Qual è il mistero? Come può un cuore pieno d’amore non poter
svuotare tutto nel cuore degli altri? Come può seguitare a gonfiarsi nonostante
la freddezza e le incomprensioni? Sembra quasi che più non trovi sfogo, più
veda disamore e più aumenti la sua portata d’amore e senta il bisogno di andare
a riversarsi come un fiume in piena in un’alta cascata. Senza però poterlo
fare.
Mentre ciò accade, si ha una serpeggiante sensazione che il
tempo passi inutilmente, logorando l’esistenza. Eppure non c’è nulla d’inutile
in questo perché ogni minuto trascorso dovendo tenersi dentro quest’amore, è
come un aratro che passa solcando il terreno e rimestandolo tutto. Se il
terreno è il mio cuore, vuol dire che va divenendo sempre più fertile quanto
più è ferito.
Tutto ciò fa sì che dal profondo dell’anima salga una
domanda senza rabbia, carica di passione: “Perché? Perché chi ha amore, non sa
dove e a chi darlo?” Perché molto spesso, chi sai esserne assetato, non avverte
la sete e non puoi costringerlo a bere.
Tutto grida in me:
“Devi amare!”, ma se non mi vogliono, come posso farlo?Allora comprendo
all’improvviso che è questo che intende Dio per “libero arbitrio”; neanche Lui
può imporre il suo amore. Quindi ama e soffre. Ha il cuore solcato dagli
innumerevoli rifiuti. Impotente (solo in questo caso) davanti a tutti i “no”
degli uomini suoi figli. E’ un dolore divino.
Un dolore che non ferma Dio e non può fermare me perché è
imperativo a questo mondo che l’amore non s’arrenda e che generi la gioia. Pur
con questi solchi nel cuore, voglio essere gioiosa, fare silenzio su questo e
andare oltre pensando che questo mio atteggiamento fa star bene Dio.
Alle volte penso che ci stiamo solo preparando, accumulando
potenzialità amorose per sfogarci pienamente in Paradiso dove ameremo per sempre.
Sono contenta che la vita mi ari, allora: evidentemente è la cosa che mi serve
di più.
I campi arati..dell'anima |
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