A un certo punto c’è un’immagine a rallentatore di Wojtyla,
seduto sul suo trono mentre ascolta qualcuno parlare, e improvvisamente…scoppia
a ridere di cuore. Non è una risata di convenienza o di cortesia: è una di
quelle risate incontrollabili che ti fanno sussultare sulla sedia mentre lotti
per mantenerti serio. Addirittura il Papa si serve di un fazzoletto per
asciugare le lacrime in quel momento di puro umorismo.
Ora anche a me serve un fazzoletto, perché sono scoppiata a
piangere come una bambina con singhiozzi e tutto il resto. Non è tristezza.
Qualcosa mi è esploso nel cuore: una grande felicità e una grande conferma.
Il Papa sapeva ridere, sapeva vedere il lato comico delle
cose proprio come un bambino spensierato.
I “piccoli” spesso
ridono per un nonnulla. Si divertono davvero, ma se gli vai a chiedere qual è
il motivo scatenante di così tante risate, non riesci a coglierne l’umorismo.
Quando il cuore è semplice, povero di malizia e complicazioni mentali, si è più
inclini al sorriso ed è più facile notare il lato positivo ed umoristico della
vita.
I “piccoli” sono coloro che sono lieti perché liberi da
responsabilità e totalmente affidati a un adulto. E’ così che spesso
giustifichiamo la facile ilarità dei bambini e dei giovani. E allora perché
Giovanni Paolo II sembrava divertirsi tanto lasciandosi giocosamente andare ad
un attacco di “ridarella”?
Lui: il successore di Pietro; colui che aveva gli occhi del
mondo puntati addosso ogni volta che compariva in pubblico. Lui: che aveva
subìto un attentato e avrebbe dovuto vivere nel terrore. Lui che tutto il mondo
vedeva come un “grande”.
Forse perché Lui aveva per Mamma la più bella e potente
delle mamme: Maria. Lui era “Totus tuus” per la Sua splendida Mamma. Tutto
nelle Sue mani: che cosa avrebbe potuto temere?
Il suo era un modo di vivere prima ancora di essere un
motto. Completamente affidato alle cure di Maria, Wojtyla aveva compreso
perfettamente come si fa a “diventare piccoli” per entrare nel Regno dei Cieli.
Per tornare bambini, la prima cosa da fare è avere una Mamma che si occupi di
noi in tutto e per tutto. Più la vita si fa dura e colma di responsabilità di
ordine crescente, più ci vuole una Grande Mamma alla quale ricorrere e nella
quale sperare. Dalla quale farsi consigliare e alla quale ubbidire in
mansuetudine.
Il suo affidamento a Lei era così totale che questo gli ha
consentito di tornare come i bambini, di farsi piccolo piccolo e di restare
spiritualmente spensierato e quindi allegro.
Facendosi così “bambino” ora Lui è un “grande” nel Regno di
Dio: un Santo.
Credo , ora più fermamente che mai, che persino la sua
risata sia per noi un elemento di conversione. Cambiamo idea su ciò che è il
cristiano! Dio vuole esseri umani che sappiano aver tanta fede in Lui da
sentirsi tranquilli e sereni come bambini in braccio alla mamma. Capaci di
scoppiare a ridere anche nella malattia, nelle avversità della vita, perché
tutto passa: i monti, i mari passano, ma la certezza che Dio ci ama e che Maria
ci tiene nelle Sue mani, non passerà mai e allora…neanche la fine di questa vita
può intristirci perché sarà solo l’inizio di una gioia eterna.
Come Carol ha dimostrato con la sua vita terrena: questo
mondo è un “campo d’amore”, un luogo dove amare tutti coloro che incontriamo,
dove lottare per il bene senza stanchezze, dove portare il sorriso anche se il
nostro fisico sta soffrendo pene indicibili, dove il dolore e la croce
accettati con coraggio sono solo una fonte di Luce in più e dove il cuore è
sempre in pace perché anche noi possiamo farci Figli di Maria ed essere tutti
suoi. Giochiamola così questa esistenza e davvero non ci mancherà niente,
neanche un’improvvisa sonora risata di cuore ogni tanto!
Grazie Giovanni Paolo II! Beati noi che ti abbiamo
conosciuto.
Paola Buccheri
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