Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

martedì 18 giugno 2013

L’UMILTA’ FA’ CAMMINARE

                          
Il regno dei cieli è di chi sa rinnovarsi accogliendo la Verità e l’Amore. Rinnovarsi significa cambiarsi, camminare, evolversi. La staticità non è cosa dell’amore. Le cose ferme muoiono.
Persino il fisico, se resta sempre fermo va incontro a vari disturbi: non funziona più come prima e passa lentamente al decadimento. Allo stesso modo lo spirito. Esso per non stagnare deve seguire attentamente l’amore e la verità. Perché queste camminano davvero in quanto non sono delle entità astratte, ma sono Una Persona: Gesù.
Lui stesso nel Vangelo dice di se: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”. Sta dicendo di essere un sentiero da seguire e non vi è nulla di statico in una Via come Gesù.
Lui sa trovare ancora oggi soluzioni opportune per ogni caso, per ogni persona. Se fosse cosa statica, avrebbe una decina di risposte e userebbe sempre quelle per qualsiasi caso. Invece per ognuno di noi ha una risposta.
Come posso seguire questa verità e quest’amore?io credo che entrambi abbiano un profumo che il nostro spirito è in grado di sentire. Si tratta soltanto di prestare attenzione. Il mio cuore mi parlerà volta per volta, di cosa è verità e cosa è amore, in una misura sempre più precisa se resto vicina agli insegnamenti di Gesù. Più conosco Gesù, più riconosco il suo profumo e i luoghi, dove è passato.
Staticità alle volte è anche starsi sempre a guardare, come in uno specchio, affliggendosi per la non-perfezione che vi contempliamo dentro. A lungo andare ciò alimenta l’auto-commiserazione che infastidisce il prossimo e Dio. Fino a sfociare in una forma di superbia e dimenticanza di Dio: non si riesce ad accettare umilmente di essere imperfetti e ci si dimentica che il Padre celeste può aiutarci.
E’ uno sciocco cercare un perfezionismo che Dio non sta mettendo in primo piano. A questo punto dovrebbe intervenire il movimento che l’amore e la verità creano. So di essere sbagliato e di avere molta strada davanti, ma so che innanzi tutto Gesù vuole essere considerato come sempre presente nella mia vita. Se Lui c’è, so che non mi devo disperare o accasciare. Non devo perdere tempo a piangermi addosso, ma devo reagire ai miei errori, alzarmi le maniche e lavorarmi.
Se Gesù non ha orrore di me e guarda già oltre cercando la mia salvezza, perché io mi perdo a guardare le mie brutture e resto ferma? Tutti ne sono capaci! Facile e demoniaca è l’autro-commiserazione. Cosa che io faccio passare a me stessa come umiltà e altro non è che un capriccio dell’anima che non vuole muoversi.
E’ come se Gesù mi volesse portare da un dirupo a un luogo più sicuro ed io mi facessi pesante buttandomi per terra lagnandomi per le vertigini e mettendo a scusa la mia debolezza umana. Certamente, con questo comportamento insopportabile finirò nel burrone allungando i tempi della mia salvezza perché comunque Gesù verrà nel burrone con me per recuperarmi.
Perché complicare il compito del buon Dio con queste false umiltà?
La vera umiltà è saper vedere nel nostro nero l’azione di Luce che Gesù sta facendo in noi, ed esserne felici, pur avendo presente quel che siamo. L’umiltà fa camminare l’anima più dell’essere perfetti. Perché una nostra presunta perfezione (cosa molto difficile) potrebbe portarci solo tanta superbia e perciò la cecità dell’anima e le grandi cadute.

Sarò forse tutto un orrore ma Dio mi custodisce: vado avanti con cuore sereno e cammino, ancora, anche oggi che magari non ho saputo far bene niente. Cammino.


1 commento:

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