ALLORA GIUDA SI PENTI’: Il
vero peccato di Giuda è la disperazione, il non riuscire a credere che Gesù
potesse ancora perdonarlo per ciò che aveva fatto. Tale sentimento leva la
speranza e lo porta al suicidio, altro peccato grave: uccidere se stessi. Nel
coraggio di rimanere in vita e cercare di riscattarsi c’è già la penitenza che
meritiamo e che non è inflitta da Dio, ma dal male stesso che abbiamo fatto. Il
pianto di chi ha sbagliato purifica e riconcilia con Dio. Non facciamo come
Giuda che non ha avuto fiducia nello sconfinato amore di Gesù per noi.
BARABBA: Bar-Abba’, questo nome
significa “figlio del padre”. La scelta se uccidere Gesù o Barabba è comunque
una scelta fra due figli del Padre, di Dio. Gli uomini scelgono male: non sanno giudicare correttamente, figuriamoci poi se possono azzardarsi a scegliere di far vivere o morire qualcuno. E’ un modo di sottolineare che non
è lecito decidere della morte di chiunque (neanche di se stessi come abbiamo
visto). Qualsiasi scelta è sbagliata perché ricade su un figlio di Dio; è una
scelta che non tocca a noi, sia che questo figlio sia assolutamente innocente
(Gesù), sia che non lo sia (Barabba).
PILATO SI LAVO’ LE MANI: Il
peccato di Pilato è il non saper prendere una parte pubblicamente, anche se
interiormente l’aveva fatto: Gesù. Una vigliaccheria che, in questo caso,
porterà alla morte del figlio di Dio. Occorre saper prendere le parti dei
giusti, degli innocenti, perché la nostra indifferenza non sarà senza
conseguenze: potrebbe arrecare molto male, addirittura una morte.
VINO MESCOLATO CON FIELE: si
tratta della Mirra, un anestetico per coloro destinati alla crocifissione. Essa
è presente nei doni dei re magi come profezia del suo dolore finale. Ma Gesù
non ne vuole bere, perché sarebbe per Lui una forma di fuga dalla sua passione.
Gesù ha deciso di darci tutto ciò che c’è da dare, fino all’ultima goccia.
Anche noi possiamo offrire le nostre piccole sofferenze con coraggio per amore
a un fratello che ha bisogno di essere aiutato; in virtù di quel che ha fatto
Cristo, anche noi possiamo rifiutare anestetici e intontimenti vari per i
nostri dolori e affrontarli diventando veri uomini e fratelli buoni verso gli
altri.
SE TU SEI FIGLIO DI DIO:
insultano coloro che guardano Gesù crocifisso e in agonia. Tornano per Gesù le
tentazioni demoniache del deserto per colpirlo ancora. Alle volte anche noi
insultiamo Dio così. Ci scandalizziamo che un dolore capiti a qualcuno buono e
se questo qualcuno lo offra senza lamentele, non lo comprendiamo, quasi lo
insultiamo. Invece quella persona sta facendo qualcosa di grande per gli altri
e Dio, come per Gesù, sta già provvedendo a lui, per la sopportazione e la fine
di quel calvario.
DIO MIO, DIO MIO, PERCHE’ MI HAI ABBANDONATO?: Gesù
sta ancora pregando citando un salmo che inizia con queste parole e finisce col
trionfo di colui che piange; ma in realtà sta anche gridando al Padre il suo
dolore e la stanchezza della sopportazione. Egli è uomo e soffre in una maniera
indicibile, talmente tanto da non riuscire più a sentire Dio, talmente tanto da
non vedere l’ora di morire: ha bisogno che quel male cessi. Anche noi ci
sentiamo così quando il dolore è tanto e ora sappiamo che Gesù è il primo a
comprendere perfettamente. Non ci biasima, ci lascia urlare, ma il Padre non è
assente, piange anche Lui attendendo il momento giusto per levarci dall’angoscia.
Momento che Lui aspetta con dolore e ansia quanto noi. Quale padre è
indifferente al dolore del figlio?....se potesse, e questo Padre può, ridarebbe
la vita al Figlio!!
….e il terzo giorno Resuscitò
Nonostante i nostri errori, ingiustizie e incomprensioni..... |
...è la Vita che trionfa grazie a Dio! |
Grazie Paola.
RispondiEliminaIniziare la giornata con le tue intime riflessioni sul vangelo, illuminato poi dai raggi di questo bellissimo sole, mi riempie il cuore di energia e di gioia.
quindi...VADO!!!
Baci Baci.
Ant
Sono molto felice! Non sai neanche quanto!! Un bacio a te e a Valentina
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