Amare è dare la vita. Dare la vita può anche significare
partorire e per farlo occorre passare per un travaglio. Tutto questo si fa per
amore, per far nascere il proprio figlio.
Durante il travaglio c’è un momento molto duro e difficile
da affrontare nel quale ci si può ritrovare a pensare: “Forse morirò, ma devo
riuscire a far nascere questo piccolino, costi quel che costi!” E anche se la
morte non avviene fisicamente, nel corso del parto c’è un avvicendarsi di morti
figurate della partoriente: rinuncia alla propria dignità, rinuncia a scappare
di fronte alla paura, al dolore, alla vergogna. In verità è un susseguirsi di
domande sempre più importanti che il Creatore ci pone: “Rinunci a te stessa per
dare la vita a questo figlio che necessita del tuo aiuto per fare il primo
respiro? Rinunci? Rinunci anche al tuo di respiro?”
I “Sì” della mamma sono gradini verso la vita del piccolo.
Fino a che essa giunge a pensare: ora morirò, ma mio figlio vivrà. Quella è
l’ultima tappa: la porta della vita si apre ed entra nell’esistenza un bambino,
l’anima del quale non morirà mai più. La mamma resuscita dal dolore, stanca e
felice.
E’ nato l’amore più grande: quello di una mamma per suo
figlio. Perché ha dato la sua vita per lui. Un amore indiscutibile e saldo. Dio
vuole che ci amiamo in questo modo: dando la vita gli uni per gli altri. Non
c’è testimonianza più grande e più accattivante.
Certamente durante il parto anche il nascituro fa la sua
parte di sforzo per venire al mondo, perciò noi possiamo dare la vita, ma anche
il prossimo deve sforzarsi. Gesù, infatti, ha dato la vita per noi e ora serve
il nostro sforzo per seguitare il suo operato e permettere ad altri di venire
alla Luce. Ecco perché devo parlare di Lui e amare gli altri.
Poco importa se darò la vita inutilmente perché qualcuno non
mi accoglierà. A parte una lecita lieve tristezza, non mi deve interessare o
determinare se seguitare a darla oppure no, perché è successo anche a Gesù e
non mi devo meravigliare.
Il mio compito resta quello della mamma: dare alla Luce, con
tutto l’impegno che posso.
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