Mi sono spesso chiesta perchè solo le cattive notizie facciano parlare tanto le persone...for

martedì 26 febbraio 2013

TRENI NELL'ORA DI PUNTA

"Attenzione! Attenzione! Il treno per Roma subirà un lieve ritardo!"
Ecco l'annuncio dei megafoni alla stazione del mio paese...ormai tutte le mattine da un pò di tempo a questa parte.
La gente sbuffa, oppure continua a leggere il suo giornale indifferente. Ma il bello viene quando il treno arriva. Già quasi tutti i posti a sedere sono occupati e per mio carattere ho rinunciato da molti anni all'idea di accaparrarmene uno.
Così non la pensano le donne e gli uomini di mezza età-ma ci scappa anche qualche giovincello rampante-che prendono il treno con me.
Sarà la vecchiaia che avanza mi chiedo, mentre li vedo, all'avvicinarsi del treno, che scattano in pool position con grande classe e qualche spintone...e come per magia si trovano davanti alle porte al posto mio. Roba che se ci provassi io finirei, come del resto accade sempre, esattamente davanti al punto in cui il vagone non ha porte, oppure davanti allo spazio tra i due vagoni.
Gli uomini a questo punto, raggiungono le vette della cavalleria e travolgendo chi cerca di scendere, rotolano verso il primo sedile vuoto, rubandolo alla vecchietta di turno piena di buste e di acciacchi- roba vista nei film di Re Artù o della Principessa Sissi-
Ovviamente, se vi capita di vedere una donna incinta, allora è a lei che ruberanno il posto.
E mentre loro sono già seduti e leggono il giornale a pagina 8, io tento di sgusciare tra le persone invelenite che ancora non sono riuscite a scendere...e occhieggio il mio posticino preferito: quello addosso alla porta di fronte...quella che se si apre per sbaglio succede una strage, per capirsi. Il vagone non è poi così pieno..è del tutto vivibile. Peccato che siamo solo alla seconda fermata..
Alla terza salgono le scolaresche. Ho detto un rosario nel frattempo, pregando che non mi capitino studenti particolarmente chiassosi e sguaiati...ma niente, è destino: la metà dei passeggeri che sale qui ha inevitabilmente sui 14 anni, l'età alla quale ogni tipo di violenza fisica e psicologica è giustificata. Sui ragazzi, si intende. Ma non voglio apparire troppo intransigente.
E' il contesto che stimola pensieri feroci..perché l'altra metà dei passeggeri che sale ha una caratteristica ancora più notevole: và al raduno settimanale degli idrofobi, ovvero "gente che non ama l'acqua corrente, specie se utilizzata per scopi igienici". Sono persone da compatire, indubbiamente, sia per i loro gravi problemi psicologici ed economici, sia soprattutto, per i loro gravissimi problemi olfattivi (non è possibile che sopravvivano una giornata intera senza morire di puzza!). Tuttavia ogni compatimento umano scompare in un lampo quando- in un treno ormai affollato e che continua a riempirsi- costoro si trovano a soli 5 centimetri da te.
Chiunque sul vagone-a parte Madre Teresa, Giovanni PaoloII e gli amici che vanno al raduno di cui sopra- pensa:" No! No! No! e ancora nooooooooooooooo. Queste persone non dovrebbero esistere". Sì è vero, è un pensiero orrendo, orrifico, spregevole, del tutto disdicevole, ma è anche fuori controllo. La mente, infatti, sotto gli effetti della puzza estrema, è entrata in loop e solo coloro che sono più avanti nella via della santità riescono a concentrarsi su detersivi, saponi, vasche di acqua bollente (sterilizzante), lavatrici...gli altri sussurrano a ripetizione "che schifo", a volte in coro, a volte solo muovendo le labbra, fino a che i partecipanti al raduno scendono tutti lasciando il vagone in una confusione totale, con la gente che picchia sui vetri per chiedere la liberazione dalla puzza.
A quel punto il treno si svuota e per terra rimane qualche ferito che rantola, o per la puzza o per la folla che lo ha calpestato per scendere. E' ora di buttarsi nella metro.
Buttarsi è proprio il termine giusto, se si vuole proprio salire. E' l'ora di punta, ma il termine andrebbe un pò rivisto.
E' l'ora bestiale, è l'ora di Aushwitz, è l'ora della deportazione, è l'ora del contatto fisico estremo con vari sconosciuti, è l'ora di ascoltare gli mp3 direttamente dall'ipode del vicino, che ormai è dentro al tuo orecchio, mentre la borsa di quello di fronte entra a far parte del tuo stomaco e la pelliccia della donna accanto ha avvolto tutto il tuo viso, ormai scomparso nella massa di pendolari.
Questo se ti butti subito.
Se aspetti...bhè, ci dispiace, non entrerai mai più.
C'è anche qualche fantasioso trasformista che entra quando ormai l'unico posto vuoto è dentro alla plafoniera del soffitto...e allora vedi la metro che apre e chiude le porte varie volte di seguito finchè il trasformista non ha infilato tutte le braccia all'interno del vagone. In realtà per vedere la scena bisogna essere fuori...tra coloro che non arriveranno mai dove devono andare, e che ormai rassegnati guardano-anche con un certo sollievo-la gente incastrata dentro al vagone...scuotendo anche un pò la testa.
E  questa non è che la prima fermata..nelle seguenti si ripete la scena del trenino, ma con un ricambio maggiore e più intenso di passeggeri (qualcuno se ne và con la tua sciarpa, e a te resta la sua borsa e dei brandelli di cappotto).
Ma per i più fortunati lo strazio è quasi finito: sanno di dover tener duro ancora per poco.
Gli altri invece- e li riconosci perché hanno la tua stessa smorfia della bocca e i tuoi occhi angosciati-dovranno anche salire sull'autobus. Dell'autobus non voglio parlare, per motivi personali. Sento che non ce la farei.
Dico solo che il mio posto riservato è quello contrassegnato da una linea rossa, sulla quale "non bisogna sostare per non bloccare l'apertura delle porte". Càpito sempre lì, per qualche motivo di espiazione personale. E poi c'è sempre qualche amico del raduno che viene con me tutto il viaggio..anche per questo mi sono fatta l'idea di avere molti peccati.
Ma l'autobus è anche il posto dei misteri: la gente scende tutta alla stessa fermata- per cui io che sto sulla porta vengo espulsa automaticamente all'apertura- e...quando sto per risalire improvvisamente non c'è più posto. Dove stavano infilati quelli che sono scesi??? è un mistero che non sono ancora riuscita a risolvere. Ma ormai sono arrivata sul posto di lavoro...e non ci devo più pensare, almeno fino a stasera.
(scritto dalla mia amica Vittoria)



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