Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

giovedì 27 marzo 2014

LA QUARTA DIMENSIONE

                               
Com’è fuorviante il ragionamento logico razionale se è applicato alle cose di Dio. Mi viene da dire che è come cercare di usare una zappa per scrivere o un guanto da pugilato per lavare i piatti.
Gli oggetti che lo stesso uomo ha inventato per rendersi la vita più semplice o per proteggersi e quindi farne cose buone, divengono dannose, assurde e ridicole se usate fuori dal loro proprio contesto.
Usare il ragionamento logico per interpretare Dio è erroneo e in certi casi dannoso, perché porta a conclusioni talmente sbagliate che potremmo farci un’idea fuori luogo del Padre. Questo avviene perché tentiamo di servirci di un attrezzo terreno, perciò inappropriato per studiare le cose del Cielo.
Si potrebbe concludere che ciò significhi omettere il “bene dell’intelletto” per contemplare Dio. Facendo la parte degli stolti, ma non è affatto così.
E’ che il ragionamento logico-matematico, pur essendo grandioso e di enorme utilità ha un suo limite ben preciso e rigido. Possiamo arrampicarci fino alle derivate e agli integrali e andare oltre in peripezie mentali acrobatiche sempre più cervellotiche e complicate ma 1+1 farà sempre due e le dimensioni sull’asse cartesiano, come anche nel nostro spazio terreno, saranno sempre tre: altezza, larghezza e profondità. Non metteremo mai in discussione queste realtà.
Eppure Dio conosce la quarta dimensione, quella che per la logica è impensabile e indefinibile. La mente si rifiuta persino di fermarsi a pensarci. Mentre lo spirito e il cuore (assai più celesti della mente) percepiscono che ciò è vero. Pur non sapendo dare una spiegazione.
Quello poi che si percepisce per fede, non è assolutamente meno vero di un integrale tanto studiato e sviscerato nei suoi perché. Anzi, è più vero, duraturo e utile alla mia esistenza quotidiana di un’espressione algebrica.
Tralasciando che la capacità di svolgere un’integrale non mi farà guadagnare il Cielo, mentre la capacità di perdonare anche quando non è più umanamente giusto o “logico” farlo, quella sì: mi porterà in Cielo. Solamente che riguardo a questa seconda opzione non sarò in grado di scrivere un trattato, non ne discuterò una tesi né tantomeno lo dimostrerò alla lavagna, perché ciò che ho compreso, l’ho compreso con lo spirito e la ragione non me ne darà ragione!
Da questo discorso non ho omesso la mia mente, né le mie conoscenze umane, anzi me ne sono avvalsa come potevo perché sono cose buone. Stare con Dio non significa diventare ebeti.
Significa semplicemente far passare avanti lo spirito, cedergli il passo sulla soglia della porta e mettere la ragione e la cultura al suo servizio e non viceversa. Prima il Cielo, poi la terra a sgabello dei piedi di Dio. Uno sgabello utile e comodo, ma sempre sgabello e non trono.
E’ come guardare le cose che ci accadono sulla terra come stessimo seduti su di una nuvola già accanto a Gesù: guardare la terra dal Cielo e non il Cielo dalla terra. Sono prospettive diverse con visuali differenti.

Da Lassù capiremo per esempio che anche il male che ci capita è un gradino in ascesa sulla scala che dalla terra corre verso il Cielo. Da Lassù capiremo che esiste la quarta dimensione, ma non chiedetemi “come”.




5 commenti:

  1. Profondo...e brava Paola.
    Ant

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  2. Grazie Antonio! Contenta che ti sia piaciuto! A presto amico!!
    Paola

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  3. Excelente planteamiento, como medir algo que viene de Dios....Es inmensurable. ;)

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  4. Mui feliz por su comentario! Dios seja con vos siempre! (desculpe mi espanol mui feo!)
    Feliz Pascoa

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    1. Gracias a usted Sra. Paola,,,,la invito a mi blog www. consultoresramp.cu.cc Saludos desde Venezuela ;), Chaoooo

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