Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

I DIARI DELLA LUCE

In questa sezione inserirò qualche pagina del libro che ho scritto due anni fà, basato sui miei momenti di orazione. Cioè i frutti dei miei momenti di preghiera silenziosa.
Per me sono preziosi e spero siano utili anche per voi.
Ecco la prima pagina-------


ABBRACCIATI ALL’AMORE

Nel silenzio della contemplazione non c’è solo la pace…c’è l’amore. E’ Dio a farmi provare come dovrebbe essere la vita.
Scende il sonno, che non è stanchezza o noia. No. E’ il riposo che sente salire l’anima; quel riposo che ci sorprende quando ci troviamo finalmente fra le braccia del nostro amato. Quando cioè si realizza chiaramente di essere giunti proprio dove desideravamo ardentemente essere da sempre. L’anima parla e dice: “Ecco la mia mèta, resto qua”. Stanca della lunga e affannosa ricerca..ora riposa.
Si rannicchia nelle braccia dell’amore e si rigenera in un riposo che nutre molto più del cibo. Si alimenta di sapienza divina che in quell’abbraccio, senza parole dice: “Questa è la vera vita. Sei nata per questo. Qui trovi tutta la felicità che vai cercando. Qui diventi saggia, forte, potente, capace di vivere nell’amore e far vivere lo stesso amore. Qui, vieni qui ogni qual volta hai la sensazione d’averlo scordato. Nessuno ti ama come Me e tu puoi amare i miei figli e riportarmeli a quest’abbraccio!”
La vita eterna sarà questo abbraccio perpetuo con l’Amore e perciò non sapremo più neanche cosa sia il disamore…

MILLE PEZZETTI DI CUORE

Contemplo tristemente che per quanto mi sforzi, non posso essere tutto l’amore che mio figlio cerca. Né posso procurarglielo.
Non mi addolora che la mia presenza non gli basti: lo so bene quanto tiene a me, ma so anche quanto si desiderino gli amici e persone che ti vogliano bene al di là della famiglia. Non sono fuori dalla vita.
Vedere un figlio triste e solo per una mamma è come avere un peso nel cuore.
Fa soffrire costatare di non poter dare il proprio cuore in prestito affinché amino tuo figlio.
Se potessi, dividerei il mio cuore in mille pezzettini perché abbia mille persone che lo amino immensamente.
Penso che Maria avrebbe voluto fare lo stesso per Suo Figlio e, nonostante fosse Lei, non l’ha potuto fare. Allora deve aver pianto e le sue lacrime saranno certo servite a lavar via dal mondo un po’ di male, così sicuramente Gesù avrà guadagnato un amico!
Se piango io varrà lo stesso?
Questo mi fa riflettere sul fatto che probabilmente Dio non avesse bisogno di una donna per dare al mondo Suo Figlio (giacché ha fatto a meno dell’uomo), ma gli ha voluto dare un grembo, perciò una madre, perciò il cuore di una madre per dare a Suo Figlio almeno UN essere umano che lo amasse come si meritava di essere amato. Qualcuno che mostrasse al mondo COME si ama Gesù: con un cuore che è disposto a farsi in mille pezzi….
Il cuore di una mamma.

                               LA QUARTA DIMENSIONE

Com’è fuorviante il ragionamento logico razionale se è applicato alle cose di Dio. Mi viene da dire che è come cercare di usare una zappa per scrivere o un guanto da pugilato per lavare i piatti.
Gli oggetti che lo stesso uomo ha inventato per rendersi la vita più semplice o per proteggersi e quindi farne cose buone, divengono dannose, assurde e ridicole se usate fuori dal loro proprio contesto.
Usare il ragionamento logico per interpretare Dio è erroneo e in certi casi dannoso, perché porta a conclusioni talmente sbagliate che potremmo farci un’idea fuori luogo del Padre. Questo avviene perché tentiamo di servirci di un attrezzo terreno, perciò inappropriato per studiare le cose del Cielo.
Si potrebbe concludere che ciò significhi omettere il “bene dell’intelletto” per contemplare Dio. Facendo la parte degli stolti, ma non è affatto così.
E’ che il ragionamento logico-matematico, pur essendo grandioso e di enorme utilità ha un suo limite ben preciso e rigido. Possiamo arrampicarci fino alle derivate e agli integrali e andare oltre in peripezie mentali acrobatiche sempre più cervellotiche e complicate ma 1+1 farà sempre due e le dimensioni sull’asse cartesiano, come anche nel nostro spazio terreno, saranno sempre tre: altezza, larghezza e profondità. Non metteremo mai in discussione queste realtà.
Eppure Dio conosce la quarta dimensione, quella che per la logica è impensabile e indefinibile. La mente si rifiuta persino di fermarsi a pensarci. Mentre lo spirito e il cuore (assai più celesti della mente) percepiscono che ciò è vero. Pur non sapendo dare una spiegazione.
Quello poi che si percepisce per fede, non è assolutamente meno vero di un integrale tanto studiato e sviscerato nei suoi perché. Anzi, è più vero, duraturo e utile alla mia esistenza quotidiana di un’espressione algebrica.
Tralasciando che la capacità di svolgere un’integrale non mi farà guadagnare il Cielo, mentre la capacità di perdonare anche quando non è più umanamente giusto o “logico” farlo, quella sì: mi porterà in Cielo. Solamente che riguardo a questa seconda opzione non sarò in grado di scrivere un trattato, non ne discuterò una tesi né tantomeno lo dimostrerò alla lavagna, perché ciò che ho compreso, l’ho compreso con lo spirito e la ragione non me ne darà ragione!
Da questo discorso non ho omesso la mia mente, né le mie conoscenze umane, anzi me ne sono avvalsa come potevo perché sono cose buone. Stare con Dio non significa diventare ebeti.
Significa semplicemente far passare avanti lo spirito, cedergli il passo sulla soglia della porta e mettere la ragione e la cultura al suo servizio e non viceversa. Prima il Cielo, poi la terra a sgabello dei piedi di Dio. Uno sgabello utile e comodo, ma sempre sgabello e non trono.
E’ come guardare le cose che ci accadono sulla terra come stessimo seduti su di una nuvola già accanto a Gesù: guardare la terra dal Cielo e non il Cielo dalla terra. Sono prospettive diverse con visuali differenti.
Da Lassù capiremo per esempio che anche il male che ci capita è un gradino in ascesa sulla scala che dalla terra corre verso il Cielo. Da Lassù capiremo che esiste la quarta dimensione, ma non chiedetemi “come”.


NON ARRENDERSI

Mi accorgo che il mio spirito deve essere più sereno, perché con la pace nel cuore riuscirò meglio ad aiutare chi incontro a far vedere che Dio ci assiste con amore.
Ogni tanto vengo presa da scoraggiamento e rischio di arrendermi, soprattutto con determinate persone. Non per cattiveria o una sorta di vendetta verso chi sembra non ascoltare, ma più precisamente per una sorta di “braccia in terra”.
Alle volte s’incontrano individui che sembrano vedere della vita solo l’aspetto terreno, pur essendo credenti. Per esempio: si parla di morte come fine naturale di un percorso biologico e le persone fanno le corna; si parla di compleanni, di figli che crescono e le persone piangono lamentandosi del tempo che passa troppo in fretta, e magari sottolineando che il momento presente è più brutto di quello passato. Come se la vita fosse tutta qui. Come se di qualsiasi evento riuscissero a mettere a fuoco solamente il lato negativo e concreto tipo la vita biologica di un essere che ha un inizio e un termine inevitabile.
Pochi riescono a vivere il Cielo già qui sulla terra, e perciò si crucciano spesso. Vorrei salvarli da questa tristezza che si può tranquillamente evitare o attenuare con l’aiuto di Gesù. Basterebbe mettere a fuoco invece ciò che mi rende gioiosa: l’attenzione personale che il Padre ha nei miei confronti e quindi nei confronti di ogni uomo.
Con alcune persone è un’impresa ardua! Sembra tutto inutile. Ma ho capito che non devo arrendermi. Se si trattasse di me, io vorrei che si tentasse sempre di aiutarmi a uscire dal tunnel nero e angoscioso di tali pensieri. Questa tesi mi si convalida al ricordo che Gesù mi sta sempre dietro con suggerimenti, rimproveri, ispirazioni e attenzioni di ogni genere! Chi sono io per decidere che è inutile parlare a quelle persone cercando di confortarle, solo perché finora non hanno compreso?

Tutti devono avere le opportunità che Dio concede a me. Sempre farsi tramite Suo con parole buone che rincuorino. Sempre. Senza arrendersi mai.

                              SE PREGHI SEI UN VIGLIACCO?

Ultima novità in casa Lucifero: esiste un insulto nuovo nuovo per avvilire chi crede. Ora l’accusa è la seguente: “Se preghi è perché sei un vigliacco”. Il nemico si attrezza  per scagliarci contro ogni sorta di nefandezza!
Rifugiarsi sull’altare di Cristo, nel suo amore, senza chiedere niente a nessuno, per molti è vigliaccheria. Molti credono che chi prega non agisca e che pregare sia una sorta di “rito scaramantico” praticato ogni giorno per tenere lontano il male e avere a protezione Dio. Come se Dio fosse un qualsiasi ingenuo che si lascia gabbare dal primo che gli recita un Padre Nostro e che poi esce di casa ad insultare il fratello. A che servirebbe? Davvero pensano che Dio sia questo burocrate a caccia di preghiere? Allora non conoscono la bontà del Padre! E tanto meno la sua intelligenza. Qualità che noi possiamo solo intravedere per quanto sono infinite, eppure solo la vaga vista ci lascia estasiati.
Alle volte sembra proprio che l’uomo abbia trasformato la sua carne, una volta sacra, in un tempio alla superbia. Dove troneggia l’ “io” con la sua elevata intelligenza che osa pensare: io mi gestisco da me e che Dio non venga a disturbare i miei piani. Sono bravo da solo, non mi occorre l’aiuto di nessuno. Mi gestisco la salute, la vita e tutto quanto il resto.
Questo ha fatto di se l’uomo. Cosa ci dirà Dio quando ci troveremo innanzi a Lui? Forse dirà: “ Che cosa posso dirti figlio? Non mi hai voluto, non mi hai chiamato, hai vissuto da te, come se Io, tuo creatore e Padre, non fossi mai esistito. Seguita a gestirti da solo e vedi se riesci a farti entrare nel mio regno. Non l’hai mai ritenuta casa tua…non so neanche perché vuoi entrarci”
O forse dirà altre cose. Non lo so.
Forse io non sono un combattente in prima linea, e nemmeno un “pacifista” accanito pronto a tirare sassi in testa al prossimo per convincerlo a fare pace; però lotto con me per far brillare Dio, per salvare l’amore che c’è in me e in quelli che mi passano accanto. Ogni giorno. Senza sassi o capacità alcuna.
E se pregare significa cercare in Dio la forza per fare questo…ben venga e che il resto del mondo seguiti a ridere di me e della mia “vigliaccheria”.
Il SANGUE SBIANCA

Ognuno ha la sua croce e ognuno ricava del dolore da questa. Ho capito che ciò è inevitabile perché ci consente di lavare le proprie vesti nel proprio sangue.
Lavare le vesti nel sangue fino a renderle bianche. Chi penserebbe mai al sangue per far diventare candida una veste? Inoltre, per lavare un abito nel sangue significherebbe dire che l’ho perso tutto!
Credo che ciò voglia dire questo: perdere il sangue equivale perdere la vita, quella terrena almeno. Tale cosa comporta un dolore, una ferita. Significa che bisogna patire tutto il dolore che c’è da patire nel portare questa croce nostra.
Effettivamente poi, la veste che laverò nel mio sangue, sarà la veste dell’anima. Diventare bianca può perché, se perdo dalla mia essenza tutto ciò che è umano, rimane di me tutto ciò che è spirituale: lo spirito puro e candido che Dio Padre mi aveva dato alla nascita. Un po’ come quando si è anemici e perdendo sangue il nostro incarnato si fa più chiaro e il volto quasi luminoso.
Insomma, quando davvero sento che non ne posso più delle solite persecuzioni e credo che ora ho “sofferto abbastanza”, devo ripensare a questa ispirazione. Alle volte si arriva erroneamente a pensare che quel che abbiamo patito ci abbia tolto abbastanza umanità, facendoci perdere sufficiente sangue attraverso tanto dolore sofferto. Invece Dio vede la Verità della nostra anima e sa che ancora non lo abbiamo dato tutto. Non abbiamo perso fino all’ultima goccia.
Basterebbe ricordarsi di Gesù in croce che, persino Lui, solo alla fine, prima di spirare, si permette di dire: “Tutto è compiuto.”

Così io lo potrò dire solo alla mia fine.

1 commento:

  1. Umiltà, devozione a Dio e guardare il mondo dal Cielo, suscita sicuramente un'altra emozione. Noi che dal Cielo accanto a Gesù guardiamo il mondo con gli Occhi del Padre e le sofferenze i nostri dolori sono l'ascesa verso Dio e Lui che potrà salvarci e raggiungeremo la Quarta Dimensione, La Pace infinita dell'Anima nell'Amore di Dio.

    RispondiElimina