Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

giovedì 30 maggio 2013

L'ARATRO


Qual è il mistero? Come può un cuore pieno d’amore non poter svuotare tutto nel cuore degli altri? Come può seguitare a gonfiarsi nonostante la freddezza e le incomprensioni? Sembra quasi che più non trovi sfogo, più veda disamore e più aumenti la sua portata d’amore e senta il bisogno di andare a riversarsi come un fiume in piena in un’alta cascata. Senza però poterlo fare.
Mentre ciò accade, si ha una serpeggiante sensazione che il tempo passi inutilmente, logorando l’esistenza. Eppure non c’è nulla d’inutile in questo perché ogni minuto trascorso dovendo tenersi dentro quest’amore, è come un aratro che passa solcando il terreno e rimestandolo tutto. Se il terreno è il mio cuore, vuol dire che va divenendo sempre più fertile quanto più è ferito.
Tutto ciò fa sì che dal profondo dell’anima salga una domanda senza rabbia, carica di passione: “Perché? Perché chi ha amore, non sa dove e a chi darlo?” Perché molto spesso, chi sai esserne assetato, non avverte la sete e non puoi costringerlo a bere.
 Tutto grida in me: “Devi amare!”, ma se non mi vogliono, come posso farlo?Allora comprendo all’improvviso che è questo che intende Dio per “libero arbitrio”; neanche Lui può imporre il suo amore. Quindi ama e soffre. Ha il cuore solcato dagli innumerevoli rifiuti. Impotente (solo in questo caso) davanti a tutti i “no” degli uomini suoi figli. E’ un dolore divino.
Un dolore che non ferma Dio e non può fermare me perché è imperativo a questo mondo che l’amore non s’arrenda e che generi la gioia. Pur con questi solchi nel cuore, voglio essere gioiosa, fare silenzio su questo e andare oltre pensando che questo mio atteggiamento fa star bene Dio.

Alle volte penso che ci stiamo solo preparando, accumulando potenzialità amorose per sfogarci pienamente in Paradiso dove ameremo per sempre. Sono contenta che la vita mi ari, allora: evidentemente è la cosa che mi serve di più. 

I campi arati..dell'anima

TORTINO PATATE E MELANZANE

INGREDIENTI:
4 Patate medie
2 Melanzane
1 Mozzarella 
qualche pomodoro rosso
basilico
sale
1 cucchiaio di parmigiano
olio.

PROCEDIMENTO:
Far lessare per 20 minuti le patate. Tagliare le melanzane a fette e metterle sotto sale in uno scola-pasta per 20 minuti (mentre si fanno le patate).
Ora scolare le patate e farle freddare bene; quindi pelarle e tagliarle a fette non troppo sottili, abbastanza grosse da farle restare intere (circa 4 millimetri)e lasciarle in un piatto.
Friggere velocemente con una voltata e una girata le fette di melanzane. Affettare anche la mozzarella e i pomodori. 
Ora siamo pronti per fare il tortino.
Prendere una pirofila di vetro, ungerla con un filo d'olio e alternare gli strati nel seguente ordine: patate, sale, melanzane, mozzarella, pomodori, basilico, sale. Terminare con le patate e una spolverata di parmigiano.
Infornare a 180 gradi per 35 minuti. E' gustosissimo e rappresenta un piatto unico!!
Spero vi piaccia! 

Eccomi qua!!!


giovedì 23 maggio 2013

Frase 25

"Come una chioccia stende le ali sui pulcini indifesi, così Gesù stende il suo potere su coloro che soffrono e sono tormentati"


martedì 21 maggio 2013

COME PREGARE

Molte volte ci si chiede come pregare e troppo spesso si pensa che farlo sia un noioso e ripetitivo elenco di parole dette a memoria. Le preghiere classiche che conosciamo (Ave Maria, Padre Nostro)ci vengono in aiuto, ma quando siamo accorati e vogliamo chiedere una cosa particolare al Padre, non vi sembra strano....non dirla?
Gesù ha detto chiaramente e senza ombra di dubbio:"Chiedete e vi sarà dato". Sì, però CHIEDETE!!! Se non parli, se non ti fai sentire, se non spieghi, se non urli...come pensi di essere ascoltato?
Usiamo anche parole nostre. Se siamo addolorati o arrabbiati per qualcosa rivolgiamoci a Dio con tutti noi stessi, magari anche a pugni chiusi e con le lacrime agli occhi, ma esterniamo tutto ciò che abbiamo nel cuore!
Se dovessimo chiedere un favore a un amico, non ci metteremmo di impegno a spiegare bene qual è il nostro problema? perchè con Dio non lo facciamo?
Vi racconto una storia tratta dall'Antico Testamento:
Giacobbe, figlio di Isacco, avendo fatto un torto davvero grande alla sua famiglia e a Dio, si sentiva in colpa ma voleva tornare amico di Dio. Così, una notte, mentre dormiva nel deserto, dove stava facendo una sorta di riflessione, si ritrovò davanti un uomo molto robusto che lo attaccò. Giacobbe si mise a lottare con quell'uomo, che capì essere mandato dal Signore. L'uomo era davvero molto forte e praticamente impossibile da vincere, ma Giacobbe lottò fino a non poterne più. Quando si ritrovò completamente senza forze, udì la voce di Dio che gli disse: "D'ora in poi ti chiamerò Israele,che significa colui che ha lottato con Dio, perchè hai combattuto da vero uomo e sei stato esaudito in ciò che chiedevi"
L'amicizia fra Giacobbe e Dio fu ristabilita...perchè Giacobbe la volle fortemente. Quel combattimento gli ottenne di essere esaudito!!
Perchè non iniziamo anche noi a...pregare così? Coraggio fratelli!
Lo ha detto anche Papa Francesco...ascoltate
...dura solo 1 minuto!!



lunedì 20 maggio 2013

STELLE IN VASI



Che bello sapere che il nostro corpo sarà glorioso! Sano, bello, eterno, luminoso, incorruttibile. Vale la pena far passare il corpo mortale per questa vita complicata che sembra consumare l’elemento.
In realtà è come se portassimo dentro una stella che ora è avvolta in un vaso scuro e opaco. La vita scortica il vaso fino a renderlo sottile, crepato, quasi trasparente. In tal modo, da dentro, comincia a vedersi la luce. Ed ecco che anche quel vaso logoro inizia ad assomigliare a un raro cristallo che emana raggi di luce.
Quando alla fine il vaso si rompe, resta solo la luce, libera di tornare alla Luce là in alto nel cielo.
Sembra quasi che quel vaso non ci sia più, invece un giorno ci sarà ridato in forma di cristallo puro, ricco di sfaccettature capaci di potenziare la luce e renderla più visibile ancora.
Sarà un cristallo infrangibile e ci faremo luce gli uni con gli altri in una perfetta trasparenza. Nulla più sarà nascosto. Sarà facile vedere l’anima dell’altro nel corpo glorioso.
L’elemento non si consuma, ma torna alla sua origine. Ora come ora non possiamo essere così, perché non abbiamo ancora lacerato tutto ciò che c’è di umano. Né possiamo vedere Gesù così glorioso com’è ora perché probabilmente qualcuno di noi cercherebbe la morte per poter stare dove sta lui.
E’ qui che serviamo ora: in questo vaso tutte crepe da dove inizia a sfuggire la luce della stella.




giovedì 16 maggio 2013

LAMPADE DI CRISTO

Stasera avvio il mio progetto di Post- Cresima-Adulti che ho chiamato "Le lampade di Cristo"!
Sì, perchè ogni cristiano deve stare attento a rimare acceso! Non basta essere lampade per fare Luce...occorre ricordarsi di ...attaccare la spina alla Corrente...rimanere attaccati a Gesù!
Così, insieme vedremo cosa ci chiede Dio e come possiamo metterlo davvero in pratica.
Così ci si mantiene...luminosi!
Sono molto contenta di iniziare!
Ciao amici!!!


martedì 14 maggio 2013

IL TESORO DEL TEMPIO



Le nostre preghiere per i peccatori o i digiuni e fioretti per chi sta male, sono come il denaro offerto per i poveri: la mano destra non deve sapere ciò che fa la sinistra; o meglio, sono messi tutti insieme e tu non sai a chi andranno, né ti deve riguardare, ma sai che andranno a “chi” ne ha bisogno.
Tutte le preghiere e i più minuscoli sacrifici sono messi nel cuore di Maria e di Gesù. Loro, che sanno molto meglio di noi a chi serve maggior aiuto, gestiscono questa specie di Tesoro del Tempio, perché viene dai cuori, e ne fanno meraviglie dando a piene mani!
Questo mi fa sentire utile e mi dà un gran senso di libertà soprattutto da quegli schemi mentali che ero riuscita a costruirmi involontariamente riguardo alla preghiera. Molti mi chiedono di pregare per questo e per quello. Ho capito che non si possono fare calcoli sulle preghiere. Si possono solo mettere tutte le persone delle intenzioni nel cuore e offrire ciò che ci si ritrova in mano: una giornata pesante, lo stirare, un mal di testa, il rosario, ave Marie sparse, un attimo di solitudine. Poi è Dio colui che sa a chi dare e con quali tempi.
Ora mi sento libera da me: tutto è grazia. Sembra una banalità, ma anche in questo caso mi accorgo di quanto faccia sentire liberi Dio persino in cose alle quali noi assegniamo il nome di “dovere”!
Il tesoro del Tempio è nelle mani di Maria che si occupa di elargire ricchezze e dare le precedenze.
Gratuitamente ho ricevuto la possibilità di collaborare al bene del prossimo, gratuitamente do le mie preghiere a chi…Dio solo sa.
Questo rappresenta per me un aumento della fede e un’accresciuta voglia di pregare. Voglio dare davvero tanto! Arricchire il bottino celeste!Che importa a chi? Forse non lo saprò mai perché mi farebbe troppo superba. E’ proprio un bene non sapere e una gioia sapere l’unica cosa che conta: che a elargire il tesoro sono Maria e Gesù.

Ecco i nostri sacrifici e preghiere!!

giovedì 9 maggio 2013

Frase 24

"E' sapiente chi distingue il bene dal male e segue il bene senza valutare l'utilità umana di farlo"





mercoledì 8 maggio 2013

ALLEGGERIRE IL CUORE



“State attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita…vigilate e pregate in ogni momento”.
Non è solo l’ubriachezza e il disordine che appesantiscono il cuore e ci tolgono l’attenzione a ciò che conta davvero. Gesù parla anche degli “affanni della vita”: cose che devo comunque fare, mansioni da svolgere durante il giorno. Il fatto è che non devono essere un’ossessione! Devo fare ciò che posso, senza angosciarmi per ciò che non arrivo a fare.
Se, per esempio, ho un figlio, mi devo occupare di lui perché lui è un regalo da parte di Dio, ma proprio per questo, devo occuparmi innanzi tutto di quella parte di lui che non mi sarà mai tolta: l’anima. Devo preoccuparmi soprattutto che viva nella pace e nella grazia di Dio. Dovrò certamente preparargli da mangiare e vestirlo, ma mai senza essermi assicurata prima di tutto che abbia amore, attenzione, ascolto e l’ossigeno per la sua vita spirituale: Dio.
E’ scorretto che io passi il 100% del mio tempo a dargli “cose”: ha diritto ad avere anche le “cose del Cielo”.
Perché ci affanniamo? Forse perché pensiamo di avere molte cose importanti da fare in poco tempo. In realtà il tempo ci sfugge comunque perché non sappiamo quanto ne avremo: può darsi che sia meno di quel che ho calcolato. Conviene allora occupare tutto il tempo che ci “capita” con cose essenziali: l’amore e i suoi derivati.
Se penso di avere una sola settimana di vita, non ha senso sprecarla a ubriacarmi, ma non ha senso nemmeno utilizzarla a strofinare i vetri di casa finché non brillano come cristalli. Il primo è l’atteggiamento di un uomo privo di fede che crede che con la vita terrena finisca tutto. Il secondo è l’atteggiamento di un uomo sciocco che non capisce ciò che conta e che comunque un giorno quel vetro andrà in pezzi.
L’anima non andrà in pezzi se mi occupo di questa e alla fine l’avrò per andare libera a vivermi una vita eterna tutta pace e amore.
Insomma fare, non “strafare”. Siamo molto imperfetti e per regolarci sul da farsi, dovremmo stare sempre in contatto con Dio. Questo è possibile vivendo a stretto contatto con la nostra anima, vivendo dentro di essa e non fuori. Dentro il Castello interiore e non fuori: là dentro le voci del Cielo arrivano più chiare. Vivo la dentro stando raccolta continuamente in Dio, avendo, cioè, la costante consapevolezza della presenza del Signore nella mia vita.
Quando ci sono certe dissipazioni, il cuore si sente pesante, come fosse difficile camminare, andare avanti nella vita. Perché esse non sono altro che perdite di tempo (tempo per amare, tempo tolto alle cose del Cielo) che diradano l’aria all’anima. Passo il tempo a far cose che non arrecano ossigeno alla mia anima. E, ovviamente, senza ossigeno non posso camminare, né correre e alla fine asfissierò o mi ammalerò.
Sarebbe come pretendere dal corpo di respirare solo ogni tanto! Occorre respirare sempre e profondamente, così l’ossigeno andrà ad alimentare tutti gli organi del corpo fino a donarmi un leggero senso di ebbrezza al cervello, come se stessi per volare. Poi potrò correre e saltare perché l’ossigeno mi rende forte e libera.
Così è la preghiera: un contatto con Dio che fa correre avanti la mia anima, mi rende libera e felice più di ogni altro espediente. Mi libera dalle mie fissazioni, dalle angosce, dagli affanni. Mi calma e dona equilibrio mentale. Comincio già da qui a volare: mi stacco dalla parte più terrena di me, quella che faceva più male rendendomi schiava e cammino un metro sopra al pavimento senza più inciampare a ogni imperfezione del terreno.
Continuo a stare “sulla terra” perché non sono uscita dalla sua atmosfera e dalla sua orbita, ma vivo più allegra e serena. Gli intoppi della vita non mi fanno più cadere rovinosamente col muso per terra: li vedo, ma posso proseguire perché non vi urto più col piede.
Mi sono alleggerita il cuore.

La preghiera è una sosta in Paradiso

lunedì 6 maggio 2013

LA VITA E' MERAVIGLIOSA!

Una quantità infinita di momenti della nostra vita, sono momenti difficili, tristi, di nervosismo, di stress, preoccupazioni di ogni tipo e chi più ne ha più ne metta. Questo ci porta a pensare che la giornata è terribile, oppure che siamo sfortunati o per lo meno che tutto rema contro di noi e siamo giustificatissimi a metterci di cattivo umore.
Ma lo sapevate? Non c'è qualcosa che avviene per caso nella nostra esistenza. E nessun momento è da buttare o rappresenta una "privazione" di vita!
Guardate uno di quegli edifici antichi e meravigliosi che vi fanno alzare il naso in su ed esclamare: "Che splendore! Come avranno fatto a costruire un posto così bello?".
Già! Chissà la fatica! Poi, se vai a vedere...i mattoni che sono serviti a tirarlo su sono dei semplici insignificanti parallelepipedi rettangolari; polverosi, tutti uguali e incolore. Ecco! Quelli sono i nostri momenti orrendi o noiosi delle nostre giornate! Sono i mattoncini che stanno andando a costruire un Edificio meraviglioso.
Il momento in cui porti pazienza col fratello che ti insulta; il momento in cui sul posto di lavoro nessuno ti riconosce il tuo buon operato e tu vai avanti lo stesso, il momento in cui pensavi di poter ricevere un pò d'affetto e invece ti ritrovi coperto di indifferenza. Tutti mattoncini che si stanno posizionando uno sopra all'altro per costruire una persona meravigliosa e una vita meravigliosa.
D'ora in poi, quando passerò quei momenti, penserò al mattoncino e dentro di me esclamerò: "La vita è meravigliosa!!"
Proviamo a farlo insieme?

Notre Dame...Nostra Signora!!


venerdì 3 maggio 2013

EDIFICARE



Rileggendo l’indegno processo fatto a Gesù per condannarlo a morte, la frase che mi colpisce di più è quella di Pilato, il quale, convinto della Sua innocenza asserisce candido: “Va bene, allora lo castigherò e poi lo lascerò andare”. Se lo riteneva innocente, perché castigarlo? Per far contenta la gente che lo accusava. Già! Lo accusava di che? Delle parole di speranza seminate strada facendo? Della moltiplicazione del pane? Dei malati risanati? Oppure dei figli resuscitati ai genitori disperati? Neanche razionali siamo, quando decidiamo di condannare un fratello.
Gesù resta in silenzio, perché se parlasse, non gli mancherebbero certo argomenti per rinsavire il nostro pensiero alienato; resta in silenzio perché vuole vedere a quale assurda conclusione può arrivare l’essere umano che non tiene come parametro di riferimento il Cielo. Sa già che, qualunque cosa succeda o si dica, il giudizio finale umano sarà di condanna e ne coglie l’occasione per rendere possibile la volontà del Padre. Intanto si assiste allo scempio della logica umana, anche oggi, di come può ridursi un cuore se pensa di poter prendere delle decisioni senza tener conto dello sguardo del Padre su di noi.
Avete notato? Tutti litigano, in qualsiasi campo, nessuno riesce a trovare un accordo per il bene comune. Siamo invece molto bravi a contraddire, vedere il negativo nei discorsi altrui. Chiunque si alzi le maniche per provare a fare qualcosa per il prossimo viene coperto da contumelie e parole sgarbate, se non peggio!
Qualsiasi cosa “gli altri” facciano è sbagliato e criticabile. Un po’ come quell’usanza popolare che vige in alcuni paesi riguardo alla futura nuora che entra a casa della futura suocera per la prima volta: le si lascia all’entrata una scopa gettata in terra; se entrando, la malcapitata la raccoglie, significa che è un’impicciona; se invece non lo fa, è segno che non le importa nulla di nessuno.
Povera futura nuora! Quale sarebbe stata la mossa giusta da fare? Semplice: nessuna.
Nulla va bene per chi non si sforza di osservare gli eventi della vita con gli occhi del Padre.
E Gesù non ci parla…come nel suo processo, mentre noi seguitiamo a condannarlo nei fratelli.
Apre bocca, dopo tanto mutismo rassegnato, solo sulla croce per rispondere al ladrone buono che si riconosce peccatore e comprende l’ingiustizia che sta subendo il suo Vicino di agonia! Apre bocca quando sente la misericordia. Il ladrone ha pietà di Gesù perché sta morendo dello stesso dolore fisico e in quel picco di strazio comprende quanto avrebbe dovuto essere buono e giusto, riflette su se stesso, sui propri errori e attraverso quella lente d’ingrandimento che è il pianto, finalmente vede che ha accanto il Figlio di Dio innocente. Così, il ladrone, ottiene la parola di Gesù, ha l’onore di cogliere il suo ultimo sorriso febbricitante e stanco…ottiene il Paradiso.
L’unico che abbia visto e dichiarato l’ingiustizia.
Quando ci sente parlare col cuore Gesù rompe il suo silenzio e interagisce efficacemente con noi, regalandoci la sua pace e lucidità mentale, indicandoci la giustizia e come andare d’accordo fra noi.
Non voglio scordarlo mai più. Voglio restare attaccata a Gesù, come l’edera su un muro assolato. Ascoltarlo. Guardarlo. Provare sempre a fare ciò che dice per rimanere nella misericordia e perciò avere sempre dinanzi la giustizia.
Quando dentro di noi siamo disposti a dare una possibilità al prossimo e a guardarlo con occhi buoni, magari lavati dalle lacrime dei nostri errori, siamo i ladroni “giusti”, forse ancora “ladroni”…ma giusti.
Allora crederò che se la futura nuora raccoglie la scopa da terra, è gentile e ordinata; e se la lascia li è rispettosa della libertà e usanze altrui! Edifichiamo i fratelli, non distruggiamoli, perché anche loro sono le pietre della casa di Dio.
Alziamoci le maniche, parliamo poco e facciamo bene…Dio ci amerà e aiuterà in ogni modo.

Riflettiamo spesso su noi stessi