Sono
senza parole.
Il
respiro non si decide a passare. Non sa che via prendere, improvvisamente l’aria
ha dei dubbi atroci se attraversare le corde vocali per farle vibrare emettendo
una qualche sillaba o se entrare nei polmoni tirando su il petto che sembra
paralizzato.
Sono
basita, attonita. Parlare per dire cosa? Allora respirare sì, giusto per
tenersi in un buono stato di vita…ma sono talmente esterrefatta che il muscolo
del torace fa fatica a muoversi per aiutare l’aria a entrare e ventilare il
cervello che è andato in stand-by.
Decido
di respirare, almeno quello lo posso fare in silenzio. Ma respiro piano per non
far rumore, perché il mio desiderio inconscio è quello di non esserci, di non
essere notata…di scomparire se possibile.
Come
posso spiegare? Il mio fisico e tutto il mio essere pensante e spirituale si sono
bloccati nel loro insieme davanti alla cattiveria senza motivo.
Ma la
cattiveria ha in qualche caso motivo di essere? Io non credo, ma questa che sto
contemplando non ne ha di sicuro.
Resto
ancora meravigliata e incredula davanti alla crudeltà mentale di certe persone;
né voglio abituarmi, perché abituarsi, significherebbe avere un cuore che si
sta indurendo come una pietra. Preferisco non respirare e non parlare per lo
sgomento di fronte allo spettacolo di disumanità che l’uomo riesce a dare di
se. Così non mi sarà capitato invano: così avrò modo di terrorizzare
virtualmente la mia anima al pensiero di potermi ridurre così.
Qualcuno
ancora seguita a chiedersi come mai Cristo abbia voluto lasciarsi morire in croce
soffrendo indicibilmente. Qualcun altro, formula la teoria del masochismo immotivato
come per fare della sofferenza un vessillo del cristiano che, di conseguenza
rifiuta di vivere felice e sano. Qualcun altro ancora aggiunge che il Padre non
lo amava abbastanza da salvarlo. Niente di tutto ciò; e in momenti come questo
tutto diventa ancora più chiaro nella mia mente.
Il
male capita. Non si va a cercare, perché non si è masochisti affatto. Il male
si combatte. Ma c’è un tipo di male che ci viene addosso che si può combattere
solo soffrendo. Se il cuore di una persona è crudele e psicologicamente ci
ferisce, mi allontanerò sicuramente dalla persona, ma dovrò salire su questa
croce: dovrò sentire che dolore è essere così, dovrò entrarci nel profondo…per
evitarlo in ogni possibile modo.
Non
serve a niente diventare più aggressivi: perché l’altro lo diventerà di più, perché
il buio non si manda via col buio, ma con la luce. Non serve ed è anche
dannoso: per l’altro, che resta nel suo buio; per me, perchè ci entro.
Allora
bisogna salire su questa croce. E da li si sconfigge la morte. Da li ci sono
poche parole da dire.
Gemiti.
Respiri
spezzati.
Lacrime.
Nient’altro…..Senza
parole.
Paola
Buccheri
un mio quadro |
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