Sembra che per molte persone non conti altro che la materia.
Tutti dietro alla “carne”: il cibo, i vestiti, il senso, l’orgoglio, il potere.
Persino l’attaccamento alla salute mi stona, perché è come se fosse dovere di
Dio mantenerci in buona salute! Come se non ci dovesse mai sfiorare nulla,
neanche un raffreddore. E quando eventualmente ti facessi del male da solo o
per caso, fosse Dio a essere stato negligente nei tuoi confronti.
Quanto si sente dire: “Quando c’è la salute c’è tutto!”
Gagliardo davvero! Allora concludo che se non ho la salute ho perso tutto
insieme con essa..anche Dio? Lui è tutto, e grazie al cielo, non se ne va
quando la salute ci abbandona. Se non se ne va quando pecchiamo gravemente,
perché dovremmo perderlo se và via la salute del corpo? Si potrebbe anche
morire di mille malattie associate fra loro, ma se si è buoni, non si è ancora
perso né Dio né la Vita Eterna.
L’amore per esempio è vita e se manca, ti senti mancare
anche tu. Eppure Dio rimane e se ti conservi buono, avrai l’Amore Eterno.
E’ Dio che non deve mancare, perché è Lui che è tutto.
Riesco a comprendere e addolorarmi per la paura della fame,
del freddo, della malattia, del soffrire, ma non comprendo il perché addossarne
la colpa a Dio e il perché agitarsi come se questa vita fosse la tappa finale
del nostro esistere, quando è solo un passaggio.
Se ci si ferma a riflettere, niente ci è dovuto, ma tutto è
regalato dal Cielo e se qualcosa mi manca, forse dovrei pensare che il Padre fa
“il padre”e cioè mi sta aiutando servendosi anche degli eventi poco piacevoli,
per condurmi a Lui. Quando qualcosa non va come noi, vorremmo, magari, anziché
sfogare la rabbia verso di Lui, provare umilmente a chiedersi se abbiamo
sbagliato. Porsi dei dubbi è atto di umiltà e d’intelligenza.
Se poi capitano delle disgrazie, potrebbe aiutarci ricordare
che qui accadono certe cose perché questo non è il Paradiso, non è la Vita
perfetta che tanto aneliamo. È una vita che passa, e porterà con sé i dolori
avuti.
Quando da bambina mi facevo male e piangevo, la mia mamma mi
diceva sempre: “Passa, poi passa!”. La promessa e la sicurezza datami dalla
voce autorevole della mamma (unico re regnante nel cuore di un bambino), già mi
alleviava il dolore. Passa: è solo per ora, non resta per sempre e tra un po’
starai meglio. Questo basta. All’uomo serve sapere che il dolore passa e che
l’amore invece resterà per sempre. Questa è la vera felicità.
La si può assaporare già qui sulla terra perché è già molto
sapere che il male che sperimento e che mi spaventa tanto..passa, e se saprò
sopportarlo senza asti, incattivimenti e rabbia, avrò l’Amore per sempre e il
male mai più.
L’unico sforzo umano sarà amare, sperare e sorridere con
fede anche nel dolore. Tanto poco per meritare di abitare in eterno con Dio,
gli angeli e tutti coloro che amo, in allegria e pace. Avendo per aiuto a
questo sforzo Gesù, Maria, il Padre e lo Spirito Santo. Essi, infatti, vengono
continuamente in soccorso a questi lagnosi quali siamo, dicendo: “Passa! Stai
tranquillo. Sarò con te per sopportare, tenendoti la mano e dandoti la grazia
necessaria per essere forte”. Anche il Vangelo è tutto un unico discorso che
gira intorno alle persone per avvolgerle d’amore e verità e portarle al Padre.
Credo che alla fine, se avremo meritato la Vita Eterna,
prima di entrare ci scorrerà davanti la nostra vita terrena che ci procurerà
forse l’ultimo dolore, quello più intenso: la Vergogna di non averla saputa
guadagnare con un comportamento più decoroso e più cristiano!
Ma, già lo so, arriverà Gesù e con una carezza ci smemorerà
di quell’atroce pensiero dicendo solo: “Entra!”
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