La vita
interiore è migliore di quella esteriore e viverla non significa e non comporta
chiudersi in sé.
Nel silenzio
l’anima si mette a passeggiare su un prato verde e tranquillo dove incontra
Dio, come in un nuovo Eden. I pensieri sono suscitati dallo Spirito Santo e
tutto è pace. I problemi di poco prima sembrano meno gravi perché si coglie la
presenza di Dio. In questa passeggiata interiore, più si passa del tempo a
dialogare con Lui e a pascersi della sua pace, più si diventa davvero se stessi:
si riprendono le somiglianze col Padre. Tanto che dopo, nella vita esteriore di
tutti i giorni, si riesce ad amare di più e a riconoscere le cose importanti
della vita, trascurando quelle che non ne hanno alcuna.
Mi rendo
conto quanto valga di più stare con i miei figli, piuttosto che seguitare a
spazzare per terra alla ricerca della pulizia perfetta. Poggiare la scopa e
ascoltarli senza nervosismi, senza preziosismi inutili e vittimismi che fanno
solo rima con superbismi.
Più vivo di
vita interiore, a contatto con Dio, più sono adatto a vivere una vita esteriore
degna di questo benedetto nome di “vita”.
Mi viene
spontaneo concludere che la vera vita è generata da dentro a fuori. Generata
come di consuetudine dallo Spirito che appunto è datore di vita.
Senza tale
Spirito somigliamo ai dei robot e da un robot non ti puoi aspettare grandi
cose, felicità o soddisfazioni! Un robot è un meccanismo in grado di fare
sempre le stesse mansioni e la noia sale copiosa dopo un po’ che lo osservi.
Non può sorprenderti.
La vita
interiore dona anima ai nostri corpi, rendendoci interessanti. Dalle persone di
cuore puoi aspettarti amore.
Non siamo
dei robot e non abbiamo bisogno di “cose” per rendere bella la vita: basta il
silenzio che ci nutre di Dio. Allora quando parleremo saremo persone
sostanziose e vitaminiche per chi ci ascolta e frequenta, perché dalla nostra
bocca uscirà amore. Amore divino che
carezza le anime e le rende docili e buone.
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