“Essere mansueti nel dolore”: è uno dei frutti
dell’abbandono in Dio. E’ una sorta di liberazione dal dolore stesso, perché si
accoglie nel modo che fa meno male di tutti; sicuri che Gesù c’è e assiste.
Mansueti: senza far pesare anche agli altri i propri
malesseri, o almeno, non sentire un bisogno smodato di fare le vittime, visto
che abbiamo già quel che conta, e cioè l’aiuto divino.
Fare la vittima serve ad attirare l’attenzione su di noi per
ottenere compianto, commiserazione e per far capire che abbiamo bisogno degli
altri. Invece, per uno che sa quanto Dio sia a conoscenza del suo patire e come
si sia già attivato per consolarlo e aiutarlo, non serve a nulla.
Non sente quel bisogno impellente di lamentarsi
rumorosamente.
E’ vero che alle volte avremmo bisogno anche degli altri, ma
dirlo è inutile: chi ci ama lo comprende anche senza i nostri pianti e si fa vicino;
chi non ci ama non lo capisce nemmeno se sbraitiamo per ventiquattro ore di
seguito.
Alla fine la cosa migliore da fare è starsene buoni, nelle
braccia di Maria ad aspettare che il dolore piano piano passi rendendomi più
bella, più buona e più santa nel suo camminarmi sull’anima.
La rabbia nel dolore è solo una fatica in più, un
plus-valore che paghiamo sulle nostre espiazioni. Voluto solo da noi stessi,
mai richiesto da Dio.
E' li che stiamo quando soffriamo |
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