Mi trovavo a curiosare sulla vita di Sant’Aurea ed ho
scoperto…quasi niente perché si sa davvero poco di lei e della sua vita; su una
cosa sono tutti d’accordo: per non aver rinnegato la sua fede cristiana, è
stata torturata ripetutamente e poi le hanno messo una corda al collo legata a
un sasso e in fine gettata nel mar Tirreno.
Insomma una brutta fine, una cosa triste. “Cose che non
succedono più”- pensiamo dentro di noi. Non siamo più all’epoca delle
persecuzioni dei cristiani, quando si davano in pasto ai leoni nel Colosseo!
Mi fermo a riflettere sul coraggio di queste persone che nel
loro essere “quasi anonimi”, si sono ritrovati Santi e martiri.
Dove hanno trovato il coraggio di non difendersi, di non
dire delle semplici parole tipo: “No, non sono cristiano” per evitare la
tortura e la morte?...e mentre lo penso, sento in me gridare la risposta. Com’è
possibile, se ami davvero Dio, se hai sperimentato la sua misericordia su di
te, se ricordi che Lui è morto in croce per aprirti le porte del Cielo,..come
puoi dire a qualcuno: “No, io non amo Dio”?. Impossibile.
L’Amore ti ricorda che la vera morte è restare senza Dio.
L’Amore, nel significato della sua stessa parola, ti spiega
che è quella meravigliosa cosa che ti fa vivere senza la morte: A- MORS. Perché
quando c’è, cancella tutto ciò che è morte nella tua vita: è più forte di lei.
Come posso rinnegare la Vera Vita? Allora è vero: non fa
niente morire alla vita terrena, non potranno strapparci l’amore di Dio e la Vita.
La storia di Sant’Aurea non è poi così triste, non è una “brutta fine”, ma un “bell’inizio”,
l’inizio della Vita.
Chissà se io in una situazione simile, avrei avuto questo
coraggio: forse no, ma probabilmente mi sarebbe stato dato in dono quello dello
Spirito Santo.
Comunque mi ripeto che tanto queste violenze non le subiamo
più….ma siamo sicuri?
Alle volte parlare di Dio a qualcuno che sai non essere credente,
ti fa sentire come se le parole fossero dei macigni e il cuore ti si stringe in
petto nel vedere davanti a te, sguardi dubbiosi, nel migliore dei casi, e altri
addirittura di sopportazione. Ti senti l’ennesimo pazzo che va a infastidire il
prossimo con fantasie da bambini ingenui e sprovveduti.
Non è ancora niente.
Se ami Dio e vuoi proprio vivere secondo la sua Parola,
ovviamente educhi i tuoi figli a quest’amore. Ti dai da fare come meglio puoi
e, con l’aiuto del buon Dio, riesci anche a concludere qualcosa di buono. Poi i
tuoi figli vanno nel mondo, proprio come agnelli in mezzo ai lupi, e trovano
tanta aridità, una mentalità completamente avversa a quello che hanno sempre
vissuto, dove sembra che il più prepotente vinca, che la bontà e disponibilità
verso il prossimo sia segno di debolezza, dove la castità è solo una
sprovveduta mancanza di “esperienza”, dove il perdono è solo un modo per farsi
aggredire di più. Le loro lacrime e la solitudine nella quale si ritrovano, ti
fanno sentire come se avessi una pietra al collo e stessi andando a fondo. La
stessa loro pietra!
Ci si ritrova isolati con una folla davanti, pronta a tirare
il prossimo sasso, come l’adultera lapidata ai tempi di Gesù; quando per essere
sicuri che trovasse la morte si faceva indietreggiare a suon di colpi, verso un
burrone. Se indietreggiava per evitare i sassi, cadeva nel vuoto e perciò la
sua fine era certa. Una trappola mortale!
Eppure questa è l’era dell’accettazione di tutti, l’era
della “fluidità”, come si sente spesso dire. Come mai non si accettano coloro
hanno fede e desiderano vivere il Vangelo senza scendere a compromessi?
Perché devo cedere? Perché devo dire per forza: “Scusate,
sono io che sono un po’ strano perché credo in certi valori”…solo per non farmi
tirare un sasso? Solo per evitare una corda al collo che mi manderà a fondo? Tutto
questo per tornare nella folla e trangugiare aridità e squallore?
No. Noi vogliamo la Vita Eterna, non una vita qualsiasi.
Vogliamo vivere senza odiare, nemmeno coloro con le pietre in mano, vogliamo
amare. Perdere l’amore nel proprio cuore, è perdere il sorriso di Gesù su di
noi, è perdere il respiro colmo di Spirito Santo, è perdere la nostra essenza,
è perdere davvero la Vita.
Allora metteteci pure sul ciglio di un dirupo, metteteci una
corda al collo: sarà un attimo e poi subito ci ritroveremo nell’abbraccio del
Padre.
I santi ci dicono questo: chi ama trova il coraggio di far
sopravvivere l’amore anche a costo della vita. Di una vita come tutti gli
altri, perfettamente inseriti nella società.
Ma qui sta il miracolo: non andremo a fondo, non cadremo nel
vuoto che ci fanno sperimentare molti, non finirà male, perché con noi c’è Gesù
che trasformerà ogni ferita in Luce, ci sorreggerà per non farci cadere, ci
rialzerà nonostante la vita non cambierà là fuori. Troveremo forza e pace in
Lui, tanta e traboccante, da distribuire a tutti coloro che incontreremo. Perché
in fondo la società ha bisogno di noi…o meglio, dell’Amore di Dio!
Nel nostro anonimato sofferto, stiamo camminando verso la
Santità. Abbiate fede.
Paola Buccheri
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