Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

venerdì 5 ottobre 2018

AMORE FOLGORANTE


“Scusi, lei sta facendo la fila?”, chiedo a un signore al supermercato posizionato in modo dubbio nei pressi della cassa. La risposta che ricevo è: “ E che non si vede?” con un tono decisamente spazientito e senza voltarsi verso di me. Il mio sorriso si accascia di colpo e sento un brividino lungo la schiena. Resto in silenzio e mi nascondo dietro a uno scaffale con la netta sensazione che sarebbe meglio non doverla mai fare la spesa.
Ma il buon umore e la pace persistono in me e riprendo in pochi secondi la fiducia nel mondo.
Esco felice dei miei acquisti meditando già di preparare un bel dolce per il fine settimana e sognando lo stupore dei miei cari quando lo porterò a tavola.
Mi accingo a svoltare nella mia via ma attendo il momento ideale per immettermi con l’auto senza provocare incidenti. Appena riesco a farlo, mi giunge all’orecchio un epiteto poco grazioso e un invito ad andare in visita in paesi poco raccomandabili, che proviene dall’auto dietro la mia. Quasi non posso credere di aver arrecato tanto danno interiore all’ameno individuo che se ne va.
Arrivo a casa sconcertata e chiedendomi cosa succeda agli animi.
Sicuramente non sono la persona più simpatica dell’universo, ma esistono delle regole civili e umane che dovrebbero impedire al prossimo di aggredire verbalmente una signora anche solo per il fatto che è una signora. E anche fossi un uomo, non arrivo a comprendere il perché ci si debba trattare così tra fratelli.
Forse è questo il punto. Che siamo fratelli. Nessuno può davvero comprendere questa realtà se non la contempla dall’ottica del Cielo.
Siamo fratelli non perché siamo tutti uguali: non è vero, siamo diversissimi l’uno dall’altro.
Siamo fratelli non perché abbiamo le stesse idee e le stesse abitudini; non è vero: abbiamo punti di vista differenti e veniamo da famiglie umane differenti che ci hanno abituato a cose completamente diverse l’uno dall’altro.
Siamo fratelli non perché tutti figli di uno stesso padre terreno, ma di uno stesso padre Celeste: Dio.
Il nostro essere fratelli non riguarda l’aspetto, l’età, la famiglia, l’epoca in cui viviamo; riguarda una cosa molto più importante perché è la sostanza che ci mantiene in vita, che ci ha permesso di nascere e respirare: l’anima.
Quindi siamo fratelli perché un solo Padre ha regalato a tutti la stessa cosa: un cuore, un’anima divina in grado di toccare con un dito l’onnipotenza del proprio creatore. Cioè la sua capacità di amare sconfinatamente: amare chiunque incontriamo. Proprio perché anch’esso “amato immensamente da Dio”.
Quando ami una persona e sai per esempio che gli piace la torta al cioccolato, cerchi di fargli proprio quella torta, per renderlo felice! Se ognuno di noi si ricordasse, guardando Dio, che ogni essere umano è figlio Suo, (ognuno è una torta al cioccolato), non tratteremo così gli altri. Cercheremo di rivolgerci a loro con attenzione, con considerazione, con civiltà. Al di là del fatto che qualcuno ci sia simpatico oppure no; che abbia le nostre stesse idee oppure no; che sia poco intelligente oppure no. Non importa nulla di tutto ciò.
Per riuscire a calarsi in questa splendida realtà, però, occorre credere che esista un Dio capace di amare persino me quando io stessa non so perdonarmi, non so piacermi, non so essere come vorrei, non sono una “figlia di Dio” meritevole di questo nome. Questa è la fede vera. Se ci pensiamo un momento è proprio la cosa più difficile da fare: non è poi così difficile credere che esista un Dio (questo lo crede anche il diavolo, ma tal fatto non lo aiuta!!).
La fede è credere che Dio possa amarmi così imperfetta e che può amare anche il signore poco gentile che mi ha mandato a quel paese. Ma c’è di più.
Fede è credere che anche se Lui non mi ha difeso davanti a un’ingiustizia, ciò non significa che non mi sta amando. E’ facile aspettarsi che Dio debba intervenire per essere mio testimone in quel che credo. Vorremmo che Dio dimostrasse il suo amore per noi in questo modo. Questo non è altro che un paradosso.
Siamo noi, suoi figli, che a immagine e somiglianza Sua, diventiamo capaci di folgorare di amore le persone, tanto da testimoniare che Lui esiste e li ama.
Abbiamo le idee confuse invece. La nostra fede è una gran bella auto lasciata in garage. Non riusciamo proprio a credere che Dio ci ami personalmente e che ci abbia concesso la facoltà di amare i fratelli in modo celeste. Ci rifugiamo nella preoccupazione che Lui non ci difenda in un mondo arido che va al contrario e siamo assolutamente convinti che il nostro lavoro, il nostro sforzo, non cambierà nulla.  
Il mondo ha tanto bisogno della nostra fede. Anche e soprattutto i signori scorbutici al supermercato o altri apparentemente sereni che non credono più in nulla. Dio ha già fatto qualcosa per mettere in giro il Suo amore che salva: ha mandato noi che già lo amiamo. Noi con le nostre imperfezioni.
E’ ora di fare la nostra parte: Essere Amore Folgorante!

Nel buio dell'indifferenza, un sorriso porta luce




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