vivere. Che motivo abbiamo di lasciarci oscurare?
Qualsiasi cosa stiate vivendo, pensate sempre che domani farete altre belle cose, avrete un’altra opportunità per sorridere, sperimentare cose nuove…anche aveste 99 anni!!
Non arrendetevi al buio e alla sconsolazione: questo può essere il vostro “Incanto Patronus” per allontanare spiritualmente i dissennatori!

Essere luce, significa anche tenere lontano il buio!

martedì 17 luglio 2012

LO SGUARDO DI SAN FRANCESCO



Eremo delle Carceri di San Francesco d’Assisi: quasi una grotta, dove il santo, sfinito da chissà quante difficoltà e incomprensioni, amava rifugiarsi per pregare. Addirittura gli piaceva l’idea di “carcerarsi” su un monte immerso nel verde ombroso, per ritrovare la pace di Dio.
Mi ritrovo con la mia famiglia in questo silenzio quasi invadente per un udito continuamente ferito da mille rumori, a transitare in quelle due stanzette, ricavate dalla bianca pietra della grotta, dove il Santo dormiva e pregava.
Ma posso davvero chiamarle così?  Esse rappresentano lo spazio minimo indispensabile per esistere! Due vani di un metro e mezzo quadrato in tutto, la quale porta è talmente piccola che per entrarvi persino io  ( noto puffo di 1,58!) devo abbassare la testa per non sbatterla. Il letto in pietra, che sono sicura essere più corto della Sua altezza, mi costringe a concludere che potesse dormirvi solo rannicchiato. Ecco un’altra porta che, nella sua semplicità ci impera ad “abbassare umilmente il capo” e ci ritroviamo nel secondo metro e mezzo quadrato, dove sta solitario un minuscolo altare con una croce di legno appoggiata sopra. Nella parete di fronte, un sedile scavato nella roccia sul quale Francesco sedeva (scomodo!) a contemplare il suo amato Gesù.
Usciamo all’aperto, tutti senza parole, come se nessuno volesse rompere l’incanto di quel silenzio semplice che quieta l’anima nei suoi pensieri e la riporta alla dimensione per la quale è nata: quella divina.
Li, fra gli alberi c’è un insieme di tre statue: S.Leone, S.Ginepro e S.Francesco nell’atto di osservare il cielo stellato di notte. Quella che mi attira di più è quella di S.Francesco che è rappresentato sdraiato per terra sorridente con braccia incrociate sotto la nuca e occhi puntati al cielo. Guarda la Stella Polare, riferimento sicuro per il cammino dei naviganti. Anche gli altri Santi scrutano il cielo e, chi con l’istinto, chi con i calcoli, ritrovano la Stella..
Francesco guarda il cielo con ammirazione e vede tutto ciò che occorre vedere. Loro tre sembrano l’umanità nella sua diversità. Ognuno guarda il Cielo con le proprie capacità e doni e ritrova la strada che porta al Padre. Nessuno di noi può perdersi, se sta guardando. E’ solo guardare, guardare sempre per ritrovarsi e per riscoprire il nostro Padre Celeste.
Così, ingenuamente, mi fermo anch’io e guardo il cielo azzurro, con quelle nuvolette sparse qua e là. E’ giorno e la Stella Polare non si vede certo. Ma guardo. Mio marito mi fa notare con stupore che osservando attentamente le nuvole, esse si sfilacciano e lentamente si smembrano fino a scomparire del tutto. Con meraviglia quasi da bambini, restiamo tutti e quattro col naso all’insù e notiamo che è vero!
L’umidità delle nuvole svanisce se esposta al Sole…i problemi e le ansie della vita, messi nelle mani del Creatore, si dipanano piano fino a scomparire misteriosamente ed il calore del Suo amore asciuga ogni nostra lacrima.
Seguendo lo sguardo di S.Francesco, che punta al Cielo, anche noi vediamo tutto ciò che occorre vedere, anche quando pare non ci sia più niente da vedere o capire.
Occorre fare un po’ di silenzio e pulizia nel nostro modo di vivere. Forse non possiamo starcene in una grotta fredda e dura, ma possiamo fare a meno di tanti rumori elettronici e di tutte quelle cose superflue che promettono regalarci mille gratificazioni e invece ci rubano la parte migliore: la possibilità ed il tempo di farci consolare da Dio, dal nostro tenerissimo Padre. Questo è ciò che ci occorre.
Un grazie speciale a Fratello Francesco.

"Laudato sii mi Signore..per le stelle"


lunedì 16 luglio 2012

COSA CONTA POTARSI DIETRO?



...solo lo Spirito...e Don Fabrizio strappa l'applauso per questo misto di simpatia e spiritualità!

domenica 15 luglio 2012

CROSTATA SENZA UOVA

Ciao a tutti! Sono appena rientrata dalle vacanze e...mi è venuta voglia di preparare una crostata per la colazione dei ragazzi, ma, mi sono accorta che non ho uova (e tante altre cose: il frigorifero piange!)
Non mi sono arresa e me ne sono inventata una così:
PER L'IMPASTO
300 gr di farina
100 gr di zucchero
100 gr di burro
2 cucchiai di marmellata di albicocche
1/2 bicchiere di latte
1 pizzico di cannella.
Praticamente ho sostituito le uova con l'azione collante della marmellata e aiutandomi col latte. Si mescolano tutti gli ingredienti e si stende la pasta senza farla raffreddare in frigo (quindi si risparmia tempo).
Poi si farcisce con altra marmellata possibilmente di albicocche e si cuoce a 180 gradi in forno per la solita mezz'ora o finchè non è dorata.
Spero vi piaccia.


Non si nota affatto che non c'è l'uovo!

domenica 8 luglio 2012

INNO ALLA GIOIA

Ieri mi è capitato di assistere a un programma in cui si parlava di uno stranissimo caso di malformazione di due bambini: non crescono. Praticamente all'età di 40 anni sono sviluppati quanto un bimbo di 10. Inoltre non vedono e quasi non parlano.
Una tragedia, penserete voi. Certo non è quello che un genitore si aspetta quando gli nasce un figlio.
Eppure dovevate vedere gli occhi e il sorriso di quei genitori! Sereni, sinceramente contenti di tenere in braccio le loro creature. La dolcezza con la quale gli parlavano. Gli aneddoti allegri che raccontavano della loro creatura. Non facevano tristezza: trasmettevano una gioia sopra le righe.
Sono andata a dormire col pensiero dei loro occhi luminosi mentre li intervistavano e ho subito preso sonno inondata da una calma crescente.
Ho fatto caso che molte persone toccate da quelle che noi chiameremmo"disgrazie"sono esseri umani propensi al sorriso, anime che hanno una gran voglia di vivere e che ringraziano Dio del loro stato anzichè lamentarsene.
Non vi dà da pensare? Nelle letture della messa di oggi si legge che Dio risponde a San Paolo afflitto da una grande angoscia con una frase: "La mia grazia ti basta". Sta dicendo che non esiste una situazione di vera disgrazia, perché Lui è sempre con noi. Lui interviene con aiuti e sussidi divini proprio li dove ci serve di più e dove davvero ci vengono a mancare le forze tanto da sentirci deboli.
Se non lo contestiamo nelle nostre situazioni difficili...la sua grazia ci basta, perciò non saremo disgraziati, ma più forti di prima.
Infatti Paolo conclude: "Nella debolezza si manifesta la mia forza".
Quanto sono forti quei genitori! proprio li dove credevamo di vederli crollare sotto il peso del dolore, annientati dal vedere un figlio che soffre. La loro forza è un sole che irradia sul figlio e su chi li vede vivere!
A tal riguardo mi viene in mente Beethoven. Quale"disgrazia"più grande per un compositore se non quella di perdere l'udito? non poter più ascoltare la propria musica, quella che per lui era la vita in ogni senso!...Eppure, in quello stato di debolezza e carenza assoluta, scrive l'Inno alla Gioia che per molti (me compresa) è il suo pezzo migliore! Lui che era stato a lungo depresso, infelice, nel momento in cui perde il dono prezioso dell'udito, comprende la gioia a tal punto da scrivere il suo miglior spartito! Capace di descrivere la gioia soprannaturale di chi scopre la potenza di Dio dentro sè, proprio nell'istante in cui già pensava di essere arrivato alla fine della sua esistenza.
Noi dovremmo essere un Inno alla Gioia per il nostro creatore e avere in bocca continuamente lodi e ringraziamenti.
Essere sempre profondamente gioiosi perché la Sua Grazia...ci basta!




sabato 7 luglio 2012

IL MEGLIO DI TE



...Perché gli uomini vanno amati in quanto figli di Dio e poi...solo amare, aiutare, costruire e realizzare ci fà sentire felici davvero! (questa è un'aggiunta mia)

giovedì 5 luglio 2012

UNO SCRIGNO MAGICO

Fin da quando i ragazzi erano piccoli, quando partiamo per le vacanze, mi porto dietro un quadernino acquistato in Umbria, uno di quelli ricoperti di pelle che danno tanto la sensazione di antico. Decisi di appuntarmi tutte le cose carine successe in villeggiatura, ma soprattutto tutte le cose che ognuno di noi aveva imparato in quella giornata. Alternandoli a disegni miei e di mio figlio (l'arte sta sempre bene!). Possono essere apprendimenti culturali, ma anche riflessioni personali. 
Credete siano pochi? Ci sono un'infinità di cose che ognuno di noi impara in vacanza ed è bellissimo alla fine della giornata chiedere a tutta la famiglia: "Cosa hai imparato oggi?".
Inoltre, per quanto semplici, banali o scontate ci sembrino le cose che abbiamo notato, vi assicuro che senza segnarle o condividerle con gli altri, passano velocemente nel dimenticatoio ed è un peccato.
Rileggendo ad anni di distanza le pagine del mio quadernino, mi è sembrato di aprire uno scrigno prezioso contenente tesori dimenticati che era un piacere riprendere in mano. Anche divertente! Perché è simpatico rileggere le osservazioni dei bambini, o ricordarsi di frasi che ci avevano colpito e fatto sorridere!
Credo che ogni istante della vita ci offra tanta ricchezza e penso sia utile insegnare con l'esempio i ragazzi a concentrare l'attenzione su questa! E' un buon esercizio mentale.
Ve lo consiglio. Non è vero che non si impara niente, neanche in una piatta giornata stesi al sole!
Vi riporto qui una frase di mio marito mentre prendeva il sole:" Ho imparato che per quanto grandi o di varie forme siano le nuvole, se le guardi bene, piano piano si dissolvono a partire dai bordi frastagliati...è il calore del sole che le cancella!"
E da questa mera osservazione scientifica abbiamo concluso che per quanto siano grossi e complicati i problemi della vita, alla presenza della Luce di Dio, si dissolvono.
Vi pare poco?


mercoledì 4 luglio 2012

PALLOTTOLE DALLA TV?

Accendo la TV e capito sul telegiornale. Rimango in piedi, ferma, col telecomando in mano, gli occhi sbarrati: una notizia più brutta dell'altra. Non mi sento di riportarle, tanto credo che tutti le conosciamo. Storie di crudeltà, di esseri che sembrano aver perso la dimensione umana; disgrazie di ogni genere e calamità naturali...oltre ad alcune "innaturali". Sento che mi si chiude la gola e avverto un lieve cedimento alle ginocchia.
Ora capisco perchè i divani vengono posizionati davanti ai televisori: per accogliere i caduti del TG! Infatti faccio un piccolo passo indietro e mi getto sul mio divano come se la pressione sanguigna m'avesse abbandonato.
Mi sento colpita, ferita profondamente, come se dallo schermo mi fosse arrivata una raffica di proiettili.
E' proprio così, infatti! Il male del mondo si scarica nelle anime di tutti i fratelli!
Quando facciamo qualcosa di sbagliato e pensiamo "Tanto non lo saprà nessuno", oppure "Sono fatti miei se sbaglio, non faccio del male a nessuno", dovremmo ricordarci della sventagliata di pallottole che ci arrivano dal televisore quando ascoltiamo quelle truci notizie.
Il male di uno cade sulle spalle degli altri. Sempre.
Allora io, che sono abituata a pensare in modo positivo, ho subito formulato il pensiero contrario: il bene che faccio si riverserà sul mio prossimo e così potrò piano piano, nel mio piccolo, cancellare un pò di male dal mondo.
Inoltre il bene è più forte del male e per un'azione buona, si cancelleranno due azioni cattive. 
Siamo noi uomini che possiamo pulire il mondo e se avremo il coraggio di farlo, Dio ci darà la Sua potenza e allora sarà spenta ancora più quantità di male!
Uno dei miei film preferiti è Matrix, perché il protagonista (Neo) ha il coraggio, anche da solo di contrastare un grande male e arriva a morirne per poi risorgere. Eppure all'inizio non sa come fare e gli sembra tutto assurdo e impossibile. 
Tutto inizia a cambiare quando lui decide di "fare" qualcosa.
Ecco cosa fa di noi degli eroi: decidere di agire..per il bene, senza scoraggiamenti, senza mollerie, senza scusanti pronte.
Questo contrasta enormemente il male. E' dire "No!" in modo attivo.
Arriveremo allora a controllare quei proiettili dalla televisione e li faremo cadere a terra senza che ci colpiscano!


NO!!


martedì 3 luglio 2012

PATATINE DI MAIS

Ingredienti:
2 patate bollite
4 cucchiai di farina di mais
1 pizzico di sale
Procedimento:
Si schiacciano anche a mano la patate bollite e si aggiungono gli altri ingredienti. Quindi si impasta sul tavolo infarinato (con farina di mais) e si aggiunge eventualmente un pò di farina (sempre di mais) se il composto appiccica. Poi si stende una sfoglia di qualche millimetro e si taglia a striscioline che poi si taglieranno anche in verticale, così da formare dei rettangolini lunghi e stretti.
Ora si friggono velocemente in olio di semi bollente.
Sono buonissimi!

Ecco i miei bastoncini di mais



lunedì 2 luglio 2012

FOTOGRAFARE LA FELICITA'

Che volto ha la felicità?




....quello di mia figlia che ha appena terminato gli esami di Maturità Classica! 
Ma può servire come esercizio di positività, fotografare tutto ciò che ci da gioia(da una bella casa, a un fiore splendidamente colorato, o il volto di un passante sereno) e farne un album di....ricordi di "felicità varie".
Questo me lo ha insegnato mia figlia! 
Quante cose si imparano dai ragazzi!

FARE L'ORLO DEL MANTO

Premetto che fare gli orli è la cosa che mi infastidisce di più! Ma oggi questa frase ha assunto per me un significato nuovo.
Nel Vangelo si racconta di una donna molto malata che per 12 anni aveva perso sangue e nessuno era riuscito a guarire. Nelle sue condizioni non poteva più avere figli e per quell'epoca e quel popolo, era un essere impuro da evitare, persino da non toccare. Pensate in che condizioni stava: solitudine, preoccupazione, malessere continuo, ogni speranza di un futuro negata, e in più la sensazione di essere sbagliata, di non aver diritto ad avvicinare nessuno! Quanta gente si sente così anche oggi! Alle volte capita anche a noi! Per un'infinità di motivi...qualche volta non ne abbiamo colpa, altre volte invece perché abbiamo sbagliato tanto. 
Ma la cosa veramente meravigliosa è l'atteggiamento di Gesù!
Vedendolo passare la donna pensa: "Se riesco a sfiorarGli anche solo il mantello, guarirò".Vuole farlo di nascosto, vuole strappargli il miracolo. Così lo sfiora....e guarisce.
Ma Gesù si ferma e chiede chi lo ha toccato. Lo fa perché vuole far sapere che Lui non ha schifo della donna, non gli importa di cosa pensa la gente e non vuole lasciare nell'incognito la forza che quella donna ha avuto. Perciò sottolinea: "La TUA fede ti ha salvata".
Che potenza ha la fede! Che potenza ha Gesù!
 La parte più infima e lontana da Lui, come l'orlo del mantello, trasmette guarigione e vita a chi CREDE!
Basta un niente!
Evviva! Datemi quest'orlo! cosa sarà mai oggi l'orlo del Suo manto? Se le persone che compongono la chiesa sono il Corpo Mistico di Gesù, allora ogni piccola parte di Lui siamo noi. Persino le parti più infime e insignificanti come l'orlo in fondo in fondo al suo manto! Ecco, quella potrei essere io! Riesco ad accettarne il pensiero.
Ebbene, anche fossimo quell'orlo che nessuno vede,Quello tutto impolverato e consumato, essendo "indosso" a Gesù, siamo in grado di sprigionare guarigione e vita per i fratelli! Riportarli in una condizione speranzosa di chi può ancora generare la vita, qualunque cosa gli sia successa, qualsiasi sia la sua situazione interiore. Lui non ci schifa MAI.
Finalmente potrò dire sorridendo: "Voglio fare l'orlo del manto!"
Che bello! 

Basta poco per salvare il fratello