Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

martedì 28 febbraio 2017

HOLLIDAY INN

Questa è una canzone composta, cantata, suonata e arrangiata da mia figlia Margherita.
Trovo tanta pace e serenità in queste note. La condivido con voi e spero apprezziate il dono.

lunedì 27 febbraio 2017

BELLA

Mamma….mi manchi.
Qui tutto è uguale in fondo, ma senza di te. Il mio dolore è lo stesso, ma senza quel tuo sguardo complice che mi sosteneva. I tuoi occhi verde intenso che si voltavano a cercare il mio sguardo e sfavillavano luce, dicendomi parole silenziose che arrivavano dritte al cuore. Alle quali io rispondevo alzando il sopracciglio e abbassando lo sguardo, aggiungendo un sospiro. E tu terminavi il discorso di gesti con un: “Eh….figlia mia….”
Era tutto un mondo nostro di conoscenze misteriose che nessuno sarebbe mai arrivato a capire. Solo io e te vivevamo in quel mondo.
Poi toccava a te, quando mi chiamavi sfinita e con voce supplice e mite mi sussurravi al telefono: “Paoletta…puoi venire un attimo…scusa bella”; sì perché solo tu mi chiamavi così: “Bella”. Lo dicevi in un modo che non mi sentivo bella fuori, riuscivi a farmi sentire una cosa bella nel mondo….mamma…lo ero solo per te.
Allora infilavo la giacca e venivo a casa tua e tu tiravi un sospiro di sollievo. Qualche battuta stupida ed ecco la tua risata rinfrancante e il mio mondo si colorava di tutte le tinte esistenti in natura. Sì ero bella…eri bella anche tu per me.
Tu eri colei che sapeva anche quello che non si può spiegare e che se tento ora di spiegare con mille parole…nessuno potrà mai capire come tu capivi.
Come posso raggiungerti adesso? Tanta bellezza non può essere sfumata nel nulla; sei qui dentro di me con le tue parole non dette e gli occhioni verdi che chiedono aiuto..che cercano il mio amore.
Aspetto il giorno di rivederti ancora e lo attendo con fede e speranza….ma fino a quel giorno, mamma, mai più mi sentirò di nuovo…Bella…come dicevi tu…Volevo che lo sapessi.
Ciao Mamy

La tua Paoletta




venerdì 10 febbraio 2017

QUIETE CONTINUA

Non so se capita anche a voi di accorgervi che alcune persone manchino di una certa serenità interiore. La cosa mi fa molto riflettere, non sto qui certo per criticare perché su questa terra è come se stessimo tutti sulla stessa barca: serve la collaborazione di ogni passeggero affinchè il viaggio vada a buon fine, e non che uno strattoni l’altro…si finirebbe tutti in acqua!
Per questo alle volte, serve capire in che condizioni stanno gli altri per eventualmente aiutarli almeno cercando di individuare quale problema li affligge.
Dato per scontato che questa esistenza è difficile sotto molteplici punti di vista, dato per certo che anche la mancanza di salute spesso si affacci nelle nostre giornate e che le caratteristiche del carattere di ogni persona possa essere anche di intralcio alla serenità….comunque resto dell’idea che una cosa è il mondo esterno, un’altra il mondo interno. E se per quanto riguarda il mondo esterno molte volte non siamo in grado di cambiarlo; per quel che riguarda il mondo interno ho le prove tangibili, vissute su me stessa che possiamo creare un angolo di paradiso anche vivessimo all’inferno. Insomma siamo capaci di modificare efficacemente il nostro stato interiore.
E attenzione perché non sto parlando di raggiungere nessun Nirvana che non mi interessa affatto e non rappresenta una garanzia per la pace del cuore, né sto parlando di un mero “far vedere che”: le apparenze non le prendo assolutamente in considerazione. La luce deve venire da dentro, non è una mano di pittura bianca sul viso: concorderete con me che un conto è un viso roseo per la buona salute, un conto è un trucco anche ben fatto su un viso pallido per malattia: il fard colorato si scioglierà con un po’ di acqua e lascerà vedere il pallore, mentre il rosa del buon sangue che scorre sotto le guance non scomparirà dopo un pianto.
Proprio perché la vita su questa terra è piena di ostacoli, a maggior ragione non è pensabile lasciarsi sbattere come un aquilone al vento da ogni evento. Il nostro equilibrio psichico e quello dell’anima non possono assolutamente dipendere da ciò che avviene durante la giornata, o perlomeno non completamente. Diciamo che dovremmo assomigliare più a una bandiera salda sulla sua asta piuttosto che a un aquilone perso nella tempesta e sfuggito di mano a un bimbo. Quindi forse dovremmo chiederci cosa rappresenta per noi l’asta!
Il nostro cuore si potrà anche muovere e scuotere forte per i colpi della vita, ma se è ferma attorno alla sua asta, non volerà via e resterà li dove ci si aspetta di vederla quando vi si volge lo sguardo.
La mia asta è una grande certezza: che non sono sola perché Dio mi ama.
Voi mi direte: e vabbè, magari quello lo so anche io. Ma mi permetto di precisare che un conto è saperlo, un conto è viverlo con fede. E’ una sfumatura che fa una differenza enorme anche se non sembra.
Provo a dirlo in un altro modo.  Molti di noi sono sinceramente consapevoli che Dio esista e questo ci rassicura. Troppo pochi hanno compreso invece che Dio c’è PER ME, non in generale per l’umanità, ma “per me”, chiunque io sia, conosce la mia storia, le mie inquietudini, i miei pianti più segreti e in conseguenza segue attentamente ME personalmente. Perciò credo che qualunque cosa mi succeda, non solo Dio lo veda, ma si stia organizzando perché ogni cosa vada a posto e che tutto serva per rendere la mia vita sempre più vivibile nella gioia e nella pace. Credetemi è diverso. Se si vive con questa fede, si appende la propria anima sensibile all’asta dell’amore di un Padre mille volte più attento di un meraviglioso padre terreno.
Allora nasce in noi una quiete molto simile alla quiete dell’Eden, quel giardino sognato per noi dal Creatore: un luogo colmo di semplice bellezza dove la vera gioia proviene da un Dio che passeggia per mano con noi poggiando i piedi così vicino ai nostri da scorgerne i suoi. In una condizione di dolcissima intimità. Quell’intimità che Lui và cercando da tempo immemore, da quando a Mosè disse “levati i calzari, perché questo è luogo sacro”…”Levati i calzari”…sta col tuo piede nudo sulla mia terra, dove sto io. E sii te stesso, non voglio neanche una suola di scarpa fra te e Me!...ecco cosa ci dice Dio!
Dovremmo essere felici come quando da bambini correvamo nella stanza dei genitori e tolte le scarpe saltavamo sul lettone matrimoniale ridendo per niente. Ecco cosa vuole Dio.
Se questa è la mia asta, non mi turberò ad ogni piè sospinto! Se sono quel bimbo senza scarpe che tocca il letto di Dio Padre, anche se mi passeranno avanti in una fila al supermercato, non mi sentirò talmente ferita da farlo pesare anche a chi non è colpevole del mio disguido, ma anzi avrò una parola di pace a chi di pace non sembra averne.
Se sto al sicuro nella stanza del Padre, non mi sentirò vittima delle circostanze neanche dovessi vedere davanti ai miei occhi malattia e morte perché so bene che ciò appartiene alla vita e si trasformerà in un sommo bene per me. Non sentirò la necessità di farmi commiserare come se quello fosse un mio diritto, perché avrò dentro il sorriso rassicurante di Dio che ripaga di più di un umano cordoglio.
Sarà una sciocchezza, ma posso testimoniare con fermezza che la mia gioia interiore è cresciuta in modo direttamente proporzionale con l’aver sperimentato la sofferenza. E’ vero: fa paura soffrire, e la tela della bandiera sbatte su se stessa; ma il Padre lo sa più di me, e mi restituisce la quiete in fretta ricordandomi che non gli passa neanche per la testa di lasciarmi sola.
La vita spesso fa paura, ma diventa davvero uno sgomento non trovare l’appoggio del fratello che viaggia con te in questa barca scossa dai flutti. Il viso degli altri deve essere un raggio di luce riflessa dal Padre e non un cunicolo scuro di buio e fumo.
Recuperare la propria quiete, il proprio Eden è sempre possibile ed è auspicabile perché significa rendere il mondo un tantino migliore.
La pace sia con voi!







giovedì 9 febbraio 2017

PASTICCIO DI CARNE

L'altro giorno avevo solo due etti di carne macinata e dovevo inventarmi un secondo per il pranzo della famiglia e certamente non mi sarebbe bastata per tutti. Allora ho messo in moto la fantasia ed ecco a voi...il pasticcio appetitoso che ho ricavato!

INGREDIENTI:

200 gr di carne macinata
2 carote
2 gambi di sedano
1 cipolla
1 spicchio di aglio
passata di pomodoro
pezzetti di formaggio
pezzetti di wuster
parmigiano grattato (4 cucchiai)
pangrattato (4 cucchiai), o, se non lo avete frullate 3 fette di pancarrè
1 uovo
sale e pepe
olio

PROCEDIMENTO:

Tritate le carote, il sedano, la cipolla e l'aglio e mettete tutto in una padella con olio e sale a soffriggere. Dopo un 15 minuti unite una bella tazza di passata di pomodoro e cuocete altri 5 minuti.Spegnete e lasciate intiepidire un po.
Nel frattempo dentro una insalatiera unite tutti gli altri ingredienti mescolandoli bene e alla fine unire le verdurine cotte nel pomodoro. Mescolare ancora bene col cucchiaio e mettere questo composto in uno stampo a ciambella, meglio se in materiale di gomma che và in forno.
Livellare molto bene pigiando e al termine versare un filo di olio sulla superficie.
Infornare a 180 gradi per un'oretta.
Quindi tirare fuori, lasciare intiepidire e poi ribaltare su un piatto di portata.
Se volete renderlo ancora più completo, mettete al centro, nel foro della ciambella, o un pò di riso in bianco o dei pisellini cotti nel latte. 
IL mio pasticcio ha avuto un successo incredibile e sembrava avessi usato mezzo chilo di carne!! E' bastato per 4 persone ed avanzato anche!!!