Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

mercoledì 29 gennaio 2014

LA PESCA SALVA IL PESCATORE


San Paolo si auto-definisce un “aborto” e San Pietro un “peccatore”. La verità è che al contatto con Gesù che è Luce, si vede meglio il nostro sporco, e ciò è talmente doloroso ed evidente ai nostri occhi, che lo dobbiamo dichiarare. Come per anticipare una giustificazione. Come se San Paolo e San Pietro stessero dicendo: “Ehi, lo vedo che faccio schifo! Ma Dio mi ha mandato a parlare di Lui e lo devo fare! Lo faccio per Lui.”
Non si va, infatti, a pescare gli uomini perché ci si sente in grado o ci si sente degni di farlo; si va sulla sua parola: se Lui lo chiede, vuol dire che lo devo e posso fare. E dopo ci si ritrova le reti tanto piene da farle rompere! Tutta grazia di Dio!
Insomma la santità non parte dall’essere in gamba, ma dalla capacità di dire “sì” a Gesù con prontezza. Alle volte pesa non tanto per ciò che ci chiede di fare, ma per come ci si sente. Sospendere il giudizio nei confronti del prossimo si può fare, ma nei propri confronti è più difficile, perché noi sappiamo bene chi siamo e cosa siamo riusciti a combinare di profondamente sbagliato.
Eppure bisogna saper rispondere “sì” a Gesù: è un forte imperativo. Quel che ci domanda è di pescare uomini, in realtà è come se avesse sussurrato alla nostra anima “Vuoi salvarti e rimediare? Bhè, fai questo per me!”
Il pensiero di servire Dio inizia già a redimere: dona pace al cuore e una strana sensazione che Dio si stia già scordando di chi siamo stati. Come se Lui che è luce, fosse stato colto da improvvisa cecità. Perché Lui è amore e copre tutto il male col suo bene.
Da vero Padre sa come trattare un figlio che ha attraversato il proprio peccato, sa come riabilitarlo. Lui, inventore della pedagogia, sa come restituire pace e dignità all’uomo ferito da se stesso: un santo lavoro impegnativo.
Ascolta l’anima del figlio che grida: “Fammi fare qualcosa Papà! Qualcosa di utile. Ora che sono devastato, ora che ho raso tutto al suolo con i miei sbagli. Ho ancora una possibilità? Che posso fare per Te per chiedere scusa? Ho guastato la bellezza, ho scorticato la mia anima e non riesco a restaurarla, non so da che parte iniziare. Dammi qualcosa al di fuori di me che io possa far crescere, curare e vedere trasformarsi. Una cosa da costruire utile e buona. Fammi stare con Te. Tienimi vicino ai tuoi piedi a lavorare per Te. Se starò con Te, non sarò costretto a guardarmi e ricordare ciò che sono e che ho fatto. Fammi fare qualcosa Papà…”
E’ questo che grida l’anima di chi si accorge dei propri errori.
E Lui, che ha fiducia nei suoi figli, risponde sempre di sì! Risponde: “ Va a pescare gli altri miei figli. Riportameli qua, anch’essi ai miei piedi!”.

Allora, felice, il figlio mette via se stesso e parte per la sua missione riparatrice…per la propria anima prima ancora che per l’anima dei suoi simili. Il vero pescatore sa che il primo da salvare è lui stesso!


lunedì 27 gennaio 2014

BISCOTTI ALL'ARANCIA

INGREDIENTI:
1 bicchiere di succo d'arancia (sono 3 arance medie)
1 bicchiere di zucchero
1/2 bicchiere di olio di mais
1 cucchiaino di cannella in polvere
14 cucchiai di farina
la buccia grattata di 1 arancia

COME SI FA':
Si mescolano accuratamente tutti gli ingredienti in modo da far venire un impasto omogeneo e abbastanza molle, ma che inizi a staccarsi dalle pareti.
Ora si imburrano 3 teglie e vi si mette sopra l'impasto a cucchiaiate aiutandosi con 2 cucchiaini da caffè. Spolverare con un pò di zucchero semolato e infornare a 180 gradi per 35/40 minuti.
Sanno proprio di arancia! Buoni col tè!


STIPENDI

Come mai nella vita capita spesso e volentieri di amare e non essere riamati o compresi o comunque apprezzati? Come mai ogni sforzo, a guardare i risultati, appare vano? Sarà un gioco perverso del destino? Sarà perché siamo nati per soffrire, come dicono in troppi? O avrà un significato più profondo e un’utilità nascosta che le persone non arrivano a vedere fermate dal loro pianto?
Mi sono immaginata già di Là, accanto a Gesù a bermi un thè caldo discorrendo della vita trascorsa. Come quando sei stato fuori alla pioggia e al vento e finalmente rientri in casa per riposarti e scaldarti al tepore che emana il viso di chi ami. Mi sono immaginata seduta con Lui a raccontar le vicende trascorse nella mia vita e a un tratto, tutto è diventato chiaro.
Che meriti potrei portare al mio Signore? Che cosa lo farebbe sorridere di felicità e soddisfazione nel riceverlo? Cosa mai potrei regalarGli asserendo serenamente “Questo è mio!”?
Tutto l’amore che ho amato io! Certo! Non quello che mi hanno dato gli altri, quello è un merito altrui.
E fra i vari momenti di amore, misericordia e comprensione che avrò avuto, quelli di grande valore per Lui, saranno proprio quei momenti in cui ho amato e non sono stata ripagata…e ancora più valore avranno quelli in cui avrò amato pur sapendo già che non sarei stata ripagata. Ecco che cosa Gesù terrà fra le mani felice! Perché saprà di aver ricevuto in regalo la pienezza della mia Vita.

Tutte le volte che capita di sentirsi svuotati da tanto disamore, occorre ricordarsi di quel divano Lassù dove Gesù ci attende per ridarci Tutta la Nostra Vita.




venerdì 24 gennaio 2014

SQUARCIARE I CIELI


Ci sono due momenti importanti della vita di Gesù in cui accade una cosa particolare: Si squarciano i Cieli.
La prima volta succede subito dopo il Battesimo nel Giordano di Gesù: i cieli si squarciano e scende “come” una colomba, lo Spirito Santo che si posa su di Lui quasi a far vedere che Quello è il Suo nido. Non solo, ma l’apertura dei cieli permette di udire la voce del Padre che testimonia a favore del Figlio.
L’apertura del Cielo significa che Dio non è più in un luogo irraggiungibile separato dagli uomini, ma è in grado di scendere, e di farsi sentire da tutti. Dio non è più lontano. Ciò coincide con l’inizio della vera vita: il Battesimo, cioè la vita insieme a Dio, tenendo conto della sua volontà. Infatti, Gesù fa la volontà del Padre fin da subito, anche a costo di scandalizzare per primo San Giovanni Battista, che gli chiede perché mai un essere senza peccato deve farsi battezzare da un essere comunque soggetto al peccato. E la risposta di Gesù è: perché è bene così. Perché il Bene è la volontà di Dio. Perché Lui deve essere il primo della fila e noi tutti dietro. Perché Gesù non ha mai chiesto a nessuno di fare qualcosa che Lui non avesse già fatto per primo.
Quella era la volontà di Dio e Lui la eseguiva con amore e tenerezza…allora il Cielo si apre, addirittura si squarcia..lo squarcio rende di più l’idea di qualcosa che non si può più ricucire!
E noi dietro di Lui…..ma allora anch’io posso squarciare i cieli agendo come Dio vorrebbe e sentire la Sua voce e sentirmi dire da Lui: “Questa è la mia figlia amata, ascoltatela”.
Non è tutto. C’è un altro momento in cui questi cieli si squarciano: quando Gesù muore. Si squarcia il velo del Tempio, quel velo, cioè, che stava a indicare la divisione fra gli uomini comuni e Dio. Dietro al velo potevano andare solo i sacerdoti prescelti e giudicati santi, puri.
Il velo si squarcia non appena Gesù cessa di respirare. Non appena Gesù si addentra per un attimo nella morte, entra negli inferi per rendere il buio luminoso, così come aveva reso luminosa la grotta in cui era nato. Va a portare la Luce della Vita nella morte, per renderla nulla e risorgere.
Alla morte di Gesù la terra trema, infatti, e i corpi dei santi già morti da molto tempo escono dai sepolcri e si mettono a camminare per la città di Gerusalemme. Perché è bastato solo l’affacciarsi di Gesù nella morte che questa ha cominciato a fuggire per ogni dove e la Vita è tornata in chi non aveva nulla da espiare: i santi.
Eppure c’è qualcosa di più profondo. Come per il Battesimo, del quale non aveva bisogno, Gesù non meritava morire perché non era un malfattore. Ma Lui scandalizza di nuovo tutti, anche noi qui adesso e si lascia uccidere crudelmente da chi invece poteva essere considerato malfattore, visto che uccidere è male e tutti lo sanno.
L’uomo non può capire perché Gesù lascia che sia così. L’uomo, con la sua sola intelligenza e logica terrena, non potrà mai terminare un ragionamento asserendo che era giusto che si lasciasse uccidere. La logica non lo consente.
Da qui lo scandalo e il guardare Gesù con sospetto e sensazione di masochismo o mancanza d’intelligenza da parte sua.
Gesù, al contrario, sa benissimo cosa sta andando a fare: la volontà di Dio che verte a cancellare la morte e il peccato per tutti noi, anche per quelli che si scandalizzano. Era necessario portare la Vita (Dio stesso) nella morte, per contrastarla e distruggerla. Ora la morte è solo un portale.
E chissà (e questa è solo un’idea mia) che questo portale non abbia a che fare col portale che si apre quando siamo battezzati: da lì scende la vita, da lì rientriamo nella vita passando per una morte contemplata tale solo qui da chi rimane. Dico questo perché la mia mamma è morta il giorno del mio Battesimo e penso a questo da tanto tempo: credo molto nei sacramenti e nella loro potenza. Se il Cielo s’è squarciato, non potrà più richiudersi lì, dove s’è aperto un varco e forse (ripeto forse) da quei varchi Dio ci riprende per portarci alla Vita senza fine.
A parte la mia personale opinione, resta il fatto che quando si fa la volontà di Dio fino alla sofferenza non compresa e criticata dal resto dell’umanità, la morte è sconfitta e ci si sente già un po’ risorti.
Quando poi muore in questo modo un figlio di Dio (e nel Battesimo diventiamo tali) qualcuno che forse io non conosco, non ho mai visto, dirà di me come dissero di Gesù spirato: “Questi era davvero figlio di Dio”…e allora non mi sarò sacrificato invano, perché il Cielo si sarà aperto per quella persona che finalmente sentirà la voce di Dio che dice sempre la stessa cosa….. “IO TI AMO!”




giovedì 23 gennaio 2014

ANTONIO

Questo che vi mostro ora è un pezzetto del concerto di Natale tenuto dal mio amico Antonio che è flautista. Lui è uno dei ragazzi che ho preparato per il matrimonio e per la Cresima...un mio figlietto insomma e ne sono orgogliosa soprattutto per la sua anima.
Guardate come emana luce suonando! Quando si ama Dio, anche le arti acquistano gioia e significato diversi..


...e Vivaldi è fantastico!!

Frase 37

"L'amore a Dio è la Sapienza delle sapienze, perché chi ama tutto conosce e tutto possiede"


mercoledì 22 gennaio 2014

IL MARE DI CRISTALLO

C’è un passo nell’Apocalisse dove San Giovanni dice di vedere come un immenso mare di cristallo pieno di luce: è una visione, si pensa, della Nuova Gerusalemme, della nostra terra futura. Un luogo di pace, d’amore, dove la luce è così forte da abbagliare; quasi la luce di un riverbero!
Questa lettura mi ha sempre molto colpito ed ho sempre avuto dentro di me una visione molto chiara di questo mare di cristallo. Un’immagine che trasmette gioia infinita, un senso di pienezza della vita però quasi involontaria…forse subìta, un amore che ti prende di sorpresa e ti avvolge, ti sopraffà proprio come il riflesso di quella luce sul mare.
Quella è vita! Quando l’amore t’invade e ne resti sazio e sicuro della sua presenza.
Che differenza da quel che si vive qui: tasse da pagare, scadenze da rispettare, uffici in cui fare file interminabili, visite mediche angoscianti, sgarbi delle persone che ti ritrovi accanto…siamo sopraffatti dalla stanchezza, dal nervosismo, dai pensieri. Eppure quel mare esiste e sta li per me, per te, per tutti. E’ mio, è stato creato per me…non sarà possibile trovarlo anche qui?
Ho scoperto che è così! Ho scoperto che tutti gli ingorghi della nostra esistenza non sono messi li per sconcertarci o scoraggiarci, ma perché dentro di essi c’è il Mare di Cristallo!
Ho scoperto che abbiamo il potere di tirare fuori da ogni situazione triste o drammatica, la luce che c’è in essa e accenderla!
Ho scoperto che stando in mezzo a tante difficoltà, e perseverando nel tentativo di risolverle, divento una persona mansueta; che facendo compagnia a mio padre che ha l’Alzheimer, viene fuori un amore più profondo per lui che non avrei mai conosciuto senza la sua malattia e il mio sacrificio: ho scoperto che sono in grado di affrontare tanti problemi nuovi e di risolverli perché ho più pazienza e più intelligenza di prima grazie a Dio che mi amplifica il cuore e la mente.
Ho trovato tante luci e le ho accese sotto il mio mare nero di dolore, scoprendo che il mare era azzurro e trasparente. Poi la luce è aumentata ancora e ora vedo il mare di cristallo!

Quel Mare splendido è dentro ogni momento nero delle nostre giornate! Tiriamolo fuori, e illuminiamo la Vita!

Ognuno ha la sua personale immagine..questa è solo una



domenica 19 gennaio 2014

PIPPO E L'AUTODIFESA


In un mondo in cui tutti sentono il bisogno di difendersi da tutto e tutti..ecco il mio idolo darci qualche buona dritta!

martedì 14 gennaio 2014

LA LADRONA


I due ladroni sulla croce mi fanno pensare ai due atteggiamenti dell’uomo davanti al dolore.
Uno si arrabbia e se la prende con Gesù dicendo: “Se sei Dio, salvami e salva la tua reputazione di Salvatore compiendo il miracolo”.
L’altro è colui che entra nella sofferenza, se la carica e ritiene di meritarsela. Così, quando si rivolge a Gesù, è in umile preghiera per dire: “Non ascoltare chi ti prende a male parole, ma abbi pietà di noi e se vuoi, ricordati di me Tu che stai in un Regno di pace e amore dove il male non vive più”. Quest’ultimo porta se stesso in Paradiso.
Gesù vuol dire “Dio che salva”, ma se sceglie di non salvarci il corpo, non lo riconosciamo come tale. In realtà Lui salva l’anima e già qui, ci porta nel suo regno tanto incompreso dalla mente umana. Lui sceglie sempre l’anima: l’oro dell’uomo. Perché se perisce quella a che serve salvare il corpo che prima o poi muore?
Dove non è necessaria o tollerabile l’espiazione, salva anche il corpo. Tutti però, abbiamo qualcosa da espiare e chi non né ha (come Cristo) sceglie di tenersi la croce e di non scendere da essa, anche se potrebbe, per espiare al posto di chi non vuole, non ce la fa o per chi amano.
Capita anche a noi quando siamo nel dolore, di sentirci dire: “Ecco, il tuo Dio ti lascia soffrire, ti lascia appeso a questa croce!”. Loro non sanno il valore della sofferenza e non sono a conoscenza di cosa fa Dio a chi sta soffrendo! Si giunge a non considerarla più una mancanza di benessere, perché ci si rende conto di essere stati trasferiti nel Suo Regno di un Bene superiore. Così, a chi insinua che Gesù non ci vuole schiodare dal nostro male, dovremmo rispondere: “Non è esatto; Gesù si rifiuta di togliermi dalle mani le chiavi per entrare nel Suo Regno. Siccome poi, già ne vedo la Luce, sono io a non lasciarmela togliere”.
Proprio perché si tratta di un Regno celeste, per niente terreno, con meccaniche divine, per niente umane…non tutti capiranno. Ne coglieranno il senso coloro che, mansueti nel dolore, già vedono una luce che li distrae da ogni tormento.

Spero Gesù, di poter essere sempre il tuo ladrone buono. Buono almeno a rubarti un pezzetto di Cielo dove restare con Te.

"Un pezzo di cielo regalato da uno schermo a cristalli liquidi in piazza Tienanmen, sullo sfondo di una piazza invasa dallo smog nel gennaio scorso."-Dovremmo tutti farci tanto furbi!!!

giovedì 9 gennaio 2014

MERENDA MELE E MIELE

INGREDIENTI:
2 mele
1 bicchiere di latte
1 uovo
1 cucchiaino di zucchero
2 cucchiai di farina (anche di riso va bene)
1 pizzico di bicarbonato
1 cucchiaio abbondante di miele

COME SI FA':
Si puliscono le mele, si fanno a pezzetti e si frullano nel frullatore con lo zucchero, il latte, l'uovo e la farina.
Ora, in una padella piccola antiaderente si fa scaldare un goccio appena di olio di semi e si versa una piccola parte del composto, sufficiente a coprire il fondo. Si coperchia per un minuto, poi si volta e si fa cuocere per altri 30 secondi. Mettere le fritelline in un piatto.
A questo punto spalmare sopra un sottile strato di miele liquido e chiuderle a fazzoletto.

Vengono proprio tipo questa (la foto non è mia)

Pronta la merenda golosa e anche naturale perché la frittellina saprà molto di mela e avrà una consistenza gommosa e piacevole!
Ovviamente potete riempirle con marmellata o cioccolata. Fate come volete.
Buona merenda!

mercoledì 8 gennaio 2014

Frase 36

"Quando un'anima vive nella carità, ha il cuore calmo e sente la voce di Dio e la comprende"


INCOMPRENSIONE: SACRAMENTO DI DOLORE


Gesù mi ricorda che Lui è stato l’incompreso per eccellenza. Quante volte ha parlato, fatto miracoli, amato, e nessuno ha capito? Eppure ha continuato il suo operato.
Quando l’incomprensione è tanta che sembra poterci affogare, non si trovano le parole adatte, forse perché non ci sono o perché è inutile dirle. Che cosa potrebbe convincere un cieco o un sordo? Non ci sono parole, non c’è qualcosa da mostrargli. Posso ancora abbracciarlo per fargli sentire l’amore, ma se il suo cuore non è semplice, non potrà accogliere neanche quello.
Gesù ha vissuto tanta incomprensione forse anche per poter consolare gli incompresi di ogni tempo. Perché non ci sentissimo soli e abbandonati. Tener presente che anche Lui ha passato questo, è, come per l’Eucarestia, un “memoriale” e non una semplice “memoria”. Cioè: non mi fa l’effetto di un ricordo, ma l’effetto della presenza reale e partecipazione di Gesù alla mia odierna incomprensione.
Grazie all’Eucarestia che anch’io assumo, quando sono incompresa nell’amore e nella parola di Cristo che cerco portare, Gesù soffre nuovamente in me l’incomprensione. Cosicché non sono più sola in quel momento, ma siamo io e Lui a non essere capiti. Traggo allora forza dalla sua reale compagnia e mi preoccupo più per Lui che per me.
Posso vedere il suo volto mite che si rattrista assieme a me e m’ispira a reagire con eleganza e mansuetudine ma anche con giustizia, levando loro le parole e lasciando in eredità un po’ di silenzio: ultimo tentativo di comunicazione.
In questo modo i superbi saranno confusi nei loro pensieri ma non capiranno ugualmente.

Oggi, quindi, ho capito che l’Incomprensione è un memoriale di Cristo: una sorta di Sacramento del Dolore. Esso è perciò ugualmente utile come mezzo apostolico perché Gesù si fa presente come nell’Eucarestia.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli » 

giovedì 2 gennaio 2014

IL DEJA VU: prova di Eternità?

Vi capita alle volte di vivere alcuni istanti come se li aveste già vissuti, eppure non è così, o come se steste sul punto di prevedere il futuro immediato, eppure non è così?
E' una strana sensazione che ormai tutti chiamano col nome di "deja vu": già visto.
Ho sentito tante spiegazioni a riguardo e forse una di queste è vera. Io ho una spiegazione tutta mia che percepisco come vera e che mi viene da uno stato di orazione che dura da tanto tempo.
La condivido con voi: chissà che non vi sia di un qualche aiuto.
Credo sinceramente che ognuno di noi abbia una parte terrena (il corpo) che transita per un certo periodo in un tempo definito che la nostra mente percepisce come passato, presente e futuro. La mente (parte del corpo) non può che trovarsi a suo pieno agio separando le tre fasi del tempo.
Ma c'è un'altra parte di noi che è divina, immortale ed eterna: l'anima. Questa "entità"non è legata al tempo, essa, provenendo dall'eternità può percepire anche questo concetto, dove passato, presente e futuro sono una cosa sola. Per capirci dirò che il tempo, per noi umani è come un rotolo di pergamena che si svolge mano mano. Per Dio il rotolo è tutto srotolato. Quindi, l'anima ha la possibilità di intuire questo rotolo srotolato, ma non lo fà finchè è legata al corpo, altrimenti, probabilmente, diventeremo disturbati di mente.
Ci sono dei momenti in cui, però, l'anima fà come un salto di pochissimi istanti, quasi a volersi staccare dal corpo e in quegli istanti ha una visione del presente che si mescola col passato e col futuro, dandoci la sensazione che quel che stiamo vivendo nel presente, sia già successo prima e che siamo in grado di vedere il prossimo futuro.
Credo che questi salti avvengano quando siamo molto riflessivi o quando lasciamo che l'anima, la nostra parte migliore, abbia libero sfogo...quando cioè non ci sentiamo troppo attaccati alla nostra vita corporale. A me capita quando mi sento molto rilassata e sto facendo pensieri elevati o comunque sono in uno stato di pace.
Questa intuizione riguardo al deja vu, mi venne tanto tempo fà e personalmente è la spiegazione che sento più calzante. Potrei sbagliarmi, ma potrebbe essere una sorta di "prova" del nostro essere destinati all'Eternità. 

Anche il tempo è relativo per chi crede