Prima serata,
dopo cena, non ho ancora sonno: capita quando si lavora molto durante il
giorno, perché la mente rimane attiva; perciò decido di rilassarmi un momento
davanti alla TV.
Sì. Rilassarmi.
Cerco qualcosa di vedibile che sia interessante ma non troppo pesante; magari
con un dialogo intelligente e con qualche battuta per sorridere un po'.
Inizio lo
zapping. Il mio saltellare da un canale all’altro non è il tipico zapping: in
genere mi soffermo almeno 5 minuti sul canale per avere il tempo di captare i
dialoghi e capire dalla fotografia se è un programma che potrebbe interessarmi
oppure no.
Diciamo che do
ai programmi tv la possibilità di esprimersi prima di essere condannati.
Così mi fermo su
una notissima serie “ospedaliera”. Ogni tanto distolgo lo sguardo perché qui c’è
sempre qualcuno su un tavolo operatorio e la cosa non è propriamente per me. Ma
questa volta stanno solo aiutando una donna a prepararsi per il parto così mi
soffermo….ma ahimè….mi casca il telecomando dalle mani. Mi accingevo a vedere
un piccolino umano preso in braccio dalle infermiere, invece mi ritrovo ad
ascoltare un improbabile dialogo fra futura madre e ginecologa dove la prima
bestemmia ( in tv????) e la seconda tenta di fare un discorso
filosofico-teologico alla signora, per tutta risposta. Nessuno si meraviglia,
nessuno controbatte. Tutto normale: è ovvio bestemmiare per il dolore del parto
e dare dell’avvinazzato al Creatore che ha inventato la nascita in questo modo.
Recupero alla
svelta il telecomando e giro canale con la netta sensazione di essere sbarcata
su Marte. Mentre saltello su un altro programma mi si affaccia l’idea che forse
sono sorda o magari pazza, o che sono talmente stanca che non ho capito niente
di quel che ho visto.
Cerco di non
pensarci e mi concentro sulla scena che mi si propone. Deve essere un
poliziesco, di quelli dove tutti capiscono tutto e lo spettatore assolutamente
niente ma si compiace del fatto che i cattivi, i killer e tutti i tipi loschi
del mondo vengano acchiappati e tolti dalle strade. Potrebbe essere un
programma seguibile e rassicurante. Qualcuno che si occupa della sicurezza
altrui e del benessere generale, inoltre il dialogo è accattivante e
umoristico: mi fermo un attimo.
La signorina con
tanto di distintivo, sta ora parlando con la dottoressa del reparto patologia
legale che le sta dando delle delucidazioni sul povero assassinato di turno.
Ora le fa vedere dei fogli, ora la guarda, ora…..la bacia….la bacia???? Aspetta,
aspetta, ho perso un attimo il filo della trama: che cosa succede?
Ricapitoliamo: si sono viste per la prima volta in quel momento, c’è un
cadavere là davanti, e sono due donne; cosa mi si vuol dare ad intendere? Dunque
deduco questo: nessun rispetto per il lavoro, nessun rispetto per i morti,
perplessità sul modo di condurre una vita personale. Nel complesso allo
spettatore passa un concetto: “quello che ti viene in mente di fare fallo perché
questa è la terra delle libertà dove tutto è lecito”.
Da sottolineare
che la signorina aveva già una relazione con un ragazzo. Quel che ne esce fuori
è un gran minestrone dove il “chissene frega” la fa da padrone perché, secondo
questa bislacca filosofia, questo modo di essere sarebbe edificante e
liberatorio; mentre a mio avviso è soltanto confusionario e a lungo andare
deprimente in quanto leva dignità, leva identità, e persino la felicità. Sì perché
se hai fatto tutto quello che si poteva fare nella vita è come se avessi
svuotato il sacco della tua anima e ora non sapessi più di cosa riempirlo. Non
trovi più gioia in nulla.
La televisione
ci sta facendo passare questi messaggi erronei che ci raccontano essere
benefici per noi, ma che in realtà sono solo delle luci abbaglianti puntate
negli occhi. La luce troppo forte in volto, rende tutto scuro intorno a noi.
Finiamo col non vedere più niente.
Levando tutte le
“regole” (chiamiamole così per ora) non si è più liberi, ma più confusi.
Abbiamo bisogno, da un punto di vista psicologico, di una qualche guida, di
sapere cosa si può fare e cosa no. Altrimenti ci abbandonerebbero da neonati
come fanno le tartarughe sulla spiaggia con i loro piccoli.
Non siamo
animali, siamo anima e corpo: siamo esseri spirituali. E se l’animale necessita
persino lui di una qualche guida (non tutti gli animali fanno come le
tartarughe), figuriamoci noi esseri tanto più complessi e stupendamente “umani”.
Perché cercare
in ogni modo di dimostrare che non è così? A chi giova questo? Non a noi.
Vi vorrei far
notare inoltre di quale monotonia di
argomentazioni si avvale la maggior parte di questi programmi. Nella serie
ospedaliera ci ripropongono il fatto che visto che esiste il dolore allora Dio
o non esiste o è un indifferente oppure un crudele che merita per questo di
essere bestemmiato nel momento più “miracoloso” di una persona: il momento in
cui sta venendo alla luce suo figlio che mi deve spiegare come ha fatto a farlo
in quei nove mesi. Voglio sapere dalla donna che bestemmia il giorno esatto in
cui lei le ha fatto le impronte digitali o generato il fegato. Invece devo
assistere a una donna che nel momento più bello della sua vita, insulta Colui
che l’ha enormemente aiutata a creare il suo sogno. Tirando in ballo il solito
clichè del “perché del dolore”. Davvero
originali. Vogliamo essere originali? allora provate a dare delle risposte
intelligenti che possono aiutare le persone che soffrono. Metterle contro Dio
di sicuro non è un aiuto, almeno a me non risulta.
Dall’altra parte
vediamo questo sbattere in faccia allo spettatore il tema della stravaganza
sessuale facendola passare per “esperienza nuova” e quindi lecita se non
addirittura costruttiva. Non sono un tipo che addita o critica, ma qui si passa
il segno. Se le preferenze sessuali sono così alternative, non possono essere
classificate dai max media come “normali”. Sono alternative, non normali. Se
fossero normali, i figli nascerebbero anche dalle unioni fra uomini e da quelle
fra solo donne. Ciò sarebbe indice di “naturalità”, cioè di qualcosa
contemplato dalla natura e che è conforme alle “leggi” della natura (anche la santissima
e bellissima natura ha delle leggi e delle regole e mi sembra che nessuno la
insulti!!). Siccome due donne o solo due uomini non riescono a procreare da
soli se non si avvalgono dell’aiuto dell’altro sesso, significa che la natura
non contempla questa unione sessuale. Se poi però, ti capita di innamorarti di
un essere del tuo stesso sesso…và bene, sono affari tuoi…io non sono certo qua
a dirti che cosa devi o non devi fare, ma resta il fatto che sono solo affari
tuoi e di nessun altro. Perciò perché volere continuamente proporlo come un
evento assolutamente normale?? Non lo è. E Dio sa se me ne dispiaccio.
Ormai sembrano
anormali le persone che cercano soltanto gente del sesso opposto per avere una
relazione stabile: ecco lo sconfinamento, ecco i limiti valicati perché abbiamo
tolto qualsiasi paletto. Come se il paletto fosse “il male”. Una regola non è
il male . Una legge non è il male. Per quanto la gente dica: ci servono leggi e
regole altrimenti andremo in giro nella vita come mosche senza testa. Mi chiedo
dove sta la preoccupazione di dover seguire qualche regola?
Non eravate
felici da bambini quando la nonna vi chiedeva: “Hai dato la buonanotte a papà?”…la
nonna non era il male, era una donna saggia che ci ricordava in un modo
semplice che anche le piccole regole, le buone maniere, contribuiscono a
crescere una persona piena di amore e attenzioni. L’amore è attenzioni, che
forse all’inizio si seguono come regole, ma nel corso del tempo diventano
spontanee, e si rivelano pilastri di una grande gioia futura.
Non mi piace
creare polemiche e queste non lo vogliono essere: sono soltanto degli spunti di
riflessione che ho voluto mettere a disposizione. Perché trovo giusto che
ognuno possa esprimere il proprio parere con la speranza anche che sia in
qualche caso di sollievo.
Detto questo,
non rimane che spegnere la TV, e andare a riposare sperando di non sognare di
essere sbarcato su Marte, perciò occorre urgentemente pregare Maria che ci
restituisca la dignità di figli di Dio, o meglio, che ci aiuti a recuperarla da
soli.
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