Dagli Atti
degli apostoli si evince che questi fra di loro si correggevano, aiutavano e
sostenevano. Pietro ne era il capo, colui a cui spettava l’ultima parola, ma in
realtà questa era il frutto dell’elaborazione di tutti. Cioè si giungeva ad un
accordo e si prendeva la decisione reputata più idonea dopo una meditazione ed
un consulto con i fratelli. Praticamente parlavano fra di loro in presenza
dello Spirito Santo che veniva evocato non solo a parole, ma con la forza della
loro buona volontà: desideravano davvero la Sua presenza perché non volevano
agire di testa propria mettendo in mezzo i loro caratteri o i loro personali
pregiudizi.
In realtà,
quando si agisce così, ognuno diviene una voce dello Spirito Santo, e tutte si
uniscono in un’unica risultante che è la perfetta. E’ come se ciascuno di noi,
toccato dallo Spirito Santo, emettesse una luce colorata ( come i prismi con la
luce del sole). Uno emette la banda del rosso, uno il verde, uno il blu e così
via. Alla fine però, questo arcobaleno meraviglioso di colore darà come
risultante la luce bianca di Dio nella sua completezza e luminosità che
permette di vedere bene ogni cosa. Luce che illumina l’intelletto e l’anima.
Ecco quindi
che mi serve l’opinione emessa da chi dice blu, quella da chi dice viola,
eccetera e non potrò fare a meno di alcuna voce altrimenti non avrò la
“perfezione” di quell’idea.
C’è un di
più: per emettere la luce corretta che mi proviene dallo Spirito Santo, occorre
che io sia limpida come un cristallo purissimo. Ciò avverrà se mi pulisco dai
pregiudizi e dalle mie fissazioni. Sforzandomi di mettere da parte i vizi del
mio modo di essere (per esempio le risposte sgarbate ed impulsive).
Devo essere
trasparente: togliere di mezzo le mie opacità e durezze del carattere facendo
molto silenzio interiore, altrimenti la Luce non mi attraverserà.
Solo in questo
modo sarò portavoce dello Spirito Santo e sarà possibile un accordo sereno con
i fratelli.
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