Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

sabato 12 dicembre 2015

PERCORSI

Camminavo piano,
guardavo i sassi,
sul grigio disegnavo
i volti amati.
Lo sguardo seguiva 
i lenti miei passi
e fra l'uno e l'altro
cadevano frasi
di discorsi vani

Camminavo spenta
vagando in un mondo
dove strade e sassi
son ricordi e ferite
e dovunque si passi
trovi rovi a graffiarti.
Senza una meta:
giri e rigiri 
sugli stessi percorsi.

Ma camminando
fra un sasso e l'altro
mi chiama il sorriso
di un bimbo che passa.
Un volto di pace:
s'accende una luce!
Non c'è più grigiore
e arrivo in un mondo
non più fatto di sassi
o frasi perdute

Una speranza rinasce
di riflesso a quel viso;
riaffiora da dentro
la memoria del senso
che ha quel cammino:
portare l'amore
al di là del ritorno
che si desidera sempre,
e far accendere un Sole
sul viso di un bimbo
che trasmetta calore
a chi si graffia nei rovi
di tanto squallore

Paola Buccheri (18/11/2008)


martedì 1 dicembre 2015

MUOVE IL SOL E LE ALTRE STELLE

La vita dell’anima non è la vita nascosta, quella che tutti pensano come un mondo segreto chiuso dentro ognuno di noi. La vita dell’anima è in realtà la vita vera: quella alla quale facciamo riferimento per capire se siamo davvero felici.
Se nel cuore sperimentiamo pace, ci sentiamo appagati da un amore, o coccolati dall’esistenza di alcuni amici, se ci vengono in mente stati di soddisfazione personale che generano auto-stima, allora possiamo dire di essere felici, di stare bene. Non prendiamo in seria considerazione che vestito abbiamo addosso in quel momento se è elegante o no, o se l’auto parcheggiata fuori è di lusso o no, o se la casa è in ordine e con mobili preziosi. Quelle cose non vengono minimamente prese in considerazione come parametri per rispondere sinceramente alla domanda che ci chiede se siamo felici.
Eppure se ne perde tanto di tempo dietro a quei falsi parametri di felicità. Come fossero una bella pittura sulla nostra casa interiore: in fondo non conta molto se poi la casa non è abitata o è triste. Ma noi stiamo li a pitturare…come per darci un contegno, per rendere la facciata il più attraente possibile, forse anche per essere guardati, ammirati e non restare soli. Ma si rischia di rimanere troppo tempo là fuori a occuparci del superfluo. Con la pericolosa conseguenza di non sapere più cosa ci sia dentro casa, lasciando languire ciò che ci rende bella la vita.
A lungo andare finisce che facciamo gli imbianchini della nostra vita, illudendo noi stessi che la facciata della casa sia l’essenza della casa stessa. Forse dovremmo invece sforzarci tutti di rendere ben visibile l’interno della casa. Aprire agli altri il calore che c’è là dentro e permettere alla nostra bellezza di uscire fuori, affinchè anche gli altri ne godano e si ricordino di cosa c’è a casa loro.
Per quanto mi riguarda, mi sento di dirvi che probabilmente non sono una persona molto colta, non sono particolarmente bella e dall’età di sei anni combatto i difetti del mio carattere, ma posso affermare che l’unica cosa che voglio dalla vita è amare e se possibile sentirmi un po’ amata. Ma soprattutto essere sicura che sto riempendo ogni giorno di amore, che lo sto donando. Perciò se qualcuno mi dovesse chiedere se sto bene, e io rispondessi “sì”, significherebbe che ci sto riuscendo o che almeno mi sto sforzando davvero con tutta me stessa.
Non credo di essere speciale, credo però che gli eventi della mia interessante vita, mi abbiano fatto correre forte verso questa consapevolezza, e cioè che l’amore è l’unica strada possibile per la felicità.
Perciò mi sento di dire: se vi sentite tristi, è solo perché state aspettando l’amore. In questo non c’è nulla di male o di riprovevole.
C’è solo un errore concettuale, un errore non facile da scoprire perché stiamo guardando il mondo da fuori casa. Invece la vita è solo dentro casa e là dentro, dove tutto è spirituale esistono altre leggi…leggi soprannaturali, fatte a testa in giù rispetto al mondo là fuori.
Qua dentro all’anima, nel mondo soprannaturale che è il nostro vero mondo, funziona tutto al contrario.
Se vuoi pace, devi dare tu la pace; se vuoi allegria, devi essere tu allegro e metterla agli altri; se vuoi comprensione, devi tu comprendere prima gli altri; se vuoi amore…devi tu amare gli altri anche se ti senti spaccato dal dolore.
Non è un gioco perverso, è solo l’unico modo di vivere.
Nel mondo là fuori non puoi mai essere protagonista, nessuno ti nota e nessuno ti dà fiducia sufficiente nemmeno per fare un lavoro banale manuale.
Nel mondo qua dentro, dove è Dio che regna, ti viene immediatamente affidato il compito più importante in assoluto: generare pace e amore in prima persona. E Lui si fida anche di te, perché sa che puoi farlo.
Nel mondo là fuori ci lamentiamo che non diano importanza; allora perché nel mondo interiore spirituale ci lamentiamo che ce ne diano? Non è logico. Siamo noi stessi i protagonisti della nostra vita, i detentori del potere di amare. Sono poteri diversi da quelli temporali, ma, scusate se insisto, sono molto più determinanti per la vita vera.
Allora se siamo a corto di amore, non ci disperiamo: alziamoci le maniche e amiamo di più tutti: il signore triste alla posta (gli faremo un sorriso), la signora che vuole qualcuno a cui raccontare i suoi guai(l’ascolteremo)e così via.
Mi chiederete che senso ha. Il fatto è che facendo così noi muoveremo l’amore, lo faremo correre in giro: prima andrà da noi verso gli altri e poi da loro verso di noi, in un turbine sempre più veloce e immediato, coinvolgendo mano mano coloro che guardano e stanno accanto.
Così come fa il male, il bene fa lo stesso ma con una potenza maggiore.
Fate correre l’amore, fatelo scorrere da dentro di voi. Creiamo un uragano, un ciclone…e saremo felici di…niente e di tutto.

Saremo felici di vivere anche se apparentemente, non avremo nulla.
O forse solo la capacità di muovere il Sole e le altre stelle!




lunedì 30 novembre 2015

TERRORISMO DEL DISAMORE

Siamo tutti contro il terrorismo ed il terrore. E' ovvio. Ma c'è un terrorismo del quale vorrei parlare oggi, che pochi hanno classificato come tale e sul quale vorrei attirare l'attenzione.
Ne siamo vittime tutti, alcuni di più, altri di meno, e sospetto che le donne spesso siano le vittime più frequenti per una questione naturale di tendenza a "dare la vita" in ogni possibile senso. Mi spiego.
Navigando su questi social, trapela sovente un velo malinconico di latente abbandono dell'amore.
Un mio amico chiama il social "un luogo di disperati"...per scherzare un pò.
Purtroppo è vero: trapela proprio la disperazione.
Visto che il mio desiderio è quello di riportare alla speranza, ho voluto riflettere su questo.
A quanto pare molte persone si fanno delle amicizie virtuali che di virtuale hanno solo la sfortuna di non potersi toccare e vedere, ma in realtà i cuori vengono coinvolti a tal punto che spesso l'amicizia diventa reale. E poi, volendo, in alcuni casi, si è liberi di incontrarsi.
Ma al di là del social, anche nei "normali" rapporti umani, succede lo stesso: a un certo punto vengono toccate le corde più intime del cuore e nascono delle amicizie e degli amori.
Il fatto è che sono costretta a notare che molte persone (nei social è più facile) che assumono il ruolo di "amici", stancandosi di qualcosa, diventano i nostri "terroristi" personali.
Iniziano a fare angherie di non risponderci, lasciarci in sospeso, raccontarci bugie, essere ambigui, imperscrutabili. Questo nei migliori dei casi, lasciandoci un vago senso di perplessità e insicurezza.
Ovviamente la sofferenza in noi si genera solo ed esclusivamente se il nostro sentimento è reale e di virtuale non abbia proprio nulla.
Dal virtuale al reale il passo è breve proprio perchè il cuore batte e l'anima si muove istintivamente verso l'amore sia che il corpo riesca a raggiungere l'altro, sia che non riesca. L'anima vive l'amore e gliene importa relativamente se un corpo è lì oppure no: le anime si toccano e ciò è sufficiente.
Quindi se si sente improvvisamente abbandonata (l'anima)....inizia a soffrirne e chiede aiuto alla ragione per ritrovare un equilibrio nelle possibili giustificazioni di quel caso. Se queste giustificazioni non arrivano...ecco il terrorismo.
Sono o non sono amata? e come mai prima sì e ora no? non ho dati per capire cosa accade: sono allo sbaraglio; ho il cuore esposto ai colpi che non so da che parte arriveranno e se arriveranno.
Ora io voglio parlare col cuore a tutte le anime che si trovano in questa situazione.
Se non sono servite le domande di spiegazione, se non è servito il vostro silenzio e la pazienza, se non è servito aprire il vostro cuore alle persone tentando ogni possibile via di riscatto del vostro amore/amicizia....vi prego ritenetevi sotto attacco del terrorismo.
Perciò comportatevi di conseguenza: allontanatevi dalla fonte del terrore. Dove sta scritto che io devo essere alla mercè di chi oggi mi potrebbe violentare il cuore calpestandolo per poi andarsene?
Dove sta scritto che non devo muovermi da dove sto e farmi trovare pronta al prossimo attacco feroce?Chi ha detto che io devo sforzarmi di essere diversa per essere amata? Dove sta scritto che devo sottostare a queste leggi del terrore di essere abbandonata dall'amore?
Non si può lasciare che il terrore del disamore oscuri le nostre vite. Esse sono preziose come le vite degli altri. Perciò proteggiamole.
Tutto questo terrorismo personale sentimentale ci adombra le giornate e ci fà sentire schiave di un "ciao come stai?" o di un "mi manchi". Se una persona che sia in ambito virtuale o reale, non ci cerca o è ambigua o non si spiega chiaramente, vuol dire solo che deve essere allontanata dalla nostra vita. Perchè  ha preso in ostaggio la nostra felicità e serenità...e noi dobbiamo riprendercela a costo di ferirci un pò.
La vita deve essere tutelata in ogni sua forma e la forma più sublime che abbiamo dentro è la capacità di amare che è propria dell'anima. Se è peccato colpire e ferire il corpo, lo è ancora di più ferire l'anima che è la parte divina in noi.
Non ci sottomettiamo a queste torture. La vita, ogni istante che di essa ci viene concesso, è per amare. Non possiamo restare in ostaggio di chi non ha compreso questo.
Là fuori....ci sono tante anime assetate del nostro amore.
Basta terrorismo. Liberatevi.



domenica 22 novembre 2015

COME LEGNA AL FUOCO

Alle volte siamo proprio come delle legna sul fuoco.
L'amore ci brucia dentro perchè non può ardere nel cuore di chi amiamo. Così in noi è tutto un dolore.
Siamo li che subiamo il nostro stesso amore.
Guardate come fà un ciocco di legna sul fuoco.
All'inizio sembra che le fiamme non lo intacchino proprio...e noi non battiamo ciglio nel tentativo di convincerci che quel sentimento non entrerà in noi..non ci intaccherà.
Ma Lui seguita a bruciare. Il cuore si scalda...e non vogliamo opporci a quello splendore.
Allora comincia ad uscire l'acqua dalla legna umida di umanità. Lacrime che scorrono dal cuore caldo e vanno sul fuoco che le fà evaporare e porta in Cielo il nostro pianto...vicino al Padre.
Ma il nostro amore seguita a bruciare, seguita a restare in noi perchè non accolto ancora.
Si comincia a bruciare più in fondo...prendono fuoco alcune cose inutili, pensieri superficiali di egoismo e rivendicazioni meditate fin troppo. Il Fuoco le riduce in polvere perchè l'amore và eliminando ogni minimo ostacolo al suo scoppiettante desiderio di far luce.
Passa il tempo e non piangi più perchè nel cuore è tutto caldo, si sono scongelate anche le parti più interne, i movimenti più resistenti all'amore.
Il calore invade le legna che cominciano ad accendersi di rosso, come il sangue che pulsa dentro a tutta velocità a mano a mano che scopriamo di essere capaci di amare anche se non ci amano.
Un dolore latente ti avverte che stai seguitando a bruciare.
Ma ormai sei dentro quel Fuoco e non importa più nulla.
Guardate ora le legna: non sapreste dire se sono ancora pezzi di legno o carboni ardenti percè ora non si intuisce più dove finisce il ciocco e inizia la fiamma.
L'Amore ha arso tutta l'umanità e l'ha resa Fuoco...l'ha trasformata in Amore essa stessa.
Abbiamo resistito, abbiamo pianto, abbiamo bruciato dentro fino a non poterne più....ora siamo Amore...luce...calore...non più per una persona sola, ma per tutte quelle che desiderano avvicinarsi e scaldarsi dal freddo del mondo. 
E' vero: quella persona non ci ha amati, ci ha lasciati, illudendoci e disamando tutto di noi, ma noi siamo voluti rimanere nell'amore e non odiare...il nostro pianto è arrivato al Cielo come una potente preghiera e ora...non siamo più legna bruciate, ma luce e calore.
Siamo Amore




domenica 15 novembre 2015

SEMINARE LA VITA

Quando aspetti un bimbo, il tempo cambia dimensioni. Cambia altezza, larghezza e lunghezza.
Col cuore entri in un mondo di silenzio, dove osservi tutto attraverso una lente di ingrandimento. Ti fai capace di passeggiare dentro il tuo corpo per scoprire la vita.
I minuti non sono più minuti qualsiasi; sono degli attimi utili in cui attendi di ascoltare qualche segno di diversità in te, qualche sintomo che un’altra vita ha iniziato a camminare con te.
L’udito si affina, il tatto si amplifica, la mente aumenta le sue capacità cognitive, alla ricerca di un segnale di vita.
Quando poi quel minuscolo essere cresce un pochino e raggiunge un minimo di dimensioni possibili da vedere a occhio nudo…ecco i primi movimenti che senti improvvisamente, mentre cammini per strada o sei ferma a stirare. Un sussulto di sorpresa! Non sei tu a muovere nulla..allora cosa si muove in te? Può essere soltanto una vita diversa dalla tua. E’il figlio dell’amore che bussa alla porta e si annuncia per primo a te che lo stai portando dentro con cura e attesa infinita.
Eccolo è lui! E’ lui che si ribalta, no forse gioca nel suo mondo, ecco ora ha il singhiozzo. Si muove piano…poi niente di nuovo: si sta addormentando.
Non vedi niente, ma l’osservi ugualmente con gli occhi della speranza e lo accudisci sedendoti comoda, coprendoti la pancia con una mano per tramandargli il calore. Sei già una mamma che segue il figlio e crea un’armonia d’amore con lui….ammorbidendo la sua via…lì dove è possibile farlo.
Da subito impari a far da cassa di risonanza a ogni minimo segnale che dovrai interpretare.
Quando nasce, e poi cresce…non cambia il tuo stato. Ormai sei una “mamma” cioè una donna che ha il super-potere non propriamente di “dare la vita”…ma di  “consentire alla vita di essere”.
Le mamme assumono questa capacità, e l’Eterno lascia loro questo dono per sempre, per amare in questo modo anche il prossimo.
Resta loro il potere amplificato dell’“ascolto” che si ritrovano come un impegno. E’ un ruolo diverso, un ruolo importante che non và trascurato. Un ruolo difficile, a tratti pesante da esercitare, ma è praticamente una chiamata di Dio, alla collaborazione con Lui di rendere possibile il Regno dei Cieli.
Questo è infatti un mondo sempre più bisognoso di amore e di qualcuno che sia in grado di “consentire alla vita di essere”. Ognuno dal suo posto deve contribuire e credo che una mamma o anche solo una “potenziale mamma”debba essere in grado di esercitare il suo potere.
Intravedere un minimo segno di vita nel cuore del prossimo e pazientemente aiutarlo a venir fuori. Riuscire a creare un po’ di silenzio nelle nostre famiglie per dar orecchio a ciò che conta davvero: i problemi dei familiari, i sogni dei figli.
Calmare gli animi e alimentare l’armonia, al posto di inutili discussioni in cerca di ragioni che non servono a niente.
Pensare anche agli altri, in una società che suggerisce di difendersi e basta.
Come Maria, rispondiamo ogni giorno “sì” alla vita, consentiamo all’Amore di nascere nel nostro grembo e mettiamolo al centro della nostra casa lasciandolo crescere.
Lasciamoci invadere dalla Sua Luce e consentiamo alla vita di avere la meglio e vincere su ogni pensiero nero di egoismo e chiusura.

Fra tanti poteri che gli esseri umani desiderano avere, questo è uno dei più potenti e dei meno pericolosi! Coraggio “mamme”…facciamoci sentire, in questo mondo che semina morte….insegniamo loro a seminare la vita…. Imiteremo Maria e faremo in modo che il calore del Natale duri tutto l’anno, tutta la vita!



Consentire all'amore di essere

venerdì 30 ottobre 2015

ATTENDERE

Facevo una riflessione con mia figlia, tra il tragico e il comico, ma comunque con lei tutto finisce in risata perchè non conosco una persona dal carattere migliore del suo.
La nostra riflessione era sul destino "crudele" che ha la donna: di aspettare all'infinito.
O forse è solo il destino delle donne della mia famiglia!
La donna cerca di ponderare i tempi per parlare in famiglia e non causare discussioni. Si aspetta di poter dire la propria opinione senza suscitare offese o turbare quel sentimento degli uomini di sentirsi coloro che sono "valorosi" davanti alle signore.
Si attende che gli umori cambino in meglio per annunciare preoccupazioni che intanto si serbano in cuore.
Si attende l'ora in cui sono più o meno tutti a casa per pranzare o cenare e restare uniti come una famiglia.
Si attende una telefonata, un messaggio che ci faccia tirare un sospiro di sollievo o ci renda più luminosa la giornata.
Si aspettano i figli che tornano dalla scuola, dall'università, dal lavoro o da un momento di svago e li devi attendere anche facendo finta che non attendi affatto.
Si aspetta che certe situazioni migliorino.
Si attendono 9 mesi che un figlio ti cresca dentro.
Si attendono 28 giorni per equilibrare il fisico sempre su un'onda che sale e scende e a tratti ci getta in uno stato di stanchezza fisica e psichica notevole.
Si attende soprattutto di incontrare l'amore e ci si crea nuove attese, nuovi tempi per conservare quel bene così prezioso.
Sempre col fiato sospeso ad attendere e valutare tempi e mosse da fare.
E spesso purtroppo....si attende e basta. Fino a che ti siedi stanca su una poltrona e ti chiedi cosa hai atteso a fare. Ma la vita è in fondo tutta un'attesa, e non è affatto inutile. E' l'attesa di un'altra Vita dove che sei donna o uomo, non attenderai più niente, ma semplicemente resterai al cospetto di tutto ciò che hai atteso, di tutto l'amore che hai sperato vivere. Di là, infatti, non ci sarà più la Speranza, ma solo la Vita.
Qui c'è la Speranza di vivere presto quella Vita...per cui vale la pena, con pazienza e amore di...attendere.




giovedì 29 ottobre 2015

NON LO SAPEVI?

Non lo sapevi?
Il mio amore è per sempre.

Lo so: hai paura
del mio amore
o forse di sempre

Non temere
nè uno nè l'altro
ti chiedono niente

Cerco solo il tuo Bene
mentre tu non mi vedi
anche se tu non sai

Quel giorno che non sentirai
quando non ricorderai
e mi starai cancellando

Continuerò in silenzio
a dedicarti i battiti
nascondendo un sospiro

Tratterrò un singhiozzo
scoppiato improvviso
da una musica antica

Ma tu non temere
nè sorrisi nè lacrime
ti verranno a bussare

Nè la mia voce
o una mia parola
se non vorrai più sentire

Resterò ad ammirarti
passeggiar nei miei pensieri
col respiro sospeso

Così come oggi
come è stato ieri
e sarà domani

perchè.........

Non lo sapevi?
Il mio amore è per sempre

                                     Paola Buccheri

(queste potrebbero essere le parole di Dio per ognuno di noi...)

INATTACCABILMENTE FELICE

Noi abitanti irrequieti e instabili di questo mondo altrettanto instabile, siamo tutti alla ricerca della felicità. Abbiamo un'idea della gioia che dovremmo meritarci, che assomiglia più a occasioni di divertimento, svago e risate liberatrici del nostro essere profondo.
Ma sono attimi che purtroppo finiscono. Assolutamente soggetti alle leggi di questo fragile mondo: hanno un inizio ed una fine...e che per tale motivo ci lasciano in bocca un retrogusto di amaro, e nel cuore un senso di incompletezza.
Abbiamo proprio ragione: le gioie di questo mondo sfuggono come l'acqua che scorre.
Ma c'è un Dio che è capace di allargare a tal punto i nostri orizzonti e le nostre prospettive, da farci scoprire una gioia particolare anche dentro la tristezza, sfondandola e proseguendo oltre di questa.
La gioia come la intendiamo noi esseri umani, senza prendere in considerazione Dio, è un sentimento labile ed effimero; Dio ci propone altro: avere uno sguardo positivo nei confronti della vita, in ogni occasione, in modo da poter scorgere con questi occhi nuovi, la gioia soprannaturale anche dentro a una tristezza. 
Ogni tribolazione infatti, non è fine a se stessa, così per il gusto di veder soffrire una persona, ma è un qualcosa di utile alla propria vita e che tende misteriosamente a farci diventare persone forti, sempre felici. Non di una felicità da "discoteca" (tanto per intenderci) ma di una felicità che non può essere davvero intaccata nemmeno da una morte.
Tanto per fare l'esempio che Gesù stesso porta ai suoi apostoli, è come il dolore del parto: una mamma sa che deve essere ferma e coraggiosa, inventandosi anche la forza che non ha, per superare un dolore grande, e affronta così il parto perchè sa che nascerà un essere alla vita eterna. Questo rappresenta tutta la tribolazione delle nostre vite: un dolore che verte a trasformarci in uomini nuovi, mai più tristi, mai più disperati, magari provati e stanchi, ma profondamente felici in ogni occasione.
Alla luce di questa comprensione, mi chiedo come mai quando mi trovo davanti al Signore durante la consacrazione non abbia solo una parola da dirgli: "Grazie!"
Grazie dei giorni buoni, grazie dei giorni più difficili; grazie per esserci; grazie perchè in questo lungo cammino Tu sei con me e vuoi solo una cosa per me: che io sia inattacabilmente felice!


sabato 24 ottobre 2015

FIORI AL VENTO

Vado a portarti dei fiori. Li scelgo belli come piacciono a te. Cammino un pò di fretta, come se tu mi aspettassi. Voglio togliere subito tutto quello che è diventato secco e brutto dai tuoi vasi e levare la polvere dal marmo bianco. Che diresti tu nel vedere una tomba così trascurata?
Cammino ancora più in fretta al pensiero del tuo sguardo di rimprovero. Sto arrivando, sto arrivando.
Eccoti! ti ho trovato...ecco il tuo sorriso, la tua foto, il tuo volto così familiare. Ti ho trovato...sei li fermo che mi aspetti...oppure no?
Tolgo i fiori vecchi, spargo acqua ovunque, levo polvere, sistemo bene i fiori. Tu continui a sorridermi dalla foto. Sei contenta....oppure no?
Ti parlo di come si sporca in fretta il marmo una volta candido, e ti raccomando i miei figli...e tu mi sorridi ancora....oppure no?
Non c'è risposta, non può esserci più.
Faccio un sospiro di chi si arrende al silenzio...un bacio col timbro al tuo volto sereno e lentamente vado via.
Tutto resta incompleto, irrisolto per sempre, domande senza risposta, il tuo volto sereno fissato da uno scatto di tanti anni fà...quando non era a me che sorridevi.
Come posso raggiungerti adesso? Non posso mamma....non posso papà...non può più raggiungervi il dolore, lì dove ora siete e dove regna solo lo splendore che vi siete guadagnati.
La vita non è là ora e infatti niente trova risposta, nessuna ansia trova soluzione. 
La vita è adesso...con chi ancora può ascoltare, può rispondere, sorridere a un gesto d'affetto, parlarti del colore di un fiore. 
Il vostro silenzio mi parla di questo: di vivere.
Mentre esco un pò mesta...penso a cosa significa tutto questo vuoto e mi giunge come una carezza dall'alto che dice: "Figlia, vai...riempi la tua vita di amore, respira a pieni polmoni..non rimandare a domani un sorriso o una parola di pace, non sprecare un solo minuto di quel sole che ora ti bacia....bacialo anche tu e porta luce a ogni tuo passo, come una Stella cometa. Non voltarti Figlia...ci rivedremo..ora corri verso la vita. Và...."



sabato 19 settembre 2015

RIMUGINARE O MEDITARE?

Conosco alcune persone, anche amici carissimi, che si rovinano l'esistenza con le loro stesse mani. Se ve ne parlo non è per divertirmi a criticare o puntare il dito, ma perchè questo mi addolora tanto e credo che se vivo certe cose è sicuramente solo per trarne un insegnamento positivo e aiutare, se possibile, il mio prossimo.
E' consuetudine per molti, mettersi sulla difensiva nei confronti di tutto il genere umano, un pò per paura, un pò perchè è più semplice che impegnarsi a capire chi si ha difronte.
Non dico che al giorno d'oggi non sia giustificabile, ma trovo che in qualunque tempo cronologico e storico sia...poco costruttivo per entrambe le parti. E fosse solo questo, non sarebbe ancora niente di grave, ma solo un appiattimento dei nostri giorni sulla terra.
Il problema è che a sospettare sempre di tutti si cade lentamente ed inesorabilmente in uno stato di paranoia che ci inibisce il chiaro discernimento degli eventi.
Mi spiego un pò meglio se riesco.
L'essere umano con la mente ha due poteri fondamentali ragionando sugli eventi: rimuginare o meditare. Diametralmente opposti.
Rimuginare è riflettere sulle cose che ci capitano "da soli" con la sola capacità intellettiva. Questo è un pò come stare in una stanza con sempre gli stessi oggetti e la stessa illuminazione. Oggetti che girano e rigirano nella nostra mente e con queste finestre chiuse, dopo un pò la mente asfissia a comincia a vederle deformate...quasi dei mostri. Eventi triti e ritriti si tramutano in altro e si perde di vista la realtà delle cose.
Meditare è riflettere sulle cose che ci capitano "insieme a Dio" con la propria capacità intellettiva e in più la consapevolezza che ogni evento è un'opportunità di crescita personale e anche intellettiva che il buon Dio ci offre perchè ci ama. In questo modo si riflette con le finestre aperte..se non addirittura all'aperto in mezzo a un prato assolato lasciando entrare una Luce soprannaturale nella nostra mente. Vi assicuro che gli eventi assumono significati molto interessanti e nessuno meglio di voi potrà capire che sono "vere"le conclusioni alle quali giungerete.
Se si "medita"si imparano cose importanti, se vogliamo anche da chi difenderci e il come. Ma non si cade in paranoie e perciò il nostro sospettare non è nei confronti del resto del mondo, ma delle persone che davvero forse ci stanno ferendo. 
Tenere fuori Dio non è mai un bene per noi. La vita assume subito toni bui di vaga disperazione.
Tenere dentro Dio è sempre un bene per noi e ci fà vivere da subito un assaggio di resurrezione e Vita Eterna, oltre a renderci persone psicologicamente equilibrate e serene.
Meditando si comprende, tra l'altro, che l'unico modo per portare fiducia al mondo è darla noi (sempre restando nel nostro stato di meditazione e unione con Dio), che l'unico modo per trovare amore nel mondo, è portare il nostro agli altri; l'unico modo per portare vita nei momenti di morte è farci noi fonte di vita, tramutarci in una sorgente dove bere copiosamente acqua che rigenera e rinfresca, quindi essere amore anche nei periodi di morte fisica di qualcuno.
Gesù ci ha mostrato come si risorge, cioè come si sconfigge la morte. Non è necessario andare all'altro mondo per vivere ciò che Lui ci ha insegnato.Ne sono sempre più convinta.
Muori a qualcosa, Dio ti consiglia se vuoi di prenderti 3 giorni per piangere e basta, poi ti devi rialzare e cominciare ad amare più di prima, mostrando anche le ferite rimaste dagli eventi trascorsi, ma col sorriso di chi li ha vinti. E portare col tuo volto nuovo da risorto la gioia a chi si affliggeva per te. Questo è tutt'altro che rimuginare e cadere nel buio del cuore e della mente, ma è far vincere la vita sulla morte.
Questa è la fondamentale differenza fra Rimunginare e Meditare.





giovedì 10 settembre 2015

POTTININI POTTINONI

"Pottinini, pottinoni..cosa fate nei portoni?"....mi risuona in testa questa simpatica frase di mio padre e la mente fà un viaggio all'indietro nel tempo.
Il mio papà era militare e faceva un trasferimento all'anno con tutta la famiglia dietro: non lo abbiamo mai lasciato.
Era faticoso e a tratti sconvolgente lasciare ogni anno una città, una scuola, gli amici, ma allo stesso momento era un continuo rinnovarsi che aumentava la mia capacità di adattamento.
Ai miei 5 anni ci trasferimmo da Civitavecchia a Firenze, ed essendo la mia coscienza di essere umano aumentata a causa dell'età, mi addolorò tantissimo vedere all'improvviso la casa tutta vuota e tutti che portavano via scatoloni con giocattoli e vestiti. Lasciavo anche una mia cara amichetta.
Perciò quel giorno mi ritrovai nel salone vuoto con due lacrime che scendevano sulle guance.
Mio padre, che correva avanti e indietro per casa con già la divisa addosso, si accorse di me e mi raggiunse sorridente. Mi prese in braccio facendomi fare un volo che a me divertiva tanto e poi con voce scherzosa, fissandomi buffo disse: "Pottinini pottinoni, cosa fate nei portoni?"...sapevo che parlava con le mie lacrime e capivo che i "portoni" erano i miei occhi che lui chiamava così per dire che erano molto grandi.
Subito mi misi a ridere e non risposi niente: la tristezza era volata via e papà mi cominciò a baciare il collo per farmi il solletico, sballottandomi un pò.
Il salone era irradiato del sole mattutino e si rifletteva sulle maioliche creando un fascio di luce accecante.
Magicamente non c'era più dolore..più nessun motivo per piangere. Il suo amore aveva sanato tutto.
Ecco ora mi sento così. 
Credo sia il mio papà che usando le braccia del Padre, mi abbia preso in braccio, sollevandomi da questa valle di lacrime e scherzosamente si sia messo a parlare col mio pianto e con i miei occhi solo per farmi ridere.
Sono su una nuvola dove l'unica cosa che vedo è il Sole e in controluce mi sembra di scorgere il sorriso di mio padre sotto i suoi baffetti.
Tutti mi guardano circospetti e non capiscono perchè sorrido.
Non posso spiegare che in braccio a Papà non c'è dolore, ma solo...estasi.
Il mio papà


Questo è quello che fà il Padre quando siamo nel dolore




sabato 5 settembre 2015

ANIMATI DA..BUONI PROPOSITI

"Io amo gli animali", "più conosco gli uomini e più amo gli animali". Quante volte al giorno sentiamo queste frasi!
Anche io amo gli animali, praticamente tutti con la piccola eccezione per le zanzare che davvero non si fanno molto amare, soprattutto in estate. Eppure seguito a credere che se stanno nel nostro eco-sistema un fine buono lo dovranno avere anche loro e magari prima o poi lo scoprirò.
Ma scherzi a parte, ho sempre avuto simpatia in particolar modo per le piccole "anime"(animale proviene da anima!) che il Creatore ci ha messo accanto per farci compagnia e renderci l'esistenza più serena e meno solitaria anche vivessimo da soli.
Quello che voglio fermarmi a riflettere insieme a voi è un particolare che non è poi così trascurabile.
Anche noi esseri umani abbiamo un'anima, quella che tanto amiamo nei nostri piccoli accompagnatori domestici che ci corrono incontro abbaiando e miagolando. Quindi siamo esseri vivi e capaci di provare sentimenti. Ma c'è di più.
Abbiamo uno spirito, quella parte di noi che assomiglia di più al Padre e che ci rende coscienti del fatto che possiamo amare a dismisura. Abbiamo un intelletto da usare come catalizzatore del nostro amore e perciò riuscire a fare grandi cose se solo vogliamo. Soprattutto usare la nostra intelligenza per il bene degli altri e di tutto il creato.
Possediamo una potenzialità tale di amare, cioè abbiamo un cuore che si allarga tanto più amiamo, che non è necessario per noi escludere qualcuno. Se una madre, per esempio, avesse 8 figli e ne partorisse un nono...lo amerebbe dello stesso amore.
Quindi siamo in grado di amare i nostri simili ed estendere il nostro amore agli animali, comprese le formiche e persino alle piante e al nostro pianeta intero. Ovviamente con le normali sfumature di amore.
Ma sempre amore è. 
Questa è una condizione che rallegra il nostro cuore e tantissimo quello di Dio.
C'è un passo nel Vangelo in cui gli apostoli (come avrebbe fatto chiunque di noi) chiedono a Gesù quale è la cosa più importante da fare per essere buoni; chiedono quindi quale è il comandamento più importante da seguire e Gesù da una delle sue risposte brevi e chiare, come noi non sappiamo quasi più dare: "Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore e con tutte le tue forze e poi il secondo, che è simile al primo, 
ama il prossimo tuo come te stesso"
Visto che Gesù è figlio di Dio e sa cosa dice, proviamo a riflettere su questo.
Sta dicendo che sforzarsi di amare Dio e tutto ciò che ha fatto per noi (piante, animali, creato intero) è praticamente la stessa cosa di quando amiamo i nostri simili e ci sforziamo di andare d'accordo o almeno non far loro del male.
L'ho detto nella maniera più semplice che riuscivo, magari appiattendo un pò il tutto, ma è che vorrei arrivare insieme a voi a un punto importante.
Essere una persona buona, una persona che insegue la santità e cerca di entrare nel Regno di Dio già qui sulla terra, è una persona che ama. Amare gli animali, non deve escludere amare gli uomini. Deve essere un percorso nel nostro cuore.
I nostri cari animali domestici sono forse più facili da amare, questo sì, perchè sono coloro che, hanno ubbidito in modo candido e immediato al Creatore e sono tutto "amore" per noi.
I nostri simili invece, sono stati creati spiritualmente liberi di scegliere anche il male e il disamore, perciò non sono sempre facili da amare.
Noi non siamo sempre simpatici e comprensivi col nostro prossimo che non ci corre incontro scodinzolando, dobbiamo riconoscerlo.
Quindi amare il nostro prossimo è più complicato, ma è anche più meritevole! Proprio perchè occorre tanto cuore e tanta intelligenza, per non parlare della pazienza: insomma uno sforzo. Uno sforzo "con tutto il tuo cuore e la tua mente".
Ma è quello che desidera Dio. E' quella la nostra "gloria": tirare fuori l'essere divino che è in noi.
Una cosa non esclude l'altra, non la deve escludere: perchè mai dovrebbe?
Amo gli esseri umani e amo gli animali, occupandomi anche di tutelare l'ambiente. Questo è un Uomo!
Ecco perchè quando sento qualcuno di noi (uomini) dire che non gli importa degli altri, ma difende gli animali, sento una forte contraddizione. Sento che qualcosa stride nel mio cuore e nella mia mente. Essere una brava persona non è preferire gli animali agli uomini...non dovrebbe essere così. Non è necessario disprezzare i nostri simili per essere uno che è migliore. 
Visto che possiamo scegliere, forse dovremmo essere solo un pò più animati da buoni propositi anche nei confronti del nostro prossimo e unendo il buon esempio che i nostri cuccioli ci danno con il suggerimento del Padre, andare verso i nostri fratelli con una mano tesa e un sorriso, magari augurando un solare "Buongiorno"o un sincero:"Come stai?".
C'era una volta una persona che riusciva a fare entrambe le cose: amare gli animali e anche gli uomini...e nella sua semplicità è diventato famoso in tutto il mondo; il suo nome era San Francesco d'Assisi.

Buona giornata fratelli.




venerdì 4 settembre 2015

NON AVEVI PAROLE

Non avevi parole,
eppure ora è un gran silenzio.
Non avevi promesse,
eppure ora le sento adempiute.

Niente pretese,
solo carezze rubate, 
e il tuo calore accanto
che era tepore al cuore.

Sedevo in un angolo,
a meditare sui problemi,
ed ecco arrivavi
a strusciarti sui miei pensieri
e salirmi in grembo
per strapparmi un sorriso.

Non avevi parole,
ma sguardi profondi
di rara dolcezza,
per scrutarmi nel cuore
e scoprire che mi serviva
solo un pò d'amore.

Non avevi parole,
e ora ne comprendo il motivo;
Non serve parlare
a un esserino 
che sa tanto amare



Eri nel mio mondo
per essere ogni giorno
motivo di un sorriso,
una carezza o un bacio,
o per farci ridere 
quando volevamo solo piangere.

Non servono parole,
neanche le mie,
ma ne era rimasta una
che ti dico ora:
"Grazie "...Arancina!

Arancina sul mio letto





giovedì 3 settembre 2015

CONVALESCENZA

Ho imparato a mie spese che il dolore che ci capita di attraversare lascia dei solchi nel cuore, delle ferite che molto facilmente siamo tentati di prendere per colpi inutili alla nostra persona.
In questa prospettiva è molto pericoloso ritrovarsi immersi in una sorta di vittimismo dannoso che và ad amplificare lo stato di "convalescenza" tendendo a trasformarlo in "ricaduta" grave.
Potrebbe benissimo essere che siamo stati feriti da persone in modo molto profondo e altamente immeritato. Non lo metto in dubbio. Personalmente mi trovo nelle condizioni di aver sofferto e soffrire ancora in un modo che oserei definire "stereo": sia in modo immeritato, sia in modo casuale.
Quando si soffre per qualche ingiustizia (e quindi in modo immeritato) i solchi prodotti nel cuore bruciano di più. Quando sono casi fortuiti, dovuti alla vita, si soffre comunque e ci si chiede lo stesso come uscirne mai ci si ritrova in quelle condizioni e ci tormenta il quesito su come fare a uscirne.
In entrambi i casi la nostra anima è in tormento.
Da dentro la condizione di dolore, è come stare persi in un banco di fitta nebbia di notte e non si scorge il senso di quel che ci accade. Non ci rendiamo conto che la nostra anima sta raccogliendo dati importanti e nuovi: sta imparando dal dolore come resistere al dolore stesso e come difendersi.
Se, come ho detto più volte, questa valle oscura si attraversa per mano a Gesù, senza pensare che sia Lui a servirci il piatto amaro della sofferenza e restando mansueti, quel che si impara da tali periodi è di grande valore.
C'è quindi un momento in cui ci si sente convalescenti. Il dolore più intenso è passato: l'organismo composto da cuore ed anima ha fatto gli anticorpi e si sta riprendendo. 
Ma ora c'è il pericolo dello stagno. E' il pericolo della ricaduta.
Bisogna stare attenti a non stagnare rimuginando. Se siamo stati vittime di ingiustizie è più facile tendere a rimuginare per vendicarci. Perchè ci viene spontaneo credere che la vendetta possa aiutarci a star meglio e riprenderci totalmente. Non è così.
La ripresa totale si ha, in periodo di convalescenza, meditando serenamente su ciò che abbiamo imparato. Proprio guardando quei solchi nel cuore...che iniziano ora a rimarginarsi.
Dobbiamo meditare i nostri sbagli, ogni cosa che ci ha condotto in determinate situazioni.
Nella convalescenza infatti, la nebbia fitta che c'era in pieno dolore, si sta alzando, è la nostra mente comincia a mettere a fuoco ogni evento accaduto. Sempre restando nella preghiera, è più facile far tesoro delle cose che si comprendono in questa fase.
Si è ancora labili e tendenti al pianto, ma dobbiamo essere certi che ci sono molti più insegnamenti nei periodi di dolore che in quelli sereni. Perciò, se vogliamo davvero fare una buona vendetta su chiunque ci abbia ferito o sulla casualità della vita, dobbiamo riflettere obbiettivamente e volendoci davvero bene, non incorrere nuovamente in certe situazioni pericolose per noi. Senza inasprirci, anzi, magari diventando anche persone più dolci. Ma con la certezza che essere dolci e misericordiosi non significa lasciarsi fare a pezzi da chiunque.
Occorre essere dolci anche con sè stessi e difenderci da ciò che per noi è stato "male" e ci ha arrecato sofferenza.
In genere in una normale convalescenza si sta cauti, si resta a letto, si riposa e...si ha più modo di riflettere e pregare. Si è "prudenti". 
Questa è una riflessione che volevo condividere con voi perchè il mio dolore possa essere utile, oltre che per me, anche per qualche altra anima. Forse proprio perchè ha fatto tanto male, ora vorrei che producesse moltissimi frutti buoni.
Lo auguro a tutti.

Paola
Mio quadro: "Pace interiore"


domenica 16 agosto 2015

I TRISCOTTI

Questi biscotti in realtà sono un riciclo dei biscotti avanzati: tutti quei rimasugli nei barattoli, comprese le mollichine!Però, è venuta fuori una gran bella ricetta!

INGREDIENTI:
Biscotti spezzettati avanzati
cereali avanzati (riso soffiato, corn-flakes, ecc.)
1 cucchiaio di pan grattato (o fette biscottate)
2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di farina
2 cucchiai di burro
1 cucchiaio di cacao in polvere
1 cucchiaio di marmellata di arance (o limoni)
1 uovo

PROCEDIMENTO:
Tritare nel frullatore i biscotti e i cereali, mettere tutto in una ciotola e unire tutti gli altri ingredienti mescolando bene. Deve venire un impasto morbido ma lavorabile con le mani.
Foderare una teglia con della carta da forno; fare con le mani delle palline con l'impasto e posizionarle sulla teglia.
Infornare a 180 gradi per mezz'ora circa.
Vengono dei biscotti fantastici e aromatici..ops...dei Triscotti!!

Quattro superstiti dei Triscotti

domenica 9 agosto 2015

SCENDENDO LE SCALE

Ieri, come sempre, sono stata in ospedale a visitare mio padre che da oltre un mese giace in un letto con grave trauma cranico essendo caduto rovinosamente per le scale. Era stato in fin di vita per oltre 2 settimane perchè aveva ben tre fratture alla testa e un versamento tale di sangue nel cervello da non poter intervenire in nessun modo. Racconto questo non per darvi raccappriccio, ma perchè è un prologo necessario per capire cosa voglio dire.
Papà era già malato di Alzahimer e la sua mente vagava per luoghi sconosciuti nei quali cercavo di entrare per recuperarlo e comunque stare con lui e confortarlo.
Dopo tanti giorni di un silenzio alternato a versi e lamentele..da un paio di giorni ha ricominciato a parlare....ma tutto è diverso.
Le parole e i concetti escono dalla sua bocca in ordine sparso e convulso e tutte le espressioni facciali e vocali si accumulano senza un criterio. Come se la sua mente fosse in corto circuito e prendesse le solite frasi di papà e le mescolasse con altre invertendo le espressioni del viso.
Ho tentato, insieme a mia figlia, di cogliere qualche significato, qualche richiesta nascosta nel suo gran agitarsi e parlare...ma non è stato possibile. Era come correre dietro a un palloncino portato via da un tornado.
L'ho guardato in volto, l'ho accarezzato, l'ho baciato, ho tentato di rassicurarlo...ma non ascoltava più nulla.
Allora, con grande dolore, ho deciso di andarmene a casa.
Mentre scendevo le scale di marmo bianco e sentivo il dolore di mia figlia scendere dietro di me con passo soave per non disturbare...ho pensato che la vita è qualcosa di talmente bello e speciale, talmente a portata di mano di tutti...che praticamente nessuno sa di averlo e poterne godere. Ho pensato che la vita è sottile come un raggio di sole che fuoriesce dai nuvoloni neri del temporale eppure è potente come il fuoco che riduce tutto in cenere. Perchè davanti alla morte e la distruzione, dentro al cuore avvampa ancora di più, si accende e ti grida: "Vivi!!! Ora!!!"...e troppo spesso scordiamo questo grido materno dentro al cuore.
La vita, data dallo Spirito, soffio divino, è talmente radicata in noi da confondersi con noi stessi, come anche lo Spirito di Dio che noi crediamo lontano e invece è quello che ci fà compiere ogni battito del cuore.
Non voglio fare i soliti discorsi a mio parere odiosi e che purtroppo hanno fatto a me; non voglio dirvi, come hanno detto a me: "Fatti un giro nel reparto pediatrico oncologico, così capisci quali sono i problemi!". Lo trovo crudele, trovo che sia una frase priva di amore nei confronti di chi ascolta e quindi direi anche priva di vita. No. Chi è che può dire una cosa simile al prossimo?
Voglio invece portarvi un annuncio di vita e di speranza anche tramite un momento così doloroso che mi trovo ad attraversare. Il messaggio è questo: "Vi prego, siate felici anche di niente, vivete, quindi amate, ogni minuto...perchè la vita, lo Spirito di Dio che è in voi, vuole vivere..vuole riempire ogni istante di luce e farci vivere in un Regno di Luce fin da adesso". Per far questo non è affatto necessario che ci amino gli altri e facciano cose belle per noi...fatelo voi. Create l'amore. Questa è la vita.
Fate in modo che nulla la fermi, neanche il dolore o la morte e sarete eterni già da ora.
Mentre scendevo le scale di marmo bianco lasciandomi dietro lacrime non piante, la voce dolce di mia figlia piena d'amore che mi chiedeva se volevo bere il suo succo di frutta, mi ha riportata alla Luce e mi ha incendiato il cuore di una gioia inspiegabile. 
Ed ho compreso che la Vita è sempre bella perchè può essere vissuta in ogni istante...anche il più doloroso...anche scendendo le scale di un ospedale.

Paola Buccheri



sabato 1 agosto 2015

SFOGLIATINE DI REGINA

Queste sfogliatine sono a base di mele ed assomigliano un pò a quelle che prepara la Regina Cattiva di Biancaneve in Once Upon a Time, ecco il motivo del nome che ho dato!
INGREDIENTI:
3 mele
1 confezione di pasta sfoglia rettangolare
2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaino di cannella
1 cucchiaino di ricotta
un pò di succo di limone
una spolverata di cacao in polvere

PROCEDIMENTO:
Sbucciare e fare a pezzetti piccoli le mele e metterle a cuocere per 10 minuti in una padella col limone, lo zucchero e la cannella. Quando saranno dorate e caramellate, spegnere e lasciar raffreddare.
Nel frattempo aprire bene la pasta sfoglia e tagliarla a quadrotti. Da una io ne ho ricavati 8.
Ora aggiungere un cucchiaino o due di ricotta alle mele e mettere su ogni quadrotto un bel pò di mele cotte. Spolverare appena ogni quadrotto con un pò di cacao e chiuderli o a triangolo o a rettangolo, come più vi piace, avendo l'accortezza di schiacciare bene i bordi. Lasciate le sfogliatine sulla carta da forno e mettetele su una teglia in forno già caldo a 180 gradi per mezz'ora. Devono essere dorate e emanare un bel profumo di mele e cannella.
Qui hanno fatto una volata! Sono molto piacevoli!