L’Amore, come Dio, non si può afferrare e tenerlo saldamente
per sé, tanto sicuri da poter dire: “Ce l’ho!”. Perché l’amore è come il mare:
lo puoi guardare, te ne innamori, lo puoi navigare e assaggiare, ma per capire
davvero cosa è il mare, ti ci devi immergere tutto e lasciar portare. Ma portarlo
via non potrai mai.
Lo potrai vivere e chiamare quanta più gente puoi a
immergersi e lasciarsi toccare, accarezzare e guarire le ferite col suo sale.
Da dentro il mare, la terra pare un’altra cosa. Tutto quel
che puoi ancora intravedere a riva, pare molto più insignificante di prima, di
quando cioè toccavi le sue sponde.
Nel mare i rumori della terra si ovattano e nasce un
silenzio sazio di chi non ha più bisogno di nulla se non di restare dov’è:
nell’Amore.
Se sei costretto a uscirne, il tuo primo pensiero è
progettare come fare per rientrarci. Parte di lui è comunque sempre in te:
quella forza che basta per riportarti da lui.
Se si fa silenzio, è la sua voce che si ascolta ed è quello
che riporta la mente, il corpo e l’anima alle dimensioni reali, alla verità.
Perché la verità, cioè la realtà nostra non è quella di
questo mondo ma quella di un altro mondo: il Regno dei Cieli.
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