Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

giovedì 7 giugno 2018

L'OLIO DELLA PERSEVERANZA


Leggendo nel Vangelo riguardo “gli ultimi tempi”, mi sento piena di pace e serenità; eppure si presume che uno si dovrebbe sentire agitato poiché nessuno di noi può dirsi santo o giusto così tanto da non aver paura di finire nel pianto e stridore di denti, cucinato lentamente allo spiedo!
Non so dire con esattezza il motivo per cui mi senta serena, ma tenterò spiegarlo perché è un motivo soprannaturale che vale la pena di esaminare.
Distinguo più che altro due sorgenti di questa pace.
La prima è che la discesa di Gesù sulle nubi (come descritta in Matteo 24, 29) mi fa pensare a un Amico che viene a salvarmi, forse anche da me stessa. Non riesco a vedere Dio come un castigatore stile “’ndo coglio, coglio”: è un’idea umana del punitore. Sarà capitato anche a voi di essere puniti ingiustamente da qualcuno e credo che venga da lì questa paura nascosta o evidente che sia.
Dio è giusto e tiene conto non tanto dei risultati perfetti quanto delle nostre perfette intenzioni che talvolta non vanno a buon fine. Tiene conto della nostra insistenza nel praticare il bene soprattutto.
A questo punto s’introduce la seconda sorgente di pace nel mio cuore: la perseveranza.
Leggendo, infatti, più avanti la parabola delle Dieci Vergini che aspettano lo sposo, mi viene in mente quando aspetto che torni mio marito per stare con lui un po' di tempo. E’ una sensazione di trepida attesa dell’amore. Ma è anche quella certezza che devo prepararmi, organizzarmi, munirmi sempre di nuova pazienza, di dolcezza, delle parole giuste, di ascolto; tutte cose preziose messe in piccoli vasi accanto a me a portata di mano, cui attingere continuamente per tenere accesa la lampada del matrimonio. Spesso poi qualcosa va storto (come tutti ben sappiamo) e l’amore non arriva, e occorrono parecchi vasetti!
La perseveranza nel lottare per il bene, nella preghiera, nel mettere tutto l’intelletto e l’impegno, nell’essere disposti ad aspettare scomodi, seduti per terra, assaliti dalla stanchezza. Senza perdersi d’animo.
Forse è questo che da pace: che ai vasetti ho pensato, ce li ho qui con me e li vado utilizzando, non solo nel matrimonio ma in tutti gli scorci della mia esistenza. E la consapevolezza che lo Spirito Santo interviene in mia difesa, sostenendo la mia buona volontà con la sua forza.
Ho il sospetto che molti sposi si scordino di portarsi i vasetti di quest’olio perché confidano nella fiamma del loro amore. In realtà quella è solo una scintilla, l’inizio di tutto, come in un motore a scoppio, dove poi occorre un bel po' di carburante taniche di riserva da attingere soltanto tramite lo Spirito Santo.
Così per la fiamma della fede, della prima conversione: non basta.
D’altra parte anche San Paolo dice che di tutte le virtù una sola rimarrà: la speranza finirà e persino la fede, solo la Caritas resterà, cioè l’amore.
Ci vuole tanta riserva di amore, addirittura occorre inventarlo, per poter oleare l’esistenza. La perseveranza è un volto dell’amore. Una sposa o uno sposo lo sanno; una madre o un padre anche.
Perseverare nella pazienza, nella dolcezza, nell’ingegno, nella preghiera. Sempre.
Sapere che giungerà la fine di questa interminabile lotta e inizierà da lì un Regno di Amore, mi fa trasalire di gioia, mi riempie di pace e m’incoraggia a…perseverare!




lunedì 4 giugno 2018

ARTISTI: SENSUALI MISTICI




Stavo a una mostra pittorica e mi guardavo attorno; essendo mattina presto non arrivavano molti visitatori, così presi il mio rosario e cominciai a pregare: è sempre un ristoro stare con Loro Lassù!
Mentre pregavo e osservavo ora i fiori dipinti, ora gli alberi fuori dalla finestra, mi venne una singolare riflessione.
Il pittore, come probabilmente ogni genere di artista, si lascia toccare i sensi dalla bellezza, e poi cerca di trasmettere questo piacere interiore agli altri perché quando hai qualcosa di bello da raccontare devi assolutamente farlo!
Sono proprio i sensi che vengono toccati e vanno a risvegliare l’anima, non il corpo soltanto. Per esempio se vedo il colore dell’onda che s’infrange sulla spiaggia, il senso della vista provoca un piacere inspiegabile che deve passare dentro l’anima per riuscire a esprimersi e tradurre il tutto in pittura.
Così pensavo che ogni senso che il Signore ci ha donato sia semplicemente un mezzo per riaccendere l’anima e riscoprire un pezzetto di bellezza creata da Lui e quindi di Cielo.
Perché altrimenti il buon Dio ci avrebbe fornito di cinque sensi? Solo per dannarci la vita? Io non credo a un Dio così: credo invece a un Padre che ha fatto perfetta ogni cosa e che ha lasciato nel nostro intero essere tutti gli indizi giusti per tornare a Lui.
L’artista è un sensuale che usa i sensi insieme all’anima per raccontare la Bellezza infinita e quindi per raccontare Dio al prossimo, ma anche per riscoprire personalmente la bontà di questo Papà.
Ogni senso del nostro corpo ci indica chi siamo, da dove veniamo e come potremmo tornarci!
Siamo soliti credere che i sensi siano qualcosa che ci allontana da Dio, invece ci sono stati donati sicuramente per assicurarci la sopravvivenza su questo bel pianeta, ma per ritrovare il nostro Vero Regno, e credo anche per renderci piacevole il passaggio in un regno che non è proprio nostro.
Non voglio giocare con le parole, ma facciamoci caso insieme: si può essere sensuali tanto da diventare ancora più mistici.
Per esempio riflettiamo sul tatto: a chi non piace essere accarezzato o tenere la mano del proprio figlio o ritrovarsi al sicuro fra le braccia di una persona cara? Cosa ci dice questo? Che siamo figli dell’Amore, che ci sentiamo davvero bene solo quando siamo con chi ci ama…accanto, dentro l’abbraccio di Dio. Che indicazione ci da questo senso che va a risvegliare nell’anima un pezzetto di Paradiso? Che devo amare! Che sono fragile se non sono con l’altro; che da solo non mi sembra di camminare bene. Che sono appagato completamente se sto con i fratelli.
L’udito: quanto è piacevole il primo cinguettio di quel minuscolo uccellino sul ramo, appena ci si sveglia! Come fa sussultare la voce della mamma che chiama o il canto della propria figlia! Qualsiasi momento della giornata diventa pace e le rughe si distendono nell’ascoltare determinati suoni. Suscita quasi un canto interiore o il desiderio di suonare uno strumento (reazione dell’artista per esempio). Che indicazione ci da l’udito stimolato positivamente? Che sono belli i suoni che creano pace interiore perché noi veniamo da lì: dal Regno della Pace. Allora godiamo della pace, procuriamo viverci dentro e facciamo in modo che regni perché solo così mi sento felice. Da questa felicità infinita scoperta dal canto di un passero, può uscire una poesia dalla mia anima o un canto…un dipinto che illustri quel che non  so descrivere a parole…e tanto altro.
Così diventiamo artisti senza saperlo. Ognuno di noi può esserlo, proprio perché se si coglie qualcosa del Cielo e dal senso si fa vibrare fra le corde dell’anima, ne esce una gioia tale da doverla tradurre in qualche modo. Un po' come ha fatto in Principio il più grande artista del mondo: il Creatore.
Che dopo aver dipinto il nostro splendido pianeta, il cuore gli ha sussultato tanto da voler creare l’uomo, come suo figlio, per farlo godere del creato e sentirsi immensamente amato e amarlo a sua volta rallegrandosi della sua gioia! “Rimanete nel mio amore…..affinché la vostra gioia sia piena…” come dice Gesù.(Gio 15)
I sensi non ci portano lontano da Dio, ma anzi lo portano ancora più vicino e vivo! Rallegriamoci della vita, rallegriamoci di noi, rallegriamoci di ogni cosa che è in noi perché è cosa buona e giusta se vissuta attraverso l’anima: nostra parte divina.
Ed ecco nascere un altro meraviglioso senso: la gioia di dire Grazie a Dio!