Sono al computer e mi passa davanti un titolo: “Benedetto
XVI si è dimesso”. No…non ho letto bene, fammi tornare indietro. Sì: c’è
proprio scritto così. Ma dài: su internet se ne leggono tante! Afferro il mouse
e scorro velocemente i vari titoli cercando con foga una smentita. Nulla.
Mi squilla il telefono: è mia madre che mi domanda, con voce
sofferente, se è vero. Non ho ancora avuto il tempo di realizzare l’accaduto e
squilla nuovamente il telefono: è mio suocero con la stessa notizia.
Torno al computer e mi fisso sulla foto del Papa nell’articolo
delle dimissioni: povero Papa, ora ne diranno di tutti i colori! Ecco il mio
primo pensiero.
Mentre l’osservo la mente corre indietro di anni, quando il
Cardinale Ratzinger, Vescovo di Ostia Antica, venne a Sant’Aurea per
amministrare la Cresima al mio gruppo di catechismo. Al termine della cerimonia
è uso far la foto di gruppo, ma io, nota allergica alle macchine fotografiche,
mi allontanai piano, quando una voce interiore mi fermò al centro della Chiesa
dicendomi: “E magari sei scappata dalla foto col futuro Papa!” Lo guardai: un
sorriso mite, il volto di una persona semplice. Eppure Benedetto XVI, quando
parlava traboccava di cultura e sapienza. Una sapienza piena, vissuta. Si
percepiva chiaramente che ciò che consigliava coincideva con ciò che lui stesso
metteva in pratica. Ecco perché anche i concetti teologici più complicati, detti da lui
risultavano assolutamente comprensibili e addirittura vivibili. Proveniva tutto
dalla sua esperienza personale!
Da questo veniva la sua autorevolezza nel parlare. Sapeva
essere severo e misericordioso, come solo Dio può suggerire di fare.
Ancora uno sguardo al suo sorriso buono e la mente mi
conduce al giorno dei funerali di Giovanni Paolo II, quando il vento sfogliava
quel Vangelo posto sulla bara e scompigliava le vesti ed i capelli candidi del
Cardinale Ratzinger, come a volerlo spingere verso la sua nuova missione.
Davanti al televisore, ascoltavo le sue parole di
incredibile amore e consolazione e dalla bocca mi usciva spontanea una frase: “Ecco
il nuovo Papa!” . Tanto che il giorno delle sue elezioni ho avuto un sussulto
di vera gioia nell’udire il suo nome. Gioia perché lo Spirito mi dava una
conferma; gioia per la sensazione di saldezza e bontà che quel “piccolo” uomo
mi trasmetteva.
Era colui che serviva in quel doloroso momento. Colui che ci
ha raccolto da terra e ci ha rinsaldato le ginocchia. Seguitando a parlarci d’amore
nel suo simpatico accento tedesco.
Colui che ha accettato un impegno gravoso a un’età già
avanzata, solo per obbedienza a Dio e amore verso tutti noi: pecorelle smarrite
nelle lacrime per la perdita di Beato Giovanni Paolo II!
Ha saputo asciugare il nostro pianto facendosi velocemente
nuovo punto di riferimento. Ha usato la mano salda di un padre che vuole
guidare i figli a tenersi sulle proprie gambe.
E ora? Ora è tutto un vociferare: che c’è qualcosa di losco
sotto, che qualcuno lo ha consigliato di andarsene, che è sceso dalla croce,
che non è paragonabile all’altro Papa…e cosa ancora?
Siamo tutti addolorati, ma perché voler vedere male dove non
abbiamo visto che bene?
L’amo e mi dispiace non vedere più il suo tenero sorriso o
ascoltare quelle parole capaci di rimettere in carreggiata i miei pensieri.
Ma ho la certezza, caro Papa, che, le sue azioni sono state
guidate dallo Spirito Santo. La seguito a vedere come l’umile Pastore che porta
le pecore dove stanno meglio anche se questo la mette in una condizione di
notevole difficoltà.
Non so immaginare quale “croce” sta portando nell’ascoltare
questa varietà di critiche che fanno solo pensare a tanta ingratitudine.
Lei ha indetto l’Anno della Fede, riportandoci in primo
piano il concetto che quando si ama una persona, sia essa Divina o umana, ci si
fida di lei e si è portati a credere fermamente che quel che fa per noi è
dettato dal desiderio di vederci felici e amati.
Alla luce, poi, delle sue dimissioni, vedendo non scalfito
il mio affetto e stima per Lei, capisco meglio che la fede crede, anche quando
non vede e cresce anche senza conferme.
Per tale motivo, neanche per un istante ho sospettato che
Dio abbandonasse la sua Chiesa solo perché Lei si dimetteva o che Lei se ne
andasse per qualche oscuro motivo inesistente.
La fede mi ha suggerito: “Ecco un’altra sorprendente azione
dello Spirito Santo che porterà buoni frutti alla Chiesa, ma che tarderemo a
interpretare bene. Ecco un altro Grande Uomo che ha la sapienza di farsi docile
al suggerimento dello Spirito Santo fino al punto di mettere in gioco la sua
figura”
Resto così a riflettere su una grazia che già intravedo
affacciarsi dalla sua dolorosa decisione: per la prima volta nella storia della
Chiesa avremo un Santo Papa che pregherà ardentemente per l’elezione del nuovo
Papa!
Grazie, Santità, per il suo mite coraggio!
Le vogliamo bene
Paola Buccheri
Lo Spirito Santo è un vento che non sai da dove viene, nè dove và |
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