Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

martedì 29 aprile 2014

LA SALUTE E’ UN TALENTO


Alle volte capita di fare scenate e pianti esasperanti a causa della mancanza di salute, soprattutto alla presenza di persone care, con le quali ci sentiamo più in confidenza. Riflettevo su questo e su quanto un tale atteggiamento mi disturbi profondamente lo spirito. Non voglio giudicare nessuno anche perché ricordo bene di aver provato dentro di me questi sentimenti e di essermene in seguito vergognata. Ora me ne vergogno ancora di più perché ho visto quanto quest’atteggiamento non sia dignitoso e non risolva nulla.
Lamentarsi e usare il dolore come forma di ricatto per ottenere dimostrazioni d’amore da parte degli altri non è bello né tantomeno efficace. E’ un gesto capriccioso che ottiene solo i risultati di un capriccio: nel migliore dei casi, stizza e indifferenza crescente.
Il fatto che io stia male e gli altri non mi aiutino o non si mostrino amorevoli, non è un buon motivo per arrabbiarsi. La salute è un dono che proviene dalla bontà di Dio. E’ insomma una ricchezza (un talento) dato in prestito da Lui, che bisogna far fruttare. Quando sto bene, cioè, faccio molte cose belle per Dio, per i miei, per me, mostrando di star utilizzando bene il suo dono. Devo, però, tenere sempre presente che un giorno (a me sconosciuto) tornerà il padrone e rivorrà indietro il talento con gli interessi: vorrà vedere cosa ho fatto con quei giorni di salute che ho avuto a disposizione.
Quando avrò ridato tutto a Lui, non avrò più quel talento e sarà normale non averlo, perché non mi apparteneva. La salute quindi, non è un mio diritto, non è mio patrimonio ma un Tesoro Prestato per bontà divina per farne buon uso. Da questa prospettiva è più difficile arrabbiarsi per ogni minimo malessere. Inoltre, se quando avevo il Talento “Salute”, ho coltivato qualcosa di buono, mi renderà più di quel che ho dato.
Dice, infatti, il Padrone: “Mi sei stato fedele nel poco, ti darò molto”. Allora la morte non fa più tanta paura e non me la prendo con gli altri se soffro.
Per quanto poi riguarda il discorso della richiesta prepotente d’amore, tanto da usare la malattia per farne un ricatto, basterà pensare alla prima legge dell’amore: il libero arbitrio.
Se neanche Dio che è Onnipotente può ordinare ai suoi figli di essere ricambiato, come posso io pretendere che gli altri mi amino, anche se ho dato loro affetto? Quel che posso fare in questa vita è amare, ma non posso controllare cosa tornerà indietro dell’amore che ho dato e se tornerà qualcosa. Posso attivare l’amore per gli altri ma non quello del prossimo per me. Ciò può rendermi triste e anche molto triste, ma che posso fare? Non è che piangendo più forte ottengo ciò che voglio!
L’unico amore nel quale posso fare affidamento è quello di Dio: esso non mi mancherà mai, neanche quando sarò io a farlo mancare a Lui. Anche l’amore per gli esseri umani è un talento e perciò non posso attaccarmi a esso.
Devo vendere tutto quello che ho e offrirlo ai poveri, per essere degna di entrare nel Regno di Dio. Ho a disposizione dei giorni di salute? Li userò per chi si sente povero di salute corporale: consolerò e aiuterò i malati in corpo e spirito. Ho tanto amore nel cuore? Lo userò per chi si sente povero d’affetti e solo, e a chi non se ne sente più neanche una briciola nel cuore per gli altri..
Ecco allora che le porte del Regno celeste cominciano ad aprirsi ed entra nel cuore una pace che non è di questo mondo. Non mi sento più abitante di questa terra e non m’importa più se mi consolano o no dei miei malanni, se mi capiscono oppure no. La mia ricchezza è Dio.

Il dolore non è meno forte se non è gridato. E’ solo offerto a Dio e non buttato ai piedi degli uomini perché lo calpestino.

Rendiamo la vita un viale profumato d'amore

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