Compleanno della mia mamma: lei non c’è più, ma il cuore non
capisce certe realtà perché vive da sempre in un’altra dimensione; così mi
metto a sfogliare un vecchio album per ritrovare il suo sorriso. Nel ritrovare
il suo…mi si accende una lacrima che và a bagnare il mio. Non è una tristezza
inconsolabile, solo una gran nostalgia: di lei, di me.
Rivedo me da piccola: i sorrisi aperti, gli occhi brillanti,
le smorfiette da bimba; e mi sorge un pensiero.
Tutte le mamme conoscono il volto bambino dei loro figli,
perché li hanno visti fin da piccolissimi. Una mamma non scorda il figlio come
era da piccolo. Mai. Neanche questi si trasformasse completamente: nel
guardarlo in volto, scorgerà sempre quel suo modo di strizzare gli occhi
ridendo, o il broncetto di quando c’è un disappunto. Forse è anche per questo
che l’amore di una madre è impareggiabile, inossidabile al tempo e al male che
può accadere a un figlio o a lei stessa: perché conosce lo sguardo da bambino
di suo figlio.
Grazie a questo tangibile ricordo, una mamma vede attraverso
l’anima di suo figlio e comprende anche l’incomprensibile. Probabilmente è anche questo a mancarci terribilmente quando scompare un
genitore: che era l’unico a vederci per quello che siamo, cioè dei bambini.
Come sarebbe bello se ognuno di noi, pur non conoscendo il
volto bambino dell’altro, si sforzasse di immaginare che questi è stato bambino
e che in fondo lo è ancora. Se così
fosse, avremmo delle accortezze diverse
e ci tratteremmo proprio come vuole Dio.
Come si può fare secondo voi?
Chiudo l’album delle foto e torno alle mie faccende,
passando davanti al Presepe. Maria Santissima è già lì che contempla il suo
Bambino: anche Maria deve aver bene impresso il visetto di Gesù nel suo cuore.
Lui è lì che ride con le braccine alzate.
Lui vede attraverso le nostre anime, perché è Dio e sicuramente
riesce in ogni caso ad amarci perché in
noi vede i suoi bambini. Ci ha visti da piccini, ha disegnato col suo dito le
nostre smorfiette su di noi, quindi scorge ancora quello sguardo innocente e sbarazzino,
facendosi luce in mezzo ai nostri errori.
Allora è Lui la chiave di tutto, il mistero dell’Amore. Si
presenta bambino, ci fa vedere il Suo volto purissimo di Amore e ci spinge a
guardare il prossimo come lo vede Lui: come eterni bambini. Bambini buoni,
bambini capricciosi, bambini difficili, bambini tranquilli oppure no. Ma sempre
bambini.
Lui è madre e padre. Una madre e un padre che non può
lasciarci, che si è spinto per amore a vivere dentro di noi tramite l’Eucarestia.
Da dentro la nostra anima, si appoggia dove trova un po' di posto e ci apre gli
occhi facendoci vedere gli altri per quello che sono : i Suoi piccoli.
In fondo, lo sguardo di un bambino è questo: guardare il
mondo dall’alto del Cielo pulito impresso ancora nella cornea, e così scorgere
verità che gli adulti non vedono più. Lo sguardo di un bambino, disarma il
nostro, spiazza i pensieri complicati, costringe ad abbassare il tono di voce,
porta a semplificare il linguaggio, fà
piegare le ginocchia perché lui, piccolo piccolo, possa guardarci in volto e
ristorarci con la sua innocenza.
Che sarà stato lo sguardo di Gesù Bambino? Un vero toccasana
per il cuore!
Qualcuno ancora c’è che sa chi siamo veramente: Dio. Allora
che ne dite di fare un regalo a questo
bambino amorevole? Portiamo il suo sguardo in giro per il mondo…tramandiamo
l’amore di una madre a chi non ce l’ha più, a chi ce l’ha ancora o a chi
semplicemente vuole essere amato.
Regaliamoci questa grazia. Guardiamoci con uno sguardo da Bambino,
così tutti si ricorderanno chi sono e si sentiranno amati. Non serve altro per
un…
Felice Natale .
Paola Buccheri
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