In questo
momento soffro nella mia umanità, in tutti i miei punti deboli, negli spigoli
dell’anima che stentano a migliorare. Ma soffrirne con Gesù accanto, fa
rimanere in pace. E questo dolore è come se stesse smussando gli angoli,
consumando ciò che di arido resiste e insiste. Ne esco più buona e purificata.
Stranamente,
in questo stato, avverto ancora più forte il desiderio di amare. Come quando ci
si trova in un luogo freddo e la vista di un fuocherello acceso ci fa correre
verso questo a scaldarci e rincuorarci.
Per un cuore
che è a disagio, non c’è calore più dolce e ristoratore dell’amore. Non solo
l’amore che si può ricevere, ma anche quello che si è in grado di dare resta
comunque il fuoco più caldo e consolante
che ci sia.
Quando fa
freddo, infatti, trovo poco costruttivo lamentarsi continuamente dicendo: “Che
freddo! Perché qualcuno non accende un fuoco?”. Se hai davvero tanto freddo, lo
accenderai tu il fuoco e farai felice te stesso e molti altri.
Se amerai il
prossimo anche quando sarai nel dolore, farai caldo a te e a tanti altri che a
te si avvicineranno.
Non è
meraviglioso essere dalla parte dei fiammiferi? E lo è ancor di più scoprire,
grazie a Dio, che niente te li toglie di mano, neanche una qualsiasi sofferenza
che può capitarti nella vita.
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