Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

martedì 27 agosto 2013

Frase 30

"Lottate sempre contro i veri nemici. Tutti.
Contro la vostra umanità, le vostre paure, i compromessi indegni, le alleanze utilitarie, le pressioni, minacce, torture, la morte"


Audrey Hepburn in Africa

SINDROME DI ONNIPOTENZA

                           
Affidarsi totalmente al buon Gesù: questa è la lezione da imparare. Affidarsi ed essere felici e allegri come i bambini.Affidarsi non significa mettersi in mezzo alla strada pensando: “Tanto Dio vuole solo il mio bene e perciò anche se sto qui non mi accadrà niente”. Quella non è fiducia ma stupidità.
Affidarsi significa guidare la barca della propria vita in direzione del bene, sperando saldamente che Dio ci sta aiutando a stare su quella via, per poi arrivare a Lui.
Noi abbiamo degli strani timori e ci scordiamo di avere quello sano di Dio. Ci preoccupiamo di tutto, pure di quante formiche ci sono nel giardino e non teniamo presente che Dio c’è.
E’come un disturbo psicologico che definirei col nome di “Sindrome di Onnipotenza”: riusciamo a preoccuparci di cambiare tutte quelle cose che sfuggono alla nostra potenzialità ed evitiamo di pensare alle uniche e pochissime cose che ancora siamo in grado di controllare.
“Pioverà?..E se l’autobus non passa?..E se mi viene il raffreddore?” Ma che possiamo farci se piove? La regolo forse io la pioggia, per cui se me ne preoccupo posso intervenire e non far piovere? Dipende da me se passa o no l’autobus? E se mi venisse il raffreddore a causa di un virus colto nell’aria, che potrei fare?..NIENTE.
Ci preoccupiamo a vuoto di tante cose di cui non possiamo occuparci in maniera attiva. Cose di cui si preoccupa Dio. Prendiamo i suoi pensieri e ci struggiamo di inutilità e ansia aggiuntiva. Ottenendo due danni: la nostra angoscia nel contemplare quanto siamo impotenti, e un Padre deluso e rattristato costretto a contemplare la nostra sfiducia in Lui.
Di cosa dovremmo occuparci se in verità tali preoccupazioni sono già a carico dell’Onnipotente? Forse dovremmo coltivare l’unico Timore plausibile ad un figlio di Dio, più che un figlio della carne. Il Santo Timor di Dio che lungi dall’essere un’angoscia, è invece il tenerLo presente. Perciò pensare a non offenderLo , ma ad amarLo e consolarLo con un comportamento onorevole, degno di un suo figlio. Su questo possiamo lavorare, su questo siamo potenti: possiamo sforzarci di far bene e resteremo con Gesù.

Piove? Tira vento? C’è il sole? Ma che importa se ho Dio?

Rende bene lo stress?

mercoledì 21 agosto 2013

CIAMBELLONE ALLA PESCA

Questa è una ricetta che è venuta fuori dal mio desiderio di eliminare più grassi possibili dal ciambellone e visto che avevo delle pesche...ecco cosa è risultato:
INGREDIENTI:
1 bicchiere e mezzo di zucchero
3 bicchieri di farina
3 uova intere
1/2 bicchiere di olio di mais
1 bicchiere di latte parzialmente scremato
1 bustina di lievito
1 pesca e mezza frullata nel mixer
 PROCEDIMENTO:
Unire tutti gli ingredienti sbattendo prima bene le uova con lo zucchero e procedere aggiungendo tutti gli altri ingredienti facendo solo attenzione di amalgamarli bene in una crema liscia.
Ora ungere bene bene la forma del ciambellone con un pò di margarina, mettere la crema nello stampo e infornare a 180 gradi per un'ora.
Tirare fuori e lasciare raffreddare un bel pò.
Quindi rovesciare su un piatto. Pronto!! Non perchè l'ho fatto io, ma è assolutamente morbido e decisamente profumato. Senza contare il fatto che è molto meno grasso della versione con tanto olio! Inoltre...sfidate i vostri commensali a scoprire cosa c'è dentro: le pesche non si vedono affatto, ma fanno un bel lavoro nella morbidezza e nel sapore!

....è già a metà!

martedì 20 agosto 2013

IL SUONO DELL'ANIMA

Ascoltare mia figlia che suona la chitarra senza conoscerne la tecnica, è meraviglioso!
Vi sento il suo silenzio interiore, il suono della sua anima buona che si traduce in musica ascoltabile da tutti, ma che io so interpretare in maniera più chiara.
Chi non riesce sempre a portare la propria voce al mondo nel modo sognato, spesso suona, dipinge, scrive o altro.
La mia piccola...suona.
Qualsiasi strumento nelle sue mani prende voce: la sua voce dolcissima.
Ascoltarla, per me, è come tornare incinta di lei, quando non poteva parlarmi e io restavo attenta a ogni piccolo suo movimento nel desiderio di capirla e accontentarla in ogni modo.
Ascoltare mia figlia che fà suonare la sua chitarra è ascoltare una preghiera che si traduce più o meno così:
"Padre, io ti amo, amo la vita che mi hai dato. Tante persone non arrivano a vedere quanta bellezza passa loro sotto gli occhi, ma io riesco ancora a vederla e vorrei tanto che tutti si amassero e camminassero insieme su prati assolati parlando del colore dei fiori o di quanto è soave lasciarsi accarezzare i piedi dalle onde del mare che vanno e vengono quando te ne stai a riva a respirare il mare.
Vorrei che nessuno si scordasse mai di sorridere al fratello o all'incanto di un tramonto.
Vorrei che la gente si trattasse bene e trascorresse tutto il suo tempo nella bellezza.
Grazie Padre per la musica che consente di far salire a Te la mia preghiera.
Grazie perchè mi sento contenta".
Forse la mia traduzione è ancora imprecisa e non le rendo abbastanza giustizia, ma ho cercato di segnare nero su bianco almeno qualche emozione che lei mi da per poterla regalare a più persone possibili.
Grazie Dio, anche da parte mia, per la gioia che Margherita rappresenta: la sua presenza è un balsamo sulle ferite della vita!!


Margherita mascherata

lunedì 19 agosto 2013

GMG: CONTAGIO DI SPERANZA

E’ appena terminato il TG, sono devastata dalle notizie sempre preoccupanti che dal mondo ora riecheggiano nel mio petto accelerando il battito cardiaco, ma ecco inizia subito uno “speciale” sul Papa in Brasile durante le GMG (giornate mondiali della gioventù).
Il paesaggio lo conosco bene: la spiaggia di Copacabana sotto il consueto tetto di nuvole cariche di umidità. Mi sembra di sentire ancora quell’aria a tratti irrespirabile: quel vento caldo che si confonde col proprio alito e l’aria appiccicosa di acqua e sale. Poi l’oceano dispettoso che gioca a essere calmo ma se ti avvicini alla riva per entrarci, ti accoglie con un’inaspettata onda altissima che minaccia infrangersi sull’intera persona. Tanto da indurti a fuggire vari metri indietro. L’oceano è così. Copacabana è così: ricordi di molti anni fa, eppure vivi come pochi. Vivi come il temperamento dei brasiliani, così sorridenti e pronti a correrti incontro per abbracciarti, come la posa del loro Cristo Redentore del Corcovado, che sembra tradurre bene questo spirito. Quello che dovrebbe essere poi, lo spirito del cristiano.
Mi si accende un sorriso e mi scordo del telecomando. Da adesso in poi è tutto un sussulto del cuore e dello spirito. Sarà che le immagini mi riportano a quando da bambina mi confondevo fra i bimbi carioca e, indossando la loro uniforme, mi recavo alle elementari, dove si apriva il giorno cantando e pregando; sarà che Papa Francesco sta passando a stento fra una folla di giovani che esultano alla sua vista come avessero visto Cristo in persona…. Sarà che da un’ora vedo inquadrati solo visi raggianti in un’incalcolabile folla che riempie la spiaggia di bandiere colorate di ogni nazione e mi sembra che riescano anche a non pestarsi i piedi nonostante lo spazio ridotto. O forse è la musica così trascinante, accompagnata dagli immancabili tamburi, che fa da sfondo a un coro uniforme e sentito, e allo stesso momento allegro come il canto dei bambini.
Sarà tutto l’insieme, ma improvvisamente la scia d’angoscia che le brutte notizie del TG mi aveva lasciato, è svanita e s’è trasformata in una scia di luce. Ora tutto mi appare possibile: possibile la pace nel mondo; sì, se tutti i paesi del mondo sono ora ai piedi del “Cristo” a cantare, pregare e battere le mani felici perché il Papa li sta benedicendo. Possibile cambiare in bene il male; sì, se i nostri figli spengono il computer un momento, uniscono le mani e piegano le ginocchia tutti insieme per chiedere a Gesù di farci più buoni.
Possibile la speranza, se si spende del tempo per aiutare qualcuno, o trovare la forza di perdonarlo, oltre che per fare soldi o a preoccuparsi ansiosamente del futuro diagnosticato tetro.
Possibile la felicità, se nell’incontrare il fratello riuscissimo a esultare solo perché “Figlio di Dio” come noi e gli corressimo incontro per offrirgli del Mate: sua bevanda preferita e perché vogliamo si senta ben accetto.
Sì, ora è tutto possibile e mi fermo addirittura a chiedermi come ho fatto a credere nel male più che nel bene. Ad aver paura che potessero vincere le tenebre anziché la Luce.
Anche il bene è contagioso, molto più di tutto il male che c’è nel mondo e nel nostro cuore. Basta un ragazzo in ginocchio che canta a Dio mentre una lacrima gli segna il volto di una gioia profonda e già il mondo s’illumina d’immenso!

Lasciarsi contagiare è facile e bello…poi tocca a noi contagiare con la nostra vita il fratello. Non lasciamo svanire questi ricordi, teniamoli vivi in noi insieme ai canti e ai sorrisi dei giovani e se dovessimo sentirci spaventati dagli eventi o scoraggiati, facciamo come quei ragazzi: uniamo le mani con fiducia e riaccendiamo la speranza.


venerdì 16 agosto 2013

TENERSI PRONTI ALLA VITA


Tenersi pronti è una questione di prudenza, e la prudenza è sintomo di umiltà. Infatti chi è umile non pensa di avere tutto sotto controllo. Sa che molte cose sfuggono al controllo umano, perciò lo mette in conto, ne è pienamente consapevole. Questa è anche una questione di fede: sapere che ciò che sfugge al proprio controllo, lo fa in quanto sta sotto il controllo di Dio.
Quindi quel che sfugge al mio controllo,in realtà è controllato dal Padre che, sicuramente se ne occupa in maniera perfetta.
E’ un po’ come se fossimo nel grembo di Dio! Quando stavamo nella pancia della mamma, avevamo dei movimenti propri mano mano che ci sviluppavamo dentro di lei. Avevamo alcune piccole cose sotto il nostro controllo, dettate dal nostro cervello in evoluzione. In realtà, però, senza rendercene conto, la mamma che abitavamo momentaneamente ci conduceva dove noi non avevamo idea e dove lei credeva meglio. Afferravamo qualche parola, ci accorgevamo dei cambiamenti di temperatura e di luce e ci nutrivamo delle sue sostanze, ma ci sfuggiva cosa esattamente stesse facendo. Una cosa era certa: si stava occupando di noi in modo sublime. Tutto per partorirci alla vita.
Così sta facendo Dio con me, con noi tutti ora.
Io so che esiste un essere superiore a me che mi sta conducendo a vedere la Luce. Non so il come, non so il quando. Non so che cosa avverrà domani. La cosa davvero essenziale è che io mi nutra della sua sostanza ( l’Eucarestia), che mi rende simile a Lui.
Il parto alla Vita sarà il momento in cui dovrò abbandonare il luogo dove ora mi trovo per andare a vedere Lui: la Luce, mio Padre, Colui che mi ama.

In conclusione ho capito che se sono fiduciosa, so che non tutto è sotto il mio controllo e vivo ugualmente serena, umile, mettendo in pratica un volto dell’umiltà: mi tengo pronta e vivo come se ogni giorno fosse buono per “nascere”!


sabato 10 agosto 2013

UN OSPITE IMPORTANTE

                            
Quando arriva in casa una persona cara e gradita,si fa di tutto per accoglierla e tenersela sotto il proprio tetto. Ci si stringe, si divide il cibo, che poi basta per tutti. Ci si sente felici, più felici di prima che avevamo più spazio e più cibo. E’ soprannaturale! Ma molti non se ne avvedono. La gioia è soprannaturale.
Figuriamoci poi se l’Ospite è Gesù! Che gioia! Si farà di tutto per tenerselo in casa. Non faremo caso al disagio o al da fare in più. Qualsiasi cosa per la gioia di averlo! Personalmente se lo avessi ospite in casa dormirei anche per terra acciambellata in un angolo.
In realtà è quello che devo fare perché in ogni fratello c’è Gesù e occorre mostrare la gioia di accoglierlo. Coloro che vivono nella nostra casa andrebbero accolti così. La loro presenza è preziosa.
La gioia vera, quindi è qualcosa di soprannaturale che nasce dall’amore. Non è infatti naturale essere felice di dormire per terra per fare spazio ad un altro o di restare senza cena per far mangiare un altro. Eppure quando si ama è così, non è affatto ipocrisia. L’amore cancella ciò che c’è in noi di duramente umano, e lo fa in pochi istanti. Risolvendo problematiche che noi, da soli, non eravamo stati capaci di attenuare nel corso di molti anni, nonostante la buona volontà impiegata.
Ci basti pensare magari alla difficoltà di intraprendere una dieta : magicamente poi per avere al proprio lato una persona cara, siamo capaci di dire “non ho fame: mangia tu” anche se la gioia ci innesta un appetito più vivace del solito. Si fa davvero, si fa volentieri e spontaneamente! Sono i nostri piccoli miracoli.
Risulta evidente che tutto esula dal naturale. Soprannaturale infatti significa questo: che non è legato agli istinti naturali ma ne vola sopra. E però è legato a ciò che sopravvive alla natura…e cioè lo spirito!
Corpo e mente si perderanno con la morte. Lo spirito no, perciò rappresenta la nostra vera sostanza dell’esistenza. Ciò che è duraturo. Immortale. Il mio “io” risiede nello spirito (l’anima) dato che continuo ad essere e sentirmi “io” nonostante il mio corpo cambi, nonostante le mie idee e modi di pensare si evolvano. Resto “io” perché vivo nell’eterno spirito.
In questo mio vero e duraturo “io”, provo amore e gioia vera, capaci in un attimo, di mettere in un angolino stretto corpo e mente affinchè non diano fastidio all’espressione di questo mio vivere. Ciò che il corpo e la mente non riescono a fare, riesce invece a fare lo spirito nel momento in cui ama e quindi vive. Basterebbe amare sempre perché lo spirito divenga il signore delle altre mie due sostanze. La farebbe da padrone! Potendo affermare così di avere il dominio di me. La qual virtù non si ottiene certo tramite uno sforzo terribile della volontà come molti vogliono far credere. Non c’è yoga, ginnastica o altro che ci ottiene un tal livello di virtù.
L’unico modo per tenere a bada il capriccioso corpo e la svagata mente è far vivere lo spirito. Lo spirito vive pienamente, si sveglia e si accende facendosi potente quando si alimenta di “ciò” di cui è fatto: d’Amore. Egli nasce in Dio Padre ed è Amore. Quando amo vivo essenzialmente di spirito. Siccome poi è cosa di Dio, occorre dargli il cibo celeste: l’Eucarestia.
Esprimere, mettere in pratica l’amore e nutrirmi di Gesù fa venir fuori in me il mio vero “io”. Domina le mie passioni e i miei atteggiamenti inutili, facendo emergere in me il figlio di Dio quale sono stato sognato dal Padre.
L’amore è ancora una volta il centro di tutto.
Quando Gesù è in me, l’anima mette da parte le mie durezze per regalarmi  la gioia della sua presenza e una grande pace, mentre le mie miserie umane in un angolo esclamano:” Ma chi è costui a cui tutti obbediscono, compresa la furia dei venti e dei mari?”
I pensieri, le necessità e le passioni che provengono dalla sfera umana, alle volte hanno la furia dei venti e mettono inquietudine come un mare in tempesta. Ma quando c’è Gesù, tutto si quieta, senza seguire l’iter della natura. Tutto si quieta e basta.
Perché Lui ne è padrone.




sabato 3 agosto 2013

Frase 29

"L'amore lega quelli che furono con quelli che sono. Essi ci sovvengono con le loro preghiere. Ma noi dobbiamo offrire le nostre sofferenze per la loro pace. E' una catena che non si rompe."

Ti voglio pensare qui....ciao Zia Anna!!

giovedì 1 agosto 2013

LA BUONA-FEDE

Spesso mi capita d'incontrare persone che non credono in Dio, o che sono dubbiose o tiepide, se non addirittura in uno stato di sospetto nei  Suoi confronti e di "messa alla prova"; come stessero chiusi nel loro cuore e da li spiassero Dio per vedere se si comporta bene o se invece si dimostra ingiusto.
A queste persone ho potuto notare che, in genere, capitano eventi fastidiosi, ingiustizie, quasi in quantità e frequenza maggiore ( o perlomeno è quel che appare) e le vedi reagire con crescente veemenza verso il Creatore.
Come se, appunto, Questi si stesse solo dimostrando il tiranno che sospettavano fosse!
In realtà, a non salvarli, è solo una sorte di "mala-fede". Mi spiego:
Gesù, nel Vangelo,ripete spesso: "La tua fede ti ha salvato". Usa questa frase rivolgendosi a miracolati grandiosi, a ex-ciechi, o paralitici o lebbrosi e altro.
Scarica su loro il merito della loro guarigione nonostante il Suo intervento. Perchè hanno avuto fede. Cioè: nel male della loro sorte, non si sono incattiviti nè verso Dio, nè verso il prossimo; hanno seguitato, invece, a pensare che tutto aveva un "fine buono". Anche se per raggiungerlo avrebbero dovuto passare per cose non buone o per vere e proprie tribolazioni fisiche e/o morali.
Questa è la fede.
Nasce dall'amore per Dio: Ti amo, perciò penso solo bene di te.
La fede, per essere tale, deve essere comunque "buona fede".
Facendo tutto il discorso al contrario, cioè andando a vedere cosa è la "mala-fede"si può intuire a cosa essa porta. Persino un miracolo, quindi un regalo enorme, perderebbe valore perchè guardato con sospetto, perciò non sarebbe in grado di salvare il miracolato.
Quando mi accorgo della sofferenza di questo tipo di persone, vorrei dir loro di avere fede, ma otterrei solo reazioni stizzose (come ho sperimentato). Perchè questa parola (fede) non è loro chiara nel suo significato.
Dovrei dir loro: "Salvati da te stesso, salvati da solo con questo potere incredibile che è la fede! Rendila attiva e smettila di dubitare dell'Unico che ti ama davvero!"
Non bisognerebbe mai credere di sapere tutto di Gesù o di conoscerLo perfettamente, no, ma piuttosto non dovremmo mai dubitare del fatto che, anche nelle situazioni più dolorose, Lui è dispensatore di bene e non di male.
E'sempre una fatica quando qualcuno si mostra sospettoso nei nostri confronti: nel migliore dei casi ci ritroviamo a far salti mortali per farci accettare, per fare bella figura e dimostrare quanto valiamo. Come se il nostro valore umano dipendesse da quanto gli altri lo riconoscano. In realtà...conta solo un'opinione: quella del Padre Celeste.
Gesù, invece, in presenza dei nostri sospetti, quando non viene riconosciuto come profeta a Nazaret, per esempio...non muove una paglia, ma anzi si allontana lentamente da tutti coloro che vogliono prenderlo a sassate. 
E seguita a farlo: non si sbraccia in prodigi con chi gli ha già affibbiato un "marchio". Ma ciò non cambia il fatto che Lui sia il Figlio di Dio e che sia Onnipotente.
Semplicemente e dignitosamente si allontana da chi non lo vuole per ciò che è, lasciando che alcuni sospettino che Lui sia solo un insensibile truffatore dell'umanità.
Ma io penso che tutto, nelle loro vite, potrebbe ancora cambiare in un istante se solo abbandonassero quell'arido sospetto e andassero in fondo al cuore a riprendersi ciò che loro di diritto, avuto gratuitamente da quell'Uomo che si è messo da parte: la fede.
La fede che "smuove le montagne" nel cuore, che opera prodigi nelle anime, la fede che...salva! Da tutto, principalmente dal nostro buio.
Sì, perchè la fede è...."UN SALTO NELLA LUCE"!