Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

mercoledì 13 novembre 2013

DISGRAZIA: MANIFESTAZIONE DI DIO


Quando Gesù sta per guarire il cieco nato, alcuni lì intorno Gli chiedono perché questi sia nato così, se per i peccati suoi o per quelli commessi dai genitori. La risposta è: “…è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio”. Trovo che sia una risposta molto singolare, soprattutto se ripenso alle cose che si sentono dire riguardo alle disgrazie che capitano alla gente! Parole amare tipo: “E’ perché Dio non ci guarda o se ne frega e fa l’assenteista!”
Gesù dice addirittura che quella disgrazia serve a far notare le opere di Dio, a renderle chiare, a sottolinearle. Ed ecco che improvvisamente mi si accende un fascio di luce su una cosa che prima non avevo notato.
Riuscire a vedere la “gloria” di Dio in una disgrazia, vuol dire guardare le cose con altri occhi; con gli occhi dello spirito e perciò con la prospettiva di Dio.
Se proprio andiamo a guardare bene, anche scientificamente, chi è cieco acuisce gli altri sensi, li sviluppa in un modo che noi vedenti non ci immaginiamo neanche. Il fisico e l’intelletto vanno ad attingere a risorse che noi non andremo mai a cercare. E le trovano! Le usano. Così, chi è cieco, diventa abile a distinguere gli odori, a sentire la presenza di cose e persone con i sensi rimasti integri. Cose che io, a occhi chiusi, non saprei fare.
Essi si sforzano di intuire lo stato d’animo dei propri cari, facendo attenzione alle loro inflessioni vocali, alle parole usate, al ritmo del respiro, ai silenzi e chissà quant’altro!
Noi, “ricchi di vista” ci permettiamo di non guardare neanche chi abbiamo davanti, di essere distratti e di non accorgerci se questi è triste, sofferente oppure no. Avendo il bene della vista, lo sperperiamo così e non attingiamo più neanche a quella per amare chi ci vive accanto. Siamo noi i veri ciechi della situazione, perché crediamo di vedere meglio degli altri.
Chi dice di non vedere niente di Dio, si sforza di sentirlo, accarezzarlo con tutto ciò che può: mani, parole, sorrisi. Amando gli altri. Lì si manifesta Dio che si sente cercato, perché chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto, dice il Signore.
Se manchiamo in qualcosa nel fisico o nell’intelletto, non abbattiamoci, perché Dio si manifesterà nelle nostre debolezze, regalandoci occhi spirituali per compensare le nostre carenze.
Non voglio con ciò dire che ci dobbiamo augurare di avere qualche disgrazia nel fisico, ma solo tenere presente che, se capita, sarà certamente perché si manifestino le opere di Dio in noi. Opere che non riguardano solo il miracolo della guarigione fisica, ma che pur escludendola, riguardano una guarigione spirituale di gran lunga più importante e duratura di quella fisica.
Viene da domandarsi se chi non ha disgrazie, allora, non abbia il favore di vedere Dio e le sue opere! Non è così. Penso che Dio sia infinito e conosca mille modi per attirarci a Lui: è un creatore e non gli difetta certo la fantasia.
E poi credo che tutto derivi dalla nostra volontà. Se ho gli occhi e non guardo, non vedrò niente, ma se voglio vedere, vedrò e non mi servirà diventare cieca per scoprire le opere di Dio!
Intanto devo ringraziarlo per questo fascio di luce che mi ha illuminato su questa frase del Vangelo che prima non avevo ben compreso.
Gesù è davvero “la luce del mondo”!







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