Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

giovedì 21 agosto 2014

RICORDO

Silenzio si somma
al silenzio,
freddo si aggiunge
ad altro freddo.

Ed io non comprendo.

Non capisco perché
nell'anima sopravvive
un canto d'amore
che somiglianze non ha
con questa vita che muore.

Non capisco perché
questa musica dolce
senza inizio né fine
m'accompagna fedele
mentre il male si accumula
e gli errori son troppi.

Io non comprendo.

Posso solo sognare
che tutto questo sia vero
più del vero che vivo,
che sia ricordo del Padre,
offuscato dal tempo;
che quel canto sia il Suo
e quella musica, l'Amore.


                                                      Paola Buccheri


PASTICCIO DI MELANZANE

(ovvero, come recuperare pane secco e formaggio vario)


INGREDIENTI:
Pane secco
Formaggi avanzati
Mozzarella
Melanzane(2)
Passata pomodoro(mezza bottiglia)
1 Spicchio d'aglio
Basilico
olio,sale,pepe

PROCEDIMENTO:
Spezzettare il pane in pezzi piccoli quanto potete e metterli in una ciotola con olio sale e pepe. Mescolare e irrorare con un bel pò di acqua tiepida. Far riposare alcune ore mescolando ogni tanto.
Nel frattempo tagliare le melanzane a cubetti e friggerle in olio di semi con poco sale. Scolarle e metterle da parte.
Nella stessa padella mettere un pò di olio extra-vergine di oliva e uno spicchio di aglio a tritato; far rosolare e aggiungere la passata di pomodoro e qualche foglia di basilico. Lasciar cuocere 10 minuti e spegnere.
Prendere la mozzarella e tutti i formaggi che vi sono avanzati e farli a cubetti molto piccoli e tenerli da parte.
Ora prendere una pirofila e sporcarla con due cucchiai di sughetto. Quindi versarvi dentro la metà del pane ammorbidito cercando di fare uno strato uniforme. Poi mettervi sopra tutte le melanzane, la metà del sugo e del formaggio. Chiudere col restante pane, pomodoro e formaggio.
Mettere nel forno caldo a 180 gradi per 40 minuti.
E' ottimo. Prima di postare la ricetta lo abbiamo assaggiato, perciò lo posso confermare!!
Buon appetito.




sabato 16 agosto 2014

VOGLIO ESSERE AMORE

Guardo il Papa accarezzare i volti dei ragazzi e bimbi con handicap in Corea e mi si apre il cuore. Non mi sento triste...non vedo alcun buio in una scena simile, nè la sensazione di una qualsiasi forma di infelicità. Vedo dei volti che si illuminano di gioia al tocco di una mano, vedo sguardi semplici, non vuoti come qualcuno potrebbe pensare, no, sono sguardi privi di ogni costruzione, spontanei e buoni, di persone che neanche sanno cosa sia la malizia o l'architettare un atteggiamento.
Vedo sincerità. Nel Papa poi scorgo la tenerezza di un Padre che accarezza suo figlio bisognoso di...quello...della Sua carezza rassicurante.
Due lacrime scivolano veloci dai miei occhi e s'infrangono sul petto: l'anima si è aperta all'amore, ne é stata colpita  e ora scende quest'acqua a irrorare il cuore di vita.
Questa è vita. Nient'altro. Questa è la Vita: amare.
Essere innamorati continuamente delle persone, della loro anima, del loro essere semplicemente figli dello stesso mio Padre e quindi volere il bene di tutta la loro persona...del corpo, dello spirito, di tutto.
Senza orrori per gli sbagli altrui, senza giudizi, senza schifarsi delle problematiche che arreca avere un handicap mentale o fisico. Pensando solo: posso dare ai fratelli quella vita di cui hanno bisogno. Forse una carezza, forse un piatto di spaghetti, forse un abbraccio, forse un maglione...forse tutte queste cose insieme.
Come sarebbe bello se tutti noi sapessimo accogliere con quella stessa semplicità la carezza del Padre e esserne così felici da volerla trasmettere agli altri.
Ebbene si può fare. E' così che voglio vivere.
E credo che questo si possa capire con grande facilità stando a contatto con queste persone che posseggono occhi talmente chiari e trasparenti da mostrarci il volto di Dio.
Quando li guardo in volto infatti mi rammento che
sono innamorata dell'amore!
Se si è innamorati dell'amore,si inizia a intuire cosa sia la Vita Eterna e mentre stai cominciando vagamente a comprendere qualcosa, ti accorgi che ne sei già dentro e...non vuoi più uscirne.
A quel punto non importa più capire o non capire, vuoi solo essere Amore.




venerdì 15 agosto 2014

MOLLICHINE DAL CIELO


Gesù dice che il Padre suo è con Lui e che non lo abbandona mai perché Lui (Gesù) fa cose gradite al Padre. Aggiunge poi, che se uno osserva la sua parola, non vedrà mai la morte.
Gesù è il primo a osservare la parola di Dio, è il primo anche a mostrare il retro della medaglia che porta il nome di “morte”: è il primo a risorgere. Noi non sappiamo come abbia oltrepassato questa morte, sappiamo per certo che così facendo ha sconfitto la morte dell’anima di tutti gli uomini che sono venuti dopo, che l’hanno seguito in tutto. Perciò è lecito e logico pensare che nella nostra morte sarà solo il corpo a morire, ma noi non moriremo mai, neanche per un secondo perché saremo già insieme al Padre.
Questo accadrà solo se ci sforzeremo sempre di fare le cose gradite a Dio e che ci ha illustrato chiaramente tramite ciò che ha detto e fatto Gesù. Allora il Vangelo è la mia salvezza: non può non essere letto continuamente e meditato alla Sua presenza nell’orazione di silenzio per poi metterlo in pratica con tutti gli sforzi possibili.
Lo sforzo principale è, però quello di avere l’amore come re nel cuore, senza questo non è possibile capire Gesù e mettere in pratica ciò che Lui suggerisce.
Non ci sono regole e regolette, tutto sembra essere riassunto nelle semplici parole di Gesù quando dice: “Il Padre non mi abbandona mai perché io faccio sempre cose gradite a Lui”. Vale anche per noi. Tutti sappiamo cosa è gradito a Lui. E giorno per giorno tramite la preghiera e la meditazione del Vangelo, ci arriva una mollichina sulla strada che porta in Cielo. E’ Gesù stesso che la lascia cadere per darci modo di tornare a Lui.
Piano piano, mai tutto insieme, riesco a capire dove mi stanno portando. Si schiariscono i pensieri e so meglio cosa fare. Ogni mollichina mi allinea e riordina la vita, i ragionamenti e lo spirito.

Oggi per esempio capisco che essere in grazia di Dio (aver fatto ciò che è a Lui gradito) mi dà pace perché mi sta rendendo invulnerabile persino alla morte. Se Dio è con me, chi potrà farmi del male? La mollichina è arrivata anche oggi e con quella di domani i miei passi si faranno più sicuri. Dio si occupa di ognuno di noi continuamente! Occupiamoci di Lui, allora, continuamente.


venerdì 1 agosto 2014

PEZZETTI DI GIOIA

Andare in vacanza per me, rappresenta sempre un momento di riflessione. Che si vada al mare o in montagna o dove vi pare, troverete sempre dei momenti in cui..non si fà niente: ci si riposa e basta.
A me capita così di ricordare cose successe durante il giorno e scorgerne il significato più profondo.
Per esempio l'altro giorno mi è capitato di dover mostrare, con grande mia riluttanza, un mio disegno. Si trattava del ritratto del gestore di un ristorante, al gestore stesso che ormai è per noi più di un conoscente. Non volevo mostrarlo un pò per timidezza mia, un pò perchè non sapevo come l'avrebbe presa. Alla fine mi sono convinta e la reazione di questo simpatico signore mi ha dato uno spunto di riflessione interessante.
Il gestore è stato molto contento che io l'avessi ritratto e si è aperto in un radioso sorriso mettendosi a parlare con me in modo affettuoso e del tutto nuovo.
La cosa mi ha fatto molto piacere e subito ho formulato dentro di me questo pensiero: "Pensa se andavo via senza averglielo mostrato...gli avrei tolto un istante di gioia!"
Forse non è molto importante, sicuramente sarebbe vissuto benissimo anche senza quel mio gesto, ma avrebbe perso un sorriso. Un istante minimo di felicità che ho potuto dargli.
Alle volte non ci rendiamo conto che portiamo dentro di noi non solo la nostra felicità ma anche dei pezzetti di felicità altrui che non ci appartengono e che dovremmo sentirci quasi in dovere di restituire agli altri.
Un paio di anni fà, proprio tornando da una breve vacanza al mare, sentii mia madre per telefono per rassicurarla che stavo bene e che da li a poco ci saremmo viste; lei mi rispose che era felice perchè quando arrivavo io per lei spuntava il sole davvero. Ricordo la gioia nel mio cuore alle sue parole. Non ero così felice prima di sentirle!!
Aprire il proprio cuore al prossimo e comunicare quello che abbiamo dentro e che sappiamo potrebbe far piacere, è un dovere. Anche tramite gesti semplici come un abbraccio o il tocco di una mano!
La mia mamma ora non c'è più e s'è portata via con lei quelle parole d'amore che mi appartenevano e che rappresentavano pezzetti della mia gioia. Lei non può più regalarmeli.
Ma noi vivi possiamo ancora, non dobbiamo comportarci come se non lo fossimo. Dobbiamo lasciar stare le timidezze e altri mille problemi e lasciar uscire dal cuore ciò che sapiamo essere potenziale gioia per gli altri.
E' una cosa che rende molto contenti. Noi, i fratelli e Dio! Credetemi!!