C’è nell’Antico Testamento un brano che racconta di una
certa Anna che era felicemente sposata, molto amata dal marito, ma che non
aveva avuto figli. Sentendosi angosciata prega fortemente il Signore e gli
promette di offrire suo figlio a Dio una volta nato. Ed è quello che accade.
Offrire un figlio tanto voluto? Ridarlo indietro? Così mi
sono messa a riflettere mettendomi nei panni di questa donna.
Anna si sente afflitta, le manca qualcosa, le manca quella
che lei reputa la parte più importante della sua vita: un figlio. E’ già
coperta d’amore dal marito e lo contraccambia, eppure è insoddisfatta.
L’essere umano, infatti, per sentirsi davvero felice deve
sentirsi amato e deve amare, ma c’è qualcosa di più: deve sentirsi in grado di
generare l’amore lì dove non c’è. Quasi di crearlo dal nulla. Quindi si deve
sentire immerso in un amore trinitario. Perché è a immagine e somiglianza di
Dio!
Anna si sente incompleta ed essendo una donna di fede,
comprende che tale completezza può dargliela solo Dio. Così chiede!
Anche noi dobbiamo rivolgerci sempre a Dio in un dialogo
sincero e pregare col cuore e con forza, anche nell’eventualità che non ci
sentiamo degni o che ci venga il dubbio che la nostra preghiera non sia
corretta. Dialoghiamo con Lui ugualmente perché tramite le sue risposte ci
chiarirà ogni cosa.
Anna chiede qui la cosa più lecita: un figlio. Nello stato
di richiesta nasce già, in forma embrionale, la predisposizione all’offerta: “Voglio
così tanto questa cosa che sono disposto a darti qualcosa in cambio!”..lo
facciamo anche noi.
Il vero miracolo avviene quando Anna ha suo figlio Samuele
e non solo per la sua nascita. Solo l’idea di poter creare la vita lì dove non
c’era e di guardare un figlio in volto, gli apre il cuore e la mente: Tutto è
grazia!!
Ogni evento, ogni persona della nostra vita, persino quelle
nate dal nostro grembo, sono “Bontà di Dio per noi”. Sono sue e ce le concede perché
vuole vederci felici e perché desidera che le amiamo così tanto da riportarle a
Lui che è la Vita e la Gioia. Questo si deve fare con i figli!
Anche quando riusciamo a generare l’amore nel cuore delle
persone, lì dove non c’era, lì dove era aridità e disperazione, ci si sente
pienamente felici. Così tanto che non ci occorre più niente, se non offrire
ancora.
Anna è una mamma che ora si sente completa, che sarà mamma
ovunque suo figlio sarà, anche quando non le sarà accanto.
Ora che ha sperimentato cosa è amare un figlio, può fare l’offerta
massima che un essere umano possa fare: Ridarlo. Rimetterlo nelle mani di Chi
glielo ha donato.
In lei qualcosa si è risanato, si è compiuto. Ha intuito
che la forma massima dell’amore, quella che sana e salva, è l’offerta. Anna
ringrazia Dio con l’offerta.
L’offerta dell’amore di un figlio. Più di così non si può.
Non è masochismo, ma la dimostrazione che Dio fa superare anche noi stessi,
portandoci a donare con gioia.
Se tutto quello che ho è opera di Dio, se è per merito suo
che ho conosciuto gli occhi profondi mio figlio, la risata di mia figlia e il
brillare felice del loro sguardo nel vedermi arrivare, allora ecco, Signore, io
te li riporto, li affido a Te; li ho messi al mondo grazie a Te, è giusto che
siano tuoi.
Che significa questo? Significa che i nostri figli sono
innanzi tutto Suoi e che, se stanno nelle nostre mani, è perché Lui si è fidato
di noi per crescerli come Suoi. Ci ha offerto una vita da amare. Custodiamoli
come Suoi, nella consapevolezza che devono tornare a Lui, molto prima che a
noi. In questo stato di offerta continua, cresceremo innanzi tutto un figlio di
Dio; avremmo sempre presente che è un regalo che transita nelle nostre braccia, che è innanzi tutto “il sogno di Dio Padre”.
Educati così, essi crescono in un modo diverso, più sano,
avendo con loro un rapporto più sereno, meno possessivo. La nostra offerta sarà
salvezza anche per il figlio.
In conclusione, questa grande offerta è in fondo un cammino
che parte da un pianto terreno per giungere a una gioia soprannaturale. E’ un
ribaltamento di mentalità cui ci porta Dio. Molti pensano che per essere felici
si debbano possedere cose e persone; Dio insegna a vedere che per essere
pienamente felici, bisogna offrire il massimo!
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