Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

lunedì 20 agosto 2012

MEDITAZIONI QUASI SERIE AD ASSISI


Come ho già detto, ho l’abitudine di portare in vacanza sempre un piccolo libricino dove appuntare le comprensioni di quei giorni: il mio Scrigno Magico!
Spesso, infatti, quando si sta in vacanza è più facile trovare del tempo per meditare. Così, ecco che vi apro un momento il mio scrigno e lascio uscire una paginetta.
Ad Assisi quest’anno c’era ovviamente un caldo fuori dal normale ed, essendo il paese arroccato su una collinetta, visitarlo significa fare continuamente tratti in salita e discesa, senza praticamente sosta perché di settori in piano la cittadella ne ha ben pochi (uno o due: le piazze).
Molti vicoli sono all’ombra, ma tanti altri sono inesorabilmente al sole. Credo che già si intuisca qualcosa sul nostro stato durante le belle passeggiate ad Assisi. Ma il primo insegnamento concretamente utile che ho potuto avere è questo: in salita il muscolo che lavora di più è senza dubbio il polpaccio, mentre in discesa se hai delle scarpe scomode che rischiano di uscirti dal piede, quello sotto pressione è il tendine che va dal ginocchio all’alluce. Questo conduce ad una nottata fra acido lattico e crampi assurdi durante i quali le dita dei piedi cercano ostinatamente di scambiarsi di posto!
A parte l’insegnamento scientifico sui muscoli interessati nelle camminate e la rassegnata conclusione che non ho molta furbizia nel scegliermi i calzari, mi è capitata una cosa interessante e più spirituale che vado a raccontare.
Sono stata testimone di una serie di discorsi con fraintendimenti. Non potevo non ascoltare e mi sono resa conto che le persone parlano fra di loro, ma non si capiscono.
Alcuni fraintendimenti erano talmente visibili ai miei occhi che ero tentata di intervenire tipo vigile ad un incrocio, ma non sempre era il caso, perciò ascoltavo sgomenta osservando gli sguardi degli interessati. In genere uno di loro è più mansueto e soccombe con aria interrogativa e sofferente.
Siccome poi questo doloroso assistere a colloqui incomprensibili mi capita sovente, mi sono sorte spontanee due domande: Perché ci sono sempre io? Perché tutta questa incomunicabilità?
Dopo una serena meditazione in silenzio, alla prima domanda mi rispondo che forse, avendo tale “visione” li dove è possibile io debba educatamente intervenire con un ruolo di “Traduttore Pacifista”: una ramificazione dell’operatore di pace. Senza scadere nell’impicciona, ma solo per aiutare le persone a non litigare.
Alla seconda domanda mi rispondo così: non è solo che non si ascolta il prossimo, è una conclusione troppo riduttiva e inadatta a sviscerare il problema. Il fatto è che si ascolta troppo se stessi con tutte le idee che ci passano per la testa quando gli altri ci parlano stimolando la fuoriuscita di tutto il nostro bagaglio culturale e personale. Non so se mi spiego bene. Quando qualcuno inizia un discorso, facciamo come i bambini che arrivano con i propri giocattoli (le idee che passano in testa) e cercano di tirarli fuori per mostrarli agli altri bambini con orgoglio e una sorta di vanità. Siamo concentrati sul come tirar fuori tutto ciò che abbiamo dentro e non ascoltiamo veramente il significato delle parole altrui: ci servono solamente come un pretesto per ficcarci parole e concetti nostri. Siamo, cioè, impegnati così intensamente ad architettare il nostro discorso, che pur non volendo non comprendiamo chi ci sta parlando. In fondo risponde a una semplicissima regola: per ascoltare bisognerebbe star zitti, e star zitti non è solo non dire niente, ma anche non…pensare ai fatti propri.
Secondo me occorre tanto amore per gli altri e una buona dose di dominio di se per evitare l’incomprensione e i fraintendimenti che ne seguono. Di nuovo l’amore, di nuovo la pazienza con se stessi più che con gli altri.
Ma dove andremo a prendere certi ingredienti? L’unico posto dove si possono acquistare è ancora una volta “la preghiera di silenzio”. Solo Dio ci fa vedere quello che siamo senza turbarci o affliggerci e ci suggerisce le soluzioni e i consigli preziosi per metterle in pratica!
Ecco, questa è una delle meditazioni avute ad Assisi. Forse non è niente di speciale, ma la metto al servizio di chi leggerà nella speranza che possa essere un respiro di sollievo…


Un vicolo di Assisi!



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