Noi esseri umani siamo tutti figli di Dio e perciò parte di
una sola famiglia. Membra unite di un solo corpo: il Corpo mistico di Cristo.
Se un membro dicesse: “ No, io non faccio parte del corpo”, non per questo non
ne farebbe più parte. Se i nonni o i genitori dicessero: “ No, io non faccio
parte di questo mondo, non mi riconosco in questa famiglia”, non per questo non
ne farebbero più parte.
Nonni e genitori sono parte fondamentale della famiglia e se
fanno la loro parte ne deriverà solo giovamento per gli altri membri. Dicendo
che rifiutano il mondo e i gusti dell’odierna gioventù, essi si tirano fuori
dalle fondamenta della gioventù. Senza dubbio i loro tempi erano molto belli.
Bene. Allora devono portare ai giovani quella bellezza perché ne hanno bisogno,
e l’unico modo per farlo è facendo parte del loro mondo.
Se i nonni, radici della famiglia, si rifiutano di vedere
con occhi positivi il mondo attuale, è come se schivassero anche i loro nipoti.
Come se una casa fosse distrutta alle fondamenta: prima o poi verrà giù.
Rimanere comunque nel mondo significa mantenere uno spirito
giovane, disposto a vedere le stesse cose da angolature diverse.
Per esempio: se ai ragazzi piace un certo tipo di musica, si
potrebbe ascoltarla con interesse, senza un atteggiamento schifato, ed
eventualmente chiedendo loro cosa suscita e come mai gli piace. Interessarsi ai
loro interessi è amore e ce li mostra sotto una luce diversa, sicuramente più
aderente alla realtà rispetto alla luce con la quale ci ostiniamo a illuminarli
noi.
A me è capitato proprio questo. Una musica mi metteva
tristezza, mentre a mia figlia dava pace. Quindi a me non piaceva e a lei sì.
In quel caso non c’erano giusto o sbagliato, ma due motivazioni diverse,
entrambe giuste. Mi sembrava strano che quelle note le suscitassero pace, ma
ascoltandola di nuovo e prestando attenzione al suo volto e alle sue
descrizioni, cominciò a darmi sensazioni di pace anche a me. Forse solo perché
rappresentava la pace di mia figlia, il fatto è che ora non mi dà più
tristezza. Penso ai suoi occhi mentre ascolta ed ecco che avverto tanta
serenità.
Non ho fatto nulla di strano: ho guardato e ascoltato con
l’amore di chi vuole conoscere una parte del figlio che non può vedere nella
sua interezza e che non ha generato, cioè il suo Spirito.
Credo che se un figlio si sente amato e considerato nei suoi
interessi, amerà considerare gli interessi dei genitori e dei nonni, li
prenderà come valide pietre di costruzione della propria saggezza.
La mente evolve, lo spirito si colma di sapienza nel corso
degli anni e i più importanti cambiamenti si fanno in gioventù. Perché è
caratteristica del giovane avere una carica di energie fisiche e intellettuali
che lo spingono a soddisfare le varie curiosità. Essere giovane equivale ad
aver voglia di capire, di trovare risposta ai tanti “perché”.
Il corpo invecchia, ma lo spirito, se sta davvero cercando,
acquisisce una sapienza tale da comprendere che non finirà mai di apprendere.
La saggezza perciò, dovrebbe presentarsi negli anni, eppure non sempre è
sinonimo di vecchiaia. E’ sapere che occorre mantenere lo spirito giovane,
sveglio e desideroso di conoscere. Non appena si affaccia l’idea che sai già
abbastanza, ecco lì che si fa vedere la vera vecchiaia, che non è sinonimo di
età avanzata.
L’anziano dovrebbe essere tanto saggio da capire che bisogna
stare vicino ai giovani perché gli faranno vedere le cose che già sa, da un
ennesimo nuovo punto di vista, e poi perché il giovane ha bisogno della sua
sapienza accumulata negli anni in cui lui non c’era.
Se le “radici”, basi della famiglia, si auto-sottraggono
mettendosi continuamente in un atteggiamento di critica e disgusto, i
“fiori”appassiranno e si metteranno in posizione d’inimicizia nei confronti
delle “radici”e non vorranno più ascoltare ciò che sanno di buono. Danni per
tutti! Ma soprattutto per i giovani che inizieranno la loro vita con una
fastidiosa sensazione di rifiuto e disamore. Ciò non rappresenta un buon
inizio!
La loro esistenza si farà più dura e aspra. Si chiuderanno e
diventeranno più violenti soprattutto nell’esposizione dei loro pareri perché
avranno un sapore amaro in bocca: quello dell’incomprensione dei propri cari.
Se invece si sentiranno ascoltati da subito, accetteranno o
impareranno ad accettare le opinioni altrui; le sapranno meditare con serenità
e decidere cosa c’è di buono da considerare per la loro crescita. Lo faranno
davvero, perché la loro mente e il loro cuore non saranno contaminati dal
sospetto di essere sbagliati a priori solo per il fatto di essere giovani.
Sapranno che chi obbietta qualcosa è sempre stato in grado
di apprezzare ciò che c’era da apprezzare, anche se non apparteneva al suo
mondo di “nonno” o “genitore”, anche se non apparteneva ai “suoi bei tempi”.
Per questo motivo sarà un parere valido da ascoltare e prendere in
considerazione anche se contrario alle loro idee.
Forse i “bei tempi” erano tali perché si era giovani e
belli, forse perché certe cose sembravano andar meglio. Va bene. Ma perché non
porre rimedio allora?
Quel che è carne resta carne, ma quel che è spirito
appartiene allo Spirito e può rinascere a vita nuova anche in un corpo ormai
attempato. La gioventù dello spirito si può riavere in qualsiasi momento, basta
volerlo. Magari così, qualcosa si può sistemare almeno per quanto concerne la
propria famiglia.
E chissà che un po’ dei “bei tempi” non tornino!
Per quanto mi riguarda i miei bei tempi sono ora, al di là
della mia età, perché posso guardare l’espressione dei miei figli mentre
ascoltano la loro musica preferita e..gioirne!
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