Leggendo nel Vangelo riguardo “gli ultimi tempi”, mi sento
piena di pace e serenità; eppure si presume che uno si dovrebbe sentire agitato
poiché nessuno di noi può dirsi santo o giusto così tanto da non aver paura di
finire nel pianto e stridore di denti, cucinato lentamente allo spiedo!
Non so dire con esattezza il motivo per cui mi senta serena,
ma tenterò spiegarlo perché è un motivo soprannaturale che vale la pena di
esaminare.
Distinguo più che altro due sorgenti di questa pace.
La prima è che la discesa di Gesù sulle nubi (come descritta
in Matteo 24, 29) mi fa pensare a un Amico che viene a salvarmi, forse anche da
me stessa. Non riesco a vedere Dio come un castigatore stile “’ndo coglio,
coglio”: è un’idea umana del punitore. Sarà capitato anche a voi di essere
puniti ingiustamente da qualcuno e credo che venga da lì questa paura nascosta
o evidente che sia.
Dio è giusto e tiene conto non tanto dei risultati perfetti
quanto delle nostre perfette intenzioni che talvolta non vanno a buon fine.
Tiene conto della nostra insistenza nel praticare il bene soprattutto.
A questo punto s’introduce la seconda sorgente di pace nel
mio cuore: la perseveranza.
Leggendo, infatti, più avanti la parabola delle Dieci
Vergini che aspettano lo sposo, mi viene in mente quando aspetto che torni mio marito per
stare con lui un po' di tempo. E’ una sensazione di trepida attesa dell’amore.
Ma è anche quella certezza che devo prepararmi, organizzarmi, munirmi sempre di
nuova pazienza, di dolcezza, delle parole giuste, di ascolto; tutte cose
preziose messe in piccoli vasi accanto a me a portata di mano, cui attingere
continuamente per tenere accesa la lampada del matrimonio. Spesso poi qualcosa va
storto (come tutti ben sappiamo) e l’amore non arriva, e occorrono parecchi
vasetti!
La perseveranza nel lottare per il bene, nella preghiera,
nel mettere tutto l’intelletto e l’impegno, nell’essere disposti ad aspettare
scomodi, seduti per terra, assaliti dalla stanchezza. Senza perdersi d’animo.
Forse è questo che da pace: che ai vasetti ho pensato, ce li
ho qui con me e li vado utilizzando, non solo nel matrimonio ma in tutti gli
scorci della mia esistenza. E la consapevolezza che lo Spirito Santo interviene
in mia difesa, sostenendo la mia buona volontà con la sua forza.
Ho il sospetto che molti sposi si scordino di portarsi i
vasetti di quest’olio perché confidano nella fiamma del loro amore. In realtà
quella è solo una scintilla, l’inizio di tutto, come in un motore a scoppio, dove
poi occorre un bel po' di carburante taniche di riserva da attingere soltanto
tramite lo Spirito Santo.
Così per la fiamma della fede, della prima conversione: non
basta.
D’altra parte anche San Paolo dice che di tutte le virtù una
sola rimarrà: la speranza finirà e persino la fede, solo la Caritas resterà,
cioè l’amore.
Ci vuole tanta riserva di amore, addirittura occorre
inventarlo, per poter oleare l’esistenza. La perseveranza è un volto dell’amore.
Una sposa o uno sposo lo sanno; una madre o un padre anche.
Perseverare nella pazienza, nella dolcezza, nell’ingegno,
nella preghiera. Sempre.
Sapere che giungerà la fine di questa interminabile lotta e
inizierà da lì un Regno di Amore, mi fa trasalire di gioia, mi riempie di pace
e m’incoraggia a…perseverare!
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