Pensavo a quanti bocconi amari ha dovuto mandar giù Gesù.
Anche con parenti e conoscenti. Chissà quanti fraintendimenti. Come si può
capire un uomo che non se la prende per gli insulti, che ama sempre per primo,
che perdona, che è in pace con se stesso e non rimugina, e che neanche arriva a
pensare certe cose come gli altri invece fanno?
E’ come parlare due lingue: non ci si capisce. Occorre
guardarsi attentamente l’un l’altro e studiandosi con amore, imparare a
comprendere i gesti e le reazioni e a dargli il giusto significato finale. Il
prossimo è un’altra nazione a noi sconosciuta.
Senza voler essere insultante, credo che sia un po’
l’equivalente di una madre che partorisce un figlio con un handicap
comunicativo e deve imparare a conoscere tutto un mondo nuovo: quello del
figlio. Si sforza, lo fa con amore, perché vuole ardentemente entrare in
contatto con lui e scoprirne il modo singolare e personale di comunicare. Non è
come gli altri; quanti fraintendimenti anche in quel caso! Si devono superare
gli schemi preconfigurati di cui la nostra mente è piena!
Gesù costringe a buttar via tutti gli schemi: ti costringe a
ricorrere al tuo amore per conoscerlo. Ma è passato e ancora passa per
innumerevoli incomprensioni.
Noi siamo i tralci della sua pianta e perciò passiamo la
stessa cosa. La gente non crede facilmente che stiamo cercando di far vincere
la carità in noi e per loro. Non può credere che stiamo in pace e non rimuginiamo,
ma siamo solo rifugiati all’ombra di Gesù o sotto il mantello di Maria in un
silenzio contemplativo. Che si può fare? Che faceva Lui? Si addolorava, ma
passava oltre, sempre e comunque pronto a perdonare l’uomo che non l’aveva
compreso.
I calici amari si bevono lo stesso, però assieme a Gesù: Lui
ne beve la parte maggiore per toglierla a noi. Non siamo soli: Lui concelebra
in una liturgia di sacrificio mentre il suo sguardo amoroso e rassicurante ci
fa sembrare molto meno duro mandar giù il fiele. Lui beve con me, sente lo
stesso amaro, inghiotte a fatica e rispetta un caritatevole silenzio per far
sembrare a chi osserva, che non sta poi soffrendo tanto. Allora non è poi così
grave: voglio mostrare il viso sereno al mio Gesù. Farò anche un sorriso!
Nessun commento:
Posta un commento