Un
tumulto nel petto, ho voglia di scoppiare in un pianto; sembra che tutti mi
lascino e vorrei sfogarmi con qualcuno: scorro
la rubrica telefonica ma li scarto uno dopo l’altro pensando: “No, ora non lo
disturbo…no lei è già tanto preoccupata…no no questa non si aspetta di dovermi
consolare..” e richiudo il cellulare con un sospiro.
Penso
e fisso il mare, col suo profumo fresco e bagnato, e ricomincio a respirare
fondo. Le onde insegnano, col loro paziente andare e venire, una costanza
soprannaturale…e già le mani si aprono per accarezzare la sabbia e accostarmi
alla riva.
In
quel silenzio dovuto alle circostanze e inizialmente accompagnato da un po’ di
tristezza, scopro risposte nuove. La carezza del vento mi strappa un sorriso,
il rumore del mare mi calma nel profondo e quell’ondeggiare dell’acqua mi
ricorda di perseverare.
Che
importanza ha se quel che ho fatto non ha aiutato chi volevo? in fondo l’avrei
fatto comunque, almeno ho tentato, e tenterò ancora perché “provare” a fare qualcosa, sarà sempre meglio che stare a guardare. Ed ecco che mi si scioglie un nodo nel
petto.
Che
importanza ha se chi ho amato non si sente felice perché io…l’ho amato? In fondo
io posso dire d’aver contribuito affinchè attorno a me ci fosse meno aridità. Ecco
un'altra catena che non mi stringe più alla gola.
Che
fa se dovessi persino rimanere sola ora o in futuro? Non sono io che volevo
essere un sostegno e non essere di peso? Non sono forse felice di aver
insegnato ai miei uccellini a volare via da soli e procurarsi allegramente il
cibo, orgogliosi di saperlo fare da soli? Non è rimaner soli veder realizzato
un grande progetto! E il masso che premeva sul cuore cade di netto in terra.
Pian
piano mi riempio di uno Spirito diverso, lo Spirito di Dio che lascia vedere il
vero senso della vita e ti gonfia il cuore di speranza e meravigliose certezze.
Sento
che potrei volare, ora che tutte le catene e i legami terreni sono stati
divelti.
L’anima
è più leggera dell’atmosfera terrestre, così ripiena di Dio…allora…un altro
respiro e…via…sono come un palloncino sfuggito di mano alla Terra.
Uno
di quei colorati palloncini che segui con lo sguardo fin dove puoi, come per
mettere alla prova la tua capacità di accompagnarlo lassù. Poi…abbassi lo
sguardo, un momento per rifocalizzare la vista e…te ne vai senza pensarci più.
Così
và la vita. Così deve andare: dobbiamo farci lasciare per volare sempre più in
alto, ondeggiare piano, danzare un po’ a destra, un po’ in obliquo, un po’ lenti,
un po’ più veloci, ma salire….fino a confonderci col Cielo.
Un Palloncino nelle mani del Padre....non è sfuggito! |
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