Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

domenica 27 novembre 2016

LE ARMI DELLA LUCE

E’ ora di risvegliarsi dal sonno…..è ora di indossare le armi della luce…di rivestirsi di Cristo.
E’ esattamente questo che sento di dover fare…ormai da molto tempo.
La mia umanità, i miei diritti di sposa, di figlia, di essere umano, sono scesi di importanza fino a rendersi quasi nulli.
Inseguire la propria giusta felicità come essere che appartiene a questa terra, era diventato insostenibile con la via della luce. Non è più possibile seguire entrambi i sogni.  Cercare di sentirsi “sposa amata”…col sentirsi abitante del regno di Dio. Non può essere. Non è mai potuto essere.
Le voci che “giustamente” sussurrano da tempo che io merito l’amore…hanno sempre fatto a botte col mio desiderio di essere buona. Perché chi è buono ,o almeno ci prova, non ama l’idea della divisione in famiglia, dei litigi, delle guerre dichiarate, delle vincite a discapito di molte vittime. Chi tende alla luce, chi vorrebbe essere sempre sotto la luce di Dio…non ama ritrovarsi nel buio dei gridi, dei tradimenti, delle discordie.
Ho pensato di svegliarmi dal sonno di chi si crogiola nel sogno di un amore umano non previsto. Ho pensato di abbracciare le armi della luce e scordarmi di me per vedere davanti a me un mondo migliore….magari anche di poco…ma migliore.
Ho pensato anche che non ero all’altezza, che non era neanche giusto per il resto del mondo,  e che non sarei riuscita a far niente. E aggiungo pure che probabilmente avevo ragione in tutti i miei preoccupanti sospetti. Ma il fatto è che la Luce è troppo bella e rassicurante per il mio cuore per decidere di abbandonarla.
Abbandonarla poi perché?...per soddisfare la mia persona?...per darmi una vita umana migliore con brandelli di amore umano rubati qua e là, ottenuti con la forza? Per vivere ancora qualche decennio così?....no….non ne vale la pena.
Voglio di più. Voglio l’amore per sempre, per l’eternità. Voglio l’amore sotto la Luce di Dio. Voglio scoprire cosa vuol dire essere amata anche umanamente e voglio scoprire che sarà per sempre e che ho contribuito nella lotta per questo, usando solo le armi della Luce.








mercoledì 9 novembre 2016

IL TASSELLO

I nostri discorsi
come frasi
colte a caso
da un cappello
e poi incollate
una e l'altra
a vedere che vien fuori.
Quasi un gioco
di bambini.
Poi c'è il vento
che le scolla
se le porta dove vuole.
Prima una e
poi l'altra.
Come il tempo
sulla carta
di quel poster
che si stacca;
o l'insegna
ormai datata
di un negozio
sulla piazza
che non indica
più niente,
se non dubbi
ed incertezze.
E rimane, tutta logora,
una frase lacerata
sviscerata dal discorso,
scordinata, malsicura
che mi sento rinfacciare.
Così fuori dal contesto
è l'azzurro tassellino
di un mosaico calpestato
e da troppi trascurato,
non disegna
ormai più niente.
Forse il cielo,
forse il mare,
forse il manto
della Vergine
gli piaceva figurare.
Ora da solo
non è che un sasso
e mi ritorna
ancora addosso.
Ma c'è un Bimbo 
che lo vede
e lo trova assai prezioso.
Se lo prende
e felice....
lo nasconde nel taschino.

Forse il Cielo,
forse il mare,
forse il manto
di Sua Madre
gli ricorda
quel mio niente...
ed io torno a sperare.

                                    Paola Buccheri




sabato 5 novembre 2016

E LA LUCE FU


In principo Dio crea la luce e la divide dalle tenebre.
La luce; eccola…e con lei compaiono i colori, poter contemplare la bellezza di una margherita, incantarsi di fronte a un tramonto spettacolare, vedere il visetto di tuo figlio appena nato, venuto “alla luce” anche lui.
La prima luce dell’alba porta il sapore insostituibile della speranza di un nuovo giorno. Il Sole dell’aurora  mette in fuga le tenebre ancor prima di essere visibile agli occhi, mostrando la sua infinita potenza e superiorità rispetto a queste. Quello è l’istante in cui il cuore si rinfranca e riprende forza per affrontare la vita.
Alla luce e calore del sole le piante vivono, nella loro misteriosa fotosintesi clorofilliana che scaltramente consente loro di incamerare questa preziosa luce e usarla per nutrirsene anche quando non c’è; e quindi affrontare la notte senza problemi.
Camminare è molto più agevole se i nostri sentieri sono illuminati. Qualsiasi nostra azione richiede almeno un po di questa preziosa luce.
Gesù nasce durante l’antica festa ebrea “delle Luci”, nel corso della quale per otto giorni al tramonto si accendono dei lumi; e la luce brillante e allegra di una stella cometa indica al mondo il luogo in cui questo bellissimo bambino scende fra noi. Luce missionaria e persistente nella notte, quella della cometa, che non appena compiuto il proprio compito, scompare umile per dar posto alla Vera Luce del mondo: Gesù Bambino.
Lui è Colui grazie al quale l’uomo può vedere i colori della propria vita, gustare del sorriso dei propri figli e rallegrarsi di ogni singolo istante della propria esistenza perché da Lui si irraggia su noi la luce e il calore dell’amore di Dio. Come quando ci si innamora di qualcuno e la vita si accende di colori e meraviglie di ogni tipo, che sono sempre stati davanti a noi, ma che sotto la luce dell’amore scopriamo, sorprendendoci nella loro bellezza. Scoprire di essere amati da Dio è tutto ciò amplificato all’ennesima potenza.
Lui è Colui che sussurra al cuore parole di coraggio nelle nostre notti estremamente buie, nei nostri pianti segreti e dolorosi, e improvvisamente fuga le tenebre quando meno ce lo aspettiamo proiettandoci in un’alba calma e senza lacrime…mentre nell’anima nasce una speranza sconosciuta che lenisce ogni ferita.
Lui è Colui del quale ci è consentito nutrirci, attingendo direttamente dal suo santo corpo una forza potentissima che misteriosamente  si accumula in noi e si riaffaccia nei momenti più duri e bui, consentendoci di essere noi stessi Luce nell’oscurità, capaci di illuminare il cammino dei fratelli.
Lui è Colui che ci indica dove camminare, che strade prendere e quali non prendere, affinche il nostro vivere sia quello di persone sensate, di esseri umani imperfetti che nonostante ciò si sforzano di restare sulla via del bene.
E’ Lui la nostra Festa, perché Lui è la luce impareggiabile che abbiamo quando siamo nell’Amore e ci facciamo guidare da lui. Se dovessi dire quando un volto è luminoso direi in due casi: quando si è innamorati e quando si sorride. Amore e gioia sono la Luce della vita e Gesù è venuto per essere Amore e Gioia. Ma non un Amore e Gioia qualunque, effimera, senza fondamento. Gesù viene a sconfiggere il buio, la notte della morte e del peccato. Gesù è la luce che vuole ciò che vorremmo noi: che non venga mai più la notte, che l’amore non finisca mai.
Ecco cosa è il Natale: una Nuova creazione che non preveda le tenebre da dividere dalla luce. Che la luce non debba mai più alternarsi alla notte, che le risate non debbano mai più alternarsi alle lacrime….che il viso degli uomini non debba mai più perdere la Luce divina dell’amore. Mai più sfigurato dal peccato.
Il Natale sia per tutti la nascita della Luce. Così che ognuno di noi possa dire guardando Gesù nella culla: “E la Luce….FU”.







POLPETTE RICOTTA E OLIVE

INGREDIENTI:

250 gr ricotta
5 olive
1 pacchetto crackers al rosmarino
1 uovo
3 cucchiaini di parmigiano
origano
basilico
sale e pepe
poca farina di mais

PROCEDIMENTO:

Mescolare tutti gli ingredienti ( i crackers devono essere frullati nel mixer prima di unirli all'impasto e le olive tritate a grossi pezzi a mano).
Ora con l'aiuto di due cucchiaini fare delle polpettine e passarle in un piatto con un po di farina di mais. Infarinarle bene e friggerle velocemente in olio bollente.


sabato 1 ottobre 2016

UN ALTRO MONDO


La Luna! Eccola…pallida, sola
In un mare di buio profondo
Infinito, gelido e misterioso.
Sembra vicina e ne vedo il terreno.
Mi arriva al cuore il silenzio
Soprannaturale e d’argento.

Non le giungono i rumori della vita
Che  corre frenetica sotto al suo sguardo
Sempre uguale e sereno.
Non riconosce le lacrime degli occhi
Che la scrutano stanchi
In cerca di tante risposte.

Parole non ne ha per nessuno.
Ha solo una flebile luce riflessa
Di un Sole che ci pare lontano.
Per noi ha  pause nel chiasso
Di una Terra in tormento:
Soste di pace nell’innata mitezza.

Ma il mistero è questo
E la magia si compie con niente:
è sufficiente uno sguardo
al suo esserci sempre
al delicato splendore
e l’animo si placa e si assopisce il dolore

Lei ci ricorda che esiste la Luce
Anche se ora navighiamo nel nero
 Che quel Cielo è Casa
Anche se ora ci sentiamo in esilio.
Che siamo infiniti
Come l’infinito che ora la culla.

Allora mettiamo fine ai rumori
Che assordano il cuore
Sterminando la speranza .
Facciamoci riflesso del Nostro Sole
Portando la quiete di un mondo diverso:
un Mondo di Amore.







.



domenica 25 settembre 2016

LA REGINA CATTIVA


Perché in genere mi attirano di più i personaggi considerati “cattivi” in una favola? Me lo sono chiesto spesso. Eppure la cattiveria non mi attira per niente, non ho alcuna simpatia per coloro che, ignorando i sentimenti altrui, se ne vanno in giro calpestando il prossimo in ogni modo possibile.
E perché mai i considerati “buoni”, gli eletti dal narratore come anime candide e irreprensibili, non mi destano un particolare interesse? Eppure sono assolutamente dalla parte di chi ama il bene.
Non so se a voi capita. Ci ho meditato un po’ alla luce della preghiera, per non dover subito concludere che sono un essere perverso e segretamente perfido!
Secondo me il cattivo, se siamo onesti con noi stessi, ce lo sentiamo più vicino, più somigliante. Nelle favole si esagera a dismisura perché è come se questi fosse un concentrato di tutti i difetti umani possibili e immaginabili, senza speranza per essi di far entrare uno spiraglio di Luce nelle loro anime. Sono “cattivi” per eccellenza. Hanno preso su di loro tutto il buio possibile che circolava nella favola e se lo sono arrogato per consentire alle anime buone di essere splendenti come astri.
Sono il nero in un quadro che si pone per dar contrasto a una gerbera bianca.
Ecco già emergere un primo motivo per cui un cattivo attira la nostra attenzione: la pietà. Perché mai a un essere sbagliato non si concede la possibilità di avere un po’ di luce per redimersi?
Il cuore di chi crede in un Padre Buono e misericordioso grida vendetta! Si desidera incoscientemente o forse anche coscientemente che per un’anima in errore o fortemente in errore ci sia la possibilità di trovare la pace nel bene. Abbandonando quel continuo tribolamento che c’è nell’arrovellarsi tra vendette e azioni scorrette.
Nella realtà, grazie a Dio, tutti, anche quelli di noi più distrutti e spiritualmente in errore…abbiamo una mano vicina tesa che è quella del Padre. In attesa di sentire la nostra che si appoggia a Lui...così potrà strattonarci fuori dal buio.
Il cattivo nelle favole, inoltre, è sempre “trattato da cattivo”. Ecco un motivo per cui i cosiddetti “buoni” ci risultano meno attraenti: Sei un buono e neanche tu porti luce là dove serve?
Purtroppo trovo che questa sia una delle note dolenti  di chi crede in Dio: l’essere figli di Abramo, come dice Gesù, non fa di noi dei Santi. Automaticamente invece, capita di pensare o forse solo di mettere da parte nell’inconscio l’idea che “siamo dalla parte giusta: dei buoni”. Ciò, ci da un erroneo senso di raggiungimento del fine, mentre in realtà non siamo che all’inizio di un cammino, con davanti a noi innumerevoli avversità e attentati al nostro candore.
In fondo basterebbe fare come dice Cristo: “Fate come me che sono mite e umile di cuore”. Sono convinta che questo sia il grande segreto della santità. In genere Gesù ha poche parole da dirci, ma preziose e pesanti come lingotti di oro massiccio.
Umili…non che si umiliano, è diverso. Poveri di spirito. Persone che hanno uno stretto contatto con la loro anima e ne conoscono gli angoli più scuri e tutte le potenzialità sia ad essere buoni che ad essere cattivi e ne tengono conto. Tenere conto della propria capacità di fare del male, non è essere cattivi e sapere del bene che potremmo fare, non è essere buoni…è essere intelligenti e umili. Significa valutarci con onestà e decidere di usare il tutto come un’arma a proprio favore per tenersi con le braccia strette attorno al Legno di Gesù. Dei tralci su quella Vite.
Guardando il quadro generale, il cattivo che sa di essere cattivo, ma sa che non c’è un “autore” di un libro, ma esiste un “Padre Misericordioso”, è un’anima a terra che però guarda al Cielo e sa che il percorso è lungo, ma con la Luce di Dio può salire.
Il buono che crede di essere buono, non cammina e non aiuta a camminare, se non porta al prossimo la Luce del bene, porta solo altra disperazione e angoscia creata dal proprio atteggiamento, a chi già si sente nel buio e non trova un pensiero felice. Alle volte chi ha scelto il bene si dimentica che non si tratta di far sfoggio delle proprie buone azioni, ma accendere una luce dentro a chi crede che la luce non esista più.
Non dico che non esistano buoni o che i cattivi siano in gamba. Dico che se devo scegliermi un ruolo, un po’ per gioco e un po’ no, voglio essere la Regina Cattiva, consapevole però che non esiste un autore a dettar legge sul mio cammino, ma un Padre Buono che mi tende la mano e mi chiede di andare da Lui. Perché voglio avere uno straccio di probabilità per essere soltanto ….una regina nel Suo cuore.





giovedì 18 agosto 2016

FORMAGGIATA DI CIPOLLE

INGREDIENTI:

Pezzi di formaggio avanzati
1 cipolla
2 uova
1/2 bicchiere di latte
2 cucchiaini di parmigiano grattato
1 cucchiaio di farina
olio di semi per friggere

PROCEDIMENTO:

Tagliare a cubetti  piccolissimi tutti i formaggi avanzati  e metterli da parte.
Tagliare la cipolla a fette sottili e farla soffriggere con un po di acqua in una padella, senza farla bruciare.
Nel frattempo in un piatto sbattere le uova col latte, il parmigiano e la farina; alla fine aggiungere i cubetti di formaggio. Non preoccupatevi se il composto è denso: deve essere così. Non mettete altro sale perché i formaggi salano il tutto molto bene.
Quindi versare questo composto nella padella calda dove sta cuocendo la cipolla e coperchiare facendo cuocere a fuoco lento.
Quando è possibile perché abbastanza solida, girare la formaggiata e farla cuocere qualche minuto dall'altro lato.
Servire tiepido e non caldissimo: è deliziosa; ideale per una cenetta.





domenica 31 luglio 2016

CHE L'AMORE PRENDA IL COMANDO

Qui, nella nostra quotidiana esistenza, viviamo assetati di un qualcosa che non sembra esserci. Attenzioni?....Notorietà?....Importanza?.....Credibilità?....Affetto?......Soldi?....mah.
Alle volte è una, alle volte è un' altra cosa, ma c'è qualcosa che non ci torna.
Persino quando raggiungiamo il nostro scopo, le nostre sudate mete, anche giustissime e lodevoli....qualcosa continua a mancare.
Non ho risposte sicure e valide per tutti, ma vi posso riportare la mia esperienza tentando di usare i vocaboli più corretti e pertinenti per trasmettere nel modo più adatto un'esperienza meravigliosa.

Tutto và così come dicevo sopra, fino a che non incontri lo sguardo di Maria e non ti ritrovi inspiegabilmente alla sua presenza. Dopo, in pochissimi istanti, tutto cambia.
Quando la vedi, dopo vuoi stare con Lei per sempre; niente è più bello di Lei e allora cerchi di sopravvivere alla Sua assenza, compensando (anche per motivi di gratitudine nei suoi confronti)...con tutto l'amore che puoi. Ma gli altri non sempre lo vogliono.
Allora ti concentri sul ricordo del suo sguardo e aspetti quel momento in cui la rivedrai; ti auguri che sia qui, mentre ancora sei in vita e ti calmi intrattenendoti con altro amore essendo disposta anche solo a darlo senza riceverlo per poter attingere di nuovo in qualche modo a una briciola di quell'infinito ristoro che ti aveva dato essere con Lei che vive nell'amore gratuito.
Ma Lei non torna.
Allora cominci a pensare a quanto manchi alla tua personale fine, il che rappresenterebbe l'incontro con Lei....ma lasci questo pensiero certa che la vita che ti hanno donato è preziosa e và vissuta fino in fondo...fino all'ultimo bacio. E poi sai bene, più di prima, quanto conti "esserci" per i propri cari e gli amici. Abbandoni il pensiero.
Il fatto è che qui devi gestire l'amore, quando invece vedi Lei, sai che è Lei a gestire l'amore, anche con te che gli sei davanti: lo sa che stai bene con Lei, non ci sono parole da dire, concetti da esprimere...tutto è superfluo...perchè è già TUTTO dentro la Sua presenza. Tutto si risolve in un istante...tutto è risanato e risucchiato nel Suo sguardo dolce e profondo. Improvvisamente sai che tutto andrà bene: l'amore ha preso il comando....cosa potrebbe andar storto?
Capisci che quella è la Vera Vita: dentro l'amore, senza che niente possa rovinarsi per una parola o un gesto.
Amore...senza via di uscita.
Ecco cosa voglio: voglio che l'Amore prenda il comando...non voglio più essere capace di rovinare quel ristoro risolutivo.
Allora in fondo non vogliamo qualcosa....vogliamo questo TUTTO...ma dobbiamo capire che lo possiamo desiderare...rendere il territorio fertile per questo...ma non possiamo prendercelo....dobbiamo aspettare che ce lo regalino così.....all'improvviso....per averlo per sempre.



BISCOTTI NESQUIKOCCO

INGREDIENTI:

5 cucchiai Nesquik
5 cucchiai cocco grattuggiato
2 cucchiai miele
2 cucchiai marmellata di albicocche
2 uova
12 cucchiai di farina
1/2 bicchiere olio di semi
1 bicchiere latte
1/2 bustina lievito per dolci

PROCEDIMENTO:

Si mescolano accuratamente tutti gli ingredienti. Quindi si copre la ciotola e si lascia riposare per almeno mezz'ora in quanto il cocco secco grattugiato deve reidratarsi con i liquidi dell'impasto. Dopo questo tempo, infatti, l'impasto forse risulterà più secco. Se lo è troppo aggiungete un goccio di latte, se invece è troppo mollo, aggiungete un cucchiaio di farina.
Ora fate delle palline e mettetele in una teglia oleata con olio di semi. Infornate a 180 gradi per 25 minuti.
Pronti! sembreranno un pò molli..ma raffreddandosi si induriranno un pochino.


venerdì 8 luglio 2016

LA GIOIA DELLA FEDE

-Dio ha fatto il mondo perchè ci sia un luogo dove Egli possa comunicare il suo amore e dal quale la risposta d'amore torni a Lui. Davanti a Dio il cuore dell'uomo che gli risponde è più grande e più importante dell'intero cosmo.

-La vita è relazione con Colui che è la sorgente della vita. Se siamo in relazione con colui che non muore, che è la vita stessa e lo stesso amore, allora siamo nella "vita". Viviamo.

-Se nella mia vita tralascio l'attenzione per l'altro, volendo solo compiere i miei "doveri religiosi" allora si inaridisce anche il rapporto con Dio: è un rapporto corretto ma senza amore. I Santi hanno attinto la loro capacità di amare il prossimo, dal loro incontro col Signore eucaristico e questo incontro ha acquisito profondità nel loro servizio agli altri.

-"AGAPE" è l'amore oblativo di chi cerca esclusivamente il bene dell'altro.

-"EROS" è l'amore di chi desidera possedere ciò che gli manca e anela all'unione con l'amato.

-In verità, solo l'amore in cui si uniscono il dono gratuito di se e il desiderio appassionato di reciprocità, infonde un'ebrezza che rende leggeri i sacrifici più pesanti.

-La passione del Signore continua nelle sofferenze dell'uomo. Dobbiamo rinsaldare la nostra speranza e il coraggio di portare ciascuno la propria croce con umiltà, fiducia e abbandono in Dio, certi del suo sostegno e della sua vittoria.

-Ai cristiani non è risparmiata la sofferenza perchè il vivere la fede esprime il coraggio di affrontare la vita e la storia più in profondità. Tuttavia solo sperimentando la sofferenza, conosciamo la vita nella sua profondità, nella sua  bellezza, nella grande speranza suscitata da Cristo crocifisso e risorto.

-Ci anima la consapevolezza che soltanto Cristo può pienamente soddisfare le attese profonde di ogni cuore umano e rispondere agli interrogativi più inquietanti sul dolore, ingiustizia, male, morte e aldilà.

-La "conversione" di Pietro si realizza pienamente quando rinuncia a voler salvare Gesù e accetta di essere salvato da Lui e dalla sua croce: la fede deve passare attraverso lo scandalo della croce per diventare ROCCIA sulla quale costruire.

Lo Spirito Santo è amore. Esiste il Figlio che parla col Padre. E ambedue sono una cosa sola nello Spirito, che è, per così dire, l'atmosfera del donare e dell'amore che fà di loro un unico Dio.

-Noi non dobbiamo soltanto sapere qualcosa di Lui (di Gesù) ma mediante Lui stesso essere ATTRATTI IN DIO. Ecco perchè morire e risorgere per Lui: perchè ora non si trova più in un determinato luogo, ma ora il suo Spirito Santo emana da Lui ed entra nei nostri cuori unendoci al Dio trino.

-Ciò che spesso viene espresso col termine "Gender" si risolve nell'autoemancipazione dell'uomo dal creato e dal Creatore.
Le foreste meritano la nostra protezione, ma non la merita meno l'uomo come creatura nella quale è iscritto un messaggio che non significa contraddizione della nostra libertà, ma la sua condizione.

-Leggendo la Scrittura, noi possiamo anche oggi quasi vagare nel giardino del Paradiso e incontrare Dio che passeggia lì. Spirito Santo e Parola di Dio vanno insieme.

-Lo Spirito Santo produce unità e comprensione, là dove ci sono estraneità e lacerazioni. Quando una persona o una comunità, si chiude nel proprio modo di pensare e di agire, è segno che si è allontanata dallo Spirito Santo.

-L'azione dello Spirito non è un EGUALITARISMO! A Pentecoste gli apostoli parlano lingue diverse in modo che ciascuno comprenda il messaggio nel proprio idioma. L'unità dello Spirito, si manifesta nella PLURALITA' della COMPRENSIONE.

-Più una persona umana si dona, più trova se stesso.

-Il PECCATO ORIGINALE: l'uomo non si fida di Dio; cova il sospetto che Dio gli tolga qualcosa della sua vita, che noi saremo pienamente esseri umani soltanto quando l'avremo accantonato, realizzando così in pienezza la nostra libertà.
Egli vuole attingere dall'albero della conoscenza il potere di plasmare il mondo e vincere con le proprie forze la morte e le tenebre. Così vive la menzogna.
L'uomo non si fida dell'amore. L'amore non è dipendenza, ma dono che ci fà vivere. Siamo liberi e noi stessi quando viviamo nella Volontà di Dio, perchè questa non è imposta all'uomo, ma è nella sua natura, inscritta in lui che lo rende a immagine e somiglianza di Dio e perciò libero.

-Nella Festa dell'Immacolata Concezione nasce in noi il sospetto che una persona che non pecchi affatto sia in fondo noiosa. Pensiamo che patteggiare un pò col male, riservarsi un pò di libertà contro Dio in fondo sia bene, addirittura necessario.

-L'uomo che si mette nelle mani di Dio, non si allontana dagli altri, ritirandosi nella sua salvezza privata; al contrario, solo allora il suo cuore si desta veramente ed egli diventa una persona sensibile e perciò benevola e aperta.

-Più l'uomo è vicino a Dio, più è vicino agli uomini. Ecco perchè Maria ci è così vicina.

-Il cuore di Maria, mediante l'essere e il sentire insieme con Dio si è allargato...così Lei è per noi consolazione, incoraggiamento, speranza.

-Abbi il coraggio con Dio, compromettiti con Lui, allora vedrai che la tua vita diventa ampia, illuminata, non noiosa, ma piena di infinite sorprese.

-L'Eucarestia è una Pentecoste perpetua, poichè ogni volta che celebriamo la Santa Messa riceviamo lo Spirito Santo che ci unisce più profondamente a Cristo e in Lui ci trasforma.

-Il Suo morire (di Gesù) è un atto di amore. L'amore è immortale. Per questo il suo andare via si trasforma in un nuovo venire, in una forma di presenza che giunge più nel profondo e non finisce più.

-Egli (da risorto)è in grado di passare non solo attraverso le porte esteriori chiuse; può passare attraverso la porta interiore tra l'io e il tu; tra l'oggi e ieri, tra passato e domani.

-Voi diventate (attraverso il Battesimo) un'unità, sì, una cosa sola con Lui, e così una cosa sola tra di voi. 
I credenti non sono mai totalmente estranei l'uno all'altro. Siamo in comunione a causa della nostra identità più profonda: CRISTO IN NOI.

-Nel Battesimo, Gesù, ci tira su verso di se, ci attira dentro alla vita vera. Ci prende come per mano, ci conduce sulla via che passa attraverso il Mar Rosso di questo tempo e ci introduce nella vita duratura vera, giusta. Non lasciamo questa mano.

-Il CERO PASQUALE: c'era l'usanza di far accendere il cero pasquale per mezzo di un cristallo direttamente dal sole: si riceveva la luce e il fuoco dal cielo  per poi accendere da essi tutte le luci. Gesù Cristo ha veramente preso la luce dal Cielo e l'ha portata sulla terra.
La luce della VERITA' e il fuoco dell'AMORE.

-Non sappiamo affatto in fondo che cosa desideriamo. Ciò che sappiamo è solo che non è questo. Tuttavia nel non sapere, sappiamo che questa realtà (la Vita Eterna) deve esistere.

-Questa cosa ignota è la vera "speranza"che ci spinge e il suo essere ignota è al contempo, la causa di tutte le disperazioni, come pure di tutti gli slanci positivi e distruttivi verso il mondo autentico.

Possiamo cercare di uscire col nostro pensiero dalla temporalità e presagire che l'Eternità non sia un continuo susseguirsi di giorni del calendario, ma qualcosa come il momento colmo di appagamento, in cui la totalità ci abbraccia e noi abbracciamo la totalità. Sarebbe il momento dell'immergersi nell'oceano dell'infinito amore....mentre siamo sopraffatti dalla gioia.

-L'uomo è spiegabile solamente se c'è un Amore che superi ogni isolamento, anche quello della morte.




giovedì 7 luglio 2016

IL DIO VICINO

(Frasi estrapolate dal libro con lo stesso titolo, di Benedetto XVI. Frasi che a me hanno fatto battere forte il cuore e trasmesso una speranza e una pace non spiegabili a parole. Quest'anima è geniale e tenerissima!)

-Nessuna persona può con le proprie forze dare avvio alla salvezza, ma il suo "sì" è integralmente avvolto nell'amore di Dio che l' abbraccia prima ancora che ella nasca. Tutto è grazia. La grazia non sopprime la libertà, la crea.

-Il Logos infinito si è fatto piccolo, un Bambino. Ma anche: la Parola incommensurabile, la pienezza intera della Sacra Scrittura si è racchiusa in questa unica frase: "E il Verbo si è fatto carne".

-Colui che ritiene che la fede è soddisfacente solo se, per così dire, è premiata con la dannazione degli altri, misconosce il nucleo della fede. Perchè ama solo sè stesso e non il Creatore a cui appartengono tutte le creature. La gelosia della salvezza non è cristiana.
Se siamo così stiamo vivendo la fede come un peso. Dobbiamo smetterla di pensare che in fondo sarebbe stato meglio non credere; dobbiamo liberarci dall'idea folle secondo cui la disoccupazione spirituale sarebbe meglio della vita con la Parola di Dio. Gesù è morto per tutti.

-La volontà salvifica di Dio non implica che tutti gli uomini giungano necessariamente alla salvezza. C'è la potenza del nostro rifiuto.

-Per l'istituzione dell'Eucarestia non basta la sola ultima cena...non restano parole, sono state sostenute e riempite con la sua morte reale.E anche la morte non è rimasta vuota perchè c'è stata la resurrezione: il Suo amore è stato più forte della morte, il senso è più forte del non senso.
PAROLA-MORTE-RESURREZIONE: luogo da cui proviene l'Eucarestia.

-Nell'Eucarestia è chiamata per nome la morte e ci è posta di fronte la strada per la vita che supera la morte.

-L'Eucarestia ci dice che Dio dona sè stesso perchè noi possiamo donare.

-Quanto più camminiamo con Dio, tanto più diventiamo coscienti che il Dio che apparentemente ci tormenta è colui che veramente ama, a cui possiamo abbandonarci senza resistenze e timori. Quanto più scendiamo nella notte del mistero incompreso e ci affidiamo a Lui, tanto più lo troviamo, troviamo l'amore e la libertà che ci sostengono attraverso tutte le notti. Dio dona perchè noi possiamo donare.

-Non possiamo comunicare col Signore se non lo facciamo tra di noi; se ci presentiamo a Lui, dobbiamo anche andare incontro l'uno all'altro diventando insieme una sola cosa.

-L'orientamento interiore della nostra vita cristiana dovrebbe essere che noi impariamo a guardare davvero e sempre di più a Lui, a tenere gli occhi fissi del nostro cuore su di Lui.

-Nel caso del cibo comune, l'uomo assume delle cose e queste vengono da lui assimilate così da diventare parte della sua sostanza. Con l'Eucarestia avviene il contrario. Quando ci comunichiamo, significa che veniamo fatti uscire da noi stessi e assimilati da Lui. Diventiamo una cosa sola con Lui e la comunità dei fratelli.

-"Questo è il mio corpo" significa: questa è tutta la mia persona presente nel mio corpo (anche lo Spirito).

-Il corpo nostro è allo stesso momento limite e ponte verso gli altri.
Limite: dove c'è questo corpo non può essercene un altro; se sono in questo posto, non sono allo stesso momento in un altro. E' il limite (il corpo) che ci divide gli uni dagli altri. L'interiorità, tra l'altro, resta nascosta.
Ponte: il corpo mi porta verso gli altri a incontrarli con la vista e i gesti io capisco gli altri: comunico.

-Per questo si può vivere se stessi e la propria corporeità in maniera differente: la si può vivere più in direzione della chiusura o più in direzione della comunione.
Si può essere tanto egoisti da vivere solo la chiusura e non l'apertura. Il corpo allora diventa separazione che esclude ogni comunione: non permettendo a nessuno di venire in contatto con la propria interiorità.
Ma abbiamo anche la capacità di donarci, di essere vicini agli altri al di là dei limiti (telepatia).
RISURREZIONE significa molto semplicemente, che il corpo cessa di esistere come limite e che ciò che in esso è comunione rimane.

-Essere RISORTO significa essere comunicabile. Comunicarsi significa entrare in comunione con Gesù, per mezzo di Lui superare il limite e diventare capaci di Resurrezione.

-TRANSUSTANZAZIONE: non è un semplice cambio di sostanza o il vivere insieme di due sostanze (il pane e il vino)
Per esempio: se le cose materiali vengono recepite nel nostro corpo come nutrimento, se cioè, la materia diventa parte di un organismo vivente, questa medesima materia resta la stessa, eppure è cambiata comunque in quanto parte di una realtà nuova. Così nella Transustanzazione, il Signore si impadronisce del pane e del vino, li solleva dai cardini del loro essere usuale innalzandoli a un nuovo ordine.

-Nell'Eucarestia la sostanza è trasformata, cioè, cambia il vero fondamento dell'essere.

-Dove Cristo è diventato presente (come nel pane) non può più essere come se non fosse accaduto nulla: l'essere cristiani è trasformazione, conversione. Ci rende nuovi...il mondo può rinnovarsi.

-L'adorazione eucaristica: Cristo viene nei cuori e visita le coscienze dei nostri fratelli. Chi guarda il volto del Signore ne riceve quella purificazione della coscienza che è presupposto per il miglioramento della realtà umana.

-L'Eucarestia è la pace che viene dal Signore.

-La celebrazione eucaristica è pace: è presenza di Cristo e quindi spazio di una pace nuova, di una amicizia che supera tutti i confini, dove ciascuno è a casa propria.

-La vita umana è anzitutto ricerca del SENSO, di una parola che possa indicarmi una via e donarmi un orientamento. La vita è ricerca di COMUNIONE capace di dare all'uomo il sostegno di cui ha bisogno, perchè l'uomo è stato creato per il NOI. Si tratta di ricerca di AMORE.

-Cristo ha veramente condiviso se stesso, si è dato nel pane spezzato, dicendoci che la sua vita è la nostra.

-L'orante vede Dio e sperimenta che non ha bisogno di nulla di più, che nel contatto con Dio gli è dato tutto, la VERA VITA.

Tanto vicino..da stare nelle nostre mani

mercoledì 1 giugno 2016

SOLTANTO UNA PAROLA

"Non sono degno di partecipare alla tua mensa...ma dì soltanto una parola ed io sarò salvato!"
Parole che escono direttamente dal cuore senza quasi passare dalla mente, se ciò fosse possibile.
La consapevolezza che ogni tanto come un lampo velocissimo attraversa la nostra anima e ci informa con una chiarezza insuperabile che solo Dio può salvarci e può farlo con un niente. Il tocco dell'orlo del suo manto o una semplice parola.
Solo Dio...solo l'Amore in persona è salvezza. Chi potrebbe mai dire il contrario?
Chi ha vissuto il deserto dell'amore, quella sensazione di solitudine e incomprensione totale, sa bene il valore di un gesto, di una carezza, uno sguardo o una...parola.
Quando ero ragazza e durante la liturgia in Chiesa ripetevo quella frase, mi chiedevo fra me e me: "Che parola sarà mai questa che mi salva?" e ingenuamente restavo attenta, come in ascolto, in attesa di percepire una parola nell'aria che avrei riconosciuto come la parola che mi avrebbe salvata.
Si sa: i bambini, i ragazzi, sono semplici, formulano sillogismi di grande candore. Ma in quella semplicità in fondo c'era l'inizio di una ricerca vera.
Ogni Parola che esce dalla bocca di Dio è salvezza per noi. Ma non è solo questo. Ogni parola di vero Amore ci salva.
Se per giorni ci si è sentiti abbandonati dall'amato, risentirne la voce, che formula anche soltanto un "Ciao, come stai?" è come una boccata d'aria che ci consente di non asfissiare. Un "Ti penso" sarà come un balsamo su una ferita aperta. Un "Ti voglio bene" sarà meglio di un analgesico per un forte mal di testa. 
E ci addormenteremo sereni, nelle braccia dell'amore, anche se l'oggetto di quell'amore non sarà li!
"Dì soltanto una Parola..ed io sarò salvato!"
Ecco che Parola era! una parola d'amore!!!



sabato 14 maggio 2016

PREGHIERA DELLA SERA

Ieri notte ho sognato di far pregare una bambina di due anni giuntandole le manine. La preghiera che mi è venuta spontanea è stata la preghiera che mi faceva fare mio padre quando ero molto piccola e che vi assicuro....avevo completamente dimenticato.
Credo mio padre volesse ricordarmi che ognuno di noi deve, con molta semplicità, pregare il Padre anche per se stesso. Prima che la dimentichi di nuovo, la trascrivo qui. E' molto adatta per bimbi molto piccoli.

"Madonnina tanto bella,
che sei mamma di Gesù,
oh santissima mammina,
dammi ascolto son piccina.
Ma per te ho tanto amore,
dammi ascolto perfavore.
Padre e madre benedici,
che fan tanti sacrifici.
Non ti possa offender più,
mamma bella di Gesù."

Grazie papà.




lunedì 2 maggio 2016

TUTTE COSE NUOVE

"Ecco Io faccio nuove tutte le cose..." così dice Gesù nel libro dell'Apocalisse di San Giovanni..."e Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, nè lutto, nè lamento, nè affanno, perchè le cose di prima sono passate".

Queste parole suonano come una carezza sul nostro cuore. Immediatamente dopo però, ci viene il dubbio che tutto ciò non ci riguardi, o che sia troppo lontano, che sia situato in un mondo futuro quasi irrangiungibile.
La solita bella storia che io non vedrò, non mi toccherà, mi lascerà nelle condizioni in cui sto ora.
Non è così.
Fino a poco tempo fà anche io provavo questa stretta al cuore. Poi mi è arrivata una Luce "nuova" nell'intelletto.
Spesso e volentieri, quando siamo nella sofferenza o viviamo una situazione che ha tutta l'aria di essere irreversibile e senza soluzione positiva, il nostro carattere, il nostro modo di essere "umani" ci fà indurre non solo a disperare, ma anche a trarre delle conclusioni. 
Per esempio: "Questa mia situazione è senza via di uscita, quindi dovrò soffrire per sempre in questo stato e non c'è più niente da fare"...oppure: "Quella persona è nervosa perciò tratterà sempre male tutti, bisogna solo evitarla".
E' psicologicamente rassicurante trarre delle conclusioni. E' come tirare la linea di una somma. Vogliamo chiudere i conti per vederne il risultato ed essere certi che non ci sia più niente da dire a riguardo così io saprò come comportarmi. Anche se non sono affatto contento dei risultati ottenuti.
Senza averne coscienza, invece, questo atteggiamento è una chiusura del cuore. Non solo nei confronti del prossimo, ma soprattutto nei riguardi di Dio.
Sto tirando fuori da tutta la mia vita, l'esistenza di un Padre buono, di un Fratello che se passa accanto ad una canna incrinata, non la rompe. Sto escludendo dai miei conti lo Spirito di Dio che fà nuove tutte le cose.
Chiudersi significa mettere una pietra sopra e non voltarsi più a vedere cosa può succedere.
Stiamo dicendo a noi stessi che tutto andrà come sembra andare; che quello che succede è solo perchè io soffra.
Questi sono pensieri dettati spesso dallo scoraggiamento. Tenere il cuore aperto a Dio significa non trarre conclusioni pessimistiche e nefaste....
Se Dio non ci fulmina tutte le volte che sbagliamo è perchè Lui non tira i conti prima del tempo...sa che persino noi, come Figli suoi, siamo in grado di rinnovarci e vedere oltre...di cambiare.
Allora facciamoci un favore grande grande e teniamo il cuore aperto al Dio che vuole asciugare tutte le nostre lacrime, vuole cancellare dolore e morte e fare nuove tutte le cose della nostra vita.
Come? come farà?....ecco...questa è l'unica cosa che non ci riguarda. E' davvero il compito di Dio!
Il nostro è tenere il cuore aperto affinchè entri la grazia di Dio, affinchè Lui possa ispirarci e coprirci di doni in maniera abbondante. 
Così davvero le cose vecchie.....non ci saranno più, le situazioni impossibili da risolvere prenderanno risvolti inaspettati, il dolore insopportabile si trasformerà in pace.
Non mettiamo limiti a Dio: non chiudiamo il cuore, non diventiamo aridi calcolatori. 
Perchè prima ancora di essere figli dell'era tecnologica...siamo figli di Dio.





giovedì 14 aprile 2016

IMPARARE A CREDERE

Questo è un insieme di frasi tratte dal libro "Imparare a Credere" scritto da Benedetto XVI. Le trovo molto incisive e consolanti, nonchè istruttive; quell'istruzione che è saggezza, cioè pienezza di vita. Me le sono trascritte nel momento stesso che leggendole hanno creato dentro me una luce nuova, e le scrivo qui su questo blog con la speranza che a qualcuno portino la gioia che hanno portato a me. 

- Si rende evidente che l'uomo ha bisogno di una speranza che vada oltre; si rende evidente che può bastargli solo qualcosa di infinito, qualcosa che sarà sempre più di ciò che egli possa mai raggiungere.

-Una speranza che non riguardi me in persona, non è neppure una vera speranza.

-Questa grande speranza può essere solo Dio, che può proporci e donarci ciò che, da soli, non possiamo raggiungere. Proprio l'essere gratificato di un dono fà parte della speranza.

-Occorre che la ragione si apra di più e che veda sì i dati della scienza, ma che veda anche che non sono sufficienti per spiegare tutta la realtà. Che noi siamo il riflesso della ragione creatrice.

-Scoprire che realmente il mio essere è ragionevole, è pensato, ha un senso e la mia grande missione è scoprire questo senso, viverlo e dare così un nuovo elemento alla grande armonia cosmica pensata dal Creatore.

-Se è così allora anche gli elementi di difficoltà diventano momenti di maturità, di progresso del mio essere: riscoprire il senso della sofferenza e del dolore.

-Il cuore inquieto è il cuore che in fin dei conti non si accontenta di niente che sia meno di Dio e, proprio così, diventa un cuore che ama.

-Senza Dio l'uomo non sa dove andare e non riesce nemmeno a comprendere chi egli sia. Lui dice: "Senza di Me non potete far nulla" e ci incoraggia: "Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".

-L'umanesimo che esclude Dio è un umanesimo disumano. L'amore di Dio ci chiama a uscire da ciò che è limitato e non definito, ci da il coraggio di operare e proseguire alla ricerca del bene di tutti.

-"Coscienza" vuol dire "con scienza": cioè il nostro essere è aperto, può ascoltare la voce dell'essere stesso, la voce di Dio. E così si conosce cosa è bene e cosa è male.

-La parola di Dio non si contrappone all'uomo, non mortifica i suoi desideri autentici, anzi li illumina purificandoli e portandoli a compimento. Solo Dio risponde alla sete che sta nel cuore di ogni uomo.

-Il Signore bussa alla porta della vostra libertà e chiede di essere accolto come amico. Vi vuole rendere felici, riempirvi di umanità e dignità.

-Vivere come se Dio non esistesse diventa un modo di vivere che trae origine da una specie di superbia della ragione.

-L'antico concetto di RATIO in qualche modo ha emarginato la ragione che ricercava la verità ultima delle cose, per far spazio a una ragione paga di scoprire la verità contingente delle leggi della natura.

-La ragione diventa umana solo se è in grado di indicare la strada alla volontà. Ragione e fede hanno bisogno l'una dell'altra per realizzare la loro vera natura e la loro missione.

-Che scopo ha una libertà che ignora la Verità e insegue ciò che è falso e ingiusto? La Verità non è un'imposizione nè un insieme di regole. E' la scoperta di Uno che non ti tradisce mai.

-Ecco perchè la libertà non è un DISIMPEGNO DA, ma una scelta di IMPEGNO PER uscire da se stessi e permettere di venire coinvolti nell'essere per gli altri di Cristo.

-La SANA LAICITA' comporta che lo Stato non consideri la religione come un semplice sentimento individuale, al contrario, essa (la religione) và riconosciuta come presenza comunitaria pubblica. Perciò non è segno di sana laicità il rifiuto alla comunità cristiana del diritto di pronunziarsi sui problemi morali.

-Noi vogliamo la vita e scegliamo di rifiutare la Croce e i Comandamenti. Ma il Vangelo dice: "Chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per Me, la salverà". Non arrogandoci la vita solo per noi ma donandola, possiamo trovarla. Questo è il senso della croce: non prendere per se ma DARE LA VITA.

-Colui che sa di essere amato è a sua volta sollecitato ad amare. Così il Signore che ci ha amati per primo, ci domanda di amare: perchè la fonte della gioia cristiana è la certezza di essere  amati da Dio.

-"Pensare alle cose di Lassù"....non è estraniarsi dagli impegni quotidiani, ma ravvivare ogni umana attività come un respiro soprannaturale.

-La fede è un dono, quindi bisogna lasciarsi donare qualcosa, aprirci alla consapevolezza che il Signore dona realmente.

-La fede è una luce nel buio: gli occhi di chi crede in Gesù scorgono anche nella notte più buia una luce e vedono già il chiarore di un nuovo giorno. La luce non rimane sola: tutt'intorno si accendono altre luci. Nessuno arriva a credere se non è sostenuto dalla fede degli altri.

-La fede consolida, integra e illumina il patrimonio di verità che la ragione umana acquisisce; perchè entrambe (fede e ragione) provengono dall'unica sorgente di ogni verità: il LOGOS divino. Esse sono in reciproca e vantaggiosa collaborazione. La fede protegge la ragione da ogni tentazione di sfiducia nelle proprie capacità. La ragione aiuta la fede a dimostrare i fondamenti della fede, respinge le obiezioni.