Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

venerdì 3 maggio 2013

EDIFICARE



Rileggendo l’indegno processo fatto a Gesù per condannarlo a morte, la frase che mi colpisce di più è quella di Pilato, il quale, convinto della Sua innocenza asserisce candido: “Va bene, allora lo castigherò e poi lo lascerò andare”. Se lo riteneva innocente, perché castigarlo? Per far contenta la gente che lo accusava. Già! Lo accusava di che? Delle parole di speranza seminate strada facendo? Della moltiplicazione del pane? Dei malati risanati? Oppure dei figli resuscitati ai genitori disperati? Neanche razionali siamo, quando decidiamo di condannare un fratello.
Gesù resta in silenzio, perché se parlasse, non gli mancherebbero certo argomenti per rinsavire il nostro pensiero alienato; resta in silenzio perché vuole vedere a quale assurda conclusione può arrivare l’essere umano che non tiene come parametro di riferimento il Cielo. Sa già che, qualunque cosa succeda o si dica, il giudizio finale umano sarà di condanna e ne coglie l’occasione per rendere possibile la volontà del Padre. Intanto si assiste allo scempio della logica umana, anche oggi, di come può ridursi un cuore se pensa di poter prendere delle decisioni senza tener conto dello sguardo del Padre su di noi.
Avete notato? Tutti litigano, in qualsiasi campo, nessuno riesce a trovare un accordo per il bene comune. Siamo invece molto bravi a contraddire, vedere il negativo nei discorsi altrui. Chiunque si alzi le maniche per provare a fare qualcosa per il prossimo viene coperto da contumelie e parole sgarbate, se non peggio!
Qualsiasi cosa “gli altri” facciano è sbagliato e criticabile. Un po’ come quell’usanza popolare che vige in alcuni paesi riguardo alla futura nuora che entra a casa della futura suocera per la prima volta: le si lascia all’entrata una scopa gettata in terra; se entrando, la malcapitata la raccoglie, significa che è un’impicciona; se invece non lo fa, è segno che non le importa nulla di nessuno.
Povera futura nuora! Quale sarebbe stata la mossa giusta da fare? Semplice: nessuna.
Nulla va bene per chi non si sforza di osservare gli eventi della vita con gli occhi del Padre.
E Gesù non ci parla…come nel suo processo, mentre noi seguitiamo a condannarlo nei fratelli.
Apre bocca, dopo tanto mutismo rassegnato, solo sulla croce per rispondere al ladrone buono che si riconosce peccatore e comprende l’ingiustizia che sta subendo il suo Vicino di agonia! Apre bocca quando sente la misericordia. Il ladrone ha pietà di Gesù perché sta morendo dello stesso dolore fisico e in quel picco di strazio comprende quanto avrebbe dovuto essere buono e giusto, riflette su se stesso, sui propri errori e attraverso quella lente d’ingrandimento che è il pianto, finalmente vede che ha accanto il Figlio di Dio innocente. Così, il ladrone, ottiene la parola di Gesù, ha l’onore di cogliere il suo ultimo sorriso febbricitante e stanco…ottiene il Paradiso.
L’unico che abbia visto e dichiarato l’ingiustizia.
Quando ci sente parlare col cuore Gesù rompe il suo silenzio e interagisce efficacemente con noi, regalandoci la sua pace e lucidità mentale, indicandoci la giustizia e come andare d’accordo fra noi.
Non voglio scordarlo mai più. Voglio restare attaccata a Gesù, come l’edera su un muro assolato. Ascoltarlo. Guardarlo. Provare sempre a fare ciò che dice per rimanere nella misericordia e perciò avere sempre dinanzi la giustizia.
Quando dentro di noi siamo disposti a dare una possibilità al prossimo e a guardarlo con occhi buoni, magari lavati dalle lacrime dei nostri errori, siamo i ladroni “giusti”, forse ancora “ladroni”…ma giusti.
Allora crederò che se la futura nuora raccoglie la scopa da terra, è gentile e ordinata; e se la lascia li è rispettosa della libertà e usanze altrui! Edifichiamo i fratelli, non distruggiamoli, perché anche loro sono le pietre della casa di Dio.
Alziamoci le maniche, parliamo poco e facciamo bene…Dio ci amerà e aiuterà in ogni modo.

Riflettiamo spesso su noi stessi




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