C’ è un momento in cui, nel Vangelo, San Tommaso realizza
che seguire Gesù in quel preciso frangente, equivalga a morire. Ma preso da un
grande amore per Lui, anziché abbandonarlo, dice con passione e risoluzione:
“Andiamo a morire con Lui”.
Come se il suo ragionamento fosse andato un po’ così:
“Lasciarlo non posso perché lo amo troppo e poi senza di Lui non saprei dove
andare. Se proprio deve andare incontro ai nemici e alla morte, allora io vado
con Lui.”.
Se avessimo accanto qualcuno che ci ama da impazzire e che
noi amiamo da impazzire, ce la sentiremo di morire con loro! La morte non ci
farebbe più tanta paura perché la paura più grande è perdere quell’amore.
Questo dimostra che l’amore è più grande della morte.
Ripenso alle parole di Gesù quando asserisce che “chi crede
in Me, anche se muore, vivrà” e ora ne comprendo il significato profondo.
Nel concetto dell’amore c’è nascosta dentro questa
informazione: Io vinco la morte. Essa non ci uccide più!
Quando si capisce questo, si preferisce morire insieme o
vicino alla persona amata piuttosto che restare vivi, ma senza di lei.
Sopravvivere all’amore non è vivere davvero. La vera morte è la fine
dell’amore.
Un tale pensiero mi riempie di gioia e mi fa pensare che
qualsiasi sacrificio (piccole morti) sia valido per restare nell’amore.
E’ questo che porta realmente all’abolizione della morte e
alla nascita di una vita vera.
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