(In occasione dell'inizio dell'anno catechistico: il ricordo di una mia ragazza. L'articolo risale a quattro anni fà)
“Potevamo stupirvi con
effetti speciali”, recitava una vecchia pubblicità…ed invece oggi non ho altro
da raccontare se non della bellezza di un sorriso che non mi si leva dalla
mente: quello di Antonella, una mia allieva di catechismo per la Cresima che
poco fa mi ha salutato per tornare nella sua terra d’origine. L’Argentina.
Chissà che questo breve e
semplice racconto non vi torni utile, così come lo è stato per me.
Fare catechismo è un vero
onore e sinceramente non so perché Dio scelga persone come me. Forse per
“disperdere i pensieri” di chi crede conoscere come ragiona Dio, o per
sorprendere, come da sempre è solito fare Gesù con chi lo segue. Certo è che ci
spiazza tutti!
Da un altro punto di vista,
trasmettere la Sua Parola è anche molto impegnativo e a tratti faticoso.
Occorre sapersi reinventare continuamente senza spostare una virgola della
legge di Dio, ci vuole ingegno, buona volontà e tenacia. Se lo Spirito Santo
poi potesse intervenire con tutti i Suoi doni al completo, meglio ancora!
Capita sovente, infatti, di
ritrovarsi quasi in piedi sulla sedia con i vestiti lacerati, i capelli
arruffati e il fiatone nel disperato tentativo di spiegare i dieci comandamenti
implorando un po’ di silenzio e contemporaneamente acciuffare qualcuno che
corre intorno al tavolo con in mano la scarpa di un altro.
Capita anche di terminare
l’incontro totalmente affranti dal pensiero assillante che forse non sono
riuscita a trasmettere nulla.
Quale che sia la situazione
c’è un fattore che non cambia mai per ogni anno: che m’innamoro di ognuno di
loro. Del silenzioso con lo sguardo esterrefatto. Dell’irrequieto che
misteriosamente riesce a prendere fiato urlando e muovendosi senza sosta. Della
tranquilla che scoppia a ridere ad ogni smorfia della catechista . Di tutti.
Perché tutti mandati a me da Dio, e perciò un po’ miei figli.
Alle volte prego: “Fa che
almeno questo amore arrivi ai loro cuori e rimanga con loro!”
E ogni anno mi vedo incapace,
eppure seguito a far del mio meglio e sperare che Dio raddrizzi le mie linee
storte.
E poi oggi. La mia Antonella
torna per sempre in Argentina; mi lascia una lettera da leggere in classe; si
sforza di sorridere nel salutarmi; la sua mamma piange.
Leggo una frase del suo
scritto: “…ogni settimana non vedevo l’ora che fosse venerdi perché sarei
andata a catechismo…con voi ho imparato cosa vuol dire volersi bene…”
….e penso :” Grazie Gesù. Tu
compi questi miracoli! Ora il Tuo amore resterà con lei per sempre unito al
nostro amore”
Questo è il progetto di Dio e
questi sono i modi che usa per realizzarlo: con la fatica, la perseveranza, col
sapore in bocca di non star facendo niente di utile per Lui. E mentre ancora ne
gusti l’amaro, trovi il sorriso di un angelo a ridarti coraggio.
Tutte le nostre fatiche,
affrontate per amore, sfociano in un miracolo divino che ha per nome “ La
costruzione del Regno di Dio”…dove tutti, Padre, sono una cosa sola come Tu e
Gesù siete una cosa sola.
Non arrediamoci mai allora,
perseveriamo e speriamo sempre, anche se non vedremo risultati per molto tempo.
Perché guardando Lui, anche nella tempesta della vita, mentre abbiamo la
sensazione di annaspare e pensiamo che non ce la faremo mai,in realtà stiamo
camminando sulle acque verso Gesù e se guardate bene se ne vede già il sorriso!
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