Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

lunedì 14 aprile 2014

LOCUSTE

                                               
San Giovanni Battista dice di essere la “voce di uno che grida nel deserto”. Quanto mi fa pensare questa frase tutte le volte che la leggo. Alle volte mi sento così parlando di Dio: come se la mia flebile voce si stesse perdendo nel deserto sconfinato. Anche se continuo a urlare e a essere niente più che una sottile voce in un mare di dune sabbiose. E’ il deserto che cerco di fare nella mia anima. Perché se pretendo di accogliere Gesù in una stanza piena di cose mie, di pensieri ai quali non voglio rinunciare, dove si metterà Lui? Non avrà posto. Ecco che allora occorre far scarto, buttare cose inutili, ridurmi all’osso per farGli spazio.
E' anche il deserto che c’è dentro le anime di alcune persone convinte di non poter stare con Dio. Io faccio la voce che dice: “Preparati che Lui arriva” perché so che Lui va da chi lo chiama e desidera. Annuncio che spesso si perde tristemente.
Cosa naturale però se ci fermiamo a riflettere, perché in questo deserto, ci si ciba di locuste: cose schifose, quelle che uno non vorrebbe mai vedere e che invece diventano cibo quotidiano per chi deve parlare di Gesù. Le locuste sono i rifiuti delle anime nei confronti di Dio, l’indifferenza, la propria inadeguatezza e infine i fallimenti e le prese in giro.
Eppure Giovanni non si lamentava, non evitava quel cibo indigesto e seguitava a parlare. Nonostante non lo ascoltassero, accettava tutto come volontà di Dio, tanto che anche le “locuste” divennero un merito per lui. Divennero santità. Viveva tutta la penitenza possibile e immaginabile come ritenesse di meritarla. Era talmente umile da pensare questo.
Chi parla di Dio dovrebbe serenamente mettere in conto le locuste come proprio cibo senza schifarsi o scandalizzarsi e gustarle come cibo che porta alla santità, non come una grande onta. Esse, infatti, santificano perché non c’è alcuna gloria umana nel cibarsene, bensì c’è la derisione degli altri che ti credono matto. Al contrario c’è una gloria celeste di un Padre che ti guarda sorridente e innamorato.Giovanni ci ha insegnato che la non-gratificazione è cosa normale. Perché mai noi oggi ci preoccupiamo di avere riscontri, attenzioni e successi? Lui dice di se di essere “una voce” come se non avesse un corpo, come non fosse neanche una persona: tanto è vuoto di se che rimane solo una “voce”.

Anche noi siamo solo la VOCE che Dio s’è scelto per parlare. Allora ben venga che i nostri vestiti siano pelli di animali e il nostro cibo locuste! Solo Dio conta.


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