Essere o
sentirsi cattivi è brutto perché è come non poter essere se stessi. Noi siamo,
infatti, i figli di Dio e Dio è Bontà. La cattiveria si contrappone alla bontà.
Per questo quando non resto fedele a questa bontà e seguo cattive aspirazioni e
pessimi istinti, il primo a soffrirne sono io perché sto vivendo una forzatura,
ciò che non sono, ciò per cui non sono nato.
Per essere
veri figli di Dio basterebbe rispettare la propria indole, l’unica che ci
realizza pienamente e ci fa sentire davvero felici: un soprannaturale istinto a
essere buoni nonostante tutto, nonostante la cattiveria del mondo, nonostante
le delusioni.
Mettere in
atto la bontà ci dona una gioia eterna e non passeggera, in quanto ci colloca
sul trono che ci spetta: da figli di Dio. E’ qualcosa che niente e nessuno ci
può togliere.
Essa è come
una bevanda dissetante e vitaminica che ci tiene in vita e che solo il Padre
può darci da bere. Un po’ come il latte materno dato al neonato! Un latte
insostituibile, ricco di anticorpi e sostanze nutritive appartenenti
esclusivamente alla madre e importantissime per il figlio. Latte che trasmette
al piccolo persino l’amore in una sorta di codice biologico.
Sostanze del
Genitore che resteranno per sempre nel figlio e che risulteranno fondamentali
per la sua vita futura.
Restare
fedeli alla bontà significa saperla ritrovare dentro di sé, riscoprirne il
gusto sulle labbra e rinfrancare il corpo con quell’antico e sempre caro
sapore.
La Bontà non
è altro che il latte divino datoci dal Padre per ritrovare la strada verso Lui.
E’ la fonte della mia vita e l’origine di ogni mia gioia.
che buon latte Papà!! |
spero di bere sto latte in eterno!!!.......
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