San Giovanni
Battista dice di essere la “voce di uno che grida nel deserto”. Quanto mi fa
pensare questa frase tutte le volte che la leggo. Alle volte mi sento così
parlando di Dio: come se la mia flebile voce si stesse perdendo nel deserto
sconfinato. Anche se continuo a urlare e a essere niente più che una sottile
voce in un mare di dune sabbiose. E’ il deserto che cerco di fare nella mia
anima. Perché se pretendo di accogliere Gesù in una stanza piena di cose mie,
di pensieri ai quali non voglio rinunciare, dove si metterà Lui? Non avrà
posto. Ecco che allora occorre far scarto, buttare cose inutili, ridurmi
all’osso per farGli spazio.
E' anche il
deserto che c’è dentro le anime di alcune persone convinte di non poter stare
con Dio. Io faccio la voce che dice: “Preparati che Lui arriva” perché so che
Lui va da chi lo chiama e desidera. Annuncio che spesso si perde tristemente.
Cosa
naturale però se ci fermiamo a riflettere, perché in questo deserto, ci si ciba
di locuste: cose schifose, quelle che uno non vorrebbe mai vedere e che invece
diventano cibo quotidiano per chi deve parlare di Gesù. Le locuste sono i
rifiuti delle anime nei confronti di Dio, l’indifferenza, la propria inadeguatezza
e infine i fallimenti e le prese in giro.
Eppure
Giovanni non si lamentava, non evitava quel cibo indigesto e seguitava a
parlare. Nonostante non lo ascoltassero, accettava tutto come volontà di Dio,
tanto che anche le “locuste” divennero un merito per lui. Divennero santità.
Viveva tutta la penitenza possibile e immaginabile come ritenesse di meritarla.
Era talmente umile da pensare questo.
Chi parla di
Dio dovrebbe serenamente mettere in conto le locuste come proprio cibo senza
schifarsi o scandalizzarsi e gustarle come cibo che porta alla santità, non
come una grande onta. Esse, infatti, santificano perché non c’è alcuna gloria
umana nel cibarsene, bensì c’è la derisione degli altri che ti credono matto.
Al contrario c’è una gloria celeste di un Padre che ti guarda sorridente e
innamorato.Giovanni ci ha insegnato che la non-gratificazione è cosa normale.
Perché mai noi oggi ci preoccupiamo di avere riscontri, attenzioni e successi?
Lui dice di se di essere “una voce” come se non avesse un corpo, come non fosse
neanche una persona: tanto è vuoto di se che rimane solo una “voce”.
Anche noi
siamo solo la VOCE che Dio s’è scelto per parlare. Allora ben venga che i
nostri vestiti siano pelli di animali e il nostro cibo locuste! Solo Dio conta.
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