Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

giovedì 29 novembre 2012

REGALI PER GESU'



Tra  poco è Natale! Uh! Bisogna pensare ai regali! “Che facciamo a zio?”..”Una pipa!”.. “No, no sarebbe la quindicesima! Non và bene: dobbiamo farci venire un’altra bella idea”.
Eccoci che subito partiamo con mille preparativi, duecento cose da fare, uscite affannose per arrivare in tempo a comprare un regalino per tutti i parenti e amici, i volti dei quali già vediamo sorpresi nello scartare il nostro pacchetto. Poi ci assalgono decine di dubbi, ripensamenti di dove abbiamo riposto l’albero e iniziamo a girare vorticosamente per casa, fuori casa e su noi stessi come delle trottole. Travolti inconsciamente da emozioni fanciullesche sulla magia del Natale e simultaneamente da paure repentine sul tempo che manca per le troppe meravigliose cose progettate.
Le massaie poi, hanno un capitolo di “ansia” a parte, tutto loro, riguardante il cibo! Ho visto donne, che nella vita normale hanno qualche difficoltà nel cucinare  anche una pasta in bianco, progettare improvvisamente per il pranzo di Natale, come colte da momentanea follia, dei piatti dal preoccupante nome di “ Tacchino farcito al pistacchio messicano in salsa di mele verdi con contorno di piselli ripieni”. La descrizione del qual piatto vi risparmio perché non sono sicura abbiate a portata di mano un digestivo per resistervi.
Tutto ciò mi fa sorridere ma anche riflettere! Come siamo carini in fondo! Siamo come i bambini che si entusiasmano alla notizia di una bella festa, mettendosi subito in allegria e godendo già di quel clima che promette strapparci dalla normale routine. Nasce Gesù, ed è chiaro che dobbiamo far festa! Perciò entriamo subito in azione e ci muoviamo prontamente in ogni direzione. Ma c’è una cosa che ci sfugge sempre: è il Compleanno di Gesù! E il regalo per Lui? Ci abbiamo pensato?
Ecco che sbuca da uno scatolone una culletta minuscola con sopra attaccato un Bimbo biondo che è dall’anno passato in quella posizione, con le braccine rivolte a noi, un sorrisetto dolce e gli occhietti azzurri supplicanti. Sembra dica: “Sono qua, prendimi in braccio, sono venuto per te. Mi guardi? Mi guardi?”. Cosa potrei regalare ad un Bimbo così?
E’ buffo, ma mi viene da dire: Qualunque cosa. Lui non ha nulla eppure non ha bisogno di cose materiali. Lo guardo e penso che potremmo farlo felice solo facendo quel che Lui ci ha chiesto, in ogni istante, in ogni minima cosa.
Non replicando ad un’offesa; accogliendo con pace anche una calunnia; portando allegria a chi è triste anche quando è a me che vien da piangere. Oppure ascoltando per la tredicesima volta il solito racconto di una nonnina che si ripete e ridere ancora una volta alla battuta finale. Telefonando all’amico che ti ha trattato male e facendo finta di non ricordare le parole amare avute per te.
Di regali ce ne sono tanti per questo Bambino sorridente. Regali silenziosi che costano un denaro prezioso depositato in fondo al nostro cuore e che sale in Cielo in una Banca Speciale e frutta  dove il 30, dove il 60, dove il 100% e riscende su di noi in forma di pace soprannaturale in un mondo di “guerre”.
Pensiamo prima di tutto a Lui, perché la Festa è principalmente Sua. Se faremo così, sarà la nostra vera festa e sarà Natale per ognuno di noi, come non lo è mai stato. Perchè ci ritroveremo fra le braccia senza sapere come,quel Bambino che da duemilanove anni aspetta di essere cullato da tutti noi.
Buon Natale, buoni Regali e..Buona…Ninna Nanna.
Paola Buccheri



mercoledì 28 novembre 2012

ARCOBALENO

Lacrime cadono lente,
una dopo l'altra sul viso
e fanno un solco nel cuore.
Scorrono e scorrono senza sosta
come sangue da una piaga
scossa da un altro colpo mortale.
Ormai è un fiume in piena
che non ha più argine che tenga.
Sulle guance nuovi sentieri
si fanno strada fantasiosi.
L'anima è un mare sotto la pioggia:
acqua su acqua, dolore su dolore,
tutto si uniforma e confonde.
Nulla ha più importanza: 
come ritroveremo la goccia
nel mare che la inghiotte
e la fà tutt'uno con sè?
Tutto sembra inutile,
solo grigiume e squallore,
quanta desolazione sotto queste nuvole.
Ma una voce dolce e soave
mi parla da dentro:
sembra una mamma
che cerca affettuosa
il sorriso del figlio.
"Non ricordi più, figlia?
Il Cielo dopo la pioggia,
regala sempre un arcobaleno!"


Frase 9

" L'amore può comunicarsi a chi ama e tanto sensibilmente da toccare non solo lo spirito, ma i sensi stessi"


lunedì 26 novembre 2012

LATTE DIVINO


                                          
Essere o sentirsi cattivi è brutto perché è come non poter essere se stessi. Noi siamo, infatti, i figli di Dio e Dio è Bontà. La cattiveria si contrappone alla bontà. Per questo quando non resto fedele a questa bontà e seguo cattive aspirazioni e pessimi istinti, il primo a soffrirne sono io perché sto vivendo una forzatura, ciò che non sono, ciò per cui non sono nato.
Per essere veri figli di Dio basterebbe rispettare la propria indole, l’unica che ci realizza pienamente e ci fa sentire davvero felici: un soprannaturale istinto a essere buoni nonostante tutto, nonostante la cattiveria del mondo, nonostante le delusioni.
Mettere in atto la bontà ci dona una gioia eterna e non passeggera, in quanto ci colloca sul trono che ci spetta: da figli di Dio. E’ qualcosa che niente e nessuno ci può togliere.
Essa è come una bevanda dissetante e vitaminica che ci tiene in vita e che solo il Padre può darci da bere. Un po’ come il latte materno dato al neonato! Un latte insostituibile, ricco di anticorpi e sostanze nutritive appartenenti esclusivamente alla madre e importantissime per il figlio. Latte che trasmette al piccolo persino l’amore in una sorta di codice biologico.
Sostanze del Genitore che resteranno per sempre nel figlio e che risulteranno fondamentali per la sua vita futura.
Restare fedeli alla bontà significa saperla ritrovare dentro di sé, riscoprirne il gusto sulle labbra e rinfrancare il corpo con quell’antico e sempre caro sapore.
La Bontà non è altro che il latte divino datoci dal Padre per ritrovare la strada verso Lui. E’ la fonte della mia vita e l’origine di ogni mia gioia.

che buon latte Papà!!


HAMBURGER VEGETALI

Ingredienti:
1 scatole fagioli cannellini
1 porro
1 patata
1 uovo
4 cucchiai pan grattato
2 cucchiai parmigiano grattato
sale, pepe, rosmarino

Procedimento:
Si lessa la patata e la si schiaccia con la forchetta. Si taglia il porro a fettine, si lava e si fà appassire in un pò di olio e sale. Ora si frullano i fagioli con i porri e si mette la crema in una scodella dove aggiungeremo la patata schiacciata e tutti gli altri ingredienti. Viene una pasta morbida ma non molla.
Ora si prende un coppa pasta tondo o un taglia biscotti e lo si usa dentro la padella per dare una forma rotonda e piatta alle cucchiaiate di pasta che metteremo a friggere...così sembreranno più degli hamburgers!!
Si fanno friggere bene a fiamma bassa da una parte e poi si volteranno dall'altra.
Ecco fatto!



venerdì 23 novembre 2012

FIORI DI DIO



Delle cose che ho nella mia vita, è tutto immeritato; tutto è dono di Dio. Come ogni dono che si riceve, è giusto tenerne in gran conto ma non si deve perdere di vista che è un dono e che il più importante è il donatore. In effetti, non è cosa “mia”. Mi è stato dato affinché ne gioissi e lo usassi, solo per questo.
Impossessarsene come cosa “dovuta” mi rende una persona “opaca”: mi diventa difficile riconoscere Gesù, perché guardo sempre il dono e non chi me lo concede. Mi spiego.
Quando qualcuno ci regala un bel mazzo di fiori, la nostra gratitudine e lo sguardo vanno alla gentile persona che ha avuto quel pensiero per noi. I fiori sono stupendi, perciò li sistemeremo in un vaso colmo d’acqua, li metteremo ad adornare la stanza più bella così saranno utili e ne avremo cura. Ma non vivranno per sempre, e quando appassiranno, li getteremo via. Non diventeremo però tristi pensando che con loro è appassito anche l’amore del donatore per noi. Non ci passerà nemmeno per la testa! I fiori erano un tramite di quella persona per ricordarci il suo amore; anche senza fiori sapremo che ci ama.
Così sono i doni di Dio su questa terra: la gioventù, l’intelligenza, la salute e persino le persone care che abbiamo intorno sono tutti i fiori di Dio per noi. Se ci attacchiamo a loro stringendoli con forza perdiamo i fiori ed anche il donatore perché non lo guardiamo e ringraziamo, fino al punto di non riconoscerlo più come l’artefice della nostra gioia.
Gesù ci riempie la casa di fiori di ogni specie ma l’Amante è Lui. Questi fiori sono per noi ma non nostri e non saranno lì per sempre. L’importante è che l’Amato resti in casa. Resterà se manterremo lo sguardo in Lui e la consapevolezza che qualsiasi piccola cosa ci sia concessa è frutto dell’amore di Dio per noi.
Al contrario, se pensiamo che la gioventù o la salute ci siano dovuti, alla fine non ne saremo più neanche contenti. Ci sentiremo annoiati e tristi e ci scandalizzeremo delle loro trasformazioni, del loro appassire e lo attribuiremo a una mancanza d’amore del Creatore. Con il risultato di perdere i fiori di questa vita prima del tempo. Perché “chi lascia la propria vita per Me, la ritroverà, ma chi la cerca qui la perderà”.
In fondo anche la vecchiaia è un fiore. Essa ha altri profumi, altri colori, altri pregi. Eppure non è che un altro dono di Dio da sfruttare e gioirne. Come anche la solitudine! Fiore misterioso.
Tutti sono splendidi fiori di Dio per questa vita, in attesa di andare nel Suo Giardino eterno e ritrovarli tutti nella loro piena bellezza.
Intanto posso tenerli docilmente in mano, senza stringere troppo…



mercoledì 21 novembre 2012

ALBATROS

(Per chi si sente fallito)

Un animale bizzarro!
Perchè mai un uccello
così grande e potente,
nato proprio per volare,
è talmente goffo
da non saper atterrare
nè tanto meno decollare?
Sbandate, testate,
rovinose frenate;
capitomboli impensati
nello sforzo impossibile 
di prendere il volo
o di toccare il suolo.
A dimostrar che la terra 
non è cosa per lui.
Ma compunto e serafico
egli tenta e ritenta,
per nulla provato
da colpi e ferite,
per nulla toccato
da fallimenti continui.
E io penso fra me:
innata umiltà,
spontanea obbedienza
a quella volontà
che lo volle aviatore.
Cosa, in fondo, lo spinge
a perseverar così tanto?
Ma il Cielo! E' sicuro!
Il volo futuro
elegante e beato,
un bagno d'azzurro 
che presto lo affranca
dall'insuccesso passato.
Come l'albatros, allora,
dovrei tentare e tentare,
ponendo lo sguardo
in un blu più profondo
come quello che vedo
negli occhi di Cristo.

Capita di sentirsi...così!!

Frase 8

"Le sofferenze dei giusti hanno la rapidità di una rondine, rispetto alla durata del premio eterno!"


giovedì 15 novembre 2012

L'OBOLO DELLA VEDOVA


"La fede autentica c'è! Non scoraggiamoci!!"
"Il Signore non spegne il lumino"...non ci spegne neanche se valiamo poco
"Ha dato tutto quello che aveva per vivere"...anche noi dovremmo dare tutto per amore e fra di noi dobbiamo darci coraggio!
"Il potere dei segni: la vedova è un segno che converte...e anche noi lo dobbiamo diventare"
"Religione è accorgersi dello sguardo dell'altro"...e amarlo profondamente

lunedì 12 novembre 2012

TRA CIELO E TERRA


  (Quel che si pensa appesi a una croce)

Quando si sta appesi alla croce, si è anche innalzati da terra, perciò lì tutti ti vedono e ogni tanto ti guardano, pensando cose varie, secondo il bene che ti vogliono e del loro cuore.
C’è chi pensa che stia lì perché te lo meriti, perché sei stupido, oppure no. Miriadi di giudizi scorrono la sotto, nelle loro menti, perché s’è fatto evidente il tuo soffrire. Tutti ti vedono, ma in fondo tu sei solo.
Ti rincuora qualche volto, qualcuno che piange piano lì accostato alla tua croce come per tenerti: il loro bene ti consola.
Il fatto è che a un certo punto, in quella posizione scomoda, dove ogni minuto è un’eternità e hai molto tempo per il silenzio, ti accorgi di essere più in alto di tutti e cominci a guardare lontano e a osservare il Cielo.
Mentre le forze umane ti abbandonano, intravedi il Sole dietro alle nuvole, anche se è parecchio nuvoloso e minaccia pioggia. Allora pensi al “dopo”! Cosa c’è dopo? C’è il caldo del Sole, il calore dell’abbraccio di Dio. L’Amore tanto aspettato, desiderato, sognato, cercato. Pare quasi di vederlo già da lassù!
Riguardi i volti delle persone care e vedi quella stessa luce, come se i loro occhi bagnati di lacrime, rivolti a te si facessero specchio per rifletterti il Cielo. Costretti a guardare in alto per osservarti vedi in loro riflessa la tua croce e il cielo che li circonda, mostrandoti l’azzurro che ti fa nascere un sorriso da dentro il dolore. Ecco anche qui in terra il lenimento al tuo soffrire: i tuoi cari come annuncio di Cielo. Ti soffermi su loro e per un po’ si calma il male che hai ovunque.
Sei innalzato su un duro legno, è vero, ma solo per guardare lontano. Per vedere il Cielo. Per scoprire dentro gli occhi, l’Amore. E allora benedetta anche la croce che ti fa vedere dove prima non vedevi nulla.
Se però provassi a raccontare quel che vedi, non sarà facile farsi capire, perché lì dove sei, non è Terra e non è Cielo. Sei fra terra e cielo, innalzato sul dolore, sulla Croce, regno che non è del mondo perché ti ci porta via a forza e non è ancora del Cielo. E’ il luogo, forse, dove si scontano gli errori e si diventa migliori. Un limbo isolato…da dove si vede l’amore….

Il Cielo negli occhi di chi ci guarda con amore


domenica 11 novembre 2012

TI LASCIO FARE



Ti lascio fare.
Come un bambino
Per mano al papà,
cammino arretrata.
Ora affetto il mio passo
Ora mi fermo in ritardo.
Solo Tu sai
Dove stiamo andando.
Ti lascio fare.

Lungo il cammino
Cose e persone, vento e sole.
Mi distraggo per niente,
rallento incurante.
Ma Tu stringi più forte
E mi inviti a continuare.
Ti lascio fare.

Dove andremo non so,
che faremo non so,
ma da quaggiù Ti vedo:
il Tuo volto è raggiante.
La Tua stretta è soave ora,
e io cammino più calma.
Non capisco, Papà,
ma è con Te che voglio stare.
Portami dove vuoi:
Ti lascio fare.

Il Padre ci vede così...



Frase 7

"Per trovare la Verità bisogna unire l'intelletto con l'amore e guardare le cose non solo con occhi sapienti, ma con occhi buoni. Perché vale di più la bontà che la sapienza. Colui che ama giunge sempre ad avere una traccia verso la Verità"


mercoledì 7 novembre 2012

CONFERENZA SULL'EUCARESTIA


(Questa è solo metà conferenza. Scritta sempre in forma di dialogo, così come la dico, più o meno) 

Mangiare un alimento, significa assumere le sostanze di quell’alimento, che andranno nel nostro sangue, il quale andrà a nutrire tutti gli organi e i tessuti del corpo. Da un buon sangue deriverà un buon stato di vita.
Prendiamo il pane: contiene amidi, che sono zuccheri. L’amido è essenziale perché si brucia facilmente, si traduce subito in energia e movimento. Il pane è la mia benzina. Assumendolo io non diventerò un pezzo di pane, ma diventerò ciò che il pane apporta: Energia.
L’Ostia è pane celeste, è Gesù in carne ed ossa. Questo pane non segue lo stesso percorso dell’altro pane, ma ugualmente, và a fare buon sangue nella mia anima. Cosi’ come il pane alimenta il corpo, il pane celeste si trasforma in nutrimento per l’anima. Ma la forma completa dell’Eucarestia comprende anche il vino. Questo rappresenta la gioia: bere un po’ di vino, ci porta distensione e allegria. Il cristiano è sereno perché sa di non essere mai solo, ed è gioioso perché sa che la vita non muore.
Assumere Gesù, significa assumere tutta la vita di Gesù e quindi essere in grado di viverla.
Quando prendiamo l’Ostia si potrebbe dire che è Gesù a mangiarci, a portare via quelle parti di noi che ci impediscono di essere come Lui chiede. Lui sa che da soli non andiamo molto lontani. E’ come una ricetta senza un ingrediente: per essere come Dio vuole occorre Gesù e la nostra buona volontà, tolto uno dei due, la torta non viene buona. Dio non è un Deus ex macchina che risolve le cose modello Mago Merlino, ed io non sono tanto potente da fare tutto da sola! Per quanto in gamba io sia!Sarebbe, per me, come portare una casa sulle spalle e cercare di camminare: e chi resiste? Ma qui non ci sono gare di resistenza. Qui c’è un Padre che vuole stare con i suoi figli, vuole renderli veramente felici, in un modo eterno.
Torniamo al nostro pane celeste: con Lui in noi, che ci nutre e trasforma in vera energia le nostre debolezze, possiamo anche perdonare ed imparare ad amare.
Mangiando Gesù, la mia anima impara da Lui, in modo tanto misterioso come il pane che si trasforma in energia, impara come vivere da Figlio di Dio. E come per tutte le cose, bisogna voler imparare, voler ascoltare, perciò occorre la mia buona volontà, cioè la mia disponibilità ad ubbidire agli eventuali suggerimenti divini.
Per strano che sembri, la santità dipende da quanto io mi saprò far docile alla mano di Dio che mi guida.
Amarsi, significa anche imparare a perdonare (altro dramma umano!), e forse in questo caso più di prima ci rendiamo conto che ci servono aiuti potenti!
Se io mangio Gesù, mi trasformo in Lui e nella sua potenza. Se tu mangi Gesù, ti trasformi in Lui e nella sua potenza. Allora io e te ci somiglieremo di più, ci capiremo di più perché da dentro l’anima ci verranno gli stessi suggerimenti santi. Non con le stesse parole, ma lo stesso comando.
L’Eucarestia, non a caso, viene anche chiamata Comunione: mette in comunione le persone fra di loro, meglio di qualsiasi altra cosa o stratagemma umano. Avere Gesù in noi comporta il conoscerlo un po’ meglio, e quando si comincia a conoscere una persona, se ne scoprono i gusti, le abitudini, al punto di indovinarne quasi il pensiero. Piano piano ci si innamora di Gesù e per questo il nostro cuore tende a volerlo rallegrare e accontentare, proprio come ci viene spontaneo fare con i nostri amati, solo perché ciò ci dona una felicità che non è di questo mondo, non è descrivibile, ma è potentissima. Siamo già nell’anticamera del Regno di Dio.
Gesù dice infatti: “il Regno di Dio è già in mezzo a voi” E’ quella strana sensazione di quando siamo innamorati: che quello che succede attorno non ci sembra grave neanche se cadono le bombe. Non si tratta di menefreghismo, ma della scoperta della felicità che supera persino la paura della morte corporale.
Alle volte, per far funzionare le cose occorre imparare da Gesù il lasciarsi masticare, come Gesù fa nell’ostia. Lasciarsi masticare per amore, per far uscire questo sangue di Gesù che redime, che mi dà vita e la da anche all’altro. Dà la vita come una mamma che partorisce e deve rinunciare a sé stessa per far venire al mondo un bimbo, una nuova vita. Anche lei si lascia masticare e i risultati sono sempre gli stessi: una vita nuova. Cosi’ noi, siamo dèi e possiamo fare ciò che Gesù ha fatto e seguita a fare per noi.
Dio prega. Ci supplica di amare, di lasciarci amare da Lui per rendere il nostro amore e la nostra vita Eterni. Pensate: Gesù passa tutta la nostra vita al nostro servizio, in supplica perché lo amiamo. Come si fa a non amare una Persona cosi’?
Noi abbiamo in bocca sempre mille rimbrotti e brontolii: E non si può… e che mi chiedi…e non ce la faccio…è inutile…è impossibile. Mentre Lui paziente ripete ogni domenica: “Ecco, prendete, questo è il mio corpo, questo è il mio sangue, versato per voi in remissione dei peccati. Mangiatene tutti!”
Non mi conosci? Mangiami.
Sei imperfetto? Mangiami
Non ti senti capace? Mangiami.
Ma che cosa stiamo aspettando ancora? Procuriamoci l’amico, l’alleato più grande della nostra vita: Gesù, in carne ed ossa. L’Eucarestia.

"Mangiami!"



martedì 6 novembre 2012

GIRASOLI

Sono stanca
di perdere l'amore,
ma domani.....
lo cercherò ancora.


Cercherò e cercherò,
troverò uno scorcio di Paradiso
nel tuo sorriso
Troverò il Padre
nella sua carezza.
Poi perderò tutto ancora,
si dilanierà il cuore
e mi ammalerò di nuovo,
ma domani.....
lo cercherò ancora

Perchè non ho scelta,
come quel fiore
che gira il suo volto al Sole
ed allegro si nutre
di luce e di calore.
Fino a quando al tramonto,
china il capo, triste,
e resta fermo e solo
ad attendere fedele
un mattino nuovo.

Sono stanca 
di perdere l'amore,
ma domani.....
lo cercherò ancora,
in attesa di quell'Alba
che non vedrà tramonto.



Frase 6

"Ognuno sia contento della sua sorte, pensandola sempre transitoria e via e mezzo per conquistare una sorte migliore e eterna!"

Quadro della mia amica Vittoria Ramondelli

ROTOLINI FANTASIA

Questo è un antipasto molto d'effetto e anche gustoso. Altri pregi: si prepara il giorno prima ed è facile.
Ingredienti:
Pancarrè intero (non tagliato a fette e senza crosta)
Philadelphia
Prosciutto cotto

Procedimento:
Con un mattarello si schiaccia la fettona intera di pane, poi si spalma col formaggio tipo Philadelphia e si stendono sopra due fette di prosciutto in modo da coprire bene ma senza far traboccare fuori dai bordi. Eventualmente piegare o tagliare le fette. Ora, partendo dal lato più stretto del rettangolo di pane, avvolgere stretta stretta la fetta farcita formando un rotolino (tipo dinamite!!eheh!).
A questo punto basta avvolgere i rotolini con carta alluminio e metterli in frigo per una notte.
Il giorno dopo si leva la carta alluminio e si taglia il rotolino a dischetti. 
Si possono farcire in vari altri modi, alcuni esempi sono: bresaola, rughetta e philadelphia; oppure burro d'arachidi; o ancora mortadella e fontina tagliata molto sottile. Largo alla...fantasia!!

Questi li ho fatti per il compleanno di mio marito!





venerdì 2 novembre 2012

Frase 5

"Padre, Padre " dite. E non stancatevi di dire questa parola. Non sapete che ogni volta che la dite il Cielo sfavilla per la gioia di Dio?


LA FIGLIA DELLA NONNA

(Alla nonna Onorina)

Eccola là,
seduta sulla sua poltrona,
accanto alla finestra,
scruta incurante il cielo
e sgrana silenziosa un rosario.
Si volta, mi vede..
il sorriso della mia nonna!
vive nel mio cuore
quel suo sorriso solo per me.
"Chi è la figlia della nonna?"
"Sono io nonna!"

Eccola là,
seduta ai piedi del mio letto,
le mani sul grembo,
la testa china sul petto,
attende paziente che mi svegli,
sanata dalla febbre,
con la mia chiacchiera
e la petulanza di sempre.
Apro gli occhi
e lei ,attenta, se ne avvede:
la sua mano stanca si poggia
sulla mia tutta bianca.
Il suo viso è una luce:
ancora un sorriso.

Eccoti qua,
nonna cara
sulla tua poltrona,
sul mio letto quando soffro,
nel mio pensiero quando preparo il tuo sugo.
Chiedimi ancora
chi è la figlia della nonna,
chiedi ancora...
Sono io! Sarò sempre io,
cara nonna!

Mi ricorda nonna da giovane
Poi metterò una sua foto



giovedì 1 novembre 2012

SENTIRSI POVERI


Oggi era la festa di tutti i Santi. Mi trovavo in Chiesa e, poco prima dell’inizio della Messa, mi sono ritrovata a pensare cosa avrei ancora potuto fare per i miei genitori nella loro attuale situazione così difficile.
Sono anni che mi adopero per sollevarli, aiutarli, strappar loro un sorriso anche nelle loro condizioni.
Anni che mi alzo la mattina architettando giornate compatibili con i miei molti impegni e le loro lacrime da asciugare.
Ho cucinato, raccontato aneddoti divertenti, portato cose belle da vedere, da ascoltare, cercato medici per loro, trovato rimedi per ogni disturbo che si affacciava.
Ho cercato di esserci e di correre per esserci il prima possibile.
Ma soprattutto ho cercato spasmodicamente qualcosa in me da dare che li facesse guarire da ogni loro malanno e tristezza…e non è servito.
Ora sono qui, mio onnipresente e dolcissimo Compagno, mio Dio. Sono qui davanti a Te vivo nel tabernacolo, come nel segreto di ogni cuore umano, e improvvisamente realizzo che…non ho più nulla. Non ho più niente da dare ai miei genitori che non abbia già dato. Non ho nulla che sia efficace.
Istintivamente mi guardo le mani vuote poggiate sul grembo: sono povera. Non posso più nulla.
Mentre sta per stringersi in gola un pianto che non ha trovato il momento giusto per esprimersi, ecco inizia il Vangelo del giorno.
Un momento di silenzio, poi dall’altare una voce calma, forte e sicura dice: “Beati i poveri di spirito…perché di essi è il Regno dei Cieli…”
Beati i poveri…e io sono povera! L’ho capito ora stesso! Il Regno…ecco cosa vuole dare Dio a chi si sente tanto povero da non avere più neanche una parola di consolazione da regalare! Il Regno! La Sua casa diventa di questi poveri…la sua pace, il suo intervento, la sua potenza, il suo intelletto, il suo amore, la sua ricchezza. A me serve tutto.
Eccolo il Regno: già lo vedo in me. Perché il pianto si è calmato, non ho bisogno di sforzarmi per trattenere il dolore. La pace avanza. L’intelletto comprende che c’è ancora una soluzione alla quale non stavo pensando. Il suo amore mi dice che devo solo continuare a dare le mie stupide cose apparentemente inutili e che Lui ci metterà il resto. La sua potenza coprirà la mia impotenza.
La calma che scende dal suo Regno fino al mio cuore, mi fa capire che ora , che sono completamente povera , tutto si arricchirà della sua presenza. Non so come, ma so che può essere solo così.
Un beato è un felice,..perché è stato salvato da tutto ciò che lo rendeva infelice!
Un povero è felice perché già sa che un intero Regno verrà ad arricchirlo!
Sì, oggi posso essere beata: avevo bisogno di essere salvata e mi hanno salvato.

Dammi tutto Tu...



FOLLIA E SAN...TITA'


(UN AUGURIO DI SANA SANTITA')

Sono sconvolta da discorsi bizzarri: mi metto in orazione.
Gesù parla sensatamente eppure chiede di essere santi; dovrebbe sembrarmi insensato e invece è l’unica cosa sensata della giornata.
Dopo tanti discorsi ascoltati mi andavo chiedendo cosa è davvero normale, se tutto è relativo e se in fondo fossi io a non essere tanto normale. Anche se ho la netta sensazione di ragionare in modo lucido, mi vedo costretta a pormi certi dubbi.
In preghiera, oltre alla lucidità (che sembra non bastare per questo mondo) ritrovo un po’ di calma e nella pace, si sa, riemergono alcune risposte.
L’unica cosa che ci fa essere noi stessi, e perciò persone “normali”, è seguire Gesù. Quindi sforzarsi con ogni mezzo di essere Santi! Essere buoni è essere sensati. Ha senso essere buoni perché regala un significato alla nostra vita. E’ come viaggiare su binari sicuri con un tragitto intelligente che porta a Dio. Che porta a casa nostra, insomma.
Guardo in giro e mi sembra di vedere treni impazziti che vanno sui prati o in mezzo alle rocce. Io non sono certo santa perché lo si diventa, eventualmente, solo alla meta, alla fine di questo viaggio che è la vita; ma so che mi sforzo ogni giorno di restare sui binari divini, mi sforzo di essere come Gesù vorrebbe.
Nel mio percorso s’incontrano stazioni obbligate che altri non vedono e tu parli di cose che gli altri non capiscono. L’unica cosa che so è che se non si seguono questi binari è come impazzire lentamente e lasciare che la mente segua percorsi sempre più assurdi. Proprio come uno che ha perso la strada.
Ciò che mi rende sensata e normale, è cercare di essere “figlia di Dio”, quale sono stata sognata dal Padre. E’ questa la mia vera entità. Sono nata per il Cielo e se sgarro seguendo percorsi alternativi, tutto diventa folle.
Coloro che stanno in questa triste situazione sono come mosche senza testa e capisco che la loro meta non è più la Santità. Mi dà dolore non riuscire ad aiutarle nonostante mi sbracci in tentativi. Finendo col sembrare io la pazza.
Spesso mi sento tale, mi sento disadattata alla vita, così come molti la interpretano. Sarà sempre più frequente sentirsi così. Ma ora so che non c’è qualcosa da fare: non posso adattare la mia mentalità alla loro, perché non è mia, ma di Dio.
Finché Gesù mi guida resto serena; triste ma serena.
Ah, Dio! Tutti quei discorsi! Cerco di parlar loro d’amore e mi rispondono con argomentazioni sulla diffidenza, sulla convenienza, sul tenere lontano il prossimo, per questo, quello e chissà quanti altri perché! Come se io non li vedessi questi “perché”! Neanche io sono stupida e ingenua! E’ che l’amore…è un’altra cosa.
Quale “perché” può tenere di fronte al fatto che vorrei portare l’amore divino alle persone? So già che molti non lo vorranno, che non capiranno e addirittura rideranno di me; ma se avesse fatto così Gesù, neanche io avrei mai visto l’amore!
Se esser pazzi è cercare d’amare come Gesù, allora sono felice di essere folle.

Una scala che si può fare...