Come
ho già detto, ho l’abitudine di portare in vacanza sempre un piccolo libricino
dove appuntare le comprensioni di quei giorni: il mio Scrigno Magico!
Spesso,
infatti, quando si sta in vacanza è più facile trovare del tempo per meditare.
Così, ecco che vi apro un momento il mio scrigno e lascio uscire una paginetta.
Ad
Assisi quest’anno c’era ovviamente un caldo fuori dal normale ed, essendo il
paese arroccato su una collinetta, visitarlo significa fare continuamente
tratti in salita e discesa, senza praticamente sosta perché di settori in piano
la cittadella ne ha ben pochi (uno o due: le piazze).
Molti
vicoli sono all’ombra, ma tanti altri sono inesorabilmente al sole. Credo che
già si intuisca qualcosa sul nostro stato durante le belle passeggiate ad
Assisi. Ma il primo insegnamento concretamente utile che ho potuto avere è
questo: in salita il muscolo che lavora di più è senza dubbio il polpaccio,
mentre in discesa se hai delle scarpe scomode che rischiano di uscirti dal
piede, quello sotto pressione è il tendine che va dal ginocchio all’alluce.
Questo conduce ad una nottata fra acido lattico e crampi assurdi durante i
quali le dita dei piedi cercano ostinatamente di scambiarsi di posto!
A
parte l’insegnamento scientifico sui muscoli interessati nelle camminate e la
rassegnata conclusione che non ho molta furbizia nel scegliermi i calzari, mi è
capitata una cosa interessante e più spirituale che vado a raccontare.
Sono
stata testimone di una serie di discorsi con fraintendimenti. Non potevo non
ascoltare e mi sono resa conto che le persone parlano fra di loro, ma non si
capiscono.
Alcuni
fraintendimenti erano talmente visibili ai miei occhi che ero tentata di
intervenire tipo vigile ad un incrocio, ma non sempre era il caso, perciò
ascoltavo sgomenta osservando gli sguardi degli interessati. In genere uno di
loro è più mansueto e soccombe con aria interrogativa e sofferente.
Siccome
poi questo doloroso assistere a colloqui incomprensibili mi capita sovente, mi
sono sorte spontanee due domande: Perché ci sono sempre io? Perché tutta questa
incomunicabilità?
Dopo
una serena meditazione in silenzio, alla prima domanda mi rispondo che forse,
avendo tale “visione” li dove è possibile io debba educatamente intervenire con
un ruolo di “Traduttore Pacifista”: una ramificazione dell’operatore di pace. Senza
scadere nell’impicciona, ma solo per aiutare le persone a non litigare.
Alla seconda domanda mi rispondo così: non è solo che non si ascolta il prossimo, è
una conclusione troppo riduttiva e inadatta a sviscerare il problema. Il fatto
è che si ascolta troppo se stessi con tutte le idee che ci passano per la testa
quando gli altri ci parlano stimolando la fuoriuscita di tutto il nostro
bagaglio culturale e personale. Non so se mi spiego bene. Quando qualcuno
inizia un discorso, facciamo come i bambini che arrivano con i propri
giocattoli (le idee che passano in testa) e cercano di tirarli fuori per
mostrarli agli altri bambini con orgoglio e una sorta di vanità. Siamo
concentrati sul come tirar fuori tutto ciò che abbiamo dentro e non ascoltiamo
veramente il significato delle parole altrui: ci servono solamente come un
pretesto per ficcarci parole e concetti nostri. Siamo, cioè, impegnati così
intensamente ad architettare il nostro discorso, che pur non volendo non
comprendiamo chi ci sta parlando. In fondo risponde a una semplicissima regola:
per ascoltare bisognerebbe star zitti, e star zitti non è solo non dire niente,
ma anche non…pensare ai fatti propri.
Secondo
me occorre tanto amore per gli altri e una buona dose di dominio di se per
evitare l’incomprensione e i fraintendimenti che ne seguono. Di nuovo l’amore,
di nuovo la pazienza con se stessi più che con gli altri.
Ma
dove andremo a prendere certi ingredienti? L’unico posto dove si possono
acquistare è ancora una volta “la preghiera di silenzio”. Solo Dio ci fa vedere
quello che siamo senza turbarci o affliggerci e ci suggerisce le soluzioni e i
consigli preziosi per metterle in pratica!
Ecco,
questa è una delle meditazioni avute ad Assisi. Forse non è niente di speciale,
ma la metto al servizio di chi leggerà nella speranza che possa essere un
respiro di sollievo…
Un vicolo di Assisi! |
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