“Il
Figlio dell’uomo non ha un sasso dove poggiare il capo”.
“Che
stanchezza!” mi sono sempre detta ascoltando questa frase.
Quando
torniamo stanchi da una giornata di lavoro e le scarpe stringono i piedi gonfi,
la schiena duole e persino la vista si appanna, se non trovassimo subito una
sedia sulla quale appoggiarci, delle pantofole nelle quali bearci…come ci
sentiremmo? Che stress!!
Non è
solo stanchezza fisica, quella che riportiamo a casa. Nella mente scorrono
ancora le parole poco gentili, sentite sul posto di lavoro, gli sgarbi, le
scene di persone che discutono, urlano, si affannano, corrono, si stancano come
te.
E il
traffico per strada! La gente che, entrata in auto, viene colta da una sorta di
“Sindrome di Prepotenza-Turbo”: non rispetta la segnaletica, piroetta sugli “Stop”,
usa le strisce pedonali come bersaglio per stendere meglio i pedoni; fa inaspettate
inversioni a “U”, ignora l’esistenza delle frecce direzionali! Col risultato
finale di gettarti continuamente su un set cinematografico dove sei certo
stiano registrando l’ultimo 007: film che hanno per pane quotidiano
inseguimenti in auto con esseri umani che volano fuori come fazzoletti di
carta.
Quando
scendi dal tuo veicolo, ti senti elettrico e hai la netta sensazione di aver
avuto più di un angelo custode accanto: ti senti miracolato, ti tremano le
ginocchia e magari, così carico, ti meravigli di prendere pure la scossa sullo
sportello!
E la
giornata non è ancora finita!...Vorresti sederti, fermarti, fare silenzio,
scappare, forse, ma tutto sommato ti basterebbe un sasso dove poggiare un
attimo la testa. Pensate se non lo trovassimo!
Gesù
sa bene cosa significa non trovarlo e, essendo la Misericordia in persona,
cosparge la nostra via di questi sassi, di respiri di Cielo. Eccoli alla fine:
il saluto di un amico; il figlio che ti corre incontro, felice di rivederti; il
sorriso di un passante.
Piccoli
particolari. I nostri sassi. Benedetti sassi!
Quel
tanto che ci distende la fronte dal corruccio: un bicchiere d’acqua fresca all’assetato.
Ci fossero più bicchieri d’acqua! Ma da chi attendiamo quest’acqua? Forse
speriamo che, come un tempo gli Ebrei nel deserto, che piova dal cielo come la
manna?!
Non
ci accorgiamo che l’ “Acqua di Vita” scorre nei nostri petti.
Allora
usciamo e rivolgiamo noi un sorriso a quel tipo tutto preso dai suoi cupi
pensieri: in un istante gli cadrà la polvere dal cuore! E alla signora che abbiamo
fatto attraversare, mostriamole anche un volto sereno.
Facciamo
volentieri le cose giuste e belle. Rendiamoci noi un appoggio per il
fratello…perché? Perché farlo? Perché non stiamo confortando soltanto lo
sconosciuto ma anche il Cristo, il quale seguita ad abitare in ogni singolo
uomo che, come noi, sta camminando, lavorando e ce la sta mettendo tutta per
essere un “figlio di Dio”.
Che
bello poter pensare “Sono il sasso di Gesù” e potergli dire: “Ecco, ora puoi
appoggiarti un attimo; riposa un po’ su di me!”
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