Da ormai sei anni partecipo alla preparazione delle giovani
coppie in procinto di sposarsi. Mi fu proposto un così importante compito da
Padre Giovanni che evidentemente quel giorno era distratto.
Scherzi a parte, queste serate con i ragazzi sono state
molto costruttive soprattutto per me e devo sempre ringraziare il Signore che
mi usa come una pedina approfittando anche della distrazione momentanea del
parroco.
E’ bello entrare nella sala e trovare tante coppiette di ragazzi
che si tengono per mano, si bisbigliano affettuosamente all’orecchio qualche
parola o sorridono guardandosi senza parlare, complici di chissà quale pensiero
già intuito al volo.
Divertente, poi, vederli diventare seri perché entra
l’animatore della serata puntualmente osservato con timore e, diciamolo pure, come
il produttore di futura noia!
Mi piace lasciarli pensare così per un po’ e vestire i panni
della persona seria, un po’ per gioco, un po’ perché faccia più effetto la
battuta iniziale fatta nel silenzio sospeso che si crea un attimo prima: “Ma
credete davvero che il vostro sposo o sposa si presenterà il giorno del
matrimonio?”….un momento di perplessità e poi ecco l’attesa distensiva risata .
Iniziare con la gioia per andare avanti nella gioia. Tutti i
matrimoni iniziano nella gioia che nasce da svariati fattori: la festa che
arriva; una vita nuova da programmare insieme e le mille cose che si vivranno
uniti; la casa nuova; le cose che diventano “nostre” e non più mie o tue; il
sogno di un figlio. Tutto condito da speranze fanciullesche di cibarsi d’amore
dalla mattina alla sera per il tempo che verrà. Sì: la gioia iniziale è grande
ed è vera. Il cuore di ogni essere umano vorrebbe che fosse sempre così e che
nulla mai cambiasse, ma un fremito giunge all’anima, un dolore sottile e
penetrante come una lama affilata: la paura che non potrà essere così a lungo.
Come alla vista di un nuvolone lontano, si avverte la pioggia,
le lacrime e la perdita del Sole nostra fonte di vita, come l’Amore. In un tale
momento di gaudio, non si osa dirlo neanche a se stessi, ma il pensiero rimane
nel cuore. Dio lo sa, lo vede e lo sente e non vuole restare a guardare. Vuole
da subito proporci una grande speranza: Se Stesso.
Il mio compito, quello di Padre Giovanni e degli altri
animatori è dare a questi giovani ed entusiasti figli, l’arma giusta per
mantenere vivo l’amore nel loro matrimonio e, perché no, nella loro vita. La
più potente arma che ci sia, che è questa Speranza.
Gesù fa il suo primo miracolo a una festa di nozze: Le nozze
Cana! Come sappiamo, durante i festeggiamenti viene a mancare il vino e Maria
(anch’essa invitata) accortasi dell’imprevisto, chiede ai servitori di portare
a Gesù delle grosse giare colme d’acqua e di fare come Lui dice. Gesù ubbidisce
a Sua Madre: trasforma l’acqua in vino e tutti lodano il padrone di casa perché
il vino servito in quel momento è il più buono mai bevuto.
Questo miracolo di Gesù pare insignificante a una prima lettura,
ma non è così. Gesù si presenta come Colui che porta il vino, simbolo della
festa, della gioia e in particolare di una Festa d’Amore quale può essere
l’inizio di una Vita insieme. Nel corso del nostro matrimonio può, in effetti,
capitare che quel nuvolone arrivi e che piova su di noi qualche contrarietà o
la monotonia inevitabile che annacqua l’amore. Finché tutto sembra diventare
insipido e senza colore. A quel punto la nostra Mamma del Cielo, come tutte le
mamme, se ne accorge per prima e chiede a Suo Figlio di cambiare le cose. Noi
dobbiamo, anche se arreca fatica, prendere tutta questa pesantezza della vita,
tutto questo squallore e, con coraggio e speranza,portarlo a Gesù affinché lo
trasformi in qualcosa di buono. Ecco allora che la gioia si recupera. Non una
gioia qualsiasi, ma una soprannaturale: è il vino di Dio! Una gioia irresistibile, tutta nuova e
inscalfibile.
C’è però qualcosa da non trascurare: che Gesù era stato
invitato dagli sposi! Se non s’invita da subito a entrare nelle nostre nozze e
in ogni momento della nostra vita, Lui non invaderà di prepotenza le nostre
esistenze. Gesù è un Signore, in ogni senso, e non s’impone su nessuno, neanche
se si tratta di proporci il suo amore.
Il nostro cuore lo deve volere ardentemente: quella sarà la
Partecipazione di Nozze che arriverà immediatamente al cuore di Dio,
invitandolo a vivere con noi.
Qual è allora il compito di noi poveri servitori di Dio che
ci accingiamo tutti gli anni a tenere i Corsi Pre-Matrimonali? Solo quello di suscitare
un desiderio ardente in questi innamorati a volere in casa propria l’Amico più
caro che un uomo potrebbe avere: Gesù.
Ci permettiamo, così, di iniziare con una risata per
presentare Colui che vuole essere Gioia Infinita. Per questo motivo speriamo
che tutte le coppie vogliano concederci qualche attimo per far loro questo
regalo di Nozze.
Un “Brindisi” , allora, alla vostra Vita d’Amore…vera
Salute!
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