Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

venerdì 13 marzo 2015

PEPITE DI FEDE


Le “prove della fede” hanno una connotazione negativa, ma in realtà non sono altro che delle puliture della nostra fede. Come se la fede donataci da Dio fosse una pepita d’oro tutta ricoperta di altre rocce e impurità: i nostri pensieri, i giudizi, il carattere, i difetti, le nostre convinzioni errate su cos’è il bene per noi.
La prova è un fuoco divino acceso sotto la pepita, che ne scioglie parte dei detriti.
Pensavi che aver fede in Dio fosse che tutto doveva andar bene sempre, invece ti accorgi che può anche andar male. Ma se rimani aggrappato con tutte le tue forze alla fede durante la prova seguitando a pensare che Dio ti ama, cominci ad accorgerti degli aiuti che ti arrivano per sorreggerti e crescere. Comprendi che non sei solo e che niente accade senza senso, solo per farti male.
Col tempo, tramite le prove e la preghiera costante, la pepita si pulisce e raffina sempre più.
Divieni più scaltro e non ti terrorizzi a ogni minimo evento contrario. Ora sai attizzare l’orecchio in fretta e sei più attento con lo spirito, riuscendo a formulare un pensiero: “Se questo mi accade, deve essere per un bene che io ancora non vedo e non conosco.”
Affini la sensibilità e scopri forme di bene che tu non avresti mai definito tali in passato.
Quando mamma non risaliva dall’operazione e la tensione era ormai salita alle stelle nell’attesa lunghissima, dopo aver tanto pregato, ho cominciato a pensare: “Qualcosa non mi torna. E’ tanto che sono qui e non può essere che sia solo per farmi preoccupare; forse non ho ancora capito il motivo della mia presenza in questo luogo e perché ho tanto tempo a disposizione. So che non è per agitarmi. Deve essere per un bene maggiore.”
Questa, forse, è stata la preghiera più gradita a Dio perché è stata esaudita immediatamente: una signora sofferente nel letto di fronte a quello di mamma, mi ha chiamato implorando un po’ di compagnia. Era sola al mondo e non ne poteva più di stare al buio con i dolori che si ritrovava. Mi sono seduta accanto a lei, ho ascoltato la storia della sua vita, le ho parlato del valore della sua sofferenza, le ho parlato di Gesù, l’ho bagnata con l’acqua di Lourdes e le ho strappato un sorriso. L’ho accarezzata perché sapevo che nessuno lo faceva da tanto tempo. E il mio cuore ha trovato riposo.
Allora ho compreso: “Ecco perché sono qui! Ecco cosa si deve fare nella vita! Cosa è davvero utile!”
Io avevo avuto l’onore di essere chiamata a farlo!
Quando l’affanno della vecchietta s’è cominciato a quietare è arrivata mamma dalla sala operatoria, non prima!
Quindi ero lì per quel gesto: a Dio serviva una mano per fare una carezza.
E ciò era contemporaneamente il bene della signora sola e il mio bene. Questi sono i capolavori di Dio che a uno sguardo distratto potrebbero sembrare semplici prove di fede.
La pepita si è un po’ pulita da allora e ora so con certezza che qualunque cosa accada di spiacevole non è perché lassù c’è un Dio sadico che si diverte a infliggerci terribili sofferenze, ma perché c’è un Dio buono che preferisce morire di dolore Lui stesso che punirci e che ci vuole invece far scoprire quanta bellezza c’è nella vita se sai guardare attentamente.

Quanto amore si può dare e ricevere se solo ci spostiamo dalle nostre fossili idee di “bene” e prendiamo dal cuore la nostra preziosa pepita di…fede!


Nessun commento:

Posta un commento