Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

lunedì 29 dicembre 2014

TROPPO BUONO

C'è chi dice che quando perdoni o cerchi di comprendere qualcuno, sei "troppo buono" e quella frase ti arriva come un sottile rimprovero che lascia perplessi. Cominci a pensare:"E' vero! Sono troppo buono! Cosa sto facendo? ora penseranno tutti che sono stupido!".
Poi ti fermi a riflettere e in fondo non si coglie il significato del "troppo buono". 
Troppo in che senso? che sfocia nello sbagliato? ed è poi così accertato che siamo buoni? anche senza troppo?
Mi viene in mente una frase di Gesù nel Vangelo, quando un uomo lo ferma per chiederGli un'opinione e inizia il discorso dicendo: "Gesù, tu che sei buono..." A quel punto Gesù si volta e guardandolo negli occhi gli risponde: "Perchè mi chiami buono? Solo Dio è buono!"...
Ecco: intanto solo Dio è buono...noi al massimo possiamo fare delle goffe imitazioni di bontà....e sarà sempre poco. Questo ci dovrebbe far riflettere sul fatto che abbiamo un'idea annebbiata e restrittiva sulla bontà!
Essere troppo buoni quindi mi sembra escluso a priori.
Ma facciamo finta per un attimo che qualcuno di noi ci riesca e quindi che viva una vita da "troppo buono" per l'opinione degli esseri umani. Cosa potrebbe accadere? quale mai sarebbe il grave danno arrecato all'umanità e a sè stesso?
Continuiamo a viaggiare con la fantasia e arriviamo alla fine dell'esistenza di questo immaginario "troppo buono" e trasferiamoci in Paradiso accanto a Gesù e al Padre che vedono arrivare questo essere incredibile. Cosa pensate che si dicano? "Ah questo è quell'uomo che è stato troppo buono con tutti...che dici Padre? dove lo mettiamo ora?"....ma secondo voi? ce lo vedete il Padre che ci manda all'Inferno perchè siamo stati troppo buoni? quasi fessi? io non ce lo vedo....



venerdì 19 dicembre 2014

LACRIME STELLATE

(Come Dio trasforma il mio niente in vera potenza)

Dal tuo stellato soglio, Signore ti volgi a noi. Pietà dei figli tuoi, del popol tuo pietà”(Rossini)..Che bella musica, che bella preghiera! Una preghiera che sgorga dal cuore sincero è musica per le orecchie del Padre. E questa mi sembra tale.
Il Signore si è davvero volto a noi perché ci ha dato suo Figlio: Gesù è Dio che lascia il suo stellato soglio, la sua casa di luce e splendore, per occuparsi di noi. E’ la risposta alle nostre suppliche quando il mondo ci asfissia con la sua aridità, o quando i mali del corpo ci opprimono fino a non farci più sentire vivi.
Gesù s’è alzato da un luogo di sogno quale era il Cielo per volgersi a noi. Non possiamo mandarlo a dormire in una fredda grotta, cioè in un cuore senza calore. Lui che viene a mettere luce al nostro buio.
Soprattutto quando si sta male fisicamente o moralmente o per mille altri motivi, il buio s’impossessa di noi perché stranamente troviamo più rassicuranti i nostri pensieri pessimistici dell’abbandonarsi a pensieri soprannaturali ricolmi di speranza. Come fosse un rito scaramantico il nostro. In realtà è solo buio che oscura lo spirito e la mente. Se il Signore non si volgesse a noi da dove sta, saremmo persi.
Alle volte anche le parole dei fratelli ci tirano dentro al buio. Le critiche sugli altri ci istigano d’istinto a farne anche noi, cadendo nell’offesa e perciò gettandoci in altro buio; oppure gli slogan di un pensare comune che non fà altro che appiattire la vita a una serie di squallidi metodi di sopravvivenza ("se ti ha ingannato, allora tu sei nel diritto di fregarlo!").
Perché si sa che il buio attira il buio e detesta la luce. Allora dovremmo tenere il pensiero fisso a Chi si è volto a noi per darci luce.
Non è poi così difficile non rispondere alle offese o non farsi prendere dallo sconforto! E non è affatto vero che i nostri sforzi per essere persone migliori non sono altro che un buon motivo per farci prendere in giro. Volete sapere dove vanno? Ecco ve lo dice Gesù che ha scelto il pane per trasformarsi in esso. Il pane è semplicemente il frutto del lavoro insistente e paziente dell'uomo che raccoglie il grano, lo separa dalle scorie, lo tritura, ne fà farina e poi lo impasta e cuoce. Tutto sforzo inutile perchè solo un pezzo di pane? No...con Gesù diventa un pane che mi sostenta per la vita eterna, un pane che mi regala le potenza di Dio. Ecco dove vanno tutti i nostri sforzi di essere persone buone in questo mondo: vanno a darmi la potenza di Dio.
Ricordiamoci di quale Luce splendente ci abita dentro! 
Quale Dio usa i fallimenti dei suoi fedeli per farne potenza? solo scendendo amorevolmente dal Cielo, suo stellato soglio, ci regala questo miracolo.
Dio è sceso per me che sono meno di niente ed ha lasciato il luogo più bello che si possa immaginare, solo per asciugare il mio pianto e creare insieme a me e al mio niente un'immensa potenza: la capacità di amare come Lui ama...facendola nascere persino nel mio cuore.
Ecco cosa nasce a Natale e ogni volta che prendiamo Cristo nell'Eucarestia!
Vi auguro uno Stellato Natale!!

Paola Buccheri

Solo Lui trasforma le nostre lacrime in pietre preziose...



martedì 16 dicembre 2014

UN SOFFIO POTENTE

-         Gesù alita lo Spirito Santo sugli apostoli. Spirito significa SOFFIO e Santo CHE SEPARA; insomma un soffio divino che separa dal male. Come un ventilabro che spazza via la pula. Il fiato di Dio che porta via ciò che è inutile e sporca la mia anima, togliendole luminosità. Immagine che suscita la potenza divina. Posso espormi a quest’alito andando a confessarmi e allora sarà come se il sacerdote buttasse su di me questo soffio divino che spazza via il peccato e mi rende pulita. Ecco perché Gesù, istituendo il sacramento della confessione dice: “Ricevete lo Spirito Santo e a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi…”.


SFORMATO ZUCCHINE E FORMAGGIO

INGREDIENTI:
4 zucchine
formaggi vari
parmigiano grattato 
olio di semi

COME SI FA':
Si tagliano le zucchine nel senso della lunghezza e non troppo sottili. Si friggono rapidamente in olio bollente salandole poco.
Quindi metterle in fila in una pirofila e distribuire sopra pezzetti di caciotta o hemmental o il formaggio che avete avanzato. Quindi si da una spolverata di parmigiano e si ricomincia dalle zucchine. Si termina con una spolverata di parmigiano e si passa in forno 15 minuti a 180 gradi. Sembra una cosa banale ma ha un successo sicuro, è gustoso e nutriente.



lunedì 15 dicembre 2014

I WILL (cover di Margherita)


Questa è una canzone interamente cantata e suonata da mia figlia Margherita.
Le voci sono sempre la sua!
E' una cover di una canzone dei Beatles. Anche il disegno è fatto da lei!!
Brava Margherita!!!

UNA PORTA APERTA VERSO IL CIELO

                          
L’altra mattina è venuta a casa mia una persona cara che non si era comportata bene con me e non si era fatta più vedere o sentire, con mio grande dispiacere…perché mi mancava tanto. Appena arrivata, si è seduta, ha incominciato a chiacchierare e poi abbiamo pranzato assieme. Ho notato con stupore che dentro di me non si muoveva niente: nessun desiderio di chiedere spiegazioni o far pesare quella sua involontaria mancanza. Come se non fosse mai successo niente.
Ho allora compreso che quel fenomeno avveniva perché desideravo semplicemente la sua compagnia e che tutto il resto non contasse più. Volevo averla accanto, parlarle, ridere insieme e dividere il pranzo con lei. Perché le voglio bene!
Allora ho compreso che Dio mi stava insegnando qualcosa, e cioè che con Lui è uguale: tutto quel che vuole, è tenerci accanto, poterci nutrire di sé, parlare, accarezzare. Ci vuole con Lui. Non ci fa parola dei nostri errori, non ce li rinfaccia; non li ritira fuori per il semplice fatto che li ha già dimenticati. Così si comporta chi ama e quindi Dio. Quale pace il pensiero di riaccostarsi a Lui tramite la Confessione: viene quasi voglia di correrci subito.
Gesù è un maestro insuperabile, infatti, durante la stessa giornata mi ha permesso di leggere un racconto su Maria Goretti che mi ha fatto esultare di gioia per vari motivi, non ultimo la sensazione di aver avuto una conclusione al discorso sul perdono iniziato quella mattina stessa.
Il perdono dato dalla Goretti al suo uccisore, ha compiuto il miracolo della totale e bellissima redenzione dello stesso. Perdonare i fratelli significa rimettere (cancellare) loro la parte di peccato che ha toccato noi, quella che ci riguarda. Tale remissione ottiene presso Dio una porta aperta verso il Cielo per noi ma anche per coloro che stiamo perdonando.

Sentirsi graziati, è sentirsi senza manette ai polsi, senza sbarre davanti agli occhi. Il perdono ottenuto ci induce a piangere rendendo il nostro cuore di carne e non più di pietra. Tanto da voler ringraziare il mondo e Dio per quella gioia e tramite essa già diveniamo più forti sulla via del bene. Il perdono rinvigorisce. Converte il perdonato e chi perdona. Ho imparato che Dio è già dimentico dei nostri errori nel momento in cui ci accostiamo a Lui per dirglieli e che noi compiamo miracoli sugli altri solo perdonandoli: ci apriamo una porta verso il Cielo!




venerdì 12 dicembre 2014

POTEVI CHIAMARMI

Sto in Chiesa perchè c'è il funerale di un mio amico di 30 anni fà. Non ci vedevamo da un bel pò di tempo, eppure quegli anni passati insieme in gioventù sono stati così intensi, così pieni di un contatto umano veritiero che reincontrarsi anche dopo molti anni era sempre un piacere..era come non essersi lasciati mai. Ci sono delle amicizie così...quelle che restano tali come un libro lasciato a metà e che poi ricominci a leggere da dove avevi lasciato. Quegli affetti che sono contenuti già tutti nel tuo cuore in continuo passato, presente e futuro che si mescolano fra loro quasi per gioco e ti fanno capire che il tempo non conta.
Fortunatamente io ho molte amicizie così. Forse perchè metto l'interezza del mio cuore in ognuna. E devo ringraziare Dio per questo.
Mentre quindi ripercorro i ricordi e riascolto frasi e risate antiche che mi si presentano come nuove facendomi sorridere ancora, li, seduta sulla panca della Chiesa....mi arrivano le parole del celebrante: "Il suo gesto disperato...."
Mi si ghiaccia il sangue....e fisso il sacerdote tentando ascoltare meglio. Quale gesto? cosa è successo? avevo inteso che fosse morto di infarto! No..no..non è così: si è ucciso in un momento di disperazione.
Mi sfugge dalla bocca un sussurro:"Perchè non hai chiamato qualcuno?"e mi scende una lacrima.
Perchè? perchè siamo così sfiduciati nel prossimo da non chiedere? perchè crediamo di essere soli? perchè non fare almeno un tentativo, e ricorrere a un'altra anima per ottenere l'aiuto che ci serve?
Le persone sono troppo convinte di essere sole, sono troppo convinte che l'amore non esista. Se ne parla tanto...in ogni social network è tutto un postare immagini e frasi di un amore indicibile e immenso....eppure...non si ricorre alla fede che abbiamo in Esso per salvarci.
Solo l'Amore salva! Il mio amico forse si è sentito abbandonato da un qualche volto dell'Amore, perchè so che può capitare: succede a tutti di essere lasciati, piantati, abbandonati proprio quando avevi più bisogno di quella persona. Ma l'Amore non è solo "quella persona" e se allunghi la mano puoi trovare il cuore di un amico, di un'amica, di un fratello, persino di un conoscente ricco di bontà...che ti possa afferrare un momento e fermarti la mano mentre la stai già usando per levarti la vita.
Vi prego, vi prego fratelli....l'Amore è Infinito e immenso...se è vero che ci credete così tanto, credeteci quando serve e chiedete aiuto anche a uno che passa se non c'è nessuno, perchè Dio è ovunque e si farà trovare per abbracciarvi un attimo e farvi capire che non c'è nessun motivo per terminare il percorso della vostra vita.
Non l'ho potuto dire al mio amico e ciò non accadrà più, perciò lo dico a tutti voi: Chiamate qualcuno, persino me se vi sentite disperati....perchè l'Amore Esiste!!

Ciao Stefano!Questo bacio è per te


lunedì 1 dicembre 2014

CONCERTO DEL "CARDELLINO" PER EBOLA


Sabato 6 Dicembre alle ore 18,00 a Ostia Antica nella Parrocchia di Sant'aurea (Salone Riario) si terrà un concerto per flauti in favore dei medici dell'Emergency che stanno offrendo i loro servizi gratuitamente nelle zone dove le persone muoiono a causa della terribile Ebola!!
Il mio amato "figlioccio" in spirito Antonio Di Giamberardino ha avuto questa splendida idea per cercare di raccogliere fondi per questa causa: si tratta di offrire quel che ognuno può.
E' così che si fanno le grandi cose: quando tutti si mettono insieme e danno il loro poco o anche pochissimo..o addirittura solo una preghiera! Tutto serve, tutto arriva....insieme siamo forti! Servono fondi, servono preghiere, serve che pensiamo ai fratelli. 
Che bello farlo ascoltando della musica che ci riporti nel cuore la nostra dimensione divina!
Venite in tanti!! E che Dio vi benedica tutti!!





lunedì 24 novembre 2014

CONCERTO DI VIOLONCELLO

Questo è un breve filmato di Stanlio e Ollio che mette davvero di buon umore. Lo comincio a seguire seria e finisco col ridere di cuore. E' una comicità molto ingenua...eppure efficace! Auguro a tutti che vi faccia il mio stesso effetto!!




domenica 23 novembre 2014

CREPE PREZIOSE

Un mio amico mi ha raccontato una storia molto bella e ve la voglio trasmettere, chiedendovi di riflettere sul fatto che alle volte ci si sente dei vasi rotti!!
Ecco invece come ci vede Dio!! Ascoltate!!

Quando i giapponesi riparano un oggetto rotto, ne valorizzano ogni singola crepa attraverso un procedimento sofisticato che prende il nome di “tecnica Kintsugi“.Questa tecnica, come il nome stesso suggerisce, prevede la riparazione di vasellame rotto, attraverso l’unione dei cocci con della resina (che fa da collante) mista a oro, argento o platino.

Il significato di questa tecnica diventata ormai arte è davvero profondo. Secondo i Giapponesi infatti, il vaso rotto e riparato con quelle deliziose venature dorate che sono il risultato dell’unione dei pezzi frantumati, starebbe a significare la vita ed i cambiamenti che essa porta con sé. La vita in effetti, non è mai lineare ma anzi presenta sempre delle spaccature, delle scissioni, che ci portano a compiere nuove scelte e ad intraprendere nuovi percorsi. E proprio come spesso noi siamo orgogliosi di aver superato con successo delle impreviste difficoltà, così anche il vaso è fiero di mostrare i segni di ciò che ha superato con fatica.

Se mentre noi europei diciamo “un vaso rotto non sarà mai come prima” per dire che quando spezzi un legame non riavrai mai più ciò che c’era prima, i Giapponesi dicono “un vaso rotto sarà più bello di prima”, perché saprà di vissuto, proprio come un legame spezzato e rinsaldato con più forza. Diciamo che si tratta di una filosofia ben più ottimistica della nostra 

Christy Bartlett, esperto di cultura orientale, parla così di questa tecnica:“Non solo non c’è alcun tentativo di nascondere il danno, ma anzi la riparazione del vaso viene letteralmente illuminata di una nuova luce. Le vicissitudini dell’esistenza in effetti, sono messe in risalto proprio grazie alle rotture che esse comportano.”

C’è poi anche una vera e propria storia dietro a tutto questo:

Si racconta che nel Quindicesimo secolo, uno shogun avesse mandato a riparare in Cina una teiera rotta. Quest’ultima tuttavia, fu miseramente riparata con dei fili di metallo e rimandata allo shogun, il quale insoddisfatto del lavoro, commissionò a degli artigiani giapponesi il compito di migliorare il livello estetico di quella teiera. Il risultato fu proprio quello di cui in questo esatto istante stiamo parlando: una meravigliosa teiera
rifinita con sontuose venature dorate all’altezza delle crepe.



La nostra anima imperfetta

venerdì 14 novembre 2014

PANE DEL CIELO


Il sangue è vita; chi non ha abbastanza sangue non riesce a vivere. Il sangue rappresenta la vita, sta a indicare che posso respirare, muovermi, ridere, parlare. Se poi il sangue è buono, godo di ottima salute.
Il pane è nutrimento; si trasforma in sangue che mi dà la vita. Il pane è buono da mangiare e rinfranca quando si ha fame. Gesù si è fatto pane per nutrirci e produrre in noi un ottimo sangue. Sangue che però scorre nell’uomo nuovo: quello dello spirito; perciò è un sangue che non si può analizzare nei laboratori clinici.
Perché il Pane consacrato, divenuto Gesù, non segue lo stesso percorso dell’altro cibo: Esso va a fare buon sangue all’anima. Così come l’altra forma dell’Eucarestia, il vino, che dà gioia. Il vino, infatti, porta al corpo rilassamento e una certa tendenza a veder tutto più roseo. Gesù vuole proprio questo! E’ come se ci dicesse: “Stai allegro! Di che ti angosci? So di chiederti cose difficili da fare, ma ti do anche il giusto nutrimento, ti do i mezzi per farle. Anche se tutto andasse male nella tua vita, io ti amerò, ti sosterrò, ti resterò accanto e ti darò una pace che non è di questo mondo. Una pace incomprensibile agli uomini ma più vera e duratura di qualsiasi altra pace. Neanche la morte ti farà più paura.”
Quando si sta male fisicamente si fanno delle analisi e dai risultati si cerca di scoprire cosa è venuto a mancare nel sangue. Scopertolo, si prescrivono medicinali, diete alimentari o altro per ristabilire l’equilibrio dell’organismo e restituire la salute all’individuo. In genere si hanno dei buoni risultati: si migliora. Eppure il corpo alla fine muore, si rompe, cessa di funzionare, proprio come un’auto usata, indipendentemente dal fatto che io me ne sia occupata con tanta attenzione.
Allo stesso modo, quando si sta male moralmente o spiritualmente, dovrei ricorrere a delle analisi, magari non di laboratorio, ma di riflessione. Se sono sempre arrabbiato, nervoso, teso, triste, depresso e insoddisfatto dovrei chiedermi che mi succede: cosa mi manca? Se a questo punto si potesse estrarre il sangue spirituale dell’anima, si troverebbe con certezza uno stato di “Anemia perniciosa di Cielo”. Già, perché il Cielo è la sostanza fondamentale di cui è fatta l’anima e ne va della sua sopravvivenza. Forse dovrei assumere pillole di Cielo, Pane del Cielo con un buon bicchiere di Vino di Cristo ogni giorno nel tentativo di tirare su la pressione della mia povera anima che langue e giace senza forza, ormai esangue.
L’Eucarestia è il Pane e il Vino celesti e le Pillole di Cielo sono tutte le parole che escono dalla bocca di Dio. Elementi che mi danno quella sferzata di vita e pace che mi consentono di andare avanti in questo passaggio che è la mia esistenza terrena.
Il bello di questa efficace cura è che l’anima si rinvigorisce sempre più, tenendo in vita persino il corpo qualora questo non riuscisse a trovare un equilibrio nel suo stato di salute. Ciò avviene perché il Pane del Cielo contiene tutte le sostanze necessarie alla Vita Vera!
Mentre il povero e semplice pane della terra ha un suo limite: non potrà mai portare il corpo a vivere per sempre, né tantomeno portare l’anima in Cielo. Il Pane Celeste, in quanto corpo di Cristo, invece, sarà in grado di portare in Cielo la mia anima e alla fine anche il corpo…che trasformerà in glorioso e incorruttibile.
Che aspettiamo a nutrirci di questo Pane?





mercoledì 5 novembre 2014

PEZZO A INCASTRO


“Chi si vanta, si vanti nel Signore”: tutta la sapienza ci è data da Lui. Ogni giorno si fa più chiaro il concetto.
 Contemplo Dio nella sua bellezza, bontà e giustizia e non appena mi stacco da Lui, sono costretta a contemplare le mie brutture, malignità e ingiustizie. Quando poi ascolto la mia voce parlare di Dio, avverto stridere qualcosa dentro. Vorrei profondamente e sinceramente essere come Lui desidera, ma vedo che non lo sono; eppure quando parlo di Lui, mi ricolma di doni: la facilità di parole, la sapienza e la sua luce. Tutto emana da me soltanto per quel “vorrei”.
E’ come se avessi un pezzo a incastro da mettere nel puzzle della Volontà di Dio che però è tutto spigoloso: la forma è più o meno quella e desidero metterlo al suo posto perché voglio aderire alla sua volontà. Ma non s’incastra, così devo limarlo, toglierne dei pezzetti, poi riprovarci e smussarlo ancora.
Io sono quel pezzetto! Quel dolore di vedermi storta è il lavoro di limatura sulla mia anima per riuscire ad aderire perfettamente alla volontà di Dio. E’ un segno incoraggiante questo senso di disagio, significa il mio lavoro interiore. Se non sentissi niente, significherebbe che non starei neanche tentando di entrare nel Suo piano, ma starei solo guardando e pensando: “Tanto è troppo difficile, non si può proprio fare”.
Questo mio unico merito di provarci senza sosta, accende la fiducia di Dio in me, che sono stolta per il mondo, e fa sì che mi regali i suoi enormi poteri. Ecco perché una stolta come me parla di Dio e fa luce a chi ha intorno.
Ma qual è poi questa volontà di Dio? È semplice: essere operatore di pace, essere mite, puro di cuore, affamato di giustizia, umile, povero in spirito. Anche questo piano, per il mondo, è un piano stolto.
Invece secondo il parere di Dio, chi è mite si merita di ereditare la terra, chi è umile, di avere il Regno di Dio.
Sapere di non sapere, fa sì che Lui ci riempia del Suo sapere! Se siamo vuoti, può entrare qualcosa; se siamo pieni, che può darci Dio?
In fondo siamo dei lottatori di grande valore e i più grandi sognatori del mondo. In più il nostro sogno si realizzerà. Già si vede quando notiamo dei miglioramenti nella nostra anima dopo tanto limare e limare.

E’ Lui stesso che ci assicura la riuscita di questo piano attraverso la nostra buona volontà, lo fa capire nelle Beatitudini quando a ogni sforzo unisce il contraccambio. ..e conclude col chiamarci “beati”!


sabato 25 ottobre 2014

PER COSA VALE LA PENA VIVERE? (Amore Gratis)


Che bello l’annuncio della fine delle lacrime, la fine della morte e degli affanni! Che ristoro, solo il pensarlo!
Ma qui, ora, dove tutto, ogni minima cosa è tribolazione, qual è il ristoro? Ed ecco che risuonano nell’anima le parole di Gesù: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri come Io ho amato voi”.
L’amore è ristoro in effetti, lo è comunque.
Non appena si parla d’amore, tutti pensano a Romeo e Giulietta o ai Principi Azzurri che più azzurri non si può! Erroneamente si pensa all’amore in senso romantico o passionale. L’amore che puntualmente delude perché si pretende da un povero essere umano che ci ami come Dio, spasimando per noi come se noi dovessimo avere ai suoi occhi chissà quale valore e bellezza.
Dio ci vede proprio così, ma come potrebbe un semplice uomo riuscire a scorgere tale splendore? Splendore che in realtà non abbiamo affatto! Perché la verità è che Dio è veramente speciale e perciò vedendoci per quello che siamo (certamente non splendidi) ci ama lo stesso spasimando per noi.
Inoltre l’amore stile Romeo e Giulietta è restrittivo: se non trovi una persona che s’innamora di te? Significa che dovrai rinunciare al grande ristoro in questa tribolata esistenza? Non è neanche pensabile che Dio abbia parlato di un “amore” così penalizzante e selettivo. Lui, infatti, ci ha dato la capacità di amare come Lui ci ha amato: gratuitamente. Amore Gratis!
Cioè il nostro cuore è in grado di amare, anche se non viene riamato. In questo modo non mi viene tolto il ristoro della vita.Infatti, quando si ama e non si viene ricambiati, non si è infelici come il mondo crede, perché si viene segretamente riamati da Dio in persona. E il mio cuore si rianima in questa impresa dolorosa.
In fondo Lui ci ha amato pur vedendo in noi difetti e orrori e l’ha fatto proprio perché sapeva bene che l’amore è l’unica medicina dell’anima e unico ristoro dell’affannato.
L’amore “gratis” è soprannaturale e quando amiamo così viene riconosciuto e registrato dal cuore di chi è amato, come l’Amore di Dio, anche se sono solo io a esercitarlo. Perché sto amando “come Lui”, senza fermarmi a costatare se quell’essere umano è simpatico oppure no: ne amo l’anima che è figlia di Dio. Amo la parte divina di questi.
Tutto ciò non toglie la sofferenza che mi proviene dall’ingratitudine di colui che amo, o dall’incomprensione e in ultimo dal disamore che vivo. Però l’anima mia trova motivazione e risarcimento dall’Amore che scende dal Cielo come una nuova Gerusalemme.
Un mondo nuovo, dove non c’è pianto, non morte, non affanno. Un mondo che inizia a vivere dentro di me già qui sulla terra e per il quale vale la pena di lottare e vivere.
C’è un film nel quale, uno strano personaggio che cerca di dare un’impressione alterata di sé, a un certo momento fa una riflessione molto seria e profonda usando queste poche parole: “ Ci sono solo quattro domande che contano nella vita: che cosa è Sacro? Di cosa è fatto lo Spirito? Per cosa vale la pena vivere? Per cosa vale la pena morire? E per tutte e quattro la risposta è l’Amore!”.
Questo riassume tutto. Vale la pena vivere per l’amore e vale anche morirne!
Gesù è un rivoluzionario e se entra nella nostra vita, non è per condurci a un’esistenza di tranquillità, ma a una vita piena di pace interiore soprannaturale che non esime da lotte e sofferenze momentanee.

Per far vincere l’amore…vale la pena.


venerdì 17 ottobre 2014

LA SUPER-INSALATA

Questa insalata piace molto a mia figlia perchè è gustosa ed è ricca di calcio, perciò ve la suggerisco!

INGREDIENTI:
Rucola
Noci spezzettate
Parmigiano grattato
Ricotta salata a scaglie
Olive a pezzetti
Aglio
Sale, olio

PROCEDIMENTO:
Mescolare bene tutti gli ingredienti, facendo anche l'aglio a pezzettini molto piccoli: ne basta molto poco, non esagerate. Se non avete le noci vanno bene anche i pinoli. Per le quantità regolatevi voi.





giovedì 2 ottobre 2014

L'OTTAVO GIORNO

L’ottavo giorno Dio era allegro,
aveva visto il sole sorgere in un cielo pulito
e illuminare i prati verdi
cosparsi di fiori colorati.
Si era messo ad ascoltare il mare
Che giocava con le onde a riva
E si rallegrava del volo di gabbiani
Dalle ali bianche.
Guardava gli scoiattoli
Correre svelti da un ramo all’altro.
Allora ebbe un sogno
La fantasia di un attimo
Si immaginò il viso di chi si gode il creato
Pensò a un’anima grata
Che avesse la voce del mare
E gli occhi limpidi come la luce.
Ed ecco plasmò un’anima
Creata dal suo sogno di pace
La vide bella e buona.
Allora Dio divenne ancora più allegro
Le diede il Suo respiro
E le disse: vai e porta pace
Porta il sorriso ovunque tu vada.
Aspetta figlia..devo darti un nome.
Ecco sì lo so: il tuo nome è…

Margherita.


(a mia figlia)







giovedì 25 settembre 2014

OFFERTORIO QUOTIDIANO


Meditavo sui servi che portarono le anfore piene di acqua a Gesù, durante le nozze di Cana. Che avranno pensato? Qualcosa tipo: “Mhà! Ecco un altro che è impazzito. Perché mai ci fa fare questo esercizio, non si sa. A noi serve il vino e qui ci fanno riempire d’acqua queste pesanti anfore per mostrarle a Lui!”.
Saranno stati dubbiosi, increduli, quasi infastiditi nel dover fare una cosa che a loro sembrava sciocca e utile solo a far perdere tempo. Avranno anche avuto paura del ridicolo: “La gente guarda e chissà che pensa che stiamo combinando! Ora se non facciamo qualcosa che abbia un senso, ci prenderà pure per matti!”.
La vita con Gesù è proprio così, anche oggi. Siamo i soliti insicuri, abbiamo continuamente la sensazione di star facendo qualcosa d’inutile solo per il fatto che la facciamo noi.
Certamente, se fosse solo opera nostra, nelle anfore rimarrebbe solo acqua, ma se la portiamo a Gesù, si trasformerà in vino. Cioè: se ciò che facciamo durante il giorno, lo facciamo da noi, per noi, pensando superbamente di essere onnipotenti, è come se non portassimo le giare a Gesù. Allora sì che è tutto sciocco e che l’acqua resta tale.
Gesù, essendo Dio, potrebbe creare le cose dal nulla, anche nel corso della nostra giornata, rendendo tutto magicamente semplice. Il fatto è che non vuole perché vuole darci la possibilità di comportarci dignitosamente da collaboratori di Dio, rendendoci partecipi dei nostri miracoli quotidiani. Lui desidera che gli portiamo in offerta i nostri sforzi quotidiani perché vuole vedere la nostra fede unita all’umiltà.
Nelle giare poi, la nostra acqua insipida si trasformerà nel vino migliore per sottolineare che le cose più belle si ottengono con la collaborazione di Dio con gli uomini.
Nelle nozze di Cana un invitato dice al padrone di casa: “Ora che tutti sono un po’ brilli, tu servi il vino migliore”. Ciò dimostra che Dio non agisce come agirebbero gli uomini, non si approfitta di noi, ma ci tratta come dei “re” sempre, anche quando non lo meritiamo. Perché Dio ama per primo, ci ama per quello che siamo, non perché siamo buoni, ma perché amandoci, ci rende buoni.
Ecco che allora si arriva a comprendere quanto sia importante e utile portargli non solo i nostri insipidi e incolori sforzi, ma anche i nostri limiti, affinché Lui ne faccia qualcosa di bello, trasformandoli in vino buonissimo.
Io sono spesso insipida, squallida e piatta: sono acqua senza brio. Ma se mi sforzo di essere migliore avvicinandomi a Lui per offrirgli quel che a me sembra tanto inutile, ecco che nelle sue mani mi trasformo in vino buono.

Basta che io, con umiltà, ogni giorno offra tutto quel che posso e quel che non posso fare, a Gesù, in una sorta di offertorio liturgico. Non fa niente se mi pesa!

...e non fà niente se è poco!!

giovedì 18 settembre 2014

SE FA’ FREDDO, ACCENDI TU IL FUOCO!

                     
In questo momento soffro nella mia umanità, in tutti i miei punti deboli, negli spigoli dell’anima che stentano a migliorare. Ma soffrirne con Gesù accanto, fa rimanere in pace. E questo dolore è come se stesse smussando gli angoli, consumando ciò che di arido resiste e insiste. Ne esco più buona e purificata.
Stranamente, in questo stato, avverto ancora più forte il desiderio di amare. Come quando ci si trova in un luogo freddo e la vista di un fuocherello acceso ci fa correre verso questo a scaldarci e rincuorarci.
Per un cuore che è a disagio, non c’è calore più dolce e ristoratore dell’amore. Non solo l’amore che si può ricevere, ma anche quello che si è in grado di dare resta comunque  il fuoco più caldo e consolante che ci sia.
Quando fa freddo, infatti, trovo poco costruttivo lamentarsi continuamente dicendo: “Che freddo! Perché qualcuno non accende un fuoco?”. Se hai davvero tanto freddo, lo accenderai tu il fuoco e farai felice te stesso e molti altri.
Se amerai il prossimo anche quando sarai nel dolore, farai caldo a te e a tanti altri che a te si avvicineranno.

Non è meraviglioso essere dalla parte dei fiammiferi? E lo è ancor di più scoprire, grazie a Dio, che niente te li toglie di mano, neanche una qualsiasi sofferenza che può capitarti nella vita.


venerdì 5 settembre 2014

IL MIO CIELO PREFERITO

 (per mio figlio Francesco)

Tu sorridi
Ed ecco il cielo aprirsi
In pieno petto
Sentire scendere il caldo
Nell’anima che trema per te.
Trepida e spera
Che tu sia sempre felice
Pur  in un mondo triste
Gelido e scostante.

Ma tu gridi
Di rabbia e dolore
Trattieni le lacrime
Che diventano mie
Perché non puoi più segregarle
e le piango per te

Non ho le parole
Che ti leniscano il cuore
Non ho una canzone
Per cullarti o calmarti
Ho solo tutto il mio amore
Rimasto muto e confuso
Ho il mio sorriso ancora
Fra una lacrima e l’altra:
Mia ultima preghiera e speranza
Che ti apra una luce.
Resto in attesa, figlio
Del mio cielo preferito:
quello che solo tu puoi squarciare…
il tuo sorriso.

Mamma






giovedì 4 settembre 2014

RADICI E FIORI


Noi esseri umani siamo tutti figli di Dio e perciò parte di una sola famiglia. Membra unite di un solo corpo: il Corpo mistico di Cristo. Se un membro dicesse: “ No, io non faccio parte del corpo”, non per questo non ne farebbe più parte. Se i nonni o i genitori dicessero: “ No, io non faccio parte di questo mondo, non mi riconosco in questa famiglia”, non per questo non ne farebbero più parte.
Nonni e genitori sono parte fondamentale della famiglia e se fanno la loro parte ne deriverà solo giovamento per gli altri membri. Dicendo che rifiutano il mondo e i gusti dell’odierna gioventù, essi si tirano fuori dalle fondamenta della gioventù. Senza dubbio i loro tempi erano molto belli. Bene. Allora devono portare ai giovani quella bellezza perché ne hanno bisogno, e l’unico modo per farlo è facendo parte del loro mondo.
Se i nonni, radici della famiglia, si rifiutano di vedere con occhi positivi il mondo attuale, è come se schivassero anche i loro nipoti. Come se una casa fosse distrutta alle fondamenta: prima o poi verrà giù.
Rimanere comunque nel mondo significa mantenere uno spirito giovane, disposto a vedere le stesse cose da angolature diverse.
Per esempio: se ai ragazzi piace un certo tipo di musica, si potrebbe ascoltarla con interesse, senza un atteggiamento schifato, ed eventualmente chiedendo loro cosa suscita e come mai gli piace. Interessarsi ai loro interessi è amore e ce li mostra sotto una luce diversa, sicuramente più aderente alla realtà rispetto alla luce con la quale ci ostiniamo a illuminarli noi.
A me è capitato proprio questo. Una musica mi metteva tristezza, mentre a mia figlia dava pace. Quindi a me non piaceva e a lei sì. In quel caso non c’erano giusto o sbagliato, ma due motivazioni diverse, entrambe giuste. Mi sembrava strano che quelle note le suscitassero pace, ma ascoltandola di nuovo e prestando attenzione al suo volto e alle sue descrizioni, cominciò a darmi sensazioni di pace anche a me. Forse solo perché rappresentava la pace di mia figlia, il fatto è che ora non mi dà più tristezza. Penso ai suoi occhi mentre ascolta ed ecco che avverto tanta serenità.
Non ho fatto nulla di strano: ho guardato e ascoltato con l’amore di chi vuole conoscere una parte del figlio che non può vedere nella sua interezza e che non ha generato, cioè il suo Spirito.
Credo che se un figlio si sente amato e considerato nei suoi interessi, amerà considerare gli interessi dei genitori e dei nonni, li prenderà come valide pietre di costruzione della propria saggezza.
La mente evolve, lo spirito si colma di sapienza nel corso degli anni e i più importanti cambiamenti si fanno in gioventù. Perché è caratteristica del giovane avere una carica di energie fisiche e intellettuali che lo spingono a soddisfare le varie curiosità. Essere giovane equivale ad aver voglia di capire, di trovare risposta ai tanti “perché”.
Il corpo invecchia, ma lo spirito, se sta davvero cercando, acquisisce una sapienza tale da comprendere che non finirà mai di apprendere. La saggezza perciò, dovrebbe presentarsi negli anni, eppure non sempre è sinonimo di vecchiaia. E’ sapere che occorre mantenere lo spirito giovane, sveglio e desideroso di conoscere. Non appena si affaccia l’idea che sai già abbastanza, ecco lì che si fa vedere la vera vecchiaia, che non è sinonimo di età avanzata.
L’anziano dovrebbe essere tanto saggio da capire che bisogna stare vicino ai giovani perché gli faranno vedere le cose che già sa, da un ennesimo nuovo punto di vista, e poi perché il giovane ha bisogno della sua sapienza accumulata negli anni in cui lui non c’era.
Se le “radici”, basi della famiglia, si auto-sottraggono mettendosi continuamente in un atteggiamento di critica e disgusto, i “fiori”appassiranno e si metteranno in posizione d’inimicizia nei confronti delle “radici”e non vorranno più ascoltare ciò che sanno di buono. Danni per tutti! Ma soprattutto per i giovani che inizieranno la loro vita con una fastidiosa sensazione di rifiuto e disamore. Ciò non rappresenta un buon inizio!
La loro esistenza si farà più dura e aspra. Si chiuderanno e diventeranno più violenti soprattutto nell’esposizione dei loro pareri perché avranno un sapore amaro in bocca: quello dell’incomprensione dei propri cari.
Se invece si sentiranno ascoltati da subito, accetteranno o impareranno ad accettare le opinioni altrui; le sapranno meditare con serenità e decidere cosa c’è di buono da considerare per la loro crescita. Lo faranno davvero, perché la loro mente e il loro cuore non saranno contaminati dal sospetto di essere sbagliati a priori solo per il fatto di essere giovani.
Sapranno che chi obbietta qualcosa è sempre stato in grado di apprezzare ciò che c’era da apprezzare, anche se non apparteneva al suo mondo di “nonno” o “genitore”, anche se non apparteneva ai “suoi bei tempi”. Per questo motivo sarà un parere valido da ascoltare e prendere in considerazione anche se contrario alle loro idee.
Forse i “bei tempi” erano tali perché si era giovani e belli, forse perché certe cose sembravano andar meglio. Va bene. Ma perché non porre rimedio allora?
Quel che è carne resta carne, ma quel che è spirito appartiene allo Spirito e può rinascere a vita nuova anche in un corpo ormai attempato. La gioventù dello spirito si può riavere in qualsiasi momento, basta volerlo. Magari così, qualcosa si può sistemare almeno per quanto concerne la propria famiglia.
E chissà che un po’ dei “bei tempi” non tornino!

Per quanto mi riguarda i miei bei tempi sono ora, al di là della mia età, perché posso guardare l’espressione dei miei figli mentre ascoltano la loro musica preferita e..gioirne!


giovedì 21 agosto 2014

RICORDO

Silenzio si somma
al silenzio,
freddo si aggiunge
ad altro freddo.

Ed io non comprendo.

Non capisco perché
nell'anima sopravvive
un canto d'amore
che somiglianze non ha
con questa vita che muore.

Non capisco perché
questa musica dolce
senza inizio né fine
m'accompagna fedele
mentre il male si accumula
e gli errori son troppi.

Io non comprendo.

Posso solo sognare
che tutto questo sia vero
più del vero che vivo,
che sia ricordo del Padre,
offuscato dal tempo;
che quel canto sia il Suo
e quella musica, l'Amore.


                                                      Paola Buccheri


PASTICCIO DI MELANZANE

(ovvero, come recuperare pane secco e formaggio vario)


INGREDIENTI:
Pane secco
Formaggi avanzati
Mozzarella
Melanzane(2)
Passata pomodoro(mezza bottiglia)
1 Spicchio d'aglio
Basilico
olio,sale,pepe

PROCEDIMENTO:
Spezzettare il pane in pezzi piccoli quanto potete e metterli in una ciotola con olio sale e pepe. Mescolare e irrorare con un bel pò di acqua tiepida. Far riposare alcune ore mescolando ogni tanto.
Nel frattempo tagliare le melanzane a cubetti e friggerle in olio di semi con poco sale. Scolarle e metterle da parte.
Nella stessa padella mettere un pò di olio extra-vergine di oliva e uno spicchio di aglio a tritato; far rosolare e aggiungere la passata di pomodoro e qualche foglia di basilico. Lasciar cuocere 10 minuti e spegnere.
Prendere la mozzarella e tutti i formaggi che vi sono avanzati e farli a cubetti molto piccoli e tenerli da parte.
Ora prendere una pirofila e sporcarla con due cucchiai di sughetto. Quindi versarvi dentro la metà del pane ammorbidito cercando di fare uno strato uniforme. Poi mettervi sopra tutte le melanzane, la metà del sugo e del formaggio. Chiudere col restante pane, pomodoro e formaggio.
Mettere nel forno caldo a 180 gradi per 40 minuti.
E' ottimo. Prima di postare la ricetta lo abbiamo assaggiato, perciò lo posso confermare!!
Buon appetito.




sabato 16 agosto 2014

VOGLIO ESSERE AMORE

Guardo il Papa accarezzare i volti dei ragazzi e bimbi con handicap in Corea e mi si apre il cuore. Non mi sento triste...non vedo alcun buio in una scena simile, nè la sensazione di una qualsiasi forma di infelicità. Vedo dei volti che si illuminano di gioia al tocco di una mano, vedo sguardi semplici, non vuoti come qualcuno potrebbe pensare, no, sono sguardi privi di ogni costruzione, spontanei e buoni, di persone che neanche sanno cosa sia la malizia o l'architettare un atteggiamento.
Vedo sincerità. Nel Papa poi scorgo la tenerezza di un Padre che accarezza suo figlio bisognoso di...quello...della Sua carezza rassicurante.
Due lacrime scivolano veloci dai miei occhi e s'infrangono sul petto: l'anima si è aperta all'amore, ne é stata colpita  e ora scende quest'acqua a irrorare il cuore di vita.
Questa è vita. Nient'altro. Questa è la Vita: amare.
Essere innamorati continuamente delle persone, della loro anima, del loro essere semplicemente figli dello stesso mio Padre e quindi volere il bene di tutta la loro persona...del corpo, dello spirito, di tutto.
Senza orrori per gli sbagli altrui, senza giudizi, senza schifarsi delle problematiche che arreca avere un handicap mentale o fisico. Pensando solo: posso dare ai fratelli quella vita di cui hanno bisogno. Forse una carezza, forse un piatto di spaghetti, forse un abbraccio, forse un maglione...forse tutte queste cose insieme.
Come sarebbe bello se tutti noi sapessimo accogliere con quella stessa semplicità la carezza del Padre e esserne così felici da volerla trasmettere agli altri.
Ebbene si può fare. E' così che voglio vivere.
E credo che questo si possa capire con grande facilità stando a contatto con queste persone che posseggono occhi talmente chiari e trasparenti da mostrarci il volto di Dio.
Quando li guardo in volto infatti mi rammento che
sono innamorata dell'amore!
Se si è innamorati dell'amore,si inizia a intuire cosa sia la Vita Eterna e mentre stai cominciando vagamente a comprendere qualcosa, ti accorgi che ne sei già dentro e...non vuoi più uscirne.
A quel punto non importa più capire o non capire, vuoi solo essere Amore.